KATRIN, LA SUA STORIA
parte novantaquattro
L’inverno
procedeva a passi veloci. La neve aveva cominciato a farsi vedere a metà
novembre e ancora adesso, che l’anno stava per finire non aveva smesso che per
pochi sprazzi di tempo.
Novembre e
dicembre erano passati veloci. L’ala del castello che lord Sheppard aveva
destinato alla nuova coppia doveva essere sistemata e Katrin era molto
impegnata a dirigere i lavori. Robin ogni tanto si assentava e lei ne sentiva
la mancanza, ma suo nonno era stato categorico con gli impegni che doveva
sostenere il soldato.
Passavano
tutto il tempo insieme quando Robin era al castello. Katrin era innamorata e
felice come non lo era mai stata: finalmente avrebbe avuto la sua famiglia, un
marito e i figli che avrebbero portato avanti il patrimonio Sheppard. Non si
poneva limiti mentre si immaginava circondata da bambini vispi e sorridenti e
da suo marito che la trattava come una regina.
Era quasi
finito l’anno e ci sarebbero stati dei festeggiamenti, anche se ridotti
rispetto al passato in quanto la salute di lord Sheppard risentiva del gelo e
dell’età.
Katrin e
Robin erano seduti davanti al camino della stanza della ragazza e Colette li
aveva lasciati soli. L’uomo la teneva stretta e da qualche minuto stavano in
silenzio ad osservare le fiamme. Si può
morire di felicità? Chiese ad un tratto Katrin. No, amore mio, finchè io sarò al tuo fianco. Le rispose baciandole
i capelli.
Ancora quattro mesi e poi sarò tua
moglie, lady Katrin Rollins. Finalmente saprò chi sono e tutto il passato
rimarrà sepolto, Katrin Semple Sheppard non esisterà più e non importerà a
nessuno chi ero prima, sarò solo e soltanto la moglie di sir Robin Rollins, e
più nessun dubbio esisterà sulla mia identità. Gli disse senza alzare lo sguardo.
Sei giunta finalmente a casa, amore
mio. Qui c’è tutto quello che ci serve e nessuno potrà mai distruggerlo. Le confermò il soldato.
Tu lo sai che non mi interessano né
ricchezze né potere, voglio solo essere me stessa ed essere amata, non ho mai
voluto nient’altro che questo. Gli ricordò appoggiando la testa sulla sua spalla.
Rimasero lì,
abbracciati davanti al fuoco a fare progetti, a scambiarsi baci e carezze,
aspettando il momento di poter lasciare che anche i loro corpi potessero
parlare.
Passò anche
gennaio, un mese talmente freddo che la neve si era ghiacciata ed era
pericoloso anche solo uscire in cortile. Katrin si annoiava ma seguiva i lavori
del suo nuovo alloggio e si sentiva felice come non lo era mai stata.
Colette era
contenta di vederla così innamorata, serena ma, aveva colto alcuni pettegolezzi
che si interrompevano quando lei si avvicinava. Qualcosa aveva capito ma non
avrebbe mai osato dire niente alla sua padrona, e poi la servitù lo sapevano
tutti che era pettegola di natura.
Ogni tanto
Katrin scendeva nel salone e poteva allenarsi con la sua spada, impossibile
usare l’arco se non si era all’esterno.
Passarono i
mesi più freddi e il suo abito da sposa era pronto: meraviglioso come non ne
aveva mai visti.
Era nella
sua stanza e ammirava l’abito appeso, lo accarezzava, era talmente morbido e
vaporoso da sembrare fatto di nuvola.
Bussarono e
suo nonno entrò. Si appoggiava sempre più pesantemente al bastone e si vedeva
che l’età stava lasciando segni profondi.
Vide sua
nipote in estasi davanti al vestito e sorrise. E’ un abito meraviglioso, mia cara, ma tu lo sei ancora di più. Le
disse con occhi umidi di commozione.
Si
sedettero. Ho spedito gli inviti che mi
hai richiesto ed ho alcune risposte. Alfred e Sara non potranno essere
presenti, la tua amica sta attraversando una gravidanza difficile, ti ha
mandato una lettera e mi hanno assicurato che verranno non appena potranno
viaggiare. Mi dispiace, mia cara, so quanto ci tenevi. Anche sir Jacob non
potrà venire, e appena potrà verrà con una sorpresa. La famiglia Mason non
potrà affrontare il lungo viaggio, Jonatan e Mascia ti mandano tanti saluti e
ti invitano a passare da loro con Robin alla prima occasione. Tutti gli altri
ci saranno. Disse il vecchio lord.
Si vedeva
chiaramente la delusione sul viso di Katrin. Le uniche persone importanti non
ci sarebbero state.
Tuo padre mi ha chiesto se può essere
lui a condurti all’altare. Disse lord Sheppard di punto in bianco.
Katrin alzò
di scatto il viso. Mai! Non succederà
mai! Gli rispose con gli occhi che mandavano scintille.
Il nonno le
prese la mano. Sai quanto sono fiero di
poter essere io ad accompagnarti all’altare ma dobbiamo tener conto anche delle
convenzioni, nessuno conosce la verità sulla tua nascita e non dobbiamo dare
adito a nessun pettegolezzo. Fallo per me, mia cara, io sarò lì vicino pronto
ad intervenire in qualsiasi momento il tuo sguardo me lo chieda. Le disse
stringendole la mano. Manca ancora un
mese, poi tutto sarà finito e più nessuno potrà interferire nella vostra vita. Aggiunse.
Mi chiedi un grosso sacrificio,
nonno. Per te sono disposta a sopportarlo, ma sarà l’ultima volta che
quell’uomo sfiorerà la mia persona. Fa in modo che il tragitto fino all’altare
sia il più corto possibile. Mi fa ribrezzo quell’uomo! Gli rispose cercando di trattenere il
risentimento che provava.
immagine dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti
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