KATRIN, LA SUA STORIA
parte centocinque
I primi
cinguettii degli uccelli l’avvisarono che l’alba era spuntata. Doveva porre la
massima attenzione. Cercava di orientarsi ma era sicura della direzione che
aveva preso, il sole non mentiva sulla sua posizione.
Una strada
sterrata le segnalò che era vicina a qualche villaggio. Si inoltrò nel folto
del bosco e cercò un riparo. Aveva davanti una lunga giornata da passare stando
nascosta. Avrebbe voluto continuare il suo cammino ma sentì il rumore di ruote
e di carri e la fecero desistere. Non vedeva nascondigli e doveva assolutamente
togliersi da lì. Un grosso albero fece al caso suo, vi salì e trovò una
posizione il più comoda possibile per rimanerci fino al tramonto. Non sarebbe
stato facile, ma niente della sua vita, dopo la fuga sarebbe stato facile, lo
sapeva bene.
Le ore
sembravano non passare, era trascorso più di un giorno dalla sua fuga, chissà
se lo avevano scoperto, se era fortunata non era ancora successo. Per tutto il
giorno era stata in ascolto dei carri e dei cavalli che transitavano sulla
vicina strada, le sue gambe erano rigide ma aveva trovato una biforcazione fra
due rami e si era potuta sedere. Aveva consumato poca acqua e poco cibo
cercando anche di appisolarsi e riposare in attesa del buio e riprendere il
cammino.
Il sole era
tramontato e lei ridiscese dall’albero, cecò di liberare le gambe dalla rigidità
accumulata, si avvolse mantello e sciarpa e riprese il cammino. Camminò per
tutta la notte, con brevi soste e l’alba stava già spuntando sul secondo giorno
della sua libertà.
Trovò un
albero che potesse sostenerla e vi salì appena in tempo prima che un contadino
passasse proprio da lì. Sospirò e cercò di riposare.
Nel
frattempo al castello il nervosismo stava aumentando. Nonostante Colette fosse
via da due giorni, Katrin non era ancora uscita dalla sua stanza.
Lord
Sheppard e Robin, accompagnati da un soldato armato di mazza erano davanti alla
sua porta.
Vieni subito fuori o farò abbattere
la porta! Urlò il
vecchio lord. Ma nessuno rispose. Con un cenno del capo diede l’ordine di abbattere
la porta ma questa si aprì al tocco di Robin.
Con un
terribile presentimento Robin entrò e chiamò a gran voce il nome di sua moglie,
ma gli rispose solo il silenzio. Cercò in ogni anfratto ma già sapeva che lei
non c’era, che, come aveva promesso se n’era andata e loro non se ne erano
accorti.
Lord
Sheppard era cadaverico dalla collera, mentre Robin era disperato.
Trovala e riportala subito qui! Gli ordinò battendo con forza il
bastone sul pavimento, ma Robin era già corso via.
Radunò i
soldati e cominciò ad impartire ordini. Vari drappelli furono inviati in tutte
le direzione a interrogare tutti nei villaggi limitrofi, mentre con sé prese
due soldati e praticamente volò alla fattoria di Alfred, anche se non aveva la
minima speranza che fosse là, ma doveva pur cominciare da qualche parte.
Viaggiarono
per tutto il giorno facendo solo una breve sosta e arrivarono alla fattoria che
la mattina era spuntata da poco.
Alfred li
sentì arrivare e aspettò di vedere chi fosse che arrivava così presto e così di
fretta.
Riconobbe
Robin e aspettò che smontasse da cavallo, e li invitò ad entrare per dissetarsi
e mangiare qualcosa, era evidente che cavalcavano da molte ore.
In disparte
Alfred e Robin stavano discutendo.
Cosa succede, capitano? Gli chiese.
Robin sapeva
che di lui poteva fidarsi. Katrin se n’è
andata, è sparita e ho sperato, che fosse venuta da voi, per quanto ne so siete
i suoi unici amici.
Alfred lo
osservava e capiva che stava soffrendo. Qui
non c’è, capitano, se vuoi controlla in ogni posto, sai bene che se non vuole
essere ritrovata qui non poteva venire, e me ne dispiace, Sara ed io vogliamo
bene a Katrin. Mi puoi dire cosa l’ha spinta alla fuga? Mi sembrava felice
quando vi siete sposati. Gli chiese ancora.
Robin
rimaneva in silenzio.
Ha a che fare con le tue assenze
passate? Con il tuo stare troppo con lord Sheppard? Non sono a conoscenza dei
dettagli ma conosco quello che stavi facendo, per questo me ne sono andato, non
potevo più fidarmi del mio capitano. Gli disse senza tentennamenti.
Quello che non sai è che io l’ho
fatto solo per lei, era l’unico modo per averla, io l’amavo da tempo ma non
avevo nessuna possibilità, un semplice soldato, anche se capitano non sarebbe
mai potuto diventare il marito di lady Katrin nipote di Lord Sheppard! Lei ha scoperto
il mio ruolo nel peggior modo possibile, quando ancora non avevo potuto dirle
la verità e, da quel momento non ha più voluto saperne né di suo nonno né di
me. Devo ritrovarla, non perché me lo ordina lord Sheppard ma perché non posso
vivere senza di lei. Gli
confessò.
Tu non hai mai voluto capire, caro
capitano che a lei non sono mai interessati denaro e potere, quante volte l’hai
sentita dire questo? Ha sempre desiderato soltanto una famiglia, una sua
famiglia, quella che le è sempre mancata, ed ora, ha ricevuto un’altra
delusione. Io lo so che la ami, ma spero tanto che tu non la possa ritrovare,
non te la meriti, capitano, ed ora controlla dove vuoi e poi vattene dalla mai
proprietà. Gli
rispose molto arrabbiato.
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