KATRIN, LA SUA STORIA
parte novantasette
Salirono le
scale senza nemmeno rendersene conto. In pochi minuti raggiunsero il loro
appartamento e Colette era lì ad aprire loro la porta.
Buonanotte missis Rollins. Fece un inchino e se ne andò.
I due sposi
chiusero la porta dietro di loro. Un lungo e appassionato bacio accese i loro
sensi. Robin aiutò sua moglie a togliersi abito e accessori e, finalmente
entrambi furono nudi davanti alle fiamme scoppiettanti del fuoco del camino.
Carezze che
volevano cercare ogni angolo di pelle mentre le bocche rimanevano unite. La
passione che li accendeva e bruciava più delle fiamme.
Robin
sollevò Katrin e la depose delicatamente sul letto.
Sei mia moglie, ora, niente e nessuno
potrà dividerci, ed io ti amerò fino alla morte. Le disse senza mai staccare lo
sguardo dagli occhi di lei.
Poi non ci
furono più parole, e tutto si svolse come doveva essere: il paradiso.
Si
addormentarono che fuori il sole era già spuntato. Nessuno venne a disturbarli.
Katrin
sentiva il calore del corpo di Robin e ripensava alla notte appena trascorsa,
nessuna fantasia poteva competere con la realtà dell’amore, di due corpi che si
uniscono nell’estasi della passione vera e pura.
Allungò la
mano e accarezzò il ciuffo ribelle di suo marito. Era sempre stato un enigma
quell’uomo per lei, dapprima ragazzina avventurosa e poi ragazza più posata.
Ripensava alle loro dispute con la spada, con l’arco, alla competizione che la
coglieva ogni volta che tentava di batterlo e ancora non ci era riuscita. Si
ricordò di quello che aveva rischiato per liberarla dalla torre, di quando le
aveva sbattuto in faccia il suo essere soltanto una ragazzina snob. Si mise a
ridere al pensiero degli anni passati e di come stavano le cose ora. Per essere
un soldato aveva un sonno pesante. Gli accarezzò il viso e lui, le bloccò la
mano e le sorrise. Non riuscirai mai a
sorprendermi, amore mio. L’avvolse di nuovo nel suo abbraccio e ripresero a
fare l’amore mentre fuori alcuni invitati lasciavano il castello. Il rumore
delle ruote delle carrozze arrivava smorzato. Era il loro giorno, la loro vita
che iniziava e non riuscivano a lasciare il letto.
Era
pomeriggio inoltrato quando Colette bussò timidamente alla porta. Katrin era in
piedi e vestita e Robin era seduto e la guardava.
Entra, Colette. E la cameriera spinse la porta tenendo
un vassoio, seguita da altre due cameriere con altrettanti vassoi.
Non siete attesi fino a domani. Disse loro mentre preparava il tavolo
nella sala adiacente la camera da letto. Godetevi
il vostro amore, noi ci vediamo domani. Fece uscire le cameriere e le
seguì.
I due sposi
si accorsero di avere davvero fame e si buttarono letteralmente sul cibo. Non
finirono di mangiare che già il letto aveva cominciato a scricchiolare sotto i
loro corpi allacciati. La notte li colse stanchi e, finalmente paghi di tutto
quello che avevano scoperto in quelle ore, si addormentarono abbracciati.
Aprile e
maggio passarono come un sogno intorno ai giovani sposi.
Lunghe
cavalcate, duelli di spada e di arco che finivano sempre allo stesso modo, con
baci e abbracci.
Lord Sheppard
li osservava compiaciuto e li lasciava nel loro mondo dorato.
Maggio stava
finendo, Katrin e Robin erano a cena con lord Sheppard.
Da quando i
due giovani si erano sposati sembrava che anche il vecchio signore fosse
ringiovanito, era davvero felice di avere fra le mura tanto amore e felicità e
già si vedeva con tanti pargoletti che correvano festanti per i corridoi del
palazzo.
La cena era
terminata e si erano seduti al tavolo della scrivania.
Ho un incarico per te, Robin. Non ti
porterà via che qualche giorno. Disse tranquillo.
Dovrà partire da solo, nonno? Chiese stupita Katrin.
Questa volta sì, non è niente di
importante, deve solo consegnare alcuni documenti e aspettarne altri. Non serve
la tua presenza, mia cara. Le rispose.
Katrin era
irritata da questo fatto. Suo nonno se ne accorse e le prese la mano. Mia cara, una Sheppard sa che deve
sopportare alcuni sacrifici per l’importanza degli affari. Tu sai bene quante
famiglie dipendono dai nostri affari, a quante persone diamo lavoro e
sostentamento, è un impegno non da poco ma fa parte del nostro rango da sempre.
Non ti crucciare, mia cara, ti prometto che la prossima volta farò in modo che
possiate partire insieme. La consolò.
Hai ragione nonno, cosa sono pochi
giorni nel corso di una lunga vita? Il fatto è che non vorrei mai separarmi di
mio marito, e questa è la prima volta. Spero di imparare a dare seguito ai miei
doveri, o ci sarai tu a ricordarmelo. Gli rispose con un sorriso tirato.
Ora andate, io sono stanco.Disse appoggiandosi al bastone.
Katrin lo
accompagnò alla porta e con Robin raggiunse il loro alloggio.
Non ti crucciare, Katrin amore mio,
sarò di ritorno in pochi giorni. Vieni. Le prese la mano, l’aiutò a spogliarsi e ripresero ad amarsi
come se fosse ancora la loro prima notte di nozze.
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