MISHA
parte tre
Il villaggio
delle streghe e di Moliniana, era un po’ discostato da tutti gli altri, erano
le uniche, fra tutti gli abitanti di quel regno, ad avere bisogno di spazio per
i loro riti, molti dei quali servivano a tenere in buona salute tutti gli
abitanti di qualsiasi genere fossero.
La strega
Moliniana teneva appoggiata la mano sulla spalla di Oridea e riusciva a leggere
tutte le sue emozioni e i suoi pensieri. Aveva sempre saputo che quella piccola
ninfa era troppo tenera e sensibile e la teneva d’occhio da tempo. Ora ne conosceva
il motivo.
“Dovrai
prenderti cura della piccola umana.” Le disse Moliniana. “Ed io ti aiuterò, c’è
un disegno e un destino molto importante che la riguarda, lo capirai a tempo
debito, per ora dovrai seguire i miei suggerimenti e crescerà come una di noi,
anzi molto meglio” Si lasciò sfuggire.
Misha
dormiva ancora beata quando fu adagiata su un soffice letto di piume. Moliniana
e Oridea rimasero un attimo ad osservare quel viso sereno e poi uscirono.
Si
ritirarono fuori dalla capanna e si sedettero.
“Tu sai,
piccola ninfa, ciò che succede là fuori; il dolore e la cattiveria che vengono
inflitti ad un popolo buono e operoso da gente malvagia. Io non capirò mai gli
umani che godono a sfruttare e maltrattare i propri simili. Ora ti dico quello
che faremo con Misha: la istruiremo, ognuno le insegnerà quello che a noi viene
spontaneo, tutti noi, le ninfe, le streghe, gli gnomi, i folletti, le fate,
ognuno di noi si prenderà cura di lei e trasmetterà il proprio sapere. Non sarà
facile, siamo gelosi delle nostre conoscenze e rispettiamo le prerogative che
ognuno di noi possiede, perché sappiamo che fra di noi non esisterà mai
rivalità, ma là fuori, oltre il portale, non è così. La piccina non ha ancora
assorbito niente di quello che è insito negli esseri umani, è pura, per questo
possiamo riuscirci. Non affezionarti troppo a lei, anche se so che non sarà
facile, per nessuno di noi, perché quando sarà il momento dovrà tornare fra i
suoi simili e rimettere a posto le cose. L’aspetta un duro addestramento qui da
noi, ma quando dovrà lasciarci …” Moliniana aveva il viso triste mentre
terminava la frase, lei già sapeva quello che sarebbe successo, solo lei e
Boris conoscevano il piano completo e sarebbe stato un segreto ben custodito,
anche perché non avevano la certezza assoluta del risultato.
La piccola
Misha iniziò la sua nuova vita come se fosse la “sua” vita. Oridea si prendeva
cura di lei, aveva il compito di starle vicino fino a che avesse compiuto quattro
anni e la piccola ninfa si godeva ogni istante. Le insegnava a riconoscere gli
animali, a non avere paura dei temporali e della pioggia, a danzare alla musica
del vento, tutte istruzioni che le sussurrava nella mente, perché in verità la
piccola non le aveva mai viste ma già le conosceva.
Anche per
lei era naturale la telepatia. Spesso canticchiava e aveva un nebuloso ricordo
di una ninna nanna e di un viso che si chinava sul suo per darle il bacio della
buonanotte. Pochi erano i ricordi che aveva del suo primo anno di vita, ma il
viso di sua madre ogni tanto le riappariva e lei, senza nemmeno sapere chi
fosse le mandava un sorriso e Oridea faceva in modo che le fate le mandassero
in sogno il viso di sua figlia.
Il tempo
passava e Misha cresceva come tutti i bambini felici. Avrebbe compiuto i quattro
anni di lì a poco e Oridea era già triste, sapendo che avrebbe dovuto affidarla
ad altri. Il piccolo scricciolo umano, raccolto quasi senza vita in una notte
di temporale si era trasformato in una splendida bambina. La sua bellezza
risaltava nei suoi occhi blu come il cielo limpido prima della notte (a questo
aveva provveduto Moliniana) i capelli erano di un tenue castano, quasi biondo
(a questo aveva provveduto Salena) lunghi e lievemente mossi. Ci avevano
lavorato senza dare nell’occhio per fare in modo che diventasse bellissima,
anche se lo era già di suo.
Mancava un
giorno al suo quarto compleanno e Moliniana raggiunse Oridea e Misha vicino
allo stagno che tanto la piccola amava. Era attratta dalle libellule, dai rospi
dispettosi, dai pesci che si mostravano a lei con guizzi eleganti. La risata
della piccola era musica per ogni abitante di quel magico posto.
Oridea
l’aveva sentita arrivare e aspettò che le si sedesse al fianco mentre Misha si
divertiva a correre sul prato che era fatto di margherite.
“Hai fatto
un buon lavoro con lei.” Le disse Moliniana. “Ora tocca alle fate per i
prossimi tre anni. Non essere triste la potrai vedere ogni volta che vorrai,
sai che lei non si dimenticherà mai di te, di te che l’hai allevata con tanto
amore e che, soprattutto, e un giorno lo scoprirà che le hai salvato la vita a
scapito della tua cacciata.”
Una sola
timida lacrima bagnò la guancia della ninfa, era preparata a questo distacco ma
aveva imparato ad amare la bambina e le sarebbe mancata moltissimo.
“Stai
tranquilla, Oridea, lo sai che verrà trattata con ogni riguardo. Ora chiudi gli
occhi e osserva.” Con un gesto della mano, Moliniana fece apparire per pochi
attimi nella mente della piccola ninfa una parte del futuro che aspettava
Misha.
“Ci lascerà”
disse la ninfa. “Lo sapevi fin dall’inizio.” Le rispose la strega. “Ma c’è
ancora tempo.” Aggiunse asciugandole delicatamente la lacrima.
Misha le
raggiunse e si sedette sulle ginocchia della piccola ninfa. Si era accorta
della sua tristezza e anche il suo viso si era rattristato.
Ci pensò
Moliniana che trasmise ad entrambe quello che sarebbe accaduto l’indomani.
Oridea
sorrise alla piccola. “Andrai a stare con le fate, imparerai tante cose nuove e
belle, e non sarai mai sola. Ogni volta che vorrai basterà che tu mi chiami ed
io verrò da te. Mi mancherà non averti ogni giorno con me ma saremo sempre
vicine col pensiero. Domani ti accompagnerò al villaggio delle fate.”
Misha si
strinse forte a lei mentre Moliniana si allontanava. Il tempo trascorreva e il
piano doveva andare avanti.
Romanzo di Milena Ziletti - diritti e proprietà a lei riservati - immagine da pagina fb gnomi fate e ondo incantato
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