KATRIN, LA SUA STORIA
parte sessantotto
Erano tutti
seduti per la colazione, sarebbero ripartiti al più presto. Il loro arrivo
all’albergo della capitale era previsto per il tardo pomeriggio. Portarono con
loro del cibo, non avrebbero fatto soste superflue.
Il viaggio
era silenzioso, scomodo, ma Katrin non si lamentava. Non aveva detto una parola
da quando erano partiti e Jacob la osservava di sottecchi. Si chiese cosa
avevano in serbo i mesi a venire, il suo compito non era dei più facili, doveva
eseguire gli ordini di lord Sheppard senza scontentare lady Katrin, e diventava
sempre più difficile mantenere l’equilibrio che serviva. Aveva fatto di tutto,
e avrebbe continuato a farlo per non affezionarsi a quella graziosa ragazza, se
suo nonno avesse scoperto un qualunque attaccamento fra di loro sarebbe stato
rimpiazzato all’istante, e lui non voleva che la giovinetta soffrisse
ulteriormente.
Giunsero
finalmente a destinazione. Katrin scese veloce dalla carrozza e fu accompagnata
nell’appartamento riservato. Le sue cameriere sarebbero state nella stanza
vicina, le sue guardie del corpo non l’avrebbero mai lasciata sola e sir Jacob
occupava la stanza adiacente con la porta in comunicazione.
Si tolse il
mantello e si scaldò le mani alle fiamme del camino. Si guardò intorno. Era un
bellissimo appartamento, molto lussuoso. Nonostante la stagione invernale
alcuni vasi di fiori colorati rallegravano l’ambiente. Era una sistemazione
piacevole. Chiese la cena in camera e si ritirò presto. Era stanca e aveva un
lungo anno da affrontare in città.
Era già in piedi
quando la mattina entrarono le sue cameriere. Aspettarono di ricevere gli
ordini della lady e si diedero da fare.
Sentì
bussare ed entrò Jacob. La colazione era per due e si sedettero al tavolo.
Mangiarono
in silenzio. Katrin alzò lo sguardo su di lui. Coraggio, sir Jacob, diamo inizio alle danze. Disse senza troppo
entusiasmo.
L’uomo aprì
la sua valigia e sistemò alcuni fogli. Da
dove vuole iniziare, lady Katrin? Dai colloqui per scegliere la sua segretaria
personale, dalla sartoria dove dovrà fare parecchi ordini, o visitare le dimore
da scegliere per la sua permanenza? Le chiese sparpagliando alcuni fogli.
Iniziamo dalle dimore. Non vedo l’ora
di avere una casa che possa considerare tale, almeno in apparenza. Si lasciò sfuggire.
L’uomo
assentì. Programmo le visite, sono cinque
e ne visiteremo una al giorno, avrà mezza giornata libera se vuole andare alla
sartoria di miss Louise. La informò aspettando una risposta.
Lei ha un programma per tutto, a
quanto vedo. Mi sembra di essere una marionetta che deve rispondere a chi tiene
i fili. Quando inizierò il lavoro per il quale sono stata mandata qui? Andò dritta al sodo.
Jacob si
schiarì la voce. L’accompagnerò
personalmente allo studio del notaio che segue gli affari della sua famiglia,
poi conosceremo alcuni banchieri e verrà messa al corrente di vari argomenti. La
informò.
Katrin alzò
lo sguardo e lo fisso dritto negli occhi. Sir
Jacob, in tutta sincerità, mi dica: a cosa mi serve tutto questo? Perché devo
rimanere un anno intero per un compito che richiede non più di un paio di mesi?
Lady Katrin, lei sa bene qual è lo
scopo principale di suo nonno: vuole che la società che conta la conosca, la
apprezzi, capisca la sua intelligenza e la sua grande educazione. E’ veramente
orgoglioso di lei, e le mette a disposizione ogni mezzo perché tutti conoscano
l’erede Sheppard, la sua adorata nipote. Le rispose.
Lei rimaneva
in silenzio.
Dovrà presenziare a molti avvenimenti
mondani, accettare inviti e ricambiarli. Dovrà conoscere come ci si comporta in
questo mondo ristretto, sarà una lezione che non potrà conoscere se non la vive
personalmente, questo suo nonno lo sa bene. Io ho un programma da sottoporle ma
lei può variarlo quando e come vuole strada facendo. Sono a sua disposizione
per tutto. La
informò.
Mi fido di lei, sir Jacob. Gli disse soltanto.
Allora mi permetto di darle un
consiglio. Fra una settimana ci sarà una prima al teatro più importante della
città, saranno presenti tutti quelli che contano e lei dovrebbe partecipare.
Lasci che l’accompagni alla sartoria e scelga un abito di quelli che lasciano
senza fiato per la sua prima uscita in pubblico. Sarà molto ammirata,
osservata, scrutata, non può sbagliare nemmeno un passo. Le suggerì.
Ad una condizione: lei sarà il mio
accompagnatore, non voglio presentarmi sola come un’orfana abbandonata. Gli disse.
Sarà un piacere per me, lady Katrin.
Non passerà molto tempo prima che lei abbia accompagnatori più consoni ma
accetto la sua offerta e ne sono orgoglioso. Le rispose con un inchino.
Si
accordarono per andare alla sartoria, poteva essere piacevole, dopotutto,
sarebbe stata la sua prima volta, doveva imparare. Diede istruzione per gli
orari dei colloqui e si preparò ad iniziare una nuova avventura. Ringraziò
mentalmente Sara per come l’aveva ben istruita e al suo pensiero si intristì.
Le mancava ma il passato non poteva ritornare, doveva guardare al futuro e
doveva fare di tutto per essere all’altezza del nome che portava e, soprattutto
non voleva deludere suo nonno. Le mancava casa sua, le mancava ogni cosa, ma il
tempo scorreva e lei sarebbe tornata con tante storie da raccontare.
immagine dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti
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