lunedì 24 febbraio 2020

KATRIN, LA SUA STORIA


KATRIN, LA SUA STORIA

parte centocinque






I primi cinguettii degli uccelli l’avvisarono che l’alba era spuntata. Doveva porre la massima attenzione. Cercava di orientarsi ma era sicura della direzione che aveva preso, il sole non mentiva sulla sua posizione.
Una strada sterrata le segnalò che era vicina a qualche villaggio. Si inoltrò nel folto del bosco e cercò un riparo. Aveva davanti una lunga giornata da passare stando nascosta. Avrebbe voluto continuare il suo cammino ma sentì il rumore di ruote e di carri e la fecero desistere. Non vedeva nascondigli e doveva assolutamente togliersi da lì. Un grosso albero fece al caso suo, vi salì e trovò una posizione il più comoda possibile per rimanerci fino al tramonto. Non sarebbe stato facile, ma niente della sua vita, dopo la fuga sarebbe stato facile, lo sapeva bene.
Le ore sembravano non passare, era trascorso più di un giorno dalla sua fuga, chissà se lo avevano scoperto, se era fortunata non era ancora successo. Per tutto il giorno era stata in ascolto dei carri e dei cavalli che transitavano sulla vicina strada, le sue gambe erano rigide ma aveva trovato una biforcazione fra due rami e si era potuta sedere. Aveva consumato poca acqua e poco cibo cercando anche di appisolarsi e riposare in attesa del buio e riprendere il cammino.
Il sole era tramontato e lei ridiscese dall’albero, cecò di liberare le gambe dalla rigidità accumulata, si avvolse mantello e sciarpa e riprese il cammino. Camminò per tutta la notte, con brevi soste e l’alba stava già spuntando sul secondo giorno della sua libertà.
Trovò un albero che potesse sostenerla e vi salì appena in tempo prima che un contadino passasse proprio da lì. Sospirò e cercò di riposare.
Nel frattempo al castello il nervosismo stava aumentando. Nonostante Colette fosse via da due giorni, Katrin non era ancora uscita dalla sua stanza.
Lord Sheppard e Robin, accompagnati da un soldato armato di mazza erano davanti alla sua porta.
Vieni subito fuori o farò abbattere la porta! Urlò il vecchio lord. Ma nessuno rispose. Con un cenno del capo diede l’ordine di abbattere la porta ma questa si aprì al tocco di Robin.
Con un terribile presentimento Robin entrò e chiamò a gran voce il nome di sua moglie, ma gli rispose solo il silenzio. Cercò in ogni anfratto ma già sapeva che lei non c’era, che, come aveva promesso se n’era andata e loro non se ne erano accorti.
Lord Sheppard era cadaverico dalla collera, mentre Robin era disperato.
Trovala e riportala subito qui! Gli ordinò battendo con forza il bastone sul pavimento, ma Robin era già corso via.
Radunò i soldati e cominciò ad impartire ordini. Vari drappelli furono inviati in tutte le direzione a interrogare tutti nei villaggi limitrofi, mentre con sé prese due soldati e praticamente volò alla fattoria di Alfred, anche se non aveva la minima speranza che fosse là, ma doveva pur cominciare da qualche parte.
Viaggiarono per tutto il giorno facendo solo una breve sosta e arrivarono alla fattoria che la mattina era spuntata da poco.
Alfred li sentì arrivare e aspettò di vedere chi fosse che arrivava così presto e così di fretta.
Riconobbe Robin e aspettò che smontasse da cavallo, e li invitò ad entrare per dissetarsi e mangiare qualcosa, era evidente che cavalcavano da molte ore.
In disparte Alfred e Robin stavano discutendo.
Cosa succede, capitano? Gli chiese.
Robin sapeva che di lui poteva fidarsi. Katrin se n’è andata, è sparita e ho sperato, che fosse venuta da voi, per quanto ne so siete i suoi unici amici.
Alfred lo osservava e capiva che stava soffrendo. Qui non c’è, capitano, se vuoi controlla in ogni posto, sai bene che se non vuole essere ritrovata qui non poteva venire, e me ne dispiace, Sara ed io vogliamo bene a Katrin. Mi puoi dire cosa l’ha spinta alla fuga? Mi sembrava felice quando vi siete sposati. Gli chiese ancora.
Robin rimaneva in silenzio.
Ha a che fare con le tue assenze passate? Con il tuo stare troppo con lord Sheppard? Non sono a conoscenza dei dettagli ma conosco quello che stavi facendo, per questo me ne sono andato, non potevo più fidarmi del mio capitano. Gli disse senza tentennamenti.
Quello che non sai è che io l’ho fatto solo per lei, era l’unico modo per averla, io l’amavo da tempo ma non avevo nessuna possibilità, un semplice soldato, anche se capitano non sarebbe mai potuto diventare il marito di lady Katrin nipote di Lord Sheppard! Lei ha scoperto il mio ruolo nel peggior modo possibile, quando ancora non avevo potuto dirle la verità e, da quel momento non ha più voluto saperne né di suo nonno né di me. Devo ritrovarla, non perché me lo ordina lord Sheppard ma perché non posso vivere senza di lei. Gli confessò.
Tu non hai mai voluto capire, caro capitano che a lei non sono mai interessati denaro e potere, quante volte l’hai sentita dire questo? Ha sempre desiderato soltanto una famiglia, una sua famiglia, quella che le è sempre mancata, ed ora, ha ricevuto un’altra delusione. Io lo so che la ami, ma spero tanto che tu non la possa ritrovare, non te la meriti, capitano, ed ora controlla dove vuoi e poi vattene dalla mai proprietà. Gli rispose molto arrabbiato.


immagine dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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