MISHA
parte due
Oltre quel
portale c’era il mondo delle fate, delle ninfe, degli elfi, delle streghe,
degli gnomi e di tutti quegli esseri che nessun occhio umano aveva mai visto. Era
il mondo della buona magia, in cui le regole erano non regole ma che non erano
mai state infrante. Fino ad ora.
Oridea
cercava la tenda di Solidea. Era la ninfa che sovrintendeva a tutte le ninfe
come lei, ma aveva il vezzo di spostare la sua tenda e non era facile da
trovare.
Molti di
quegli esseri osservavano Oridea che teneva fra le braccia una creatura umana
e, il tam tam telepatico era partito e aveva raggiunto tutte le creature del
mondo magico.
La piccola
non si era ancora svegliata e non si accorgeva di niente, dormiva tranquilla
fra quelle braccia amorevoli.
In men che
non si dica, ci fu il raduno intorno al fuoco centrale. Capitava raramente che
questo avvenisse senza preavviso e senza essere programmato, ma la necessità di
discutere della legge violata lo aveva reso necessario.
C’erano i
rappresentanti di tutti gli abitanti, per le streghe Moliniana, Solidea per le
ninfe, Boris per gli gnomi, Valeio per i folletti, Salena per le fate. Questi erano radunati
davanti al fuoco centrale e, dietro di loro tutti gli altri. Un posto era
lasciato libero per Oridea che lo occupò sentendo le braccia pesanti dal peso
del fardello che sorreggeva.
Essendo ella
una ninfa, prese la parola Solidea. Tutto si svolgeva nel modo naturale per
quegli esseri magici, nessuna parola ma solo linguaggio telepatico e tutti lo
potevano ascoltare.
“Ci vuoi
spiegare, Oridea, il tuo gesto sconsiderato? Tu conosci le nostre regole.”
La piccola
ninfa teneva gli occhi bassi, osservava il petto della bambina che si alzava e
abbassava al ritmo del suo respiro. L’aveva riportata in vita e non aveva avuto
cuore di abbandonarla. Questi pensieri furono ascoltati da tutti.
“Dovrai
riportarla indietro.” Le comandò Solidea.
Oridea non
riuscì a trattenere le lacrime. Lei sapeva com’era il mondo degli umani, quando
usciva sotto il temporale e salvava i piccoli animali, quelli le raccontavano ciò
che succedeva, e lei lo raccontò anche ai presenti, semplicemente alzando lo
sguardo e accarezzando il viso pallido della bambina.
“Noi abbiamo
le nostre regole, questo non è un mondo per gli umani, ma per esseri come noi e
mai nessuno ha trasgredito.” Disse Solidea.
Anche gli
altri assentirono, dandole ragione.
Oridea si
stava rassegnando a riportare indietro la bambina, quando Moliniana alzò la sua
mano sottile.
“Io esco
nelle notti senza luna e vago per boschi e sentieri deserti, parlo coi gufi e
con le volpi notturne, anch’io conosco quello che succede là fuori e vi pongo
una domanda: a cosa serviamo noi se non riusciamo ad aiutare gli umani?”
“Noi
aiutiamo la natura, gli animali, non siamo fatti per aiutare gli umani che
hanno un’Anima così diversa.” Si espresse Valeio dei folletti.
“Noi spesso
entriamo nelle case degli umani, portiamo sogni dolci nei loro sonni, e anche
noi conosciamo quello che succede, leggiamo i loro cuori e c’è tanta tristezza
e tanto dolore.” Soffiò Salena delle fate.
Boris, il
capo degli gnomi non aveva ancora parlato. Tutti sapevano che era sempre
l’ultimo ad esprimersi e di solito la sua decisione era quella che tutti
osservavano.
Erano in
attesa di sentire cosa avrebbe detto quando Moliniana alzò di nuovo la sua
mano. “Boris, noi ascolteremo come sempre il tuo giudizio, ma ti chiedo: e se
questo fosse un segno? Se l’arrivo di questa bambina fosse quello che ci serve
per aiutare l’umanità al di là del portale?”
Lo gnomo
osservava la strega e leggeva nella sua mente. Qualcosa passò solo fra loro due
e la faccia rugosa del vecchio Boris rimase impassibile. Alzò soltanto un
sopracciglio e voltò lo sguardo su ognuno di loro soffermandosi sulla bambina
addormentata.
Moliniana
sorrise, era una strega potente e spesso usava i suoi poteri per portare gli altri
al suo volere (sempre nel bene) e ci era riuscita anche stavolta. Lo gnomo le
lanciò uno sguardo, e le fece capire che sapeva bene quello che gli aveva fatto,
ma soltanto perché lui glielo aveva permesso.
“Come si
chiama questa bambina?” Le chiese lo gnomo.
“Misha. Lo
sanno anche le fate, chiedi conferma.” Gli rispose.
Lo gnomo si
alzò in piedi. “Va bene, questa bambina rimarrà con noi, e tu, Moliniana ne
sarai responsabile. Ho capito dove vuoi arrivare e sono d’accordo.” Trasmise a
tutti il piano della strega che lui accettava e fu accettato anche da tutti gli
altri.
Un sospiro
di sollievo asciugò le lacrime di Oridea.
Moliniana
chiamò la piccola ninfa e si allontanarono con Misha. La riunione era terminata
e il fuoco centrale si spense.
Romanzo di Milena Ziletti- diritti e proprietà a lei riservati - immagine da fb Elfi fate e mondo incantato
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