giovedì 26 novembre 2020

MISHA

 MISHA

parte due



Oltre quel portale c’era il mondo delle fate, delle ninfe, degli elfi, delle streghe, degli gnomi e di tutti quegli esseri che nessun occhio umano aveva mai visto. Era il mondo della buona magia, in cui le regole erano non regole ma che non erano mai state infrante. Fino ad ora.

Oridea cercava la tenda di Solidea. Era la ninfa che sovrintendeva a tutte le ninfe come lei, ma aveva il vezzo di spostare la sua tenda e non era facile da trovare.

Molti di quegli esseri osservavano Oridea che teneva fra le braccia una creatura umana e, il tam tam telepatico era partito e aveva raggiunto tutte le creature del mondo magico.

La piccola non si era ancora svegliata e non si accorgeva di niente, dormiva tranquilla fra quelle braccia amorevoli.

In men che non si dica, ci fu il raduno intorno al fuoco centrale. Capitava raramente che questo avvenisse senza preavviso e senza essere programmato, ma la necessità di discutere della legge violata lo aveva reso necessario.

C’erano i rappresentanti di tutti gli abitanti, per le streghe Moliniana, Solidea per le ninfe, Boris per gli gnomi, Valeio per i folletti,  Salena per le fate. Questi erano radunati davanti al fuoco centrale e, dietro di loro tutti gli altri. Un posto era lasciato libero per Oridea che lo occupò sentendo le braccia pesanti dal peso del fardello che sorreggeva.

Essendo ella una ninfa, prese la parola Solidea. Tutto si svolgeva nel modo naturale per quegli esseri magici, nessuna parola ma solo linguaggio telepatico e tutti lo potevano ascoltare.

“Ci vuoi spiegare, Oridea, il tuo gesto sconsiderato? Tu conosci le nostre regole.”

La piccola ninfa teneva gli occhi bassi, osservava il petto della bambina che si alzava e abbassava al ritmo del suo respiro. L’aveva riportata in vita e non aveva avuto cuore di abbandonarla. Questi pensieri furono ascoltati da tutti.

“Dovrai riportarla indietro.” Le comandò Solidea.

Oridea non riuscì a trattenere le lacrime. Lei sapeva com’era il mondo degli umani, quando usciva sotto il temporale e salvava i piccoli animali, quelli le raccontavano ciò che succedeva, e lei lo raccontò anche ai presenti, semplicemente alzando lo sguardo e accarezzando il viso pallido della bambina.

“Noi abbiamo le nostre regole, questo non è un mondo per gli umani, ma per esseri come noi e mai nessuno ha trasgredito.” Disse Solidea.

Anche gli altri assentirono, dandole ragione.

Oridea si stava rassegnando a riportare indietro la bambina, quando Moliniana alzò la sua mano sottile.

“Io esco nelle notti senza luna e vago per boschi e sentieri deserti, parlo coi gufi e con le volpi notturne, anch’io conosco quello che succede là fuori e vi pongo una domanda: a cosa serviamo noi se non riusciamo ad aiutare gli umani?”

“Noi aiutiamo la natura, gli animali, non siamo fatti per aiutare gli umani che hanno un’Anima così diversa.” Si espresse Valeio dei folletti.

“Noi spesso entriamo nelle case degli umani, portiamo sogni dolci nei loro sonni, e anche noi conosciamo quello che succede, leggiamo i loro cuori e c’è tanta tristezza e tanto dolore.” Soffiò Salena delle fate.

Boris, il capo degli gnomi non aveva ancora parlato. Tutti sapevano che era sempre l’ultimo ad esprimersi e di solito la sua decisione era quella che tutti osservavano.

Erano in attesa di sentire cosa avrebbe detto quando Moliniana alzò di nuovo la sua mano. “Boris, noi ascolteremo come sempre il tuo giudizio, ma ti chiedo: e se questo fosse un segno? Se l’arrivo di questa bambina fosse quello che ci serve per aiutare l’umanità al di là del portale?”

Lo gnomo osservava la strega e leggeva nella sua mente. Qualcosa passò solo fra loro due e la faccia rugosa del vecchio Boris rimase impassibile. Alzò soltanto un sopracciglio e voltò lo sguardo su ognuno di loro soffermandosi sulla bambina addormentata.

Moliniana sorrise, era una strega potente e spesso usava i suoi poteri per portare gli altri al suo volere (sempre nel bene) e ci era riuscita anche stavolta. Lo gnomo le lanciò uno sguardo, e le fece capire che sapeva bene quello che gli aveva fatto, ma soltanto perché lui glielo aveva permesso.

“Come si chiama questa bambina?” Le chiese lo gnomo.

“Misha. Lo sanno anche le fate, chiedi conferma.” Gli rispose.

Lo gnomo si alzò in piedi. “Va bene, questa bambina rimarrà con noi, e tu, Moliniana ne sarai responsabile. Ho capito dove vuoi arrivare e sono d’accordo.” Trasmise a tutti il piano della strega che lui accettava e fu accettato anche da tutti gli altri.

Un sospiro di sollievo asciugò le lacrime di Oridea.

Moliniana chiamò la piccola ninfa e si allontanarono con Misha. La riunione era terminata e il fuoco centrale si spense.

Romanzo di Milena Ziletti- diritti e proprietà a lei riservati - immagine da fb Elfi fate e mondo incantato

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