KATRIN, LA SUA STORIA
parte settantanove
Jacob rimase
in silenzio per qualche secondo. Come
desidera, lady Katrin. Finirono la colazione in silenzio e la ragazza uscì
per raggiungere Mascia e Jonatan.
Erano
giornate bellissime, calde, da assaporare con i piedi nell’acqua fresca del
piccolo corso d’acqua, o all’ombra di alberi secolari che ospitavano varietà di
uccelli e farfalle.
Katrin amava
stare in compagnia dei bambini e Jacob si accorgeva di quando si fossero
affezionati. Lord Mason era spesso assente ma lady Olivia invitava spesso la
sua ospite per un tè o solo per un po’ di compagnia.
Giugno
passava con le sue giornate assolate e tanta serenità. Jacob era sollevato nel
vedere quanto Katrin amasse stare lì.
Come al
solito Jacob e Katrin stavano facendo colazione insieme. Tutti i pasti che
consumava allo chalet erano in compagnia di Jacob, lei non amava stare troppo
sola, le ricordava quando era al castello di suo padre e non voleva pensarci.
Le piace stare qui, lady Katrin? Le chiese gentilmente.
Mi piace davvero, mi sento
tranquilla, senza impegni che mi assillano e la famiglia di lord Mason è
davvero meravigliosa. Gli rispose tenendo la forchetta sospesa.
Vorrebbe passare qui tutta l’estate?
La tenuta verrà chiusa a fine settembre e se lei lo desidera posso chiedere a
lord Mason il permesso di restare fino ad allora. Le propose.
E i mei impegni in città? Volle sapere.
Quelli possono aspettare l’autunno. Le rispose. Avrebbe voluto aggiungere
che era la sua felicità che gli stava a cuore ma non poteva essere così
esplicito.
Terminarono
in silenzio di mangiare e quando entrò la cameriera per sparecchiare Katrin le
chiese di tornare dopo.
Jacob rimase
seduto in attesa di conoscere quello che lady Katrin gli avrebbe chiesto, aveva
capito che qualcosa la disturbava.
Katrin alzò
i suoi splendidi occhi in faccia all’uomo seduto al suo fianco. Sir Jacob, lei sa a cosa serve tutto questo?
Tutto quello che mio nonno mi sta imponendo? Gli chiese.
L’uomo
doveva centellinare la risposta, non poteva dirle la verità ma sapeva di avere
di fronte una ragazza intelligente e perspicace. Lady Katrin, io lavoro alle dipendenze di suo nonno ed ho ricevuto
questo incarico. Non ho fatto domande, il mio ruolo non me lo permette. Ho
accettato quando mi è stato prospettato il dettaglio e quando l’ho conosciuta
ho capito che potevo essere adatto al ruolo. Non mi chieda altro, non potrei
risponderle nemmeno se ne sapessi di più. Le rispose cercando di mettere
nelle parole tutta la verità che poteva. Siamo
insieme da quasi un anno e in questo tempo ho imparato a conoscerla, a
rispettarla, a provare per lei perfino dell’affetto, mi permetto di
rivelarglielo perché so che mi capisce. Faccio tutto quello che è in mio potere
per renderle questo viaggio il più leggero possibile, ma sa bene anche lei che
ci sono dei doveri e dei paletti dai quali non si può scappare. Cambierò i
programmi ma le garantisco che può rimanere qui tutta l’estate e recupereremo
il tempo perso. Non aveva mai fatto un discorso così lungo.
Katrin sospirò,
sapeva che quel viaggio, quell’istruzione che stava seguendo aveva uno scopo
che le sfuggiva, ma nutriva molta fiducia nei confronti di suo nonno e se c’era
una cosa della quale era certa era l’amore di suo nonno per lei e che lei
ricambiava con tutto il suo cuore.
Va bene, sir Jacob, torneremo in
città l’ultima settimana di settembre, provveda a quello che deve, e grazie di
cuore. Chiamò la
cameriera e uscì in cerca dei gemelli.
Katrin era
allegra, amava quella famiglia e i gemelli erano davvero adorabili. Spesso
giocavano insieme e li istruiva all’uso dell’arco, specialità nella quale già
eccellevano. Lady Olivia era felice di vedere i suoi figli e la sua ospite così
affiatati e non poteva smettere di chiedersi come poteva lord Sheppard perdersi
quei meravigliosi anni di sua nipote.
Passò
l’estate e settembre arrivò con qualche nuvola di troppo e una leggera foschia.
I padroni di casa cominciarono a chiudere le stanze e far trasportare alcuni
bauli alla residenza di città.
Faceva già
piuttosto fresco e, decisero tutti di rientrare prima.
Era la
seconda settimana di settembre quando Katrin e il suo seguito tornarono al loro
alloggio di città. I camini erano già accesi e il cielo grigio e plumbeo aveva
già fatto scordare le belle giornate estive.
Jacob lasciò
passare un paio di giorni poi sottopose a Katrin il nuovo piano di lavoro.
Katrin
riprese le sue giornate intense, ancora più delle precedenti dovendo recuperare
i mesi trascorsi lontano dalla città. Non si lamentava, si impegnava come aveva
sempre fatto.
Il piano
originale prevedeva che dovesse trascorrere all’estero almeno tre mesi prima di
tornare a casa, ed era quello che non desiderava affatto.
Novembre era
arrivato carico di neve e di freddo intenso.
Come
consuetudine Jacob stava facendo colazione con la ragazza. Aveva notato che la
ruga di tristezza in mezzo agli occhi era tornata. Le aveva fatto varie
proposte per svagarsi e lei le aveva sempre rifiutate. Non voleva uscire, non
voleva incontrare gente, si ritirava presto nella sua stanza e fino al mattino
non voleva che nessuno la disturbasse. Lui era piuttosto preoccupato e doveva
affrontare la situazione.
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