KATRIN, LA SUA STORIA
parte sessantanove
Si preparò
con cura per la sua prima uscita nella grande metropoli. La carrozza e sir
Jacob l’aspettavano e le sue guardie del corpo non la perdevano di vista.
Non ci volle
molto per arrivare alla sartoria di miss Louise.
Il
campanello sulla porta vetrata diede il benvenuto a Katrin e ai suoi
accompagnatori. La guardia si fermò sulla porta e Jacob aspettò l’arrivo della
stilista che era stata avvisata del loro arrivo.
Una donna
piuttosto alta, dal portamento quasi regale, vestita con semplicità e classe la
raggiunse sorridendo. Piccole rughe evidenziavano la sua non più giovane età,
il suo viso era piacevole e ben truccato.
Benvenuta nel mio atelier, lady
Sheppard. Sono a sua disposizione. Le disse facendo un lieve inchino.
L’accompagnò
nel suo piccolo ufficio stracolmo di stoffe e disegni e si accomodarono su una
poltroncina bevendo un tè. Katrin le disse cosa le serviva per la prima a
teatro, la sarta prese le misure. Non c’era molto tempo ma c’erano dei
bellissimi abiti pronti per le piccole modifiche che potevano servire.
Ce n’erano
quattro su appositi manichini. Katrin era estasiata ad osservare tanta
bellezza. Fece i complimenti alla sarta. Lei
cosa mi suggerisce, miss Louise? Le
chiese la ragazza.
Scelse
l’abito, il cappello, la borsetta, le scarpe, i guanti, il mantello e si
accordarono per rivedersi presto per gli altri abiti che sarebbero stati fatti
su misura.
Ha trovato quello che cercava, lady
Katrin? Le chiese
Jacob.
Credo di sì. Si guardò intorno, era la prima volta
che vedeva una grande città. Possiamo
fare un giro, sir Jacob? Vorrei imparare ad orientarmi. Gli chiese.
E’ ora di pranzo, c’è un tavolo
prenotato al ristorante del centro, possiamo arrivarci a piedi, se lo desidera.
Le disse dandole
galantemente il braccio.
Gli occhi di
Katrin osservavano ogni cosa. Faceva freddo ma lei era felice di poter iniziare
la conoscenza della città che l’avrebbe ospitata per un anno intero.
Iniziò così
e, senza che se ne rendesse conto cominciò a dare seguito al programma di suo
nonno.
Le giornate
seguenti le tenne libere e si fece accompagnare in carrozza a visitare i luoghi
principali della città, la grande cattedrale, il palazzo reale, le piazze più
belle e i parchi che di lì a poco sarebbero fioriti e riempiti di gente a
passeggio.
Jacob teneva
tutto sotto controllo. Aveva una lunga lista di impegni per la ragazza, suo
nonno era stato categorico.
Katrin si
stava preparando per la serata a teatro. L’abito era bellissimo, piuttosto
elaborato ma era semplice nel complesso, lei non amava troppo le esagerazioni, anche
se erano di moda. Un tenue color azzurro e una scollatura non troppo profonda.
I capelli sistemati come la moda richiedeva e nessun gioiello, non ne aveva.
Era pronta e
si stava osservando davanti al grande specchio. Quasi non si riconosceva.
Impossibile non notare il pugnale che aveva al fianco, non se ne sarebbe
separata per nulla al mondo. Ancora non lo sapeva ma stava dando inizio ad una
moda che altre giovinette avrebbero seguito, e presto molte ragazze e giovani
donne avrebbero avuto il pugnale al fianco, ma solo lei lo sapeva usare a
dovere, anche se nessuno ci avrebbe creduto.
Sir Jacob
entrò, elegante nel suo abito da sera. Mi
permetta di dirle, lady Katrin che la trovo davvero incantevole, sarò l’uomo
più invidiato del teatro. Le disse sinceramente. L’aiutò ad indossare il
mantello, le diede il braccio e scesero. A nessuno dei presenti sfuggì la
bellezza di quella giovinetta.
Fu una
serata incredibile per Katrin. Sentiva tutti gli occhi puntati su di lei.
Uomini, donne più o meno giovani la osservavano e il pugnale lasciava
esterrefatte le donne ingioiellate e impellicciate.
Vennero in
parecchi a presentarsi, a salutarla a lasciare il loro biglietto e sir Jacob
l’aiutò con molta discrezione.
Per la prima
volta assistette all’esibizione di un balletto. Ne era incantata, lei non
sarebbe mai potuta essere leggera come i ballerini sul palco. La musica era
bellissima e le piacque immensamente. Aveva gli occhi lucidi dalla commozione,
e questo non sfuggì al suo accompagnatore.
Jacob
l’accompagnò al buffet e la lasciò sola. Non la perdeva di vista, pronto ad
intervenire in caso di bisogno.
Parecchi
giovanotti si presentarono, le fecero tanti complimenti. Signori attempati
richiedevano la sua attenzione e la presentavano alle loro signore.
Lei era sempre
gentile e sorridente con tutti.
Un
giovanotto le si avvicinò e le offrì un bicchiere di vino. Ha un bel pugnale, lady Katrin, ma bisognerebbe anche saperlo usare. Le
disse ironico.
Lei lo
osservava senza smettere di sorridere, e si avvide che quello la stava
prendendo in giro bonariamente.
Quando vorrà una dimostrazione della
mia capacità me lo faccia sapere, non vorrei che le sue siano solo parole e che
non sia in grado di combattere col pugnale. Se le aggrada di più la spada per
me va bene. Accetta la mia sfida? Gli disse senza alzare la voce.
Molti
presenti li stavano guardando e la sfida della lady non era sfuggita.
Non vorrei rovinare una bella
amicizia sul nascere. Le rispose il giovanotto.
Questo succederà se non mi darà
soddisfazione. Scelga il posto e l’ora e informi sir Jacob, non vedo l’ora. Gli fece un ironico inchino e gli
girò le spalle.
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