venerdì 27 novembre 2020

MISHA

 MISHA

parte tre



Il villaggio delle streghe e di Moliniana, era un po’ discostato da tutti gli altri, erano le uniche, fra tutti gli abitanti di quel regno, ad avere bisogno di spazio per i loro riti, molti dei quali servivano a tenere in buona salute tutti gli abitanti di qualsiasi genere fossero.

La strega Moliniana teneva appoggiata la mano sulla spalla di Oridea e riusciva a leggere tutte le sue emozioni e i suoi pensieri. Aveva sempre saputo che quella piccola ninfa era troppo tenera e sensibile e la teneva d’occhio da tempo. Ora ne conosceva il motivo.

“Dovrai prenderti cura della piccola umana.” Le disse Moliniana. “Ed io ti aiuterò, c’è un disegno e un destino molto importante che la riguarda, lo capirai a tempo debito, per ora dovrai seguire i miei suggerimenti e crescerà come una di noi, anzi molto meglio” Si lasciò sfuggire.

Misha dormiva ancora beata quando fu adagiata su un soffice letto di piume. Moliniana e Oridea rimasero un attimo ad osservare quel viso sereno e poi uscirono.

Si ritirarono fuori dalla capanna e si sedettero.

“Tu sai, piccola ninfa, ciò che succede là fuori; il dolore e la cattiveria che vengono inflitti ad un popolo buono e operoso da gente malvagia. Io non capirò mai gli umani che godono a sfruttare e maltrattare i propri simili. Ora ti dico quello che faremo con Misha: la istruiremo, ognuno le insegnerà quello che a noi viene spontaneo, tutti noi, le ninfe, le streghe, gli gnomi, i folletti, le fate, ognuno di noi si prenderà cura di lei e trasmetterà il proprio sapere. Non sarà facile, siamo gelosi delle nostre conoscenze e rispettiamo le prerogative che ognuno di noi possiede, perché sappiamo che fra di noi non esisterà mai rivalità, ma là fuori, oltre il portale, non è così. La piccina non ha ancora assorbito niente di quello che è insito negli esseri umani, è pura, per questo possiamo riuscirci. Non affezionarti troppo a lei, anche se so che non sarà facile, per nessuno di noi, perché quando sarà il momento dovrà tornare fra i suoi simili e rimettere a posto le cose. L’aspetta un duro addestramento qui da noi, ma quando dovrà lasciarci …” Moliniana aveva il viso triste mentre terminava la frase, lei già sapeva quello che sarebbe successo, solo lei e Boris conoscevano il piano completo e sarebbe stato un segreto ben custodito, anche perché non avevano la certezza assoluta del risultato.

La piccola Misha iniziò la sua nuova vita come se fosse la “sua” vita. Oridea si prendeva cura di lei, aveva il compito di starle vicino fino a che avesse compiuto quattro anni e la piccola ninfa si godeva ogni istante. Le insegnava a riconoscere gli animali, a non avere paura dei temporali e della pioggia, a danzare alla musica del vento, tutte istruzioni che le sussurrava nella mente, perché in verità la piccola non le aveva mai viste ma già le conosceva.

Anche per lei era naturale la telepatia. Spesso canticchiava e aveva un nebuloso ricordo di una ninna nanna e di un viso che si chinava sul suo per darle il bacio della buonanotte. Pochi erano i ricordi che aveva del suo primo anno di vita, ma il viso di sua madre ogni tanto le riappariva e lei, senza nemmeno sapere chi fosse le mandava un sorriso e Oridea faceva in modo che le fate le mandassero in sogno il viso di sua figlia.

Il tempo passava e Misha cresceva come tutti i bambini felici. Avrebbe compiuto i quattro anni di lì a poco e Oridea era già triste, sapendo che avrebbe dovuto affidarla ad altri. Il piccolo scricciolo umano, raccolto quasi senza vita in una notte di temporale si era trasformato in una splendida bambina. La sua bellezza risaltava nei suoi occhi blu come il cielo limpido prima della notte (a questo aveva provveduto Moliniana) i capelli erano di un tenue castano, quasi biondo (a questo aveva provveduto Salena) lunghi e lievemente mossi. Ci avevano lavorato senza dare nell’occhio per fare in modo che diventasse bellissima, anche se lo era già di suo.

Mancava un giorno al suo quarto compleanno e Moliniana raggiunse Oridea e Misha vicino allo stagno che tanto la piccola amava. Era attratta dalle libellule, dai rospi dispettosi, dai pesci che si mostravano a lei con guizzi eleganti. La risata della piccola era musica per ogni abitante di quel magico posto.

Oridea l’aveva sentita arrivare e aspettò che le si sedesse al fianco mentre Misha si divertiva a correre sul prato che era fatto di margherite.

“Hai fatto un buon lavoro con lei.” Le disse Moliniana. “Ora tocca alle fate per i prossimi tre anni. Non essere triste la potrai vedere ogni volta che vorrai, sai che lei non si dimenticherà mai di te, di te che l’hai allevata con tanto amore e che, soprattutto, e un giorno lo scoprirà che le hai salvato la vita a scapito della tua cacciata.”

Una sola timida lacrima bagnò la guancia della ninfa, era preparata a questo distacco ma aveva imparato ad amare la bambina e le sarebbe mancata moltissimo.

“Stai tranquilla, Oridea, lo sai che verrà trattata con ogni riguardo. Ora chiudi gli occhi e osserva.” Con un gesto della mano, Moliniana fece apparire per pochi attimi nella mente della piccola ninfa una parte del futuro che aspettava Misha.

“Ci lascerà” disse la ninfa. “Lo sapevi fin dall’inizio.” Le rispose la strega. “Ma c’è ancora tempo.” Aggiunse asciugandole delicatamente la lacrima.

Misha le raggiunse e si sedette sulle ginocchia della piccola ninfa. Si era accorta della sua tristezza e anche il suo viso si era rattristato.

Ci pensò Moliniana che trasmise ad entrambe quello che sarebbe accaduto l’indomani.

Oridea sorrise alla piccola. “Andrai a stare con le fate, imparerai tante cose nuove e belle, e non sarai mai sola. Ogni volta che vorrai basterà che tu mi chiami ed io verrò da te. Mi mancherà non averti ogni giorno con me ma saremo sempre vicine col pensiero. Domani ti accompagnerò al villaggio delle fate.”

Misha si strinse forte a lei mentre Moliniana si allontanava. Il tempo trascorreva e il piano doveva andare avanti.


Romanzo di Milena Ziletti - diritti e proprietà a lei riservati - immagine da pagina fb gnomi fate e ondo incantato

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