martedì 4 febbraio 2020

KATRIN, LA SUA STORIA


KATRIN, LA SUA STORIA

parte novantuno






Rimasero in silenzio e il soldato teneva gentilmente stretta la mano della ragazza. Non era mai successo che rimanessero senza parole, ma entrambi sapevano che qualcosa era cambiato, che il loro rapporto non era più uguale a prima che Katrin partisse.
I minuti trascorrevano imbevuti di imbarazzo da parte di entrambi. Katrin guardò il viso che tanto le era mancato in quei due anni, anni in cui si era resa conto di quanto Robin contasse per lei, e di come, alla fine si era arresa all’evidenza del suo cuore. Avrebbe voluto parlare e non si capacitava di quanto fosse diventato difficile essere se stessa con il soldato. Un moto di ribellione le arrossò le guance e lui se ne accorse.
Qualcosa non va, lady Katrin? Sente freddo? Le chiese poggiando la mano libera sulla fronte per sentire se avesse la febbre.
Lei non parlava, aveva paura di manifestare i suoi sentimenti per il timore di venire rifiutata. Non era il parere di suo nonno che la interessava più di altri, no, era quello che Robin poteva risponderle, rifiutarla, e lei non avrebbe più avuto il coraggio di guardarlo in viso, se non addirittura di stare nella stessa stanza con lui. Era ancora una ingenua ragazza inesperta, soffriva al solo pensiero di non poterlo rivedere e non voleva che, esprimendo quello che il suo cuore le diceva lo facesse allontanare.
Fuori la pioggia non accennava a diminuire e il vento era talmente forte che i rami toccavano quasi terra. Scrosci violenti si abbattevano sulle finestre e il fuoco del camino rendeva tutto molto romantico. Strinse la mano che lui le teneva, non sapeva proprio cosa dire.
Di nuovo lui la portò alle labbra. C’è qualcosa che vuole dirmi, lady Katrin? Le disse col suo sorriso beffardo. Poi tornò subito serio. Accavallò le gambe e rimase ad osservarla. Lei cercava di distogliere lo sguardo.
Io lo so, lady Katrin, l’ho sempre saputo, fin da quando lei mi ha scelto come suo istruttore. In quel momento avrei voluto scappare, ma il dovere di un soldato è obbedire agli ordini. E gli ordini erano molto chiari: dovevo proteggerla a costo della mia vita, ed è quello che ho fatto. L’ho istruita, l’ho spronata, l’ho sfidata, tutto per non darmi il tempo di pensare ad altro. L’ho salvata dalla torre ed ho sofferto quando è partita. L’ho lasciata libera di poter scegliere, ma ora è tornata, è una donna, una bellissima donna e, finalmente, anche a costo di essere cacciato dal castello non posso più tacere. Io sono innamorato di lei, lady Katrin, e questa è la mia condanna, sono un soldato e lei una lady e non c’è futuro per noi. Smise di parlare ma aveva ancora la sua mano stretta nella sua.
Katrin era a bocca aperta. Mai avrebbe immaginato di sentire una dichiarazione d’amore di tal genere e proprio da Robin.Durante tutti quegli anni non aveva mai dato modo di capire che provasse qualcosa per lei, anzi!
Adesso toccava a lei dire qualcosa. Lui stava aspettando di conoscere la risposta.
Mi dica qualcosa, lady Katrin, qualunque cosa ed io l’accetterò. Ho aperto il mio cuore e da ora in poi tutto cambierà fra di noi e potrei dover andarmene se lord Sheppard…
Mi baci, sir Robin. Mi baci e stia zitto! Le disse con la voce roca.
 Il soldato si alzò e avvicinò il suo viso a quello della ragazza. Scrutò per brevi attimi negli occhi dolci di lei e poi, con delicatezza posò le sue labbra su quelle di Katrin. Era timido, insicuro, in quel momento era solo un uomo innamorato che non vuole essere troppo irruento.
Katrin lo strinse a sé e, aprì le labbra. Dapprima la delicatezza di entrambi per scoprire cosa significasse l’incontro fra i loro corpi, poi furono i loro cuori a prendere il sopravvento e il bacio si infiammò.
Rimasero stretti a lungo senza staccare le labbra, fino a quando Colette, senza bussare entrò per riattizzare il fuoco.
Rimasero impacciati e Katrin arrossì. Robin non le lasciava la mano e Colette canticchiava. Sistemò i ciocchi di legna sul fuoco e uscì senza dire una parola.
Nel silenzio che seguì i due innamorati rimasero sopraffatti dalle loro emozioni. Poi Katrin, senza motivo alcuno cominciò a ridere, avrebbe voluto dire quello che le passava per la mente ma la risata le toglieva il fiato. Si sentiva libera, felice e lacrime di felicità le bagnavano le guance. Lui la osservava senza capire e le sorrideva di rimando.
Poco alla volta Katrin riprese il controllo. A differenza di lei, sir Robin io quando l’ho conosciuta avrei voluto strozzarla. Gli disse mentre si asciugava gli occhi.
Rimasero vicini mentre fuori la bufera continuava.
Ogni volta che sentirò la pioggia e il vento penserò a questa giornata, alla giornata della rivelazione. Gli disse la ragazza. Ed ora che si fa, sir Robin? Gli chiese con un sorriso birichino.
Ora affronteremo il nostro futuro. Il primo passo è quello più difficile, parlare con suo nonno. Le rispose. Mi piacerebbe corteggiarla, ma non sono molto esperto in queste cose. Quello che le posso promettere è il mio amore, un amore che ha aspettato tanto, e che non vuole aspettare oltre. Le disse serio.
E’ da tutta la mia vita che aspetto la felicità, ed ora che l’ho trovata non ho nessuna intenzione di lasciarmela sfuggire. Qualunque cosa dirà mio nonno non cambierà i miei sentimenti. Ora mi abbracci e non mi lasci più. Gli disse mentre allargava le braccia e lo stringeva sul suo seno.



immagine dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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