venerdì 31 gennaio 2020

KATRIN, LA SUA STORIA


KATRIN, LA SUA STORIA

parte ottantanove






Cenare con suo nonno era sempre un piacere. Erano soli a tavola e non smettevano di scambiarsi opinioni. Era un modo come un altro, per il vecchio lord di sondare la mente e le idee di sua nipote.
Mia cara, bisogna che iniziamo a cercarti un marito. E’ ora che tu conosca alcuni giovanotti per poter scegliere. Sorrise vedendo l’espressione attonita della nipote. Non ti sto obbligando a sposarti domani mattina, ma da qualche parte bisogna iniziare. Dimmi, fra tutti quelli che conosci c’è qualcuno che ti ha attirata più di altri? Le chiese gentilmente.
Lei rimase assorta per un attimo. Nonno, io non conosco nessuno, non ho mai frequentato nessuno. E qui si interruppe pensando a Robin, lui lo conosceva e lo aveva frequentato fin da ragazzina, ma non sapeva se fosse giusto aprire subito il suo cuore al nonno. Decise di tergiversare, dopotutto aveva tempo per scegliere.
Ah se ci fosse ancora la mia adorata Katrin! Lei saprebbe come comportarsi in questa situazione, è una questione di donne questa e non voglio commettere l’errore che ho commesso con mia figlia. Mi fido di te, mia cara, so che non seguirai altro che il tuo cuore, ed io farò di tutto perché tua sia felice, solo questo conta. Le disse prendendole la mano.
Grazie, nonno. Gli disse abbracciandolo. La tua approvazione sarà per me la cosa più importante quando sarà il momento e avrò trovato l’uomo giusto.Aveva gli occhi lucidi. Il suo cuore aveva già scelto, nessuno lo sapeva e lei avrebbe fatto di tutto per raggiungere la felicità che voleva per la sua vita.
L’estate passava e lei era felice. Robin non aveva più detto niente e continuavano gli allenamenti.
L’autunno arrivò grigio e nebbioso prima del previsto. Era solo metà ottobre ma gli alberi erano già spogli e i camini erano stati accesi in tutte le case.
Lord Sheppard non era stato bene, ancora non si era ripreso e Katrin lo andava a trovare ogni giorno. Passava con lui alcune ore e il vecchio signore amava quei momenti con lei, ed era ricambiato.
Spesso Robin veniva dal lord con messaggi e documenti che a lei erano preclusi. Lord Sheppard inviava Robin come suo emissario e si fidava molto di lui. Katrin li osservava spesso mentre parlavano di affari e di risposte ai vari quesiti che il capitano recapitava per il lord. Era evidente il loro affiatamento e per un certo verso ne soffriva, doveva essere lei ad affiancare il nonno, dopotutto era stata istruita per questo ma ancora non aveva messo in pratica quasi niente del suo apprendimento.
Katrin era nella sua stanza. Fuori il vento impetuoso era freddo e la pioggia era imminente. Colette era seduta vicino al camino e osservava la sua padrona. Si era accorta che qualcosa la turbava ma non avrebbe mai avuto il coraggio di chiederle niente, lei era solo la sua cameriera.
Qualcosa la turba, lady Katrin? Si decise alla fine a chiedere.
Sono preoccupata per la salute del nonno. Ancora non si è ripreso del tutto. Rispose.
Uscì per andare da lui, si vedevano ogni pomeriggio per passare un po’ di tempo insieme. Bussò e trovò il nonno seduto sulla poltrona, sembrava stare molto meglio. L’uomo le sorrise e la invitò a sedersi accanto a lui per il tè.
Come stai, nonno? Gli chiese con un sorriso.
Sto meglio, mia cara. Il medico mi ha detto che il peggio è passato e che presto posso riprendere come prima. Si vedeva che era felice. So bene che ho in sospeso una questione importante con te, devo invitare qualche giovanotto, il tempo passa troppo in fretta ed io non voglio morire prima di vederti felicemente sposata. Aggiunse.
Lo so che farai solo quello che ritieni il meglio per me, nonno. Rispose cercando di mantenere il sorriso.
Rimasero insieme più a lungo del solito, ora che il vecchio lord stava meglio potevano trascorrere più tempo in compagnia l’uno dell’altra, cosa che pareva non bastasse mai.
Katrin raggiunse la sua stanza più leggera, la preoccupazione per la salute di suo nonno era passata e aveva bisogno di pensare a come dare un senso al suo futuro.
Decise di raggiungere le stalle, si coprì ben bene e sellò Alba. Presto non avrebbe più potuto uscire, il mal tempo l’avrebbe costretta al castello. Uscì dal portone mentre le prime gocce di pioggia anticipavano un torrenziale acquazzone.
Rise forte. Andiamo, Alba. Corri o saremo costrette a tornare subito indietro. Sussurrò all’orecchio della cavalla.
Galoppava sferzata dal vento e dalla pioggia. Era fradicia e i capelli si erano sciolti. Dio che emozione! Era felice, talmente felice che ne aveva paura. Si chiese come sarebbe stato quando il suo sogno d’amore si fosse compiuto. La sua mente era tutta presa dall’aspettativa, da quello che sarebbe stato, dall’amore che avrebbe avuto finalmente suo per tutta la vita, dai figli che sarebbero nati e amati come nessun’altro aveva mai fatto. La pioggia la costringeva a tenere gli occhi stretti e non vide un ramo chela colpì facendola ruzzolare a terra. Un dolore alla schiena le fece perdere i sensi. Si perse in un mondo tutto suo dove tutto era perfetto, dove lei era la moglie di Robin, dove suo nonno era felice della loro unione, dove la felicità era e sarebbe stata sempre con lei. Aveva il viso di Robin davanti agli occhi e non si accorse di essersi ripresa. Il viso preoccupato di Robin era proprio davanti al suo. Grondava pioggia e la stringeva fra le braccia. Lei era sicura che il suo sogno continuava. Allungò la mano e gli accarezzò il viso. Io ti amo, Robin. E svenne di nuovo.


immagine dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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