IL BAMBINO ROBOTTINO
(fantascienza?)
Era
primavera inoltrata. Il piccolo robottino passeggiava nel parco e, ad ogni
margherita che calpestava l’aria si riempiva di piccoli petali bianchi
svolazzanti
Aury, era il bambino che il robottino sorvegliava.
Ce n’erano tanti nei parchi in quella bella stagione. Tanti bambini
accompagnati dai loro robottini e alcuni genitori seduti sulle panchine coi
loro figli al fianco.
Alcuni
bambini accompagnati dai genitori giocavano sullo scivolo o sull’altalena.
Ridevano, ed erano risate di sana felicità. Era bello vedere quei sorrisi, quei
capelli svolazzanti sotto i raggi del sole.
I bambini
accompagnati dai robottini osservavano disgustati questi bambini selvaggi, non
portavano guanti, nemmeno la mascherina, erano gli emarginati , quelli che durante la grande pandemia non avevano
ceduto alla dittatura politica e sanitaria e che erano sfuggiti alla
vaccinazione di massa. I loro genitori si erano opposti con tutte le loro
forze, alcuni non erano ancora nati in quel periodo così avvolto dalle tenebre.
Erano stati emarginati, rinchiusi in campi di isolamento, non potevano uscire
da quella prigione, ma non avevano ceduto, nemmeno dopo anni di lavaggio del
cervello.
Ora che il
pericolo era passato li avevano lasciati andare, sicuri che non avrebbero
potuto fare nessun danno.
Aury si
fermò ad osservarli. Cercava di capire cosa stessero facendo. Correvano,
saltavano, si sporcavano, si abbracciavano e perfino si baciavano. Si collegò
alla mente del robottino e gli chiese spiegazioni. Il robottino rispondeva agli
impulsi del micro chip che il bambino aveva sotto pelle, impiantato dietro la
nuca. Non c’era bisogno di parlare, bastavano gli impulsi elettromagnetici che
la rete mondiale del 7G rilasciava in tutti i posti del Pianeta.
Conosci la storia di quelle persone,
non sono come te. Tu non ti ammalerai più, vivrai a lungo e senza problemi,
avrai un posto di rilievo nella società, è tutto programmato. Quelli sono gli
scarti della grande pandemia, diversamente da te si ammaleranno, non si sa
quanto e come vivranno. Ricordi la storia che stai studiando? Ecco, tu e quelli
come te siete quelli che comanderanno e renderanno questo pianeta il più pulito
possibile. Loro verranno spazzati via dai loro stessi sentimenti ed emozioni. Gli trasmise il robottino.
A me sembrano felici. Cosa sono i
sentimenti e le emozioni? Gli chiese Aury.
Sono quelli che fanno la differenza
fra te e loro. Hanno una mamma e un papà, e quando uno di loro morirà
proveranno talmente tanto dolore che rimpiangeranno di non essersi fatti
vaccinare. Tu, invece non proverai niente e continuerai per la strada che ti è
stata aperta, raggiungerai il traguardo prestabilito e vivrai senza dolore. Gli rispose.
Aury era
perplesso. Gli sarebbe piaciuto parlare con qualcuno di loro, ascoltare una
voce vera invece che pensieri nella mente. Il robottino si accorse della sua
perplessità e cercò di allontanarlo. Era pericoloso che i privilegiati
restassero troppo a contatto con gli emarginati.
E’ ora di tornare. L’ora d’aria è
terminata. Hai cinque ore di lezione prima di tornare a casa. Gli comunicò il robottino.
Aury lanciò
un ultimo sguardo ai bambini che giocavano felici e seguì, obbediente il suo
robottino.
Entrarono in
una grande struttura, c’erano centinaia di bambini/robottini di tutte le età.
Grandi schermi che trasmettevano lezioni che andavano direttamente nella mente
programmata per quel circuito.
Aury era
distratto. Una leggera scossa lo riportò al presente. Osservò una fila di
bambini senza i loro robottini che gli passava accanto. Avevano tutti gli occhi
neri e un’espressione da circuito spento. Ogni tanto vedeva quelle file e si
domandava dove li portassero, se lo stava chiedendo anche ora quando una
seconda scossa, più forte della prima lo riportò al suo dovere.
Aury non poteva
sapere che quei bambini sarebbero stati terminati, avevano dei difetti che in
quel mondo perfetto non erano concessi. La “Cupola” costituita da sette persone
era quella che prendeva ogni decisione, erano i comandanti di tutto il pianeta.
Tutto era connesso e tutto veniva programmato, immagazzinato e studiato da
piccoli robottini davanti a schermi minuscoli. Il vero potere era passato a
loro, tutto dipendeva da loro, dai loro algoritmi e dai loro errori di
valutazione, non erano perfetti, niente poteva essere perfetto.
Passarono
alcuni giorni e Aury fu chiamato per la visita medica mensile. Si sottopose
pazientemente a tutti gli esami e alla fine fu portato in una stanza dove
c’erano altri cinque bambini. Oggi avrebbe scoperto cosa succedeva a quei
bambini che vedeva passare. Si mise in fila, era l’ultimo di loro e seguì il
robot che li precedeva. Aury non aveva paura, era solo curioso. Improvvisamente
due forti braccia lo strapparono dalla fila e gli tapparono la bocca. Senza
perdere nemmeno un minuto due mani esperte gli tolsero il micro chip dalla nuca
e un fiotto di sangue imbrattò il pavimento.
I guerrieri
della rivoluzione cercavano di salvare più bambini che potevano e quel giorno
era toccato ad Aury. Un ago infilato nel braccio e lui si addormentò
Ci volle
tempo prima che si svegliasse. Non capiva dove si trovava. Seduto accanto al
suo letto un uomo dal sorriso gentile aspettò che aprisse gli occhi.
Per la prima
volta nella sua vita, Aury conobbe il dolore fisico e la paura. Mat, l’uomo che
gli era accanto gli prese le mani piccole e fredde. Gli parlò con gentilezza e
gli spiegò dove si trovava. Arrivò anche Anna, una bambina dai capelli biondi e
lunghi e gli sorrise. Aveva la bocca sporca di cioccolato e le mancava un
dente.
Ci vollero
alcuni giorni prima che imparasse a parlare, a mangiare, a correre e ad essere
libero di ridere. Il sole sulla pelle gli fece sbocciare le lentiggini, gli
occhi e le labbra impararono a sorridere. Capì ora di far parte degli
emarginati e, alla fine conobbe anche la verità.
Solo la
perfezione era ammessa nei privilegiati, ma erano gli emarginati che sapevano
cosa si prova a vivere.
Il suo
robottino fu dato ad un altro bambino e ognuno visse la propria vita.
L’importante
è poter scegliere.
racconto di Milena Ziletti - diritti e proprietà a lei riservati - immagine dal web
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