venerdì 28 febbraio 2020

KATRIN, LA SUA STORIA



KATRIN, LA SUA STORIA

parte centonove





Si sentiva piuttosto al sicuro sopra la torre, anche se non stava molto comoda, doveva stare sdraiata e le ossa cominciavano a farle male. Osservava ogni cosa e la sorprese che i tre soldati non si allontanassero mai troppo dalla casa padronale, sembrava proprio che la stessero aspettando.
Il cibo le sarebbe bastato per un paio di giorni mentre studiava come arrivare in casa di Jacob.
Un altro giorno tramontò e lei non vedeva l’ora di poter scendere dalla torre e sgranchirsi le gambe. La notte era buia, senza luna ma lei aveva visto i tre soldati che si erano accampati sotto il portico, proprio davanti all’entrata principale.
Lei era assolutamente decisa a non farsi vedere da nessuno, nessuno doveva poter avvisare Robin o lord Sheppard, e questo doveva saperlo anche Jacob.
Era di nuovo sulla torre e il sole era già sorto, la vita riprendeva e i soldati avevano abbandonato la loro postazione e, a cavallo cominciavano di nuovo a perlustrare i dintorni.
Verso mezzogiorno Katrin vide una fila di donne con varie ceste colme di erbe che presumeva fossero medicinali o aromatiche. Raggiunsero il portico che circondava la casa e cominciarono a stenderle ovunque, lasciando solo un piccolo spazio per aprire la porta di casa.
Sorrise, in quel modo i soldati non potevano passare lì la notte ma dovevano andare vicino al fienile o dietro la casa. Capì che quella notte Jacob l’aspettava.
Si sentiva agitata per l’aspettativa e sembrava che quel giorno non finisse mai.
Era la notte che precedeva il trenta agosto, aspettò fino a quando tutti i rumori si furono placati e ridiscese dalla torre. Strisciò come un serpente nell’erba fresca che la separava da casa e, a pochi metri vide che la porta era socchiusa e una flebile luce usciva come una soave voce che la chiamasse.
Le erbe erano profumate e lei sgaiattolò fino all’entrata. Aprì cautamente la porta che non fece il minimo rumore e vide la candela sul tavolo, mentre un’ombra chiudeva velocemente la porta.
Benvenuta, lady Katrin. Sussurrò la voce di Jacob aiutandola ad alzarsi.
La ragazza aveva il fiatone, si tolse dalle spalle il suo fagotto e lo appoggiò al muro. Ho accettato il suo invito, sir Jacob. Gli rispose sottovoce.
L’uomo la fece avvicinare alla candela e vide quello che era ora la bellissima Katrin, sarebbe stato difficile per tutti riconoscere in lei la splendida lady.
Venga Lady Katrin, le ho preparato una vasca e dell’acqua per lavarsi, dei vestiti e biancheria pulita. L’accompagnò nel piccolo bagno e la lasciò. Intanto le preparo qualcosa da mangiare, faccia con calma, la notte è ancora lunga. Le bisbigliò.
Katrin non vedeva l’ora di togliersi di dosso gli abiti lacerati e sporchi e di potersi finalmente lavare. Non perse tempo e si immerse nella piccola vasca di acqua ormai fredda. Cercò di lavarsi i lunghi capelli ma erano un groviglio inestricabile, prese le forbici e con un taglio netto li tagliò fino alla sommità della nuca.
Si rivestì con biancheria pulita e c’erano perfino un paio di scarponi che calzò con estremo piacere.
Si sentiva rinata quando raggiunse Jacob in cucina. Sul tavolo fette di pane, di prosciutto, di formaggio, patate, birra, vino e acqua.
Niente le era sembrato più bello dopo il bagno. Iniziò a mangiare di gusto sotto gli occhi attenti di Jacob che non diceva niente.
Quando la fame fu placata versò un boccale di birra anche per Jacob.
Era venuto il momento di parlare.
Dove sono sua moglie e sua madre, sir Jacob? Gli chiese.
Sono nelle loro stanze, sanno di non muoversi di lì. Non si deve preoccupare di loro. Le rispose.
Katrin, finalmente pulita e sazia posò le mani rovinate sul tavolo e alzò il suo sguardo in faccia all’uomo. Lei sapeva, sir Jacob? Gli chiese soltanto.
Non dall’inizio, lady Katrin. Quando sono stato scelto per accompagnarla ero all’oscuro delle motivazioni. Poi cominciai a ricevere missive da amici che lavoravano al castello che mi riferivano quello che succedeva. Ho messo insieme le varie notizie e poi ho capito. Erano passati alcuni mesi dalla nostra partenza quando mi sono fatto un quadro chiaro della situazione. Le disse sinceramente.
E’ per questo che non è venuto al nostro matrimonio? Volle sapere.
In parte sì, non sarei stato in grado di guardarla in viso, assistere alla sua felicità sapendo quello che era stato tramato ai suoi danni. E l’altra parte è che avevo paura che il lord scoprisse quello che sapevo e potesse vendicare la sua collera su di me. Non sono tranquillo, lady Katrin, i soldati che ha sicuramente visto vengono sostituiti ogni tre giorni e non smettono mai di interrogare e investigare. Le rispose.
L’ho messa in pericolo, vero sir Jacob? Le disse tristemente.
Sono stato io ad invitarla ed ero sicuro che sarebbe venuta da me. La conosco, lady Katrin, mi dica come ci è riuscita? Era curioso di sapere.
Non è stato facile, sir Jacob. Gli disse mostrandogli le mani sanguinanti. Nessuno mi ha vista, ho camminato di notte tenendomi nascosta di giorno, non so nemmeno quanti giorni sono passati esattamente dalla mia fuga. Ma sono qui. Aggiunse speranzosa.
Rimasero alcuni minuti ad osservarsi, l’uomo avrebbe voluto abbracciarla, lo voleva da tanto tempo ma sapeva che non lo poteva fare, provava un sincero affetto per quella ragazza forte e coraggiosa.
Sono venuta da lei, sir Jacob perché è stato l’unico che risolveva i miei problemi, le mie richieste e, ho la speranza, una infondata speranza che lo possa fare anche stavolta. Gli confessò.
Cosa vuole, lady Katrin?
Scomparire.

immagine dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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