venerdì 31 gennaio 2020

KATRIN, LA SUA STORIA


KATRIN, LA SUA STORIA

parte ottantanove






Cenare con suo nonno era sempre un piacere. Erano soli a tavola e non smettevano di scambiarsi opinioni. Era un modo come un altro, per il vecchio lord di sondare la mente e le idee di sua nipote.
Mia cara, bisogna che iniziamo a cercarti un marito. E’ ora che tu conosca alcuni giovanotti per poter scegliere. Sorrise vedendo l’espressione attonita della nipote. Non ti sto obbligando a sposarti domani mattina, ma da qualche parte bisogna iniziare. Dimmi, fra tutti quelli che conosci c’è qualcuno che ti ha attirata più di altri? Le chiese gentilmente.
Lei rimase assorta per un attimo. Nonno, io non conosco nessuno, non ho mai frequentato nessuno. E qui si interruppe pensando a Robin, lui lo conosceva e lo aveva frequentato fin da ragazzina, ma non sapeva se fosse giusto aprire subito il suo cuore al nonno. Decise di tergiversare, dopotutto aveva tempo per scegliere.
Ah se ci fosse ancora la mia adorata Katrin! Lei saprebbe come comportarsi in questa situazione, è una questione di donne questa e non voglio commettere l’errore che ho commesso con mia figlia. Mi fido di te, mia cara, so che non seguirai altro che il tuo cuore, ed io farò di tutto perché tua sia felice, solo questo conta. Le disse prendendole la mano.
Grazie, nonno. Gli disse abbracciandolo. La tua approvazione sarà per me la cosa più importante quando sarà il momento e avrò trovato l’uomo giusto.Aveva gli occhi lucidi. Il suo cuore aveva già scelto, nessuno lo sapeva e lei avrebbe fatto di tutto per raggiungere la felicità che voleva per la sua vita.
L’estate passava e lei era felice. Robin non aveva più detto niente e continuavano gli allenamenti.
L’autunno arrivò grigio e nebbioso prima del previsto. Era solo metà ottobre ma gli alberi erano già spogli e i camini erano stati accesi in tutte le case.
Lord Sheppard non era stato bene, ancora non si era ripreso e Katrin lo andava a trovare ogni giorno. Passava con lui alcune ore e il vecchio signore amava quei momenti con lei, ed era ricambiato.
Spesso Robin veniva dal lord con messaggi e documenti che a lei erano preclusi. Lord Sheppard inviava Robin come suo emissario e si fidava molto di lui. Katrin li osservava spesso mentre parlavano di affari e di risposte ai vari quesiti che il capitano recapitava per il lord. Era evidente il loro affiatamento e per un certo verso ne soffriva, doveva essere lei ad affiancare il nonno, dopotutto era stata istruita per questo ma ancora non aveva messo in pratica quasi niente del suo apprendimento.
Katrin era nella sua stanza. Fuori il vento impetuoso era freddo e la pioggia era imminente. Colette era seduta vicino al camino e osservava la sua padrona. Si era accorta che qualcosa la turbava ma non avrebbe mai avuto il coraggio di chiederle niente, lei era solo la sua cameriera.
Qualcosa la turba, lady Katrin? Si decise alla fine a chiedere.
Sono preoccupata per la salute del nonno. Ancora non si è ripreso del tutto. Rispose.
Uscì per andare da lui, si vedevano ogni pomeriggio per passare un po’ di tempo insieme. Bussò e trovò il nonno seduto sulla poltrona, sembrava stare molto meglio. L’uomo le sorrise e la invitò a sedersi accanto a lui per il tè.
Come stai, nonno? Gli chiese con un sorriso.
Sto meglio, mia cara. Il medico mi ha detto che il peggio è passato e che presto posso riprendere come prima. Si vedeva che era felice. So bene che ho in sospeso una questione importante con te, devo invitare qualche giovanotto, il tempo passa troppo in fretta ed io non voglio morire prima di vederti felicemente sposata. Aggiunse.
Lo so che farai solo quello che ritieni il meglio per me, nonno. Rispose cercando di mantenere il sorriso.
Rimasero insieme più a lungo del solito, ora che il vecchio lord stava meglio potevano trascorrere più tempo in compagnia l’uno dell’altra, cosa che pareva non bastasse mai.
Katrin raggiunse la sua stanza più leggera, la preoccupazione per la salute di suo nonno era passata e aveva bisogno di pensare a come dare un senso al suo futuro.
Decise di raggiungere le stalle, si coprì ben bene e sellò Alba. Presto non avrebbe più potuto uscire, il mal tempo l’avrebbe costretta al castello. Uscì dal portone mentre le prime gocce di pioggia anticipavano un torrenziale acquazzone.
Rise forte. Andiamo, Alba. Corri o saremo costrette a tornare subito indietro. Sussurrò all’orecchio della cavalla.
Galoppava sferzata dal vento e dalla pioggia. Era fradicia e i capelli si erano sciolti. Dio che emozione! Era felice, talmente felice che ne aveva paura. Si chiese come sarebbe stato quando il suo sogno d’amore si fosse compiuto. La sua mente era tutta presa dall’aspettativa, da quello che sarebbe stato, dall’amore che avrebbe avuto finalmente suo per tutta la vita, dai figli che sarebbero nati e amati come nessun’altro aveva mai fatto. La pioggia la costringeva a tenere gli occhi stretti e non vide un ramo chela colpì facendola ruzzolare a terra. Un dolore alla schiena le fece perdere i sensi. Si perse in un mondo tutto suo dove tutto era perfetto, dove lei era la moglie di Robin, dove suo nonno era felice della loro unione, dove la felicità era e sarebbe stata sempre con lei. Aveva il viso di Robin davanti agli occhi e non si accorse di essersi ripresa. Il viso preoccupato di Robin era proprio davanti al suo. Grondava pioggia e la stringeva fra le braccia. Lei era sicura che il suo sogno continuava. Allungò la mano e gli accarezzò il viso. Io ti amo, Robin. E svenne di nuovo.


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giovedì 30 gennaio 2020

KATRIN, LA SUA STORIA


KATRIN, LA SUA STORIA

parte ottantotto






Nella fretta di uscire non aveva preso le sue armi e se ne dispiacque.
Sir Robin, sono uscita disarmata, per oggi mi conceda solo una semplice e piacevole cavalcata. Gli disse seria.
Non si preoccupi, lady Katrin, sono troppo stanco per combattere con lei. Le rispose con un cipiglio serio che non gli aveva mai visto.
Era un pomeriggio assolato di fine luglio e loro guidavano i propri cavalli con lentezza. Robin la raggiunse e le rimase al fianco senza parlare.
Qualcosa non va, sir Robin? Ho visto il nonno piuttosto preoccupato; ed ora lei ha perso la parola. Gli chiese con una certa ansia.
Lord Sheppard aveva innumerevoli impegni e non è più un giovanotto, si è stancato parecchio ma non ci sono stati problemi. Le rispose cercando di sorridere.
Raggiunsero una verde radura circondata da alberi frondosi, uno dei posti che Katrin amava frequentare, scesero da cavallo e si sedettero, come facevano sempre con la schiena appoggiata ad un tronco stando di fronte e a debita distanza.
Per un po’ rimasero in silenzio.
Non vuole raccontarmi niente del suo viaggio, lady Katrin? Le chiese il capitano.
Non c’è molto da raccontare, come le ho già detto è stato noioso e faticoso, tranne quando ho conosciuto lord Mason e la sua famiglia, loro mi mancano, nessuno è mai riuscito a farmi stare bene come loro. Gli rispose malinconica.
Pareva che ci fosse imbarazzo fra di loro, cosa che non era mai successa prima, ma la giovane Katrin ora era una donna, con le sue esperienze, i suoi pensieri nascosti, le sue aspettative. Gli sarebbe piaciuto penetrare quella cortina che l’avvolgeva da quando era tornata.
In questi due anni mi è mancata, lady Katrin. Mi è mancata la sua vitalità e la sua spontaneità. Sono doti difficili da trovare, soprattutto il suo essere sincera fino all’eccesso. Le disse senza staccare lo sguardo dal suo viso.
Ed io che pensavo che finalmente poteva essere libero dall’impegno che aveva con me! Le posso dire, sir Robin che i suoi insegnamenti hanno prodotto molti frutti e le ho mandato pensieri di ringraziamento. Tutto mi è mancato di questo posto, anche lei sir Robin. Gli rispose con un sorriso.
Sul viso dell’uomo spuntò il solito sorriso beffardo. Lo sapevo che le ero mancato. Disse stemperando il momento troppo serio.
Vorrei tanto sapere cosa ha in mente mio nonno per me. Ancora non ho capito il vero motivo per il quale mi ha mandata via per due anni. Ho viaggiato, conosciuto gente, studiato, ma a cosa mi serve? Disse quasi più a se stessa. Era la domanda che le penetrava ogni giorno nella mente, Jacob non le aveva risposto, si fidava di Robin, per questo lo aveva detto anche a lui.
Lord Sheppard ha una mente molto sveglia, non fa mai niente senza motivo e sono sicuro che al momento opportuno le dirà ogni suo piano. Abbia fiducia in lui. Le rispose il soldato.
Mi fido ciecamente di lui. Disse convinta.
Robin si rialzò e le andò vicino. Si sedette di fianco a lei e, con estrema gentilezza le prese una mano. I loro volti erano vicini e i loro occhi rispecchiavano la bellezza del posto e il viso l’uno dell’altra. Lei è molto bella, lady Katrin, glielo avranno detto in tanti e, se avessi il rango necessario chiederei a suo nonno di poterla corteggiare. Disse tutto d’un fiato. Ma ho paura che se lo scoprisse, se scoprisse che provo qualcosa per lei non esiterebbe ad allontanarmi. Aggiunse.
Katrin non sapeva cosa rispondere. La sua mano era ghiacciata in quella del soldato che se la portò alle labbra e la baciò delicatamente.
Non spetta a mio nonno scegliere l’uomo che sposerò, e lui lo sa perfettamente. Il mio cuore apparterrà solo all’uomo che riuscirà a conquistarmi, e nessuno potrà mettersi fra me e colui che sceglierò. Si impegni un po’ di più, sir Robin, non si sa mai. Gli disse civettuola. Corse al cavallo e lo lasciò a terra. Forse si era spinta un po’troppo oltre, una ragazza non risponde come aveva fatto lei al primo che le fa la corte, ma desiderava con tutta se stessa lasciargli una speranza, lui ancora non lo sapeva ma il suo cuore era già suo da tanto tempo.
Katrin si stava preparando per cenare con suo nonno. Non era riuscita a togliersi dalla mente quello che Robin e lei si erano detti. Cosa intendeva il soldato quando le aveva detto che le piaceva? Che le era mancata? Poteva essere una dichiarazione d’amore? Se di questo si trattava era davvero una ben strana dichiarazione e lei non sapeva come comportarsi. Non era esperta in cose amorose, in tutta la sua vita aveva provato solo affetto per poche persone, l’unica persona che amava con tutto il cuore era suo nonno, ma era ben diverso dal sentimento che provava per Robin. E se fosse giunta al punto in cui avrebbe dovuto scegliere fra i due? Cosa avrebbe fatto? Era davanti allo specchio e Colette era uscita. Si osservava e vedeva una ragazza come tante, con la fortuna di avere un nonno come lord Sheppard. Rimase a fissarsi mentre la sua mente elaborava i suoi sentimenti, si portò la mano al cuore. Lei non aveva dubbi: avrebbe sempre e solo seguito il suo cuore.
Sospirò, consapevole che qualcosa di nuovo e importante stava entrando nella sua vita. Aveva compiuto diciotto anni e non era più una bambina, aveva già scelto, ora bisogna solo capire come procedere.
Arrivo, nonno. Pensò prima di uscire dalla sua stanza e raggiungerlo per la cena.


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mercoledì 29 gennaio 2020

KATRIN, LA SUA STORIA



KATRIN, LA SUA STORIA

parte ottantasette





Fu una cavalcata piacevole. Sir August era di poche parole, avrebbe imparato a conoscerlo meglio nei giorni successivi. Era un ottimo cavallerizzo e sembrava in soggezione davanti a Katrin.
Rientrarono e si salutarono, dandosi appuntamento per il pomeriggio del giorno successivo per iniziare il loro lavoro.
La mattina arrivò calda e afosa. Katrin scese equipaggiata del suo arco e frecce e cercò il capitano delle guardie per chiedergli un soldato che potesse gareggiare con lei.
Robin si stava preparando per partire e la raggiunse. Mi dispiace di non poter continuare il nostro allenamento ma il dovere mi chiama e, in caso lei ancora non lo sapesse, sono il capitano della guardia del corpo di lord Sheppard.
Faccia buon viaggio, sir Robin. E non aggiunse altro.
La carrozza di suo nonno stava lasciando il castello. Lei la osservava dal cortile. Robin le indirizzò un saluto e uscirono dalle mura.
Il capitano la raggiunse e le presentò alcuni soldati, esperti in variespecialità e cominciò a gareggiare con l’arco, ma aveva perso l’entusiasmo.
Aveva davanti tre settimane di lavoro e voleva dimostrare a suo nonno quello che aveva imparato.
Raggiunse lo studio del lord e mandò a chiamare sir August. Iniziarono così, descrivendo il metodo che veniva usato, i vari registri, i conti.
Katrin non aveva difficoltà a seguire e controllare i registri. Erano perfettamente in ordine e acquisì velocemente il metodo usato da August e suo padre.
Trascorsero le tre settimane molto in fretta. Katrin aveva terminato e aveva preso tutti gli appunti da dare a suo nonno. Era soddisfatta di se stessa e di come venivano amministrate le proprietà.
Sir August si era rivelato molto attento e puntiglioso nel modo di redigere i registri, così come lo era per sua natura.
Avevano terminato da alcuni giorni e aspettavano il rientro del lord per avere il suo benestare, poi sir August sarebbe tornato a casa. Non avevano fatto molto progressi sul lato personale, avevano mantenuto le distanze: lei amava duellare, lui amava la musica e il tempo libero lo impiegavano ognuno nei loro svaghi preferiti.
Luglio era stato clemente, nessun temporale burrascoso aveva intaccato i campi e il raccolto era abbondante e sano.
Katrin era nella sua stanza in compagnia di Colette quando sentirono il trambusto in cortile. Suo nonno era tornato e lei non vedeva l’ora di raggiungerlo. Aspettò trepidante che la mandasse a chiamare
Passarono due giorni prima che lo raggiungesse nel suo studio insieme ad August.
Il vecchio lord era sorridente, ma lei si avvide che non era del solito umore, qualcosa doveva essere andato storto, ma non avrebbe fatto domande, sapeva stare al suo posto.
Bentornato, nonno, sono molto felice di rivederti. Avrebbe voluto correre ad abbracciarlo ma si trattenne in presenza di August.
Presero posto e Katrin mise al corrente il nonno del lavoro svolto e di come tutti i conti fossero in ordine.
Sir August era soddisfatto e non vedeva l’ora di avere il permesso di tornare a casa.
Sono molto fiero di te, mia cara, hai svolto un ottimo lavoro. E devo dire che sir Norman e August hanno sempre dimostrato grande competenza. Porta a tuo padre i miei saluti e la mia soddisfazione. Gli stinse la mano e lo congedò.
Finalmente nonno e nipote erano da soli.
Qualcosa non va, nonno? Gli chiese preoccupata.
Lui le prese le mani. E’ tutto a posto, mia cara ma sono molto stanco. Questi viaggi mi affaticano troppo e non vedo l’ora che sia qualcun altro a farli al mio posto. Le disse strizzandole l’occhio.
Lord Sheppard prese un pacchetto e lo mise sul tavolo. Ti ho portato un regalo, mia cara, ho pensato a te quando l’ho visto. Il vecchio osservava compiaciuto lo sguardo felice della nipote. Aprilo, e dimmi se ti piace.
Con mani tremanti svolse il nastro. Un astuccio col simbolo di un famoso gioielliere era impresso a caratteri dorati sul coperchio. Lo alzò e rimase senza fiato: un bellissimo collier d’oro e diamanti con orecchini erano posati su uno strato di velluto blu. Nonno, sono bellissimi. Io sono senza parole. Le disse emozionata.
Indossali e vediamo come ti stanno, non vedo l’ora di vederli indossati. Gli disse sorridendo soddisfatto.
Per la prima volta nella sua vita, Katrin riceveva un regalo così prezioso, li indossò e le stavano a meraviglia.
Sei bellissima, mia cara. Ti stanno d’incanto. L’abbracciò e si salutarono.
Katrin raggiunse raggiante la sua stanza e mostrò a Colette il suo prezioso regalo.
Era davvero felice, felice come non lo era mai stata, si sentiva in famiglia e, per niente al mondo si sarebbe mai più allontanata da lì.
Sentì bussare e Colette aprì la porta a Robin.
Buon pomeriggio, lady Katrin. Vuole venire a cavalcare con me? Le chiese con un inchino.
Si preparò in un batti baleno e corse alle stalle.
Alba già fremeva dalla voglia di uscire e lei era felice del ritorno del capitano.

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martedì 28 gennaio 2020

KATRIN, LA SUA STORIA


KATRIN, LA SUA STORIA

parte ottantasei






I soldati avevano già cominciato ad allenarsi quando Katrin li raggiunse per esercitarsi con loro.
Robin le si avvicinò con il suo più bel sorriso, ma Katrin rimase seria e concentrata. E’ pronta, lady Katrin? Da cosa vuole iniziare? Le chiese molto professionalmente.
Mi lasci il tempo di riscaldare i muscoli e sarà pronta ad incrociare la mia spada con la sua. Gli rispose mentre poggiava al muro la splendida spada che le aveva regalato il capitano. Non sfuggì la bellezza dell’arma al capitano, ma non fece commenti.
Ci vollero venti minuti prima che Katrin fosse pronta.
Iniziarono senza fretta, cercando di rilassare i muscoli delle braccia e delle gambe. Dall’ultima volta che avevano duellato lei si era alzata in statura e la struttura era ben proporzionata. Era indubbio che non avesse mai smesso di allenarsi.
Ha paura di farmi male, capitano? Gli chiese beffarda. Stavo solo aspettando che lei fosse pronta, lady Katrin. E inasprirono la contesa.
Entrambi erano concentrati e ben addestrati, la forza fisica del soldato superava quella della ragazza ma lei, a differenza di due anni prima aveva acquisito una agilità e una velocità di cambio di posizione che lui non le aveva mai visto.
Le ho promesso che prima o poi l’avrei messa a terra, non sarà oggi né domani, ma ci riuscirò, sir Robin. Gli disse senza smettere di incrociare la lama.
Lei ha una spada veramente bella, lady Katrin, ma non le basterà per raggiungere il suo scopo. Le rispose ben sapendo che era molto migliorata.
Duellarono senza sosta per un’ora intera, grondavano sudore ma nessuno dei due chiedeva una sosta. Dovette intervenire il capo dei soldati che rovesciò loro addosso una secchiata di acqua gelida. E’ ora di finirla. Disse in tono serio. Questa non è una guerra. E li lasciò grondanti acqua.
I due contendenti si misero all’ombra del portico. Katrin lo osservava e si osservava, così bagnati erano proprio ridicoli e cominciò a ridere di gusto.
La risata della ragazza riempiva il cortile e contagiò sia Robin che altri soldati. In men che non si dica era tutto un battersi sulle spalle e ridere di gusto.
Grazie, sir Robin. Avevo proprio bisogno di sfogarmi. Gli disse mentre si toglieva dagli occhi i capelli spettinati e bagnati.
Lui la osservava, il corpetto bagnato lasciava intravedere i seni con i capezzoli scuri, lei nemmeno se ne era accorta di quanto fosse provocante e bella. Le fece un inchino e la lasciò senza dire un’altra parola.
Mentre si allontanava gli disse: domani proviamo con l’arco, si prepari.
Colette la stava aspettando, aveva assistito dalla finestra al duello e aveva capito che fra i due c’era qualcosa di non detto. Aiutò Katrin a cambiarsi.
E’ un gran bel soldato quel sir Robin. Disse con noncuranza la cameriera.
E’ vero. Le rispose Katrin. Ed ha un ego che lo rende antipatico. Aggiunse.
Colette sorrise ma non aggiunse altro.
Stava riposando al fresco della sua camera quando fu raggiunta dal cameriere di suo nonno che l’aspettava nel suo studio. Lo seguì curiosa di sapere cosa volesse.
Bussò ed entrò. Lord Sheppard era in compagnia di altri due uomini.
Siedi con noi, mia cara. C’è un cambiamento di programma. Le disse. Questi sono sir Norman e suo figlio August. Sono i responsabili di alcune mie, anzi nostre proprietà che, come ogni anno hanno portato i libri contabili. Vorrei che li controllassi tu. Le disse. Sono i conti di un anno intero, perciò avrai da lavorarci per parecchio tempo e non potrai accompagnarmi nel mio viaggio. Aggiunse.
Lo farò con piacere, nonno, e mi dispiace di non poterti accompagnare. Cercherò di dedicarci tutto il tempo necessario e di fare un buon lavoro. Gli rispose.
August resterà al castello e ti aiuterà se ne avrai bisogno. Aggiunse.
Mi sembra giusto, nonno. E’ un compito nuovo per me e una mano mi farà piacere. Aggiunse sorridendo al giovane.
Alcuni spessi volumi erano appoggiati sul tavolo. Lo farai qui nel mio studio, non amo che quello che riguarda i miei affari esca da questa stanza. Ti metterai d’accordo con August per programmare il lavoro, io sarò assente per tre settimane circa, tornerò per la fine del mese e al mio ritorno mi aggiornerai. Le spiegò.
Certamente nonno. Programmerò anche i miei allenamenti con sir Robin ma non intralcerò il mio compito. Gli disse.
Sir Robin mi dovrà accompagnare, dovrai cercare qualcun altro per i tuoi allenamenti, sono sicuro che il capo dei soldati ti saprà aiutare in merito. Le rispose.
Va bene, nonno, farò come chiedi. Le rispose delusa.
Le va una cavalcata, sir August? Gli chiese Katrin. Così potremo fare conoscenza.
Il ragazzo chiese il permesso a suo padre e al lord e seguì felice la ragazza.
Vada alle stalle e scelga un cavallo, io la raggiungo in men che non si dica.
Arrivò nella sua stanza e indossò i pantaloni da cavallerizza.
Aveva la mente in fibrillazione. Che ci andava a fare Robin con suo nonno? Perché aveva cambiato i programmi? Ma erano domande inutili. Se c’era una cosa che aveva ben capito degli affari era che non si potevano fare programmi a lungo termine, molte variabili avvenivano improvvise.
Cancellò la delusione e raggiunse il suo ospite.

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lunedì 27 gennaio 2020

KATRIN, LA SUA STORIA


KATRIN, LA SUA STORIA

parte ottantacinque






Mentre rientrava si avvide delle ultime carrozze che lasciavano il castello. Erano venuti in tanti per la sua festa, persone influenti e molto importanti, fu riconoscente a suo nonno per tutto quello che aveva fatto e stava facendo per lei.
I giorni successivi furono all’insegna dell’ozio e del riposo. Aspettava di conoscere cosa voleva suo rimanendo in disparte, stranamente chiusa nella sua stanza a pensare. Non sapeva come doveva comportarsi con Robin, aveva il terrore che lui si accorgesse del suo turbamento e non voleva che la deridesse del suo sentimento.
Luglio arrivò caldo e torrido come sempre e suo nonno tornò dal suo breve viaggio.
Stavano cenando insieme come succedeva ogni ogni volta che il vecchio lord era al castello ed era libero da impegni.
Sei molto bella, mia cara. Sai quante richieste di corteggiamento ho ricevuto? Le disse sorridendo.
Lei alzò un sopracciglio. Davvero, nonno? E tu cosa proponi? Lo stuzzicò.
Io voglio solo vederti felice, mia cara. Ho paura che sarai tu a scegliere l’uomo che ti farà battere il cuore. Io veglierò solo per scoprire se sarà degno di te e non un cacciatore di dote, lo sai, vero che sei ricchissima? Le rispose sempre sorridendo.
Non conosco molti giovanotti, nonno. Ma è ancora presto per parlare di queste cose, sono appena tornata e vorrei godermi la tua compagnia. Gli rispose.
Il vecchio era felice di averla di nuovo a casa. A proposito di questo, vorrei che tu fossi pronta per partire la prossima settimana, andremo via per affari e mi serve il tuo parere, così potrò rendermi conto di quanto hai imparato. Le comunicò piuttosto serio.
Ne sarò felice, nonno. Con te andrei anche in capo al mondo. Si alzò dalla sedia e lo abbracciò affettuosamente. Il vecchio lord godeva di ogni gesto di sua nipote e le accarezzò i capelli. Goditi i prossimi giorni, poi dovrai essere al mio fianco e ci sarà poco divertimento e parecchio lavoro. Aggiunse.
Sarebbero partiti all’inizio della settimana successiva e lei aveva dato ordini a Colette su quello che le serviva.
Raggiunse la stalla e sellò Alba. Voleva stare da sola, aveva bisogno di pensare e non aveva portato con sé né la spada né l’arco, era decisa a godersi la cavalcata.
Uscì dal grande portone e lasciò che Alba la guidasse, pur tenendo sempre le briglie ben strette e pronta a modificare la meta.
Amava i boschetti che le permettevano di stare a contatto con la natura, e vicino allo stagno ce n’erano parecchi. Alberi secolari ombreggiavano il sentiero e piccoli spazi di erba dove scoiattoli e altri piccoli animali, nonché una varietà infinita di uccelli si appisolavano nelle ore più calde.
Legò alba ad un tronco e si sedette con la schiena poggiata ad un tronco. Chiuse gli occhi e, ascoltando i vari rumori cercò di riconoscerli. Faceva troppo caldo perché gli uccelli cantassero, ma guizzi nell’acqua dello stagno e corse di piccoli roditori li distingueva senza difficoltà.
Era molto concentrata in questa specie di gioco che faceva con se stessa, lo aveva imparato durante il suo viaggio, le serviva per allontanare i pensieri tristi e ritrovare la tranquillità che spesso le mancava.
Udì distintamente, ancora in distanza gli zoccoli di un cavallo, e sapeva per certo che Robin l’aveva seguita. Non si mosse e tenne gli occhi chiusi.
Il soldato lasciò il cavallo e prese posto di fronte a lei, come aveva fatto spesso in precedenza. La osservava. Lei non aveva ancora aperto gli occhi e non aveva detto una parola. Era una nuova Katrin quella che era tornata, meno irruente, più seria, matura, e capiva che il loro rapporto non poteva tornare com’era stato. Prima aveva avuto a che fare con una bambina, una ragazzina, ma ora aveva davanti una donna, una bellissima donna che non vedeva da due anni e non sapeva quali esperienze avesse vissuto.
Aspettò che lei aprisse gli occhi, ma lei non lo faceva. Sospirò. Sta di nuovo scappando, lady Katrin? Quasi bisbigliò.
No, sir Robin. Sono esattamente dove voglio essere, finalmente. Gli rispose aprendo gli occhi.
Si osservavano mantenendo la distanza.
Com’è stato il suo viaggio? Volle sapere.
Noioso e faticoso. Gli rispose soltanto.
Robin capiva che la ragazza non era in vena di parlare. L’ho seguita perché sono ancora la sua guardia del corpo, e mi chiedevo quando possiamo riprendere gli allenamenti. Aggiunse serio.
Mi troverà pronta domani mattina. Gli rispose mentre si alzava e si toglieva le scarpe. Immerse i piedi nell’acqua fresca e le tornò alla mente le volte che aveva fatto lo stesso con i gemelli. Gli mancavano, così come la famiglia Mason. Per un attimo si rattristò ma era a casa, era quello che aveva sempre desiderato.
Chissà se mi pensate, piccole pesti. Bisbigliò.
Robin la raggiunse e rimase in silenzio. Ancora non era riuscito a trovare il modo di penetrare nel cuore e nella mente della nuova Katrin. Sarebbe stata una bella impresa, quasi come vincerla a duello.
Spero non si sia troppo arrugginita in questo periodo, lady Katrin, non vorrei dover ricominciare da capo. Le disse cercando di tornare sbarazzino come un tempo.
Lei lo guardò ma non sorrise. Non si dia troppa importanza, sir Robin.
Raggiunsero i cavalli e tornarono a casa.


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venerdì 24 gennaio 2020

KATRIN, LA SUA STORIA


KATRIN, LA SUA STORIA

parte ottantaquattro






Altre coppie si unirono ai padroni di casa e iniziarono a danzare.
Su un lungo tavolo erano posti regali e biglietti. Katrin era radiosa, di una bellezza che nessuno avrebbe potuto immaginare. In quei lunghi due anni il suo corpo era maturato, il suo viso sapeva mostrare emozioni, il suo sorriso era incantevole e la sua felicità era palese a tutti.
Danzava con chiunque glielo chiedesse. Suo nonno le si avvicinò e la “rubò” al suo cavaliere. Vieni, mia cara, mangiamo qualcosa e riposati un po’, la notte è ancora lunga. Le disse accompagnandola al buffet.
Stava parlando con un gruppo di signori e signore quando si sentì sfiorare il braccio. Col sorriso stampato in viso si girò e fu con grande fatica che mantenne la calma. Cristofer, suo padre e Susan le stavano sorridendo. Lei non sapeva che fossero stati invitati.
Lord Semple le prese la mano. E’ un piacere rivederti, Katrin. Puoi concedere un ballo anche a tuo padre? Le chiese con un sorriso piuttosto ambiguo.
Lei avrebbe voluto rifiutare. Lanciò uno sguardo a suo nonno che le fece un cenno di consenso. Pose il bicchiere e seguì suo padre sulla pista da ballo.
Per alcuni secondi danzarono in silenzio cercando di mantenere un contegno consono all’occasione. Hai avuto molta fortuna, figlia mia. Le bisbigliò senza farsi sentire da altri.
Io non sono tua figlia, o lo hai dimenticato? Gli rispose sempre mantenendo il sorriso.
Gli occhi dell’uomo si rabbuiarono. Non aveva perdonato al vecchio lord l’imbroglio che gli aveva perpetrato, e lo rodeva il fatto che quella figlia di nessuno godesse delle ricchezze che dovevano essere sue.
Lord Semple strinse le labbra per non risponderle quello che avrebbe voluto. Lord Sheppard era stato chiaro quando gli aveva mandato l’invito e sapeva che con quel vecchio lord non si poteva scherzare. Riprese il sorriso e terminò la danza accompagnandola da suo nonno.
Lady Susan le fece i complimenti e Cristofer la salutò con un inchino.
Lei sospirò e si ricompose. Suo nonno le sorrise e riprese a godersi la serata.
Era notte fonda ma la festa non accennava a scemare. Katrin era felice e anche stanca. Si era appena seduta quando un perfetto sir Robin le si avvicinò chiedendole un ballo. I suoi occhi rimasero incatenati a quelli del soldato, era davvero bellissimo e lei capì di esserne innamorata.
Danzò con lui senza dire una parola e lui rispettò il suo silenzio.
Prima di lasciarla le bisbigliò lady Katrin la sua bellezza è travolgente, credo che abbia conquistato molti cuori stasera. Le baciò la mano e uscì.
Finalmente la festa volgeva al termine, l’alba era quasi sbocciata insieme al profumo di rose che arrivava dal giardino. Molti ospiti si erano già ritirati e i camerieri cominciavano a sistemare.
Lei si sedette ad osservare. Bellissimi fiori ornavano il salone, sul tavolo dei regali erano posati pacchi e pacchetti, ma soprattutto si soffermò sul ballo con Robin. L’aveva turbata rendersi conto che quello che aveva sospettato nel mesi precedenti fosse la realtà, lei non sapeva come comportarsi, tutto era cambiato, aveva tanto desiderato rivederlo ma ora desiderava solo stargli alla larga. Aveva bisogno di capire, ma il suo cuore lo aveva già fatto per lei.
Sospirando si alzò e raggiunse la sua stanza. Colette si destò immediatamente e l’aiutò a togliersi il bellissimo abito.
Sprofondò nel soffice materasso, chiuse gli occhi e nei suoi sogni ci fu solo Robin.
Si svegliò di primo pomeriggio. Si preparò da sola e uscì per raggiungere le stalle.
Suo nonno le aveva regalato una cavalla purosangue e lei non vedeva l’ora di fare la sua conoscenza.
Entrò nel box e cominciò a parlare. Devo darti un nome, mia dolcissima amica. Le diceva mentre l’accarezzava. Animale e ragazza si piacquero immediatamente. Lei ripensò a Vento, a Lampo ed ora a questo splendore.
Perché non la chiama “Alba”? Robin l’aveva raggiunta senza che lei se ne accorgesse. E’ un nome che le si addice, è l’inizio di qualcosa di nuovo. Aggiunse mantenendosi serio.
Katrin rimase in silenzio per alcuni attimi. E’ un bel nome, e davvero simboleggia un nuovo inizio, questa volta ascolterò il suo consiglio. Le rispose.
Che ne dice, lady Katrin se scappiamo per una cavalcata? E così dicendo raggiunse anche lui il suo cavallo e partirono al galoppo.
Fra loro era sempre competizione ma quel giorno Robin fu un vero “cavaliere” e questo la stupì.
Katrin fece conoscenza con Alba mentre il capitano rimaneva dietro di lei.
La ragazza fermò la cavalla e aspettò che Robin la raggiungesse. Come mai tanta gentilezza oggi, sir Robin? gli chiese, diretta come sempre.
Lui sorrise. Non ci si abitui, lady Katrin, è solo per oggi, la vedo piuttosto affaticata e non voglio infierire. Le rispose come sempre beffardo.
Lei girò la cavalla e fecero ritorno al castello.



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giovedì 23 gennaio 2020

KATRIN, LA SUA STORIA


KATRIN, LA SUA STORIA

parte ottantatre





Mano nella mano, nonno e nipote entrarono in casa. Gli occhi di Katrin erano lucidi di emozione e di felicità, era sicura che da lì in poi tutto sarebbe stato diverso, si sentiva finalmente a casa.
Entrarono nello studio di lord Sheppard, sul tavolino un vassoio con uno spuntino e del tè. Entrambi presero posto e non smettevano di osservarsi, di sorridersi. Katrin, in un impulso improvviso si alzò dalla sedia e abbracciò di nuovo suo nonno. Non puoi immaginare quanto ho desiderato e sognato questo momento, nonno. E diede libero sfogo alle lacrime che aveva trattenuto in tutti quei mesi. Il vecchio signore le accarezzava i capelli e la lasciò sfogare, sapeva quanto le era costata quella lontananza, ma ora, finalmente era ritornata.
Sono davvero molto felice anch’io, mia cara. Le rispose gentilmente.
Passarono un’ora a parlare dell’esperienza che aveva vissuto, delle persone che aveva conosciuto, dell’impegno che aveva profuso per non deluderlo. Mentre lei parlava e il suo viso si illuminava, il vecchio lord non smetteva di stringerle la mano.
Avremo molto tempo per parlare della tua esperienza, ora raggiungi la tua camera e riposa, ci ritroviamo a cena. Le disse con garbo.
Fuori dalla porta, sir Jacob aspettava di poter entrare. La salutò con un sorriso e un cenno del capo prima di raggiungere lord Sheppard.
Sir Jacob aggiornò il lord su ogni aspetto del viaggio, consegnò resoconti, raccontò perfino alcuni aneddoti divertenti. Ora era in silenzio e aspettava di sentire cosa il lord gli avrebbe detto.
Sono molto soddisfatto del suo operato, sir Jacob, soprattutto per l’aiuto che ha dato a mia nipote nei momenti delicati. Qui c’è quanto abbiamo pattuito e le chiedo ancora una volta se non vuole restare, sarebbe molto utile il suo lavoro qui al castello. Gli disse.
Jacob era contento delle lodi del lord. Lord Sheppard, mi fermerei volentieri, ma ho una donna da amare, una tenuta da far prosperare e sono stato assente troppo a lungo. La ringrazio per la sua generosità e vorrei il suo permesso per partire al più presto. Non vedo la mia famiglia da oltre due anni. Gli rispose.
Si salutarono cordialmente. Sarebbe partito il giorno seguente. Raggiunse la stanza di Katrin e si fece annunciare.
La ragazza sapeva delle intenzioni dell’uomo. Lo abbracciò e lo ringraziò ancora.
Lady Katrin, si ricordi che in me avrà sempre un amico. Le fece un gentile inchino e raggiunse il suo alloggio, non ci avrebbe impiegato molto a preparare le sue cose.
Mancava una settimana al suo diciottesimo compleanno e i preparativi per la festa fervevano da giorni.
Era stata impegnata con suo nonno e a riprendere confidenza con quello che aveva lasciato.
Colette le era rimasta vicina e la serviva con entusiasmo.
Aveva perlustrato le stalle, salutato i soldati ma non aveva visto Robin. Aveva timore a chiedere a suo nonno per paura di sapere che lui se ne fosse andato per altre missioni. Senza Alfred e senza Robin si sentiva senza amici.
Arrivò anche il giorno del suo diciottesimo compleanno. Molti invitati erano arrivati fin dal mattino presto ma suo nonno non aveva voluto svelarle niente.
Il cortile si stava riempiendo di carrozze, nel grande giardino c’erano fiaccole accese, e dal grande salone le giungeva la musica.
Colette le stava sistemando l’ultima ciocca ed era davvero soddisfatta: lady Katrin era bellissima. Sentì bussare, prese un respiro e aprì aspettandosi il valletto di suo nonno.
Il sorriso di circostanza le morì sul viso quando vide chi era alla porta. Un Robin vestito di tutto punto le fece un inchino e le diede la mano. Lei non riusciva a distogliere lo sguardo e la felicità che provava nel rivederlo era impossibile nasconderla.
La prego, lady Katrin, chiuda la bocca o penseranno che non sa sorridere! Le disse col suo solito modo impertinente.
Lei avrebbe voluto abbracciarlo ma si contenne. Sono felice di rivederla, sira Robin, pensavo se ne fosse andato. Riuscì a dire.
Oh, non si libererà tanto facilmente di me, e non vedo l’ora di batterla. Rispose alleggerendo l’atmosfera.
La ragazza prese il braccio del suo accompagnatore e attraversarono il lungo corridoio.
Io mi fermo qui, lady Katrin, la scena è tutta sua. Solo una cosa ancora. Divenne serio e puntò i suoi splendidi occhi in quelli della ragazza. Non gliel’ho mai detto, ma è davvero bellissima. Le baciò la mano e la spinse gentilmente verso le scale.
Lei aveva il cuore che le martellava nel petto. Dio quanto era bello! Non ricordava di averlo mai visto così. Raddrizzò la schiena e cominciò a scendere le scale. La musica accompagnava il suo ingresso e cessò quando fu sull’ultima rampa.
Lord Sheppard la stava aspettando, le diede la mano e l’accompagnò al centro del salone. Tutti si zittirono.
Signore e signori, sono felice che siate qui in questo giorno di festa. Questa è mia nipote lady Katrin Simple Sheppard che oggi compie diciotto anni, e devo dire diciotto splendidi anni. Come sapete ha viaggiato e studiato per due lunghi anni, ed ora sono pronto a comunicarvi che…lady Katrin è la mia sola ed unica erede. Le rivolse un gran sorriso e la musica riprese.
Un lento ballo li teneva abbracciati mentre gli occhi lucidi di entrambi non passarono inosservati a tutti i presenti.


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mercoledì 22 gennaio 2020

KATRIN, LA SUA STORIA



KATRIN, LA SUA STORIA

parte ottantadue





Di nuovo era sul veliero che la riportava verso casa. L’umore non era come quello di tre mesi prima, la spagna le era piaciuta davvero molto e aveva passato quel tempo in completo relax. La famiglia Mason la trattava come una di loro e si dispiaceva molto al pensiero che presto non li avrebbe più visti.
Da un lato era triste, ma dall’altro era elettrizzata al pensiero che mancava poco al suo rientro a casa, nella sua vera famiglia.
I gemelli erano allegri come sempre e, quando sbarcarono si salutarono con la promessa di rivedersi al più presto.
Katrin e il suo seguito rientrarono nella villa che presto avrebbero lasciato.
Missis Colette aveva parecchio da fare nell’organizzare le giornate della sua padrona. Aveva ordini precisi sia da lady Katrin che da sir Jacob.
Aprile si presentò con un sole tiepido e una temperatura molto piacevole. La stagione teatrale era iniziata e Katrin aveva ritrovato tutti i vecchi conoscenti. Il suo colorito leggermente abbronzato spiccava in mezzo a tutte le giovinette presenti. Lei sorrideva a tutti, era gentile e aveva già cominciato a organizzare i bagagli per il ritorno a casa.
Era felice, finalmente stava terminando quel lungo periodo di lontananza. Diede disposizione che si organizzasse una splendida festa di saluto per tutte le persone che aveva conosciuto. Sir Jacob era molto indaffarato e l’ultimo sabato di maggio aprirono le porte agli invitati.
Una splendida festa all’aperto, non aveva dimenticato nessuno, aveva invitato la sarta, i contabili, tutti quelli che aveva conosciuto.
Una particolare accoglienza la riservò alla famiglia Mason e, quando alla fine si salutarono Katrin e Olivia piansero mentre si abbracciavano.
Si scambiarono promesse, baciò i gemelli che avevano occhi tristissimi. Lasciò per loro una lettera di ringraziamento e un regalo per ognuno di loro.
Tutto passò in un soffio e si ritrovò a varcare il cancello della dimora della città mentre le carrozze prendevano la strada di casa, finalmente dopo la lunga lontananza.
Sir Jacob viaggiava con lei e missis Colette. La osservava e vedeva nei suoi occhi una luce che le mancava da tempo. La sua assistente aveva accettato di seguirla al castello di lord Sheppard.
E’ felice, lady Katrin? Le chiese Jacob.
Non lo sono mai stata così tanto. Finalmente posso tornare a casa, riabbracciare mio nonno e sentirmi finalmente in famiglia. Gli rispose.
E lei che farà, sir Jacob? Gli chiese di rimando.
Lui sorrise e gli si illuminarono gli occhi. Io tornerò alla mia tenuta, “Tenuta Jacob” e potrò finalmente coronare il mio sogno d’amore e sposare Rose. Il nome della tenuta non è il mio, ma del mio bisnonno che l’ha creata con tanti sacrifici. Suo nonno, lord Sheppard è stato molto generoso per il lavoro che ho svolto con lei, lady Katrin e potrò continuare ad ingrandire la proprietà. Si trova a sud del castello Sheppard, molto a sud e, se mai ne avesse occasione, passi a trovarci, conoscerà Rose, mia madre, mio fratello e sarà un vero onore per noi. Le rispose.
Katrin rimase in silenzio. Aveva avuto vicino quell’uomo tranquillo e gentile per così tanto tempo che ora faceva fatica ad accettare che se ne andasse. Mi mancherà molto, sir Jacob, non può immaginare quanto. E tolse lo sguardo per non far vedere gli occhi lucidi.
Viaggiarono per una settimana. Il tempo si era mantenuto al bello e mancavano poche ore per raggiungere il castello Sheppard.
Ha qualche progetto, lady Katrin? Le chiese gentilmente Jacob.
Lei rimase pensierosa. Non avrebbe mai confessato a nessuno quanto si sentiva in pensiero. La lontananza era stata lunga, lei si era istruita per quanto aveva potuto, aveva perfino imparato a parlare lo spagnolo. Alzò lo sguardo sull’uomo che aveva di fronte. Non so cosa mio nonno abbia in serbo per me. Per adesso sono solo felice di essere a casa. Gli rispose.
Sir Jacob si sporse dal suo sedile e, cosa che non aveva mai fatto le prese le mani e le strinse fra le sue. Avvicinò il suo viso a quello splendido di Katrin e le bisbigliò: lady Katrin, voglio che lei sappia che in qualunque momento, per qualsiasi circostanza, per ogni evenienza che le si possa presentare in casa mia troverà sempre qualcuno che le vuole bene. Lasciò che lei assimilasse quanto le aveva detto e non aggiunse altro. Le baciò educatamente le mani e si ritirò nel suo angolo.
Katrin era perplessa dalle parole che aveva appena udito, ma la voce del cocchiere che avvisava di essere in vista del castello Sheppard le fece dimenticare l’accaduto.
Si sporse dal finestrino e quando vide la sua casa cominciò a piangere senza nemmeno rendersene conto. Due anni era stata lontana, due anni lunghi e intensi, senza i suoi affetti.
Passarono oltre il portone e raggiunsero l’entrata principale. La carrozza si arrestò e Katrin non aspettò che il cocchiere l’aiutasse a scendere. Aveva visto suo nonno che sorrideva e l’aspettava e, come aveva fatto tanto tempo prima gli volò letteralmente fra le braccia.
Bentornata, mia cara. Le disse mentre l’abbracciava.
Sono qui, nonno, finalmente sono qui con te. Gli rispose stringendolo forte.

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martedì 21 gennaio 2020

KATRIN, LA SUA STORIA


KATRIN, LA SUA STORIA

parte ottantuno






La villa dei Mason era addobbata a festa e i gemelli la accolsero con grande felicità ed entusiasmo che la contagiò all’istante.
Scoprì che parlavano perfettamente lo spagnolo e la loro istitutrice diede alcune lezioni di quella lingua sconosciuta anche a lei.
Jacob la osservava e vedeva soddisfatto che la ruga in mezzo agli occhi era sparita. I preparativi per il viaggio erano quasi terminati e in men che non si dica si ritrovò sul veliero che la portava in Spagna.
Rimaneva ad osservare le onde, il volo dei gabbiani e cercò di non perdersi nemmeno un istante di quel breve viaggio in mare.
La costa della Spagna si profilò in lontananza e corse a prepararsi per lo sbarco. Era elettrizzata ed emozionata. Caricò sulle sue spalle il fagotto con il suo prezioso tesoro: la spada, il pugnale e l’arco, non si sarebbe mai separata da questi oggetti per nulla al mondo.
La prima cosa che notò una volta sbarcata fu il clima così diverso, sole tiepido e cielo senza nuvole, tutto era di colori così vividi che a casa sua nemmeno nel pieno dell’estate erano così belli. Si guardava intorno con gli occhi che le brillavano e sentiva il vociare allegro di tante persone, ed era felice di riuscire a capirne quasi tutto.
Le carrozze venute a prendere loro e i bagagli erano già pronte. Dovevano aspettare che tutti i loro bauli fossero caricati prima di partire e lei ne approfittò per raggiungere la spiaggia insieme ai gemelli. La sabbia era sottile e le onde parevano danzare il loro benvenuto.
Dopo poco e dovettero raggiungere le carrozze per riprendere il viaggio.
Ci vollero alcune ore per raggiungere la loro destinazione. Una grande e immensa tenuta di proprietà della famiglia di lady Olivia si presentò come un gioiello ai suoi occhi.
La casa era piuttosto grande e vari cottage erano distribuiti vicini alla casa padronale.
I gemelli scesero di corsa dalla carrozza e le andarono incontro, la presero per mano e, insieme la condussero dentro. Dalle grandi finestre colorate entrava una luce bellissima, pavimento e colonne di marmo lucido e tanti quadri alle pareti. Katrin osservava a bocca aperta quella meraviglia.
Ti piace, Katrin? Le chiese Mascia. E’ davvero bellissima. Le rispose incantata.
Non ci volle molto tempo per sistemare ospiti e bauli. Erano attesi e si ritrovarono a cena nel grande salone.
Olivia osservava i suoi ragazzi e Katrin, soddisfatta di quello che vedeva. Conosceva ormai la storia di Katrin, o almeno la parte che Jacob le aveva raccontato. Sarebbero rimasti fino a metà marzo, lord Mason aveva degli affari da sbrigare e lei ne avrebbe approfittato per rivedere vecchie amiche e portare i gemelli a conoscere quella terra, che era la sua terra e che un giorno sarebbe diventata anche la loro.
Elettrizzati per quella nuova avventura si ritirarono stanchi e soddisfatti.
Katrin stava sistemando con la cameriera alcuni suoi indumenti. Le avevano assegnato una stanza spaziosa e luminosa con una grande finestra che dava verso il grande bananeto, piante che lei non aveva mai visto.
Era felice di trovarsi lì, amava quella famiglia, si sentiva trattata come una di loro.
Jacob bussò e la trovò che stava davanti alla finestra, nel tipico atteggiamento che suo padre aveva sempre.
Lady Katrin, le piace? Le chiese.
Lei si girò verso l’uomo che le stava accanto da quasi due anni, lo osservò attentamente e lui cercò di mantenere tutta la freddezza possibile. Non la ringrazierò mai abbastanza, sir Jacob. Devo a lei se sono riuscita a sopportare questo lungo periodo di solitudine e di impegni. Ci sono ancora sei mesi prima del mio ritorno ma ho il morale più sollevato, non vedo l’ora di conoscere questo posto. Gli rispose.
E’ un piacere anche per me vedere che è più serena, lady Katrin. Passeremo questo periodo cercando di scoprire il più possibile di questo posto e sono sicuro che le piacerà. Le rispose soddisfatto. Ora si riposi, ci vediamo domani mattina a colazione e scoprirà che anche il cibo è ben diverso da quello a cui siamo abituati. Riposi bene. Aggiunse prima di uscire.
Iniziò quello che Katrin definiva la sua vacanza prima del rientro a casa.
Lady Olivia la coinvolgeva in parecchi suoi impegni, la presentava in società, le lasciava il tempo per i suoi personali divertimenti e tempo da passare coi gemelli. Gennaio e febbraio passarono che lei quasi non se ne accorse.
Mancavano due settimane al rientro e tutta la famiglia con Katrin e Jacob erano a tavola. L’atmosfera era delle più rilassanti e cominciarono a fare i progetti per il ritorno.
Cosa farà, lady Katrin nei prossimi mesi? Le chiese lord Mason.
Lei puntò il suo sguardo su Jacob per avere la risposta e lui prese la parola. Lady Katrin trascorrerà la primavera in città, parteciperà all’inaugurazione della stagione teatrale, dovrà rifarsi il guardaroba e ci sono alcuni inviti che dovrà onorare. Gli rispose Jacob. Lasceremo la città la prima settimana di giugno, finalmente torneremo a casa. Aggiunse.
Non parta senza prima passare da noi. Le disse lord Mason.
Non potrei mai. Rispose con gli occhi lucidi.


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