KATRIN, LA SUA STORIA
parte novantotto
Robin era
partito quella mattina. Era il primo giorno di giugno e lei presto avrebbe
compiuto diciannove anni.
Era seduta
sulla panca di pietra davanti ad una vecchia fontana asciutta. Alberi centenari
accoglievano nidi di uccelli e il loro canto era sinfonia per le sue orecchie e
i suoi pensieri da innamorata. Non vedeva l’ora di poter dire a suo marito e
suo nonno che avrebbe avuto un figlio ma ancora il momento tanto desiderato non
era arrivato.
Entra, mia cara. Sono sicuro che ti
stai annoiando ed ho pensato di dare un compito anche a te. Questi registri
dovrebbero essere catalogati e archiviati, sono certo che non hai bisogno di
ulteriori istruzioni per farlo. Quando puoi cominciare? Le chiese sorridendole con amore.
Lei lo
abbracciò e si mise subito d’impegno mentre il vecchio signore la lasciava al
suo lavoro.
Passarono
cinque giorni prima che Robin tornasse e prima di volare da sua moglie dovette
andare da lord Sheppard. Si sbrigarono in poco tempo e, finalmente, ancora
impolverato corse nel suo appartamento per riabbracciare Katrin.
Le stanze
erano vuote ma dalla finestra giungeva il rumore inconfondibile di spade che si
incrociavano. Sorrise e scese di corsa.
I due sposi
erano davvero felici, lord Sheppard li teneva d’occhio e gioiva della loro
felicità, era contento di come si erano messe le cose, meglio di così non
sarebbero potute andare.
Il
compleanno di Katrin fu memorabile, una grande festa e, finalmente anche Alfred
e Sara poterono essere presenti.
Katrin non
stava più in sé dalla gioia. Erano anni che non li vedeva e non riusciva a staccarsi
dall’abbraccio dalla sua prima vera amica. Piangevano entrambe dall’emozione
mentre Alfred e Robin si scambiavano pacche sulle spalle. I due amici sarebbero
rimasti alcuni giorni, ma non troppi, avevano due bambini piccoli che avevano
lasciato alle nonne, non avevano voluto rinunciare a questa festa.
Sara e
Katrin passeggiavano nel grande parco. La
vedo felice, lady Katrin! Non può immaginare quanto sia contenta per lei. Le
disse mantenendo le distanze che fra loro c’erano sempre state.
Oh Sara! Lo sono, lo sono davvero.
Finalmente posso cancellare tutto il peggio del mio passato e concentrarmi e
godere del presente e del futuro. Non vedo l’ora di diventare madre, di essere
una buona madre. Le
rispose con gli occhi che le brillavano.
Sarà una madre meravigliosa, lady
Katrin, nessuna più di lei sa cosa vuol dire l’amore di una madre. Ribattè Sara.
Rimasero
fino alla fine di giugno e furono giorni splendidi, irripetibili. Piansero
entrambe quando fu il momento di lascarci.
Verrà a trovarci, lady Katrin? Chiese Sara con le lacrime agli
occhi.
Te lo prometto, Sara, siete i miei
unici veri amici. E
l’abbracciò ancora una volta mentre Robin e Alfred si stringevano la mano. La
carrozza era pronta e gli ospiti partirono. Katrin rimase a guardarla fino a
che non fu più visibile.
Si asciugò
gli occhi. Le era sempre mancata tanto Sara, non riusciva a considerarla altro
che un’amica, una persona che le aveva voluto bene quando nessun altro la
amava, questo non l’avrebbe mai dimenticato.
Robin le
prese la mano. Andremo da loro la
prossima primavera, te lo prometto, amore mio.
Luglio
passava con un sole implacabile. I lavori nei campi erano intensi e tutti
speravano in un temporale rinfrescante che non arrivava.
Katrin
passava parecchio tempo nel suo alloggio o ad allenarsi con Robin e altri
soldati.
Quella sera
avrebbero cenato con lord Sheppard e questo un po’ la inquietava, ogni volta
che succedeva era per dare un incarico a Robin e lei cominciava ad
innervosirsi.
Fu una cena
tranquilla e gradevole, come sempre erano le cene in compagnia.
La cameriera
aveva terminato di sparecchiare e si stavano godendo un dolce seduti alla
scrivania del lord.
Ho un incarico per te, Robin. Esordì Lord Sheppard senza
esitazioni.
Spero che questa volta includerai
anche me, nonno. Chiese
Katrin.
Robin non
fiatava.
Non stavolta, mia cara, ma ti
prometto che la prossima sarà per entrambi e molto piacevole. Le rispose con un sorriso.
Katrin non
era per niente soddisfatta. Robin si era già assentato varie volte e lei non lo
aveva mai accompagnato.
Solo per due settimane, mia cara. Disse il vecchio lord senza
preamboli.
Katrin si
alzò in piedi come una molla. Due
settimane? E ti sembra poco? Io vado con lui. Disse perentoria.
Tu rimarrai qui, è così che deve
essere. Le rispose
aggrottando le cespugliose sopracciglia.
Lei si
alterò, osservò suo marito che rimaneva in silenzio.
Buonanotte. Disse sostenuta, e uscì come una
vampata di fuoco.
immagine dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti
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