martedì 28 gennaio 2020

KATRIN, LA SUA STORIA


KATRIN, LA SUA STORIA

parte ottantasei






I soldati avevano già cominciato ad allenarsi quando Katrin li raggiunse per esercitarsi con loro.
Robin le si avvicinò con il suo più bel sorriso, ma Katrin rimase seria e concentrata. E’ pronta, lady Katrin? Da cosa vuole iniziare? Le chiese molto professionalmente.
Mi lasci il tempo di riscaldare i muscoli e sarà pronta ad incrociare la mia spada con la sua. Gli rispose mentre poggiava al muro la splendida spada che le aveva regalato il capitano. Non sfuggì la bellezza dell’arma al capitano, ma non fece commenti.
Ci vollero venti minuti prima che Katrin fosse pronta.
Iniziarono senza fretta, cercando di rilassare i muscoli delle braccia e delle gambe. Dall’ultima volta che avevano duellato lei si era alzata in statura e la struttura era ben proporzionata. Era indubbio che non avesse mai smesso di allenarsi.
Ha paura di farmi male, capitano? Gli chiese beffarda. Stavo solo aspettando che lei fosse pronta, lady Katrin. E inasprirono la contesa.
Entrambi erano concentrati e ben addestrati, la forza fisica del soldato superava quella della ragazza ma lei, a differenza di due anni prima aveva acquisito una agilità e una velocità di cambio di posizione che lui non le aveva mai visto.
Le ho promesso che prima o poi l’avrei messa a terra, non sarà oggi né domani, ma ci riuscirò, sir Robin. Gli disse senza smettere di incrociare la lama.
Lei ha una spada veramente bella, lady Katrin, ma non le basterà per raggiungere il suo scopo. Le rispose ben sapendo che era molto migliorata.
Duellarono senza sosta per un’ora intera, grondavano sudore ma nessuno dei due chiedeva una sosta. Dovette intervenire il capo dei soldati che rovesciò loro addosso una secchiata di acqua gelida. E’ ora di finirla. Disse in tono serio. Questa non è una guerra. E li lasciò grondanti acqua.
I due contendenti si misero all’ombra del portico. Katrin lo osservava e si osservava, così bagnati erano proprio ridicoli e cominciò a ridere di gusto.
La risata della ragazza riempiva il cortile e contagiò sia Robin che altri soldati. In men che non si dica era tutto un battersi sulle spalle e ridere di gusto.
Grazie, sir Robin. Avevo proprio bisogno di sfogarmi. Gli disse mentre si toglieva dagli occhi i capelli spettinati e bagnati.
Lui la osservava, il corpetto bagnato lasciava intravedere i seni con i capezzoli scuri, lei nemmeno se ne era accorta di quanto fosse provocante e bella. Le fece un inchino e la lasciò senza dire un’altra parola.
Mentre si allontanava gli disse: domani proviamo con l’arco, si prepari.
Colette la stava aspettando, aveva assistito dalla finestra al duello e aveva capito che fra i due c’era qualcosa di non detto. Aiutò Katrin a cambiarsi.
E’ un gran bel soldato quel sir Robin. Disse con noncuranza la cameriera.
E’ vero. Le rispose Katrin. Ed ha un ego che lo rende antipatico. Aggiunse.
Colette sorrise ma non aggiunse altro.
Stava riposando al fresco della sua camera quando fu raggiunta dal cameriere di suo nonno che l’aspettava nel suo studio. Lo seguì curiosa di sapere cosa volesse.
Bussò ed entrò. Lord Sheppard era in compagnia di altri due uomini.
Siedi con noi, mia cara. C’è un cambiamento di programma. Le disse. Questi sono sir Norman e suo figlio August. Sono i responsabili di alcune mie, anzi nostre proprietà che, come ogni anno hanno portato i libri contabili. Vorrei che li controllassi tu. Le disse. Sono i conti di un anno intero, perciò avrai da lavorarci per parecchio tempo e non potrai accompagnarmi nel mio viaggio. Aggiunse.
Lo farò con piacere, nonno, e mi dispiace di non poterti accompagnare. Cercherò di dedicarci tutto il tempo necessario e di fare un buon lavoro. Gli rispose.
August resterà al castello e ti aiuterà se ne avrai bisogno. Aggiunse.
Mi sembra giusto, nonno. E’ un compito nuovo per me e una mano mi farà piacere. Aggiunse sorridendo al giovane.
Alcuni spessi volumi erano appoggiati sul tavolo. Lo farai qui nel mio studio, non amo che quello che riguarda i miei affari esca da questa stanza. Ti metterai d’accordo con August per programmare il lavoro, io sarò assente per tre settimane circa, tornerò per la fine del mese e al mio ritorno mi aggiornerai. Le spiegò.
Certamente nonno. Programmerò anche i miei allenamenti con sir Robin ma non intralcerò il mio compito. Gli disse.
Sir Robin mi dovrà accompagnare, dovrai cercare qualcun altro per i tuoi allenamenti, sono sicuro che il capo dei soldati ti saprà aiutare in merito. Le rispose.
Va bene, nonno, farò come chiedi. Le rispose delusa.
Le va una cavalcata, sir August? Gli chiese Katrin. Così potremo fare conoscenza.
Il ragazzo chiese il permesso a suo padre e al lord e seguì felice la ragazza.
Vada alle stalle e scelga un cavallo, io la raggiungo in men che non si dica.
Arrivò nella sua stanza e indossò i pantaloni da cavallerizza.
Aveva la mente in fibrillazione. Che ci andava a fare Robin con suo nonno? Perché aveva cambiato i programmi? Ma erano domande inutili. Se c’era una cosa che aveva ben capito degli affari era che non si potevano fare programmi a lungo termine, molte variabili avvenivano improvvise.
Cancellò la delusione e raggiunse il suo ospite.

immagine dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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