KATRIN, LA SUA STORIA
parte ottantatre
Mano nella
mano, nonno e nipote entrarono in casa. Gli occhi di Katrin erano lucidi di
emozione e di felicità, era sicura che da lì in poi tutto sarebbe stato
diverso, si sentiva finalmente a casa.
Entrarono
nello studio di lord Sheppard, sul tavolino un vassoio con uno spuntino e del
tè. Entrambi presero posto e non smettevano di osservarsi, di sorridersi.
Katrin, in un impulso improvviso si alzò dalla sedia e abbracciò di nuovo suo
nonno. Non puoi immaginare quanto ho
desiderato e sognato questo momento, nonno. E diede libero sfogo alle
lacrime che aveva trattenuto in tutti quei mesi. Il vecchio signore le
accarezzava i capelli e la lasciò sfogare, sapeva quanto le era costata quella
lontananza, ma ora, finalmente era ritornata.
Sono davvero molto felice anch’io,
mia cara. Le rispose
gentilmente.
Passarono
un’ora a parlare dell’esperienza che aveva vissuto, delle persone che aveva
conosciuto, dell’impegno che aveva profuso per non deluderlo. Mentre lei
parlava e il suo viso si illuminava, il vecchio lord non smetteva di stringerle
la mano.
Avremo molto tempo per parlare della
tua esperienza, ora raggiungi la tua camera e riposa, ci ritroviamo a cena. Le disse con garbo.
Fuori dalla
porta, sir Jacob aspettava di poter entrare. La salutò con un sorriso e un
cenno del capo prima di raggiungere lord Sheppard.
Sir Jacob
aggiornò il lord su ogni aspetto del viaggio, consegnò resoconti, raccontò
perfino alcuni aneddoti divertenti. Ora era in silenzio e aspettava di sentire
cosa il lord gli avrebbe detto.
Sono molto soddisfatto del suo
operato, sir Jacob, soprattutto per l’aiuto che ha dato a mia nipote nei
momenti delicati. Qui c’è quanto abbiamo pattuito e le chiedo ancora una volta
se non vuole restare, sarebbe molto utile il suo lavoro qui al castello. Gli disse.
Jacob era
contento delle lodi del lord. Lord
Sheppard, mi fermerei volentieri, ma ho una donna da amare, una tenuta da far
prosperare e sono stato assente troppo a lungo. La ringrazio per la sua generosità
e vorrei il suo permesso per partire al più presto. Non vedo la mia famiglia da
oltre due anni. Gli rispose.
Si
salutarono cordialmente. Sarebbe partito il giorno seguente. Raggiunse la
stanza di Katrin e si fece annunciare.
La ragazza
sapeva delle intenzioni dell’uomo. Lo abbracciò e lo ringraziò ancora.
Lady Katrin, si ricordi che in me
avrà sempre un amico. Le fece un gentile inchino e raggiunse il suo alloggio, non ci avrebbe
impiegato molto a preparare le sue cose.
Mancava una
settimana al suo diciottesimo compleanno e i preparativi per la festa fervevano
da giorni.
Era stata
impegnata con suo nonno e a riprendere confidenza con quello che aveva
lasciato.
Colette le
era rimasta vicina e la serviva con entusiasmo.
Aveva
perlustrato le stalle, salutato i soldati ma non aveva visto Robin. Aveva
timore a chiedere a suo nonno per paura di sapere che lui se ne fosse andato
per altre missioni. Senza Alfred e senza Robin si sentiva senza amici.
Arrivò anche
il giorno del suo diciottesimo compleanno. Molti invitati erano arrivati fin
dal mattino presto ma suo nonno non aveva voluto svelarle niente.
Il cortile
si stava riempiendo di carrozze, nel grande giardino c’erano fiaccole accese, e
dal grande salone le giungeva la musica.
Colette le
stava sistemando l’ultima ciocca ed era davvero soddisfatta: lady Katrin era
bellissima. Sentì bussare, prese un respiro e aprì aspettandosi il valletto di
suo nonno.
Il sorriso
di circostanza le morì sul viso quando vide chi era alla porta. Un Robin
vestito di tutto punto le fece un inchino e le diede la mano. Lei non riusciva
a distogliere lo sguardo e la felicità che provava nel rivederlo era
impossibile nasconderla.
La prego, lady Katrin, chiuda la
bocca o penseranno che non sa sorridere! Le disse col suo solito modo impertinente.
Lei avrebbe
voluto abbracciarlo ma si contenne. Sono
felice di rivederla, sira Robin, pensavo se ne fosse andato. Riuscì a dire.
Oh, non si libererà tanto facilmente
di me, e non vedo l’ora di batterla. Rispose alleggerendo l’atmosfera.
La ragazza
prese il braccio del suo accompagnatore e attraversarono il lungo corridoio.
Io mi fermo qui, lady Katrin, la
scena è tutta sua. Solo una cosa ancora. Divenne serio e puntò i suoi splendidi occhi in quelli
della ragazza. Non gliel’ho mai detto, ma
è davvero bellissima. Le baciò la mano e la spinse gentilmente verso le
scale.
Lei aveva il
cuore che le martellava nel petto. Dio quanto era bello! Non ricordava di
averlo mai visto così. Raddrizzò la schiena e cominciò a scendere le scale. La
musica accompagnava il suo ingresso e cessò quando fu sull’ultima rampa.
Lord
Sheppard la stava aspettando, le diede la mano e l’accompagnò al centro del
salone. Tutti si zittirono.
Signore e signori, sono felice che
siate qui in questo giorno di festa. Questa è mia nipote lady Katrin Simple
Sheppard che oggi compie diciotto anni, e devo dire diciotto splendidi anni.
Come sapete ha viaggiato e studiato per due lunghi anni, ed ora sono pronto a
comunicarvi che…lady Katrin è la mia sola ed unica erede. Le rivolse un gran sorriso e la
musica riprese.
Un lento
ballo li teneva abbracciati mentre gli occhi lucidi di entrambi non passarono
inosservati a tutti i presenti.
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