lunedì 3 febbraio 2020

KATRIN, LA SUA STORIA


KATRIN, LA SUA STORIA

parte novanta






Si era scatenato un diluvio come nei peggiori temporali estivi. Faceva freddo e Katrin giaceva senza sensi e fradicia fra le braccia di Robin.
Il soldato cercava di trovare un posto per ripararsi ma non c’era proprio niente nei paraggi. Il viso bianco di Katrin e il suo leggero respiro preoccupavano Robin, per la prima volta non sapeva come proteggere la ragazza, era suo compito, suo dovere tenerla al sicuro ma era una gran testona e se non fosse stato per lo stalliere che lo aveva avvisato non avrebbe mai saputo che era uscita dal castello da sola.
La pioggia grondava sul viso pallido e lei sembrava serena, persa nei suoi sogni mentre lui aveva il cuore che gli martellava nel petto. Non poteva tergiversare oltre.
Si tolse il mantello che era comunque già fradicio e avvolse la ragazza. Con fatica montò in sella al suo cavallo tenendola fra le braccia. Alba li seguiva ma si vedeva che era spaventata e doveva tranquillizzare anche lei.
Il vento era cresciuto e scrosci di pioggia violenta colpivano i due cavalieri e gli animali. Robin faticava a tenere gli occhi aperti, era fradicio e sentiva freddo, il cavallo faticava ad eseguire gli ordini ma la destrezza del soldato e la sua esperienza ebbero la meglio. Attraversò il portone e si diresse all’ingresso principale. Quasi cadde scendendo da cavallo con Katrin svenuta fra le braccia.
Colette arrivò di corsa e aiutò Robin a trasportare Katrin nella sua stanza.
Il soldato ansimava dalla fatica e rabbrividiva dal freddo.
Vada a riscaldarsi, sir Robin, qui ci penso io. Gli disse Colette. Lui lanciò un ultimo sguardo alla ragazza e raggiunse velocemente gli alloggi dei soldati per un bagno caldo e del vino bollente.
Colette e altre due cameriere avevano spogliato Katrin e l’avevano immersa nella tinozza di acqua calda. Cominciava a riprendere colore e il respiro si era fatto più regolare.
Cominciò a farfugliare strane frasi e la sua cameriera fece uscire le sue aiutanti perché non sentissero quello che la loro padrona diceva.
Colette le sfregava vigorosamente mani e piedi, il torace e le scaldava la testa con un panno umido e caldo.
Si vedeva che si stava riprendendo. Katrin aprì gli occhi e per pochi istanti non capì cosa fosse successo. Il viso di Colette si era sostituito a quello di Robin.
Cos’è successo? chiese ancora frastornata.
Si è svegliata, finalmente, lady Katrin. Mi ha fatto prendere un bello spavento. Le rispose. Non so di preciso cosa le sia successo, è stata portata qui da sir Robin, svenuta e pallida da sembrare morta. Ho paura che anche il capitano si sia preso un bello spavento. Aggiunse senza smettere di massaggiarla.
Finalmente era nel suo letto caldo mentre fuori la pioggia e il vento crescevano di intensità. Rabbrividì al pensiero di quello che le era successo, poteva andarle peggio e si chiese come avesse fatto Robin a trovarla, ma lui lo sapeva sempre, pensò con un sorriso.
Colette era seduta vicina al letto e osservava la sua padrona. Dalle frasi sconclusionate che aveva detto mentre era semi svenuta aveva avuto la conferma dei suoi sospetti.
Bussarono e lord Sheppard fece il suo ingresso. Faticava ancora a camminare e si appoggiava pesantemente al suo bastone. Colette lo fece sedere vicino a Katrin.
Dopo averla osservata a lungo trasse un sospiro di sollievo. Come stai, mia cara? Ci hai fatto molto preoccupare. Non ringrazierò mai abbastanza il capitano per averti riportata viva a casa. Le disse prendendole la mano.
Sono stata avventata, nonno. Gli rispose con voce roca. Non succederà più, te lo prometto. Aggiunse con un sorriso.
Bussarono di nuovo e Robin entrò. Si fermò vedendo il suo lord.
Vieni avanti, Robin. Stavo giusto riprendendo mia nipote e ringraziando il cielo per il tuo intervento. Ti ringrazio anch’io per avermela riportata. Aggiunse quasi sottovoce.
Katrin li osservava, in quella stanza era racchiuso tutto il suo mondo, tutto ciò a cui era legata. Passò lo sguardo da suo nonno a Robin e due lacrime di emozione le bagnarono gli occhi. Se avesse avuto il coraggio avrebbe rivelato i suoi sentimenti in quello stesso momento, ma la paura di un rifiuto sia da parte di suo nonno che da parte di Robin la frenava.
Ora che ti ho vista sono più tranquillo e posso tornare nella mia stanza. Miss Colette sarebbe così gentile da accompagnarmi? Chiese mentre accarezzava la mano di sua nipote.
Robin e Katrin rimasero soli e nessuno dei due parlava.
Sono stata incauta, ma grazie sir Robin. Gli disse quasi timida.
Il soldato si avvicinò di più al letto e si sedette dove prima c’era il lord. Le prese la mano. Mi ha fatto quasi morire di paura, lady Katrin, e non è da me spaventarmi così. Si portò la mano alle labbra e la baciò.
Non riuscirei a vivere se lei se ne andasse. Si lasciò sfuggire.
Katrin alzò i suoi splendidi occhi sul soldato e lesse tutta la preoccupazione e qualcosa d’altro su quello splendido viso.
Gliel’ho già detto, sir Robin. E’ qui che voglio stare, è qui che c’è tutto quello che amo. Gli rispose arrossendo.



immagine dal web - diritti e proprietà di Milena Ziletti

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