giovedì 13 febbraio 2020

KATRIN, LA SUA STORIA


KATRIN, LA SUA STORIA

parte novantotto






Robin era partito quella mattina. Era il primo giorno di giugno e lei presto avrebbe compiuto diciannove anni.
Era seduta sulla panca di pietra davanti ad una vecchia fontana asciutta. Alberi centenari accoglievano nidi di uccelli e il loro canto era sinfonia per le sue orecchie e i suoi pensieri da innamorata. Non vedeva l’ora di poter dire a suo marito e suo nonno che avrebbe avuto un figlio ma ancora il momento tanto desiderato non era arrivato.
Colette la raggiunse e l’accompagnò nello studio di lord Sheppard.
Entra, mia cara. Sono sicuro che ti stai annoiando ed ho pensato di dare un compito anche a te. Questi registri dovrebbero essere catalogati e archiviati, sono certo che non hai bisogno di ulteriori istruzioni per farlo. Quando puoi cominciare? Le chiese sorridendole con amore.
Lei lo abbracciò e si mise subito d’impegno mentre il vecchio signore la lasciava al suo lavoro.
Passarono cinque giorni prima che Robin tornasse e prima di volare da sua moglie dovette andare da lord Sheppard. Si sbrigarono in poco tempo e, finalmente, ancora impolverato corse nel suo appartamento per riabbracciare Katrin.
Le stanze erano vuote ma dalla finestra giungeva il rumore inconfondibile di spade che si incrociavano. Sorrise e scese di corsa.
I due sposi erano davvero felici, lord Sheppard li teneva d’occhio e gioiva della loro felicità, era contento di come si erano messe le cose, meglio di così non sarebbero potute andare.
Il compleanno di Katrin fu memorabile, una grande festa e, finalmente anche Alfred e Sara poterono essere presenti.
Katrin non stava più in sé dalla gioia. Erano anni che non li vedeva e non riusciva a staccarsi dall’abbraccio dalla sua prima vera amica. Piangevano entrambe dall’emozione mentre Alfred e Robin si scambiavano pacche sulle spalle. I due amici sarebbero rimasti alcuni giorni, ma non troppi, avevano due bambini piccoli che avevano lasciato alle nonne, non avevano voluto rinunciare a questa festa.
Sara e Katrin passeggiavano nel grande parco. La vedo felice, lady Katrin! Non può immaginare quanto sia contenta per lei. Le disse mantenendo le distanze che fra loro c’erano sempre state.
Oh Sara! Lo sono, lo sono davvero. Finalmente posso cancellare tutto il peggio del mio passato e concentrarmi e godere del presente e del futuro. Non vedo l’ora di diventare madre, di essere una buona madre. Le rispose con gli occhi che le brillavano.
Sarà una madre meravigliosa, lady Katrin, nessuna più di lei sa cosa vuol dire l’amore di una madre. Ribattè Sara.
Rimasero fino alla fine di giugno e furono giorni splendidi, irripetibili. Piansero entrambe quando fu il momento di lascarci.
Verrà a trovarci, lady Katrin? Chiese Sara con le lacrime agli occhi.
Te lo prometto, Sara, siete i miei unici veri amici. E l’abbracciò ancora una volta mentre Robin e Alfred si stringevano la mano. La carrozza era pronta e gli ospiti partirono. Katrin rimase a guardarla fino a che non fu più visibile.
Si asciugò gli occhi. Le era sempre mancata tanto Sara, non riusciva a considerarla altro che un’amica, una persona che le aveva voluto bene quando nessun altro la amava, questo non l’avrebbe mai dimenticato.
Robin le prese la mano. Andremo da loro la prossima primavera, te lo prometto, amore mio.
Luglio passava con un sole implacabile. I lavori nei campi erano intensi e tutti speravano in un temporale rinfrescante che non arrivava.
Katrin passava parecchio tempo nel suo alloggio o ad allenarsi con Robin e altri soldati.
Quella sera avrebbero cenato con lord Sheppard e questo un po’ la inquietava, ogni volta che succedeva era per dare un incarico a Robin e lei cominciava ad innervosirsi.
Fu una cena tranquilla e gradevole, come sempre erano le cene in compagnia.
La cameriera aveva terminato di sparecchiare e si stavano godendo un dolce seduti alla scrivania del lord.
Ho un incarico per te, Robin. Esordì Lord Sheppard senza esitazioni.
Spero che questa volta includerai anche me, nonno. Chiese Katrin.
Robin non fiatava.
Non stavolta, mia cara, ma ti prometto che la prossima sarà per entrambi e molto piacevole. Le rispose con un sorriso.
Katrin non era per niente soddisfatta. Robin si era già assentato varie volte e lei non lo aveva mai accompagnato.
Solo per due settimane, mia cara. Disse il vecchio lord senza preamboli.
Katrin si alzò in piedi come una molla. Due settimane? E ti sembra poco? Io vado con lui. Disse perentoria.
Tu rimarrai qui, è così che deve essere. Le rispose aggrottando le cespugliose sopracciglia.
Lei si alterò, osservò suo marito che rimaneva in silenzio.
Buonanotte. Disse sostenuta, e uscì come una vampata di fuoco.


immagine dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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