KATRIN, LA SUA STORIA
parte novantuno
Rimasero in
silenzio e il soldato teneva gentilmente stretta la mano della ragazza. Non era
mai successo che rimanessero senza parole, ma entrambi sapevano che qualcosa
era cambiato, che il loro rapporto non era più uguale a prima che Katrin
partisse.
I minuti
trascorrevano imbevuti di imbarazzo da parte di entrambi. Katrin guardò il viso
che tanto le era mancato in quei due anni, anni in cui si era resa conto di
quanto Robin contasse per lei, e di come, alla fine si era arresa all’evidenza
del suo cuore. Avrebbe voluto parlare e non si capacitava di quanto fosse
diventato difficile essere se stessa con il soldato. Un moto di ribellione le
arrossò le guance e lui se ne accorse.
Qualcosa non va, lady Katrin? Sente
freddo? Le chiese
poggiando la mano libera sulla fronte per sentire se avesse la febbre.
Lei non
parlava, aveva paura di manifestare i suoi sentimenti per il timore di venire
rifiutata. Non era il parere di suo nonno che la interessava più di altri, no,
era quello che Robin poteva risponderle, rifiutarla, e lei non avrebbe più
avuto il coraggio di guardarlo in viso, se non addirittura di stare nella
stessa stanza con lui. Era ancora una ingenua ragazza inesperta, soffriva al
solo pensiero di non poterlo rivedere e non voleva che, esprimendo quello che
il suo cuore le diceva lo facesse allontanare.
Fuori la
pioggia non accennava a diminuire e il vento era talmente forte che i rami
toccavano quasi terra. Scrosci violenti si abbattevano sulle finestre e il
fuoco del camino rendeva tutto molto romantico. Strinse la mano che lui le
teneva, non sapeva proprio cosa dire.
Di nuovo lui
la portò alle labbra. C’è qualcosa che
vuole dirmi, lady Katrin? Le disse col suo sorriso beffardo. Poi tornò
subito serio. Accavallò le gambe e rimase ad osservarla. Lei cercava di
distogliere lo sguardo.
Io lo so, lady Katrin, l’ho sempre
saputo, fin da quando lei mi ha scelto come suo istruttore. In quel momento
avrei voluto scappare, ma il dovere di un soldato è obbedire agli ordini. E gli
ordini erano molto chiari: dovevo proteggerla a costo della mia vita, ed è
quello che ho fatto. L’ho istruita, l’ho spronata, l’ho sfidata, tutto per non
darmi il tempo di pensare ad altro. L’ho salvata dalla torre ed ho sofferto
quando è partita. L’ho lasciata libera di poter scegliere, ma ora è tornata, è
una donna, una bellissima donna e, finalmente, anche a costo di essere cacciato
dal castello non posso più tacere. Io sono innamorato di lei, lady Katrin, e
questa è la mia condanna, sono un soldato e lei una lady e non c’è futuro per
noi. Smise di
parlare ma aveva ancora la sua mano stretta nella sua.
Katrin era a
bocca aperta. Mai avrebbe immaginato di sentire una dichiarazione d’amore di
tal genere e proprio da Robin.Durante tutti quegli anni non aveva mai dato modo
di capire che provasse qualcosa per lei, anzi!
Adesso
toccava a lei dire qualcosa. Lui stava aspettando di conoscere la risposta.
Mi dica qualcosa, lady Katrin,
qualunque cosa ed io l’accetterò. Ho aperto il mio cuore e da ora in poi tutto
cambierà fra di noi e potrei dover andarmene se lord Sheppard…
Mi baci, sir Robin. Mi baci e stia
zitto! Le disse con
la voce roca.
Il soldato si alzò e avvicinò il suo viso a
quello della ragazza. Scrutò per brevi attimi negli occhi dolci di lei e poi,
con delicatezza posò le sue labbra su quelle di Katrin. Era timido, insicuro,
in quel momento era solo un uomo innamorato che non vuole essere troppo
irruento.
Katrin lo
strinse a sé e, aprì le labbra. Dapprima la delicatezza di entrambi per
scoprire cosa significasse l’incontro fra i loro corpi, poi furono i loro cuori
a prendere il sopravvento e il bacio si infiammò.
Rimasero
stretti a lungo senza staccare le labbra, fino a quando Colette, senza bussare
entrò per riattizzare il fuoco.
Rimasero
impacciati e Katrin arrossì. Robin non le lasciava la mano e Colette
canticchiava. Sistemò i ciocchi di legna sul fuoco e uscì senza dire una
parola.
Nel silenzio
che seguì i due innamorati rimasero sopraffatti dalle loro emozioni. Poi
Katrin, senza motivo alcuno cominciò a ridere, avrebbe voluto dire quello che
le passava per la mente ma la risata le toglieva il fiato. Si sentiva libera,
felice e lacrime di felicità le bagnavano le guance. Lui la osservava senza
capire e le sorrideva di rimando.
Poco alla
volta Katrin riprese il controllo. A
differenza di lei, sir Robin io quando l’ho conosciuta avrei voluto strozzarla.
Gli disse mentre si asciugava gli occhi.
Rimasero
vicini mentre fuori la bufera continuava.
Ogni volta che sentirò la pioggia e
il vento penserò a questa giornata, alla giornata della rivelazione. Gli disse la ragazza. Ed ora che si fa, sir Robin? Gli chiese
con un sorriso birichino.
Ora affronteremo il nostro futuro. Il
primo passo è quello più difficile, parlare con suo nonno. Le rispose. Mi piacerebbe corteggiarla, ma non sono molto esperto in queste cose.
Quello che le posso promettere è il mio amore, un amore che ha aspettato tanto,
e che non vuole aspettare oltre. Le disse serio.
E’ da tutta la mia vita che aspetto
la felicità, ed ora che l’ho trovata non ho nessuna intenzione di lasciarmela
sfuggire. Qualunque cosa dirà mio nonno non cambierà i miei sentimenti. Ora mi
abbracci e non mi lasci più. Gli disse mentre allargava le braccia e lo stringeva sul suo
seno.
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