KATRIN, LA SUA STORIA
parte ottantasei
I soldati
avevano già cominciato ad allenarsi quando Katrin li raggiunse per esercitarsi
con loro.
Robin le si
avvicinò con il suo più bel sorriso, ma Katrin rimase seria e concentrata. E’ pronta, lady Katrin? Da cosa vuole
iniziare? Le chiese molto professionalmente.
Mi lasci il tempo di riscaldare i
muscoli e sarà pronta ad incrociare la mia spada con la sua. Gli rispose mentre poggiava al muro
la splendida spada che le aveva regalato il capitano. Non sfuggì la bellezza
dell’arma al capitano, ma non fece commenti.
Ci vollero
venti minuti prima che Katrin fosse pronta.
Iniziarono
senza fretta, cercando di rilassare i muscoli delle braccia e delle gambe.
Dall’ultima volta che avevano duellato lei si era alzata in statura e la
struttura era ben proporzionata. Era indubbio che non avesse mai smesso di
allenarsi.
Ha paura di farmi male, capitano? Gli chiese beffarda. Stavo solo aspettando che lei fosse pronta, lady
Katrin. E inasprirono la contesa.
Entrambi
erano concentrati e ben addestrati, la forza fisica del soldato superava quella
della ragazza ma lei, a differenza di due anni prima aveva acquisito una
agilità e una velocità di cambio di posizione che lui non le aveva mai visto.
Le ho promesso che prima o poi
l’avrei messa a terra, non sarà oggi né domani, ma ci riuscirò, sir Robin. Gli disse senza smettere di
incrociare la lama.
Lei ha una spada veramente bella,
lady Katrin, ma non le basterà per raggiungere il suo scopo. Le rispose ben sapendo che era molto
migliorata.
Duellarono
senza sosta per un’ora intera, grondavano sudore ma nessuno dei due chiedeva
una sosta. Dovette intervenire il capo dei soldati che rovesciò loro addosso
una secchiata di acqua gelida. E’ ora di
finirla. Disse in tono serio. Questa
non è una guerra. E li lasciò grondanti acqua.
I due
contendenti si misero all’ombra del portico. Katrin lo osservava e si osservava,
così bagnati erano proprio ridicoli e cominciò a ridere di gusto.
La risata
della ragazza riempiva il cortile e contagiò sia Robin che altri soldati. In
men che non si dica era tutto un battersi sulle spalle e ridere di gusto.
Grazie, sir Robin. Avevo proprio
bisogno di sfogarmi. Gli
disse mentre si toglieva dagli occhi i capelli spettinati e bagnati.
Lui la
osservava, il corpetto bagnato lasciava intravedere i seni con i capezzoli
scuri, lei nemmeno se ne era accorta di quanto fosse provocante e bella. Le
fece un inchino e la lasciò senza dire un’altra parola.
Mentre si
allontanava gli disse: domani proviamo
con l’arco, si prepari.
Colette la
stava aspettando, aveva assistito dalla finestra al duello e aveva capito che
fra i due c’era qualcosa di non detto. Aiutò Katrin a cambiarsi.
E’ un gran bel soldato quel sir
Robin. Disse con
noncuranza la cameriera.
E’ vero. Le rispose Katrin. Ed ha un ego che lo rende antipatico. Aggiunse.
Colette
sorrise ma non aggiunse altro.
Stava
riposando al fresco della sua camera quando fu raggiunta dal cameriere di suo
nonno che l’aspettava nel suo studio. Lo seguì curiosa di sapere cosa volesse.
Bussò ed
entrò. Lord Sheppard era in compagnia di altri due uomini.
Siedi con noi, mia cara. C’è un
cambiamento di programma. Le disse. Questi sono sir Norman e
suo figlio August. Sono i responsabili di alcune mie, anzi nostre proprietà
che, come ogni anno hanno portato i libri contabili. Vorrei che li controllassi
tu. Le disse. Sono i conti di un anno
intero, perciò avrai da lavorarci per parecchio tempo e non potrai
accompagnarmi nel mio viaggio. Aggiunse.
Lo farò con piacere, nonno, e mi
dispiace di non poterti accompagnare. Cercherò di dedicarci tutto il tempo
necessario e di fare un buon lavoro. Gli rispose.
August resterà al castello e ti
aiuterà se ne avrai bisogno. Aggiunse.
Mi sembra giusto, nonno. E’ un
compito nuovo per me e una mano mi farà piacere. Aggiunse sorridendo al giovane.
Alcuni
spessi volumi erano appoggiati sul tavolo. Lo
farai qui nel mio studio, non amo che quello che riguarda i miei affari esca da
questa stanza. Ti metterai d’accordo con August per programmare il lavoro, io
sarò assente per tre settimane circa, tornerò per la fine del mese e al mio
ritorno mi aggiornerai. Le spiegò.
Certamente nonno. Programmerò anche i
miei allenamenti con sir Robin ma non intralcerò il mio compito. Gli disse.
Sir Robin mi dovrà accompagnare,
dovrai cercare qualcun altro per i tuoi allenamenti, sono sicuro che il capo
dei soldati ti saprà aiutare in merito. Le rispose.
Va bene, nonno, farò come chiedi. Le rispose delusa.
Le va una cavalcata, sir August? Gli chiese Katrin. Così potremo fare conoscenza.
Il ragazzo
chiese il permesso a suo padre e al lord e seguì felice la ragazza.
Vada alle stalle e scelga un cavallo,
io la raggiungo in men che non si dica.
Arrivò nella
sua stanza e indossò i pantaloni da cavallerizza.
Aveva la
mente in fibrillazione. Che ci andava a fare Robin con suo nonno? Perché aveva
cambiato i programmi? Ma erano domande inutili. Se c’era una cosa che aveva ben
capito degli affari era che non si potevano fare programmi a lungo termine,
molte variabili avvenivano improvvise.
Cancellò la
delusione e raggiunse il suo ospite.
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