KATRIN, LA SUA STORIA
parte ottantadue
Di nuovo era
sul veliero che la riportava verso casa. L’umore non era come quello di tre
mesi prima, la spagna le era piaciuta davvero molto e aveva passato quel tempo
in completo relax. La famiglia Mason la trattava come una di loro e si
dispiaceva molto al pensiero che presto non li avrebbe più visti.
Da un lato
era triste, ma dall’altro era elettrizzata al pensiero che mancava poco al suo
rientro a casa, nella sua vera famiglia.
I gemelli
erano allegri come sempre e, quando sbarcarono si salutarono con la promessa di
rivedersi al più presto.
Katrin e il
suo seguito rientrarono nella villa che presto avrebbero lasciato.
Missis
Colette aveva parecchio da fare nell’organizzare le giornate della sua padrona.
Aveva ordini precisi sia da lady Katrin che da sir Jacob.
Aprile si
presentò con un sole tiepido e una temperatura molto piacevole. La stagione
teatrale era iniziata e Katrin aveva ritrovato tutti i vecchi conoscenti. Il
suo colorito leggermente abbronzato spiccava in mezzo a tutte le giovinette
presenti. Lei sorrideva a tutti, era gentile e aveva già cominciato a
organizzare i bagagli per il ritorno a casa.
Era felice,
finalmente stava terminando quel lungo periodo di lontananza. Diede
disposizione che si organizzasse una splendida festa di saluto per tutte le
persone che aveva conosciuto. Sir Jacob era molto indaffarato e l’ultimo sabato
di maggio aprirono le porte agli invitati.
Una
splendida festa all’aperto, non aveva dimenticato nessuno, aveva invitato la
sarta, i contabili, tutti quelli che aveva conosciuto.
Una
particolare accoglienza la riservò alla famiglia Mason e, quando alla fine si
salutarono Katrin e Olivia piansero mentre si abbracciavano.
Si
scambiarono promesse, baciò i gemelli che avevano occhi tristissimi. Lasciò per
loro una lettera di ringraziamento e un regalo per ognuno di loro.
Tutto passò
in un soffio e si ritrovò a varcare il cancello della dimora della città mentre
le carrozze prendevano la strada di casa, finalmente dopo la lunga lontananza.
Sir Jacob
viaggiava con lei e missis Colette. La osservava e vedeva nei suoi occhi una
luce che le mancava da tempo. La sua assistente aveva accettato di seguirla al
castello di lord Sheppard.
E’ felice, lady Katrin? Le chiese Jacob.
Non lo sono mai stata così tanto.
Finalmente posso tornare a casa, riabbracciare mio nonno e sentirmi finalmente
in famiglia. Gli
rispose.
E lei che farà, sir Jacob? Gli chiese di rimando.
Lui sorrise
e gli si illuminarono gli occhi. Io
tornerò alla mia tenuta, “Tenuta Jacob” e potrò finalmente coronare il mio
sogno d’amore e sposare Rose. Il nome della tenuta non è il mio, ma del mio
bisnonno che l’ha creata con tanti sacrifici. Suo nonno, lord Sheppard è stato
molto generoso per il lavoro che ho svolto con lei, lady Katrin e potrò
continuare ad ingrandire la proprietà. Si trova a sud del castello Sheppard,
molto a sud e, se mai ne avesse occasione, passi a trovarci, conoscerà Rose,
mia madre, mio fratello e sarà un vero onore per noi. Le rispose.
Katrin
rimase in silenzio. Aveva avuto vicino quell’uomo tranquillo e gentile per così
tanto tempo che ora faceva fatica ad accettare che se ne andasse. Mi mancherà molto, sir Jacob, non può
immaginare quanto. E tolse lo sguardo per non far vedere gli occhi lucidi.
Viaggiarono
per una settimana. Il tempo si era mantenuto al bello e mancavano poche ore per
raggiungere il castello Sheppard.
Ha qualche progetto, lady Katrin? Le chiese gentilmente Jacob.
Lei rimase
pensierosa. Non avrebbe mai confessato a nessuno quanto si sentiva in pensiero.
La lontananza era stata lunga, lei si era istruita per quanto aveva potuto,
aveva perfino imparato a parlare lo spagnolo. Alzò lo sguardo sull’uomo che
aveva di fronte. Non so cosa mio nonno
abbia in serbo per me. Per adesso sono solo felice di essere a casa. Gli
rispose.
Sir Jacob si
sporse dal suo sedile e, cosa che non aveva mai fatto le prese le mani e le
strinse fra le sue. Avvicinò il suo viso a quello splendido di Katrin e le
bisbigliò: lady Katrin, voglio che lei
sappia che in qualunque momento, per qualsiasi circostanza, per ogni evenienza
che le si possa presentare in casa mia troverà sempre qualcuno che le vuole
bene. Lasciò che lei assimilasse quanto le aveva detto e non aggiunse
altro. Le baciò educatamente le mani e si ritirò nel suo angolo.
Katrin era
perplessa dalle parole che aveva appena udito, ma la voce del cocchiere che
avvisava di essere in vista del castello Sheppard le fece dimenticare
l’accaduto.
Si sporse
dal finestrino e quando vide la sua casa cominciò a piangere senza nemmeno
rendersene conto. Due anni era stata lontana, due anni lunghi e intensi, senza
i suoi affetti.
Passarono
oltre il portone e raggiunsero l’entrata principale. La carrozza si arrestò e
Katrin non aspettò che il cocchiere l’aiutasse a scendere. Aveva visto suo
nonno che sorrideva e l’aspettava e, come aveva fatto tanto tempo prima gli
volò letteralmente fra le braccia.
Bentornata, mia cara. Le disse mentre l’abbracciava.
Sono qui, nonno, finalmente sono qui
con te. Gli rispose
stringendolo forte.
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