giovedì 23 gennaio 2020

KATRIN, LA SUA STORIA


KATRIN, LA SUA STORIA

parte ottantatre





Mano nella mano, nonno e nipote entrarono in casa. Gli occhi di Katrin erano lucidi di emozione e di felicità, era sicura che da lì in poi tutto sarebbe stato diverso, si sentiva finalmente a casa.
Entrarono nello studio di lord Sheppard, sul tavolino un vassoio con uno spuntino e del tè. Entrambi presero posto e non smettevano di osservarsi, di sorridersi. Katrin, in un impulso improvviso si alzò dalla sedia e abbracciò di nuovo suo nonno. Non puoi immaginare quanto ho desiderato e sognato questo momento, nonno. E diede libero sfogo alle lacrime che aveva trattenuto in tutti quei mesi. Il vecchio signore le accarezzava i capelli e la lasciò sfogare, sapeva quanto le era costata quella lontananza, ma ora, finalmente era ritornata.
Sono davvero molto felice anch’io, mia cara. Le rispose gentilmente.
Passarono un’ora a parlare dell’esperienza che aveva vissuto, delle persone che aveva conosciuto, dell’impegno che aveva profuso per non deluderlo. Mentre lei parlava e il suo viso si illuminava, il vecchio lord non smetteva di stringerle la mano.
Avremo molto tempo per parlare della tua esperienza, ora raggiungi la tua camera e riposa, ci ritroviamo a cena. Le disse con garbo.
Fuori dalla porta, sir Jacob aspettava di poter entrare. La salutò con un sorriso e un cenno del capo prima di raggiungere lord Sheppard.
Sir Jacob aggiornò il lord su ogni aspetto del viaggio, consegnò resoconti, raccontò perfino alcuni aneddoti divertenti. Ora era in silenzio e aspettava di sentire cosa il lord gli avrebbe detto.
Sono molto soddisfatto del suo operato, sir Jacob, soprattutto per l’aiuto che ha dato a mia nipote nei momenti delicati. Qui c’è quanto abbiamo pattuito e le chiedo ancora una volta se non vuole restare, sarebbe molto utile il suo lavoro qui al castello. Gli disse.
Jacob era contento delle lodi del lord. Lord Sheppard, mi fermerei volentieri, ma ho una donna da amare, una tenuta da far prosperare e sono stato assente troppo a lungo. La ringrazio per la sua generosità e vorrei il suo permesso per partire al più presto. Non vedo la mia famiglia da oltre due anni. Gli rispose.
Si salutarono cordialmente. Sarebbe partito il giorno seguente. Raggiunse la stanza di Katrin e si fece annunciare.
La ragazza sapeva delle intenzioni dell’uomo. Lo abbracciò e lo ringraziò ancora.
Lady Katrin, si ricordi che in me avrà sempre un amico. Le fece un gentile inchino e raggiunse il suo alloggio, non ci avrebbe impiegato molto a preparare le sue cose.
Mancava una settimana al suo diciottesimo compleanno e i preparativi per la festa fervevano da giorni.
Era stata impegnata con suo nonno e a riprendere confidenza con quello che aveva lasciato.
Colette le era rimasta vicina e la serviva con entusiasmo.
Aveva perlustrato le stalle, salutato i soldati ma non aveva visto Robin. Aveva timore a chiedere a suo nonno per paura di sapere che lui se ne fosse andato per altre missioni. Senza Alfred e senza Robin si sentiva senza amici.
Arrivò anche il giorno del suo diciottesimo compleanno. Molti invitati erano arrivati fin dal mattino presto ma suo nonno non aveva voluto svelarle niente.
Il cortile si stava riempiendo di carrozze, nel grande giardino c’erano fiaccole accese, e dal grande salone le giungeva la musica.
Colette le stava sistemando l’ultima ciocca ed era davvero soddisfatta: lady Katrin era bellissima. Sentì bussare, prese un respiro e aprì aspettandosi il valletto di suo nonno.
Il sorriso di circostanza le morì sul viso quando vide chi era alla porta. Un Robin vestito di tutto punto le fece un inchino e le diede la mano. Lei non riusciva a distogliere lo sguardo e la felicità che provava nel rivederlo era impossibile nasconderla.
La prego, lady Katrin, chiuda la bocca o penseranno che non sa sorridere! Le disse col suo solito modo impertinente.
Lei avrebbe voluto abbracciarlo ma si contenne. Sono felice di rivederla, sira Robin, pensavo se ne fosse andato. Riuscì a dire.
Oh, non si libererà tanto facilmente di me, e non vedo l’ora di batterla. Rispose alleggerendo l’atmosfera.
La ragazza prese il braccio del suo accompagnatore e attraversarono il lungo corridoio.
Io mi fermo qui, lady Katrin, la scena è tutta sua. Solo una cosa ancora. Divenne serio e puntò i suoi splendidi occhi in quelli della ragazza. Non gliel’ho mai detto, ma è davvero bellissima. Le baciò la mano e la spinse gentilmente verso le scale.
Lei aveva il cuore che le martellava nel petto. Dio quanto era bello! Non ricordava di averlo mai visto così. Raddrizzò la schiena e cominciò a scendere le scale. La musica accompagnava il suo ingresso e cessò quando fu sull’ultima rampa.
Lord Sheppard la stava aspettando, le diede la mano e l’accompagnò al centro del salone. Tutti si zittirono.
Signore e signori, sono felice che siate qui in questo giorno di festa. Questa è mia nipote lady Katrin Simple Sheppard che oggi compie diciotto anni, e devo dire diciotto splendidi anni. Come sapete ha viaggiato e studiato per due lunghi anni, ed ora sono pronto a comunicarvi che…lady Katrin è la mia sola ed unica erede. Le rivolse un gran sorriso e la musica riprese.
Un lento ballo li teneva abbracciati mentre gli occhi lucidi di entrambi non passarono inosservati a tutti i presenti.


immagine dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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