venerdì 3 gennaio 2020

KATRIN, LA SUA STORIA


KATRIN, LA SUA STORIA

parte sessantanove






Si preparò con cura per la sua prima uscita nella grande metropoli. La carrozza e sir Jacob l’aspettavano e le sue guardie del corpo non la perdevano di vista.
Non ci volle molto per arrivare alla sartoria di miss Louise.
Il campanello sulla porta vetrata diede il benvenuto a Katrin e ai suoi accompagnatori. La guardia si fermò sulla porta e Jacob aspettò l’arrivo della stilista che era stata avvisata del loro arrivo.
Una donna piuttosto alta, dal portamento quasi regale, vestita con semplicità e classe la raggiunse sorridendo. Piccole rughe evidenziavano la sua non più giovane età, il suo viso era piacevole e ben truccato.
Benvenuta nel mio atelier, lady Sheppard. Sono a sua disposizione. Le disse facendo un lieve inchino.
L’accompagnò nel suo piccolo ufficio stracolmo di stoffe e disegni e si accomodarono su una poltroncina bevendo un tè. Katrin le disse cosa le serviva per la prima a teatro, la sarta prese le misure. Non c’era molto tempo ma c’erano dei bellissimi abiti pronti per le piccole modifiche che potevano servire.
Ce n’erano quattro su appositi manichini. Katrin era estasiata ad osservare tanta bellezza. Fece i complimenti alla sarta. Lei cosa mi suggerisce, miss Louise?  Le chiese la ragazza.
Scelse l’abito, il cappello, la borsetta, le scarpe, i guanti, il mantello e si accordarono per rivedersi presto per gli altri abiti che sarebbero stati fatti su misura.
Ha trovato quello che cercava, lady Katrin? Le chiese Jacob.
Credo di sì. Si guardò intorno, era la prima volta che vedeva una grande città. Possiamo fare un giro, sir Jacob? Vorrei imparare ad orientarmi. Gli chiese.
E’ ora di pranzo, c’è un tavolo prenotato al ristorante del centro, possiamo arrivarci a piedi, se lo desidera. Le disse dandole galantemente il braccio.
Gli occhi di Katrin osservavano ogni cosa. Faceva freddo ma lei era felice di poter iniziare la conoscenza della città che l’avrebbe ospitata per un anno intero.
Iniziò così e, senza che se ne rendesse conto cominciò a dare seguito al programma di suo nonno.
Le giornate seguenti le tenne libere e si fece accompagnare in carrozza a visitare i luoghi principali della città, la grande cattedrale, il palazzo reale, le piazze più belle e i parchi che di lì a poco sarebbero fioriti e riempiti di gente a passeggio.
Jacob teneva tutto sotto controllo. Aveva una lunga lista di impegni per la ragazza, suo nonno era stato categorico.
Katrin si stava preparando per la serata a teatro. L’abito era bellissimo, piuttosto elaborato ma era semplice nel complesso, lei non amava troppo le esagerazioni, anche se erano di moda. Un tenue color azzurro e una scollatura non troppo profonda. I capelli sistemati come la moda richiedeva e nessun gioiello, non ne aveva.
Era pronta e si stava osservando davanti al grande specchio. Quasi non si riconosceva. Impossibile non notare il pugnale che aveva al fianco, non se ne sarebbe separata per nulla al mondo. Ancora non lo sapeva ma stava dando inizio ad una moda che altre giovinette avrebbero seguito, e presto molte ragazze e giovani donne avrebbero avuto il pugnale al fianco, ma solo lei lo sapeva usare a dovere, anche se nessuno ci avrebbe creduto.
Sir Jacob entrò, elegante nel suo abito da sera. Mi permetta di dirle, lady Katrin che la trovo davvero incantevole, sarò l’uomo più invidiato del teatro. Le disse sinceramente. L’aiutò ad indossare il mantello, le diede il braccio e scesero. A nessuno dei presenti sfuggì la bellezza di quella giovinetta.
Fu una serata incredibile per Katrin. Sentiva tutti gli occhi puntati su di lei. Uomini, donne più o meno giovani la osservavano e il pugnale lasciava esterrefatte le donne ingioiellate e impellicciate.
Vennero in parecchi a presentarsi, a salutarla a lasciare il loro biglietto e sir Jacob l’aiutò con molta discrezione.
Per la prima volta assistette all’esibizione di un balletto. Ne era incantata, lei non sarebbe mai potuta essere leggera come i ballerini sul palco. La musica era bellissima e le piacque immensamente. Aveva gli occhi lucidi dalla commozione, e questo non sfuggì al suo accompagnatore.
Jacob l’accompagnò al buffet e la lasciò sola. Non la perdeva di vista, pronto ad intervenire in caso di bisogno.
Parecchi giovanotti si presentarono, le fecero tanti complimenti. Signori attempati richiedevano la sua attenzione e la presentavano alle loro signore.
Lei era sempre gentile e sorridente con tutti.
Un giovanotto le si avvicinò e le offrì un bicchiere di vino. Ha un bel pugnale, lady Katrin, ma bisognerebbe anche saperlo usare. Le disse ironico.
Lei lo osservava senza smettere di sorridere, e si avvide che quello la stava prendendo in giro bonariamente.
Quando vorrà una dimostrazione della mia capacità me lo faccia sapere, non vorrei che le sue siano solo parole e che non sia in grado di combattere col pugnale. Se le aggrada di più la spada per me va bene. Accetta la mia sfida? Gli disse senza alzare la voce.
Molti presenti li stavano guardando e la sfida della lady non era sfuggita.
Non vorrei rovinare una bella amicizia sul nascere. Le rispose il giovanotto.
Questo succederà se non mi darà soddisfazione. Scelga il posto e l’ora e informi sir Jacob, non vedo l’ora. Gli fece un ironico inchino e gli girò le spalle.
Era ora di tornare.


 immagine dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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