venerdì 17 gennaio 2020

KATRIN, LA SUA STORIA


KATRIN, LA SUA STORIA

parte settantanove






Jacob rimase in silenzio per qualche secondo. Come desidera, lady Katrin. Finirono la colazione in silenzio e la ragazza uscì per raggiungere Mascia e Jonatan.
Erano giornate bellissime, calde, da assaporare con i piedi nell’acqua fresca del piccolo corso d’acqua, o all’ombra di alberi secolari che ospitavano varietà di uccelli e farfalle.
Katrin amava stare in compagnia dei bambini e Jacob si accorgeva di quando si fossero affezionati. Lord Mason era spesso assente ma lady Olivia invitava spesso la sua ospite per un tè o solo per un po’ di compagnia.
Giugno passava con le sue giornate assolate e tanta serenità. Jacob era sollevato nel vedere quanto Katrin amasse stare lì.
Come al solito Jacob e Katrin stavano facendo colazione insieme. Tutti i pasti che consumava allo chalet erano in compagnia di Jacob, lei non amava stare troppo sola, le ricordava quando era al castello di suo padre e non voleva pensarci.
Le piace stare qui, lady Katrin? Le chiese gentilmente.
Mi piace davvero, mi sento tranquilla, senza impegni che mi assillano e la famiglia di lord Mason è davvero meravigliosa. Gli rispose tenendo la forchetta sospesa.
Vorrebbe passare qui tutta l’estate? La tenuta verrà chiusa a fine settembre e se lei lo desidera posso chiedere a lord Mason il permesso di restare fino ad allora. Le propose.
E i mei impegni in città? Volle sapere.
Quelli possono aspettare l’autunno. Le rispose. Avrebbe voluto aggiungere che era la sua felicità che gli stava a cuore ma non poteva essere così esplicito.
Terminarono in silenzio di mangiare e quando entrò la cameriera per sparecchiare Katrin le chiese di tornare dopo.
Jacob rimase seduto in attesa di conoscere quello che lady Katrin gli avrebbe chiesto, aveva capito che qualcosa la disturbava.
Katrin alzò i suoi splendidi occhi in faccia all’uomo seduto al suo fianco. Sir Jacob, lei sa a cosa serve tutto questo? Tutto quello che mio nonno mi sta imponendo? Gli chiese.
L’uomo doveva centellinare la risposta, non poteva dirle la verità ma sapeva di avere di fronte una ragazza intelligente e perspicace. Lady Katrin, io lavoro alle dipendenze di suo nonno ed ho ricevuto questo incarico. Non ho fatto domande, il mio ruolo non me lo permette. Ho accettato quando mi è stato prospettato il dettaglio e quando l’ho conosciuta ho capito che potevo essere adatto al ruolo. Non mi chieda altro, non potrei risponderle nemmeno se ne sapessi di più. Le rispose cercando di mettere nelle parole tutta la verità che poteva. Siamo insieme da quasi un anno e in questo tempo ho imparato a conoscerla, a rispettarla, a provare per lei perfino dell’affetto, mi permetto di rivelarglielo perché so che mi capisce. Faccio tutto quello che è in mio potere per renderle questo viaggio il più leggero possibile, ma sa bene anche lei che ci sono dei doveri e dei paletti dai quali non si può scappare. Cambierò i programmi ma le garantisco che può rimanere qui tutta l’estate e recupereremo il tempo perso. Non aveva mai fatto un discorso così lungo.
Katrin sospirò, sapeva che quel viaggio, quell’istruzione che stava seguendo aveva uno scopo che le sfuggiva, ma nutriva molta fiducia nei confronti di suo nonno e se c’era una cosa della quale era certa era l’amore di suo nonno per lei e che lei ricambiava con tutto il suo cuore.
Va bene, sir Jacob, torneremo in città l’ultima settimana di settembre, provveda a quello che deve, e grazie di cuore. Chiamò la cameriera e uscì in cerca dei gemelli.
Katrin era allegra, amava quella famiglia e i gemelli erano davvero adorabili. Spesso giocavano insieme e li istruiva all’uso dell’arco, specialità nella quale già eccellevano. Lady Olivia era felice di vedere i suoi figli e la sua ospite così affiatati e non poteva smettere di chiedersi come poteva lord Sheppard perdersi quei meravigliosi anni di sua nipote.
Passò l’estate e settembre arrivò con qualche nuvola di troppo e una leggera foschia. I padroni di casa cominciarono a chiudere le stanze e far trasportare alcuni bauli alla residenza di città.
Faceva già piuttosto fresco e, decisero tutti di rientrare prima.
Era la seconda settimana di settembre quando Katrin e il suo seguito tornarono al loro alloggio di città. I camini erano già accesi e il cielo grigio e plumbeo aveva già fatto scordare le belle giornate estive.
Jacob lasciò passare un paio di giorni poi sottopose a Katrin il nuovo piano di lavoro.
Katrin riprese le sue giornate intense, ancora più delle precedenti dovendo recuperare i mesi trascorsi lontano dalla città. Non si lamentava, si impegnava come aveva sempre fatto.
Il piano originale prevedeva che dovesse trascorrere all’estero almeno tre mesi prima di tornare a casa, ed era quello che non desiderava affatto.
Novembre era arrivato carico di neve e di freddo intenso.
Come consuetudine Jacob stava facendo colazione con la ragazza. Aveva notato che la ruga di tristezza in mezzo agli occhi era tornata. Le aveva fatto varie proposte per svagarsi e lei le aveva sempre rifiutate. Non voleva uscire, non voleva incontrare gente, si ritirava presto nella sua stanza e fino al mattino non voleva che nessuno la disturbasse. Lui era piuttosto preoccupato e doveva affrontare la situazione.

immagine dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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