lunedì 30 novembre 2020

MISHA

 MISHA
parte quattro



Le fate decisero di accogliere la piccola Misha con una festicciola, dopotutto era una bimba di soli quattro anni anche se quello che aveva imparato in quei tre anni con le ninfe era qualcosa che nessun bambino di quell’età aveva mai conosciuto. Ora toccava a loro avviarla su altri sentieri. Salena vide arrivare Oridea e Misha che si tenevano per mano, impossibile non accorgersi di quanto fossero entrambe tristi per il distacco che le aspettava. Con un elegante gesto della mano diede il via ai vari e numerosi tipi di uccelli che silenziosamente stavano aspettando il segnale. Un canto dolce melodioso di tante sfumature accolse le nuove venute.

Le fate iniziarono una danza gioiosa senza toccare terra, si muovevano con una grazia innata, i loro sorrisi erano di una serenità che toccava il cuore. Anche Salena danzava con loro e, lentamente, senza mai smettere di volteggiare raggiunse Misha, la prese per mano, salutò Oridea e trascinò la piccola nella loro danza.

Veli colorati fluttuavano mentre l’armonia del canto degli uccelli entrava in tutto il corpo della bimba. Le fate si scambiavano di posto e prendevano la manina facendo roteare quel piccolo corpo che mano a mano si rivestiva di veli colorati come quelli delle fate. I suoi capelli cambiarono leggermente colore e i suoi occhi erano blu come le piume di certi pavoni.

Iniziò così la vita di Misha con le fate. Imparava e cresceva ed era uno spettacolo vedere la sua intelligenza, la sua conoscenza, la sua bontà, il suo amore crescere ogni giorno. Le fate l’amavano ed erano ricambiate, anche se la piccola aveva un debole per Oridea che vedeva spesso, ogni tanto si accorgeva che la sua salvatrice si teneva nascosta dietro un cespuglio e la osservava mandandole  teneri baci. Inutile negarlo, fra loro due il legame era molto forte, ma la piccola ninfa non interferì mai.

A sei anni, Misha iniziò il suo addestramento sul campo. Le fate uscivano spesso al calar del buio, entravano silenziose nelle case per portare sogni lievi alla gente tanto provata e triste. Era piccola ma aveva imparato tanto e, mentre leggeva nelle menti di quelle persone cominciò a capire come era il mondo al quale lei era sfuggita.

Ogni volta che rientrava era sempre più triste. Salena la convocò.

“Mi hanno detto le fate che ti seguono che torni sempre più triste dalle uscite notturne. Questo lo immaginavo, tu fino ad ora hai vissuto in un mondo esclusivo, conosci solo quello che c’è qui, ma là fuori è dove si svolge la vita vera. Quasi nessuno crede al nostro mondo, ma se non ci fossimo noi a portare un po’ di pace e serenità le ombre maligne si sarebbero già portate via tante vite innocenti. Dovresti restare con noi ancora un anno, e non puoi immaginare quanto questo ci faccia piacere ma sei già pronta per passare al turno successivo. Saranno i folletti che per i prossimi due o tre anni si prenderanno cura di te e passerai molto tempo al di là del portale.” Le disse.

Misha avrebbe compiuto sei anni dopo una settimana e chiese di passare con Oridea quei giorni prima di cambiare compagni.

Fu Moliniana che l’accompagnò dalla ninfa e la felicità che quelle due tenere creature sprizzavano da tutti i pori le aveva circondate di tante scintille colorate. La strega sorrise, le lasciò con l’impegno che sarebbe tornata a prenderla per accompagnarla dai folletti.

Fu una settimana che passò in fretta e che le legò ancora di più. Fu in quel frangente che Misha scoprì come era arrivata in quel posto incantato e strinse forte a sé Oridea ringraziandola fra le lacrime.

Misha seguiva Moliniana saltellando e cantando, non si accorse nemmeno di essersi sollevata da terra e danzare con uno sciame di farfalle colorate. La strega la osservava sorridendo, quella era davvero una bambina speciale, lei lo aveva capito subito, era da tempo che aspettavano un simile evento e si convinceva sempre di più che il suo piano sarebbe riuscito molto bene.

Prese la manina della piccola e la riportò coi piedi per terra. “Ora andiamo dai folletti, con loro sari fuori molto spesso, imparerai a passare inosservata, a osservare e capire come si svolge la vita nei boschi, distinguerai tutti gli animali e imparerai a parlare con loro, sono certa che ti divertirai, i folletti sono sempre allegri.”

Nell’accampamento dei folletti, Valeio e la sua numerosa tribù le stavano aspettando. Erano minuscoli esseri variopinti, al confronto lei era quasi un gigante.

Moliniana prese la mano della piccola e la presentò al capo dei folletti e a tutti gli altri. Molti pensieri passavano fra di loro, e Misha li sentiva tutti e capiva che erano preoccupati, lei era troppo grande per fare quello che loro riuscivano a fare passando inosservati, come avrebbe fatto la bambina?

Moliniana sorrise a Valeio. “Non preoccuparti amico mio, nessun essere umano riuscirà a vederla finché sarà vicina ad uno di voi, sono una strega, ricordi?” Il folletto capì all’istante e tutti quanti fecero un sospiro di sollievo.

La strega si abbassò a guardare in viso la piccola, era una bambina sana e robusta di sei anni. La guardò negli occhi e le trasmise pochi pensieri, quelli necessari a renderla fiduciosa, con i folletti era diverso che con le fate e, conoscendo la sensibilità della piccola, fece un piccolo incantesimo per renderla più forte.

“Ora vado piccola Misha, ci rivedremo presto, sono certa che ti piacerà stare con  i folletti.” Le fece una carezza sui capelli che cambiarono di colore e divennero scuri come i tronchi degli alberi.

I primi giorni li passò in compagnia dei folletti più esperti, oppure a giocare con i più giovani, che erano fra l’altro i più intraprendenti. Imparò a conoscerli, si rese conto di quanto fossero leali e di quanto amore avevano per tutto ciò che li circondava. Imparò tante loro usanze e, dopo poche settimane ritennero che fosse pronta a seguirli.

Alla sua prima uscita fu affiancata da un folletto piccolo e serio. Oltrepassarono il portale che l’alba non era ancora spuntata sul bosco e la foschia rendeva tutto umido e spettrale. Era quasi estate ma l’umidità regnava perenne nel folto del bosco, trattenuta dai rami grandi e frondosi di alberi maestosi.

Una miriade di folletti si dileguò in pochissimi attimi, prendendo ognuno una direzione che conoscevano e che era stata loro assegnata.

Il folletto che l’aveva pesa sotto la sua custodia la guardò con sguardo severo “non ti devi allontanare dal mio fianco, o sarai visibile.”

Misha lo seguì e, quando il sole fu alto in cielo sentirono i rumori di cavalli, carretti, risate di esseri umani che passavano a fianco dei folletti e non riuscivano a vederli talmente erano ben mimetizzati.

I folletti non interferivano mai con gli esseri umani, si intrattenevano con varie specie animali, raccoglievano le loro storie, le loro esigenze per poi riportarle nel loro mondo e trovare le soluzioni adeguate. Misha era incantata da tutto quello che vedeva, era la sua prima volta e fu sorpresa quando un piccolo coniglietto le saltò in grembo e le leccò il viso. Un contatto veloce e morbido che la riempì di gioia.

Nel tempo che trascorse con i folletti imparò a superare trappole che gli umani mettevano per catturare gli animali, imparò a curare quelli feriti, imparò a mimetizzarsi e divenne davvero brava.

Due anni trascorse con i folletti e mai tempo passò così velocemente.

Presto avrebbe compiuto otto anni e lei era pronta per il passaggio successivo, la sua esperienza con gli gnomi.

Romanzo scritto da Milena Ziletti - diritti e proprietà a lei riservati - immagine dalla pagina fb di Elfi, fate e mondo incantato

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