mercoledì 12 febbraio 2020

KATRIN, LA SUA STORIA


KATRIN, LA SUA STORIA

parte novantasette






Salirono le scale senza nemmeno rendersene conto. In pochi minuti raggiunsero il loro appartamento e Colette era lì ad aprire loro la porta.
Buonanotte missis Rollins. Fece un inchino e se ne andò.
I due sposi chiusero la porta dietro di loro. Un lungo e appassionato bacio accese i loro sensi. Robin aiutò sua moglie a togliersi abito e accessori e, finalmente entrambi furono nudi davanti alle fiamme scoppiettanti del fuoco del camino.
Carezze che volevano cercare ogni angolo di pelle mentre le bocche rimanevano unite. La passione che li accendeva e bruciava più delle fiamme.
Robin sollevò Katrin e la depose delicatamente sul letto.
Sei mia moglie, ora, niente e nessuno potrà dividerci, ed io ti amerò fino alla morte. Le disse senza mai staccare lo sguardo dagli occhi di lei.
Poi non ci furono più parole, e tutto si svolse come doveva essere: il paradiso.
Si addormentarono che fuori il sole era già spuntato. Nessuno venne a disturbarli.
Katrin sentiva il calore del corpo di Robin e ripensava alla notte appena trascorsa, nessuna fantasia poteva competere con la realtà dell’amore, di due corpi che si uniscono nell’estasi della passione vera e pura.
Allungò la mano e accarezzò il ciuffo ribelle di suo marito. Era sempre stato un enigma quell’uomo per lei, dapprima ragazzina avventurosa e poi ragazza più posata. Ripensava alle loro dispute con la spada, con l’arco, alla competizione che la coglieva ogni volta che tentava di batterlo e ancora non ci era riuscita. Si ricordò di quello che aveva rischiato per liberarla dalla torre, di quando le aveva sbattuto in faccia il suo essere soltanto una ragazzina snob. Si mise a ridere al pensiero degli anni passati e di come stavano le cose ora. Per essere un soldato aveva un sonno pesante. Gli accarezzò il viso e lui, le bloccò la mano e le sorrise. Non riuscirai mai a sorprendermi, amore mio. L’avvolse di nuovo nel suo abbraccio e ripresero a fare l’amore mentre fuori alcuni invitati lasciavano il castello. Il rumore delle ruote delle carrozze arrivava smorzato. Era il loro giorno, la loro vita che iniziava e non riuscivano a lasciare il letto.
Era pomeriggio inoltrato quando Colette bussò timidamente alla porta. Katrin era in piedi e vestita e Robin era seduto e la guardava.
Entra, Colette. E la cameriera spinse la porta tenendo un vassoio, seguita da altre due cameriere con altrettanti vassoi.
Non siete attesi fino a domani. Disse loro mentre preparava il tavolo nella sala adiacente la camera da letto. Godetevi il vostro amore, noi ci vediamo domani. Fece uscire le cameriere e le seguì.
I due sposi si accorsero di avere davvero fame e si buttarono letteralmente sul cibo. Non finirono di mangiare che già il letto aveva cominciato a scricchiolare sotto i loro corpi allacciati. La notte li colse stanchi e, finalmente paghi di tutto quello che avevano scoperto in quelle ore, si addormentarono abbracciati.
Aprile e maggio passarono come un sogno intorno ai giovani sposi.
Lunghe cavalcate, duelli di spada e di arco che finivano sempre allo stesso modo, con baci e abbracci.
Lord Sheppard li osservava compiaciuto e li lasciava nel loro mondo dorato.
Maggio stava finendo, Katrin e Robin erano a cena con lord Sheppard.
Da quando i due giovani si erano sposati sembrava che anche il vecchio signore fosse ringiovanito, era davvero felice di avere fra le mura tanto amore e felicità e già si vedeva con tanti pargoletti che correvano festanti per i corridoi del palazzo.
La cena era terminata e si erano seduti al tavolo della scrivania.
Ho un incarico per te, Robin. Non ti porterà via che qualche giorno. Disse tranquillo.
Dovrà partire da solo, nonno? Chiese stupita Katrin.
Questa volta sì, non è niente di importante, deve solo consegnare alcuni documenti e aspettarne altri. Non serve la tua presenza, mia cara. Le rispose.
Katrin era irritata da questo fatto. Suo nonno se ne accorse e le prese la mano. Mia cara, una Sheppard sa che deve sopportare alcuni sacrifici per l’importanza degli affari. Tu sai bene quante famiglie dipendono dai nostri affari, a quante persone diamo lavoro e sostentamento, è un impegno non da poco ma fa parte del nostro rango da sempre. Non ti crucciare, mia cara, ti prometto che la prossima volta farò in modo che possiate partire insieme. La consolò.
Hai ragione nonno, cosa sono pochi giorni nel corso di una lunga vita? Il fatto è che non vorrei mai separarmi di mio marito, e questa è la prima volta. Spero di imparare a dare seguito ai miei doveri, o ci sarai tu a ricordarmelo. Gli rispose con un sorriso tirato.
Ora andate, io sono stanco.Disse appoggiandosi al bastone.
Katrin lo accompagnò alla porta e con Robin raggiunse il loro alloggio.
Non ti crucciare, Katrin amore mio, sarò di ritorno in pochi giorni. Vieni. Le prese la mano, l’aiutò a spogliarsi e ripresero ad amarsi come se fosse ancora la loro prima notte di nozze.


immagine dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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