Le fate
decisero di accogliere la piccola Misha con una festicciola, dopotutto era una
bimba di soli quattro anni anche se quello che aveva imparato in quei tre anni
con le ninfe era qualcosa che nessun bambino di quell’età aveva mai conosciuto.
Ora toccava a loro avviarla su altri sentieri. Salena vide arrivare Oridea e
Misha che si tenevano per mano, impossibile non accorgersi di quanto fossero entrambe
tristi per il distacco che le aspettava. Con un elegante gesto della mano diede
il via ai vari e numerosi tipi di uccelli che silenziosamente stavano
aspettando il segnale. Un canto dolce melodioso di tante sfumature accolse le
nuove venute.
Le fate
iniziarono una danza gioiosa senza toccare terra, si muovevano con una grazia
innata, i loro sorrisi erano di una serenità che toccava il cuore. Anche Salena
danzava con loro e, lentamente, senza mai smettere di volteggiare raggiunse
Misha, la prese per mano, salutò Oridea e trascinò la piccola nella loro danza.
Veli
colorati fluttuavano mentre l’armonia del canto degli uccelli entrava in tutto
il corpo della bimba. Le fate si scambiavano di posto e prendevano la manina
facendo roteare quel piccolo corpo che mano a mano si rivestiva di veli
colorati come quelli delle fate. I suoi capelli cambiarono leggermente colore e
i suoi occhi erano blu come le piume di certi pavoni.
Iniziò così
la vita di Misha con le fate. Imparava e cresceva ed era uno spettacolo vedere
la sua intelligenza, la sua conoscenza, la sua bontà, il suo amore crescere
ogni giorno. Le fate l’amavano ed erano ricambiate, anche se la piccola aveva
un debole per Oridea che vedeva spesso, ogni tanto si accorgeva che la sua
salvatrice si teneva nascosta dietro un cespuglio e la osservava mandandole teneri baci. Inutile negarlo, fra loro due il
legame era molto forte, ma la piccola ninfa non interferì mai.
A sei anni,
Misha iniziò il suo addestramento sul campo. Le fate uscivano spesso al calar
del buio, entravano silenziose nelle case per portare sogni lievi alla gente
tanto provata e triste. Era piccola ma aveva imparato tanto e, mentre leggeva
nelle menti di quelle persone cominciò a capire come era il mondo al quale lei
era sfuggita.
Ogni volta
che rientrava era sempre più triste. Salena la convocò.
“Mi hanno
detto le fate che ti seguono che torni sempre più triste dalle uscite notturne.
Questo lo immaginavo, tu fino ad ora hai vissuto in un mondo esclusivo, conosci
solo quello che c’è qui, ma là fuori è dove si svolge la vita vera. Quasi
nessuno crede al nostro mondo, ma se non ci fossimo noi a portare un po’ di
pace e serenità le ombre maligne si sarebbero già portate via tante vite
innocenti. Dovresti restare con noi ancora un anno, e non puoi immaginare
quanto questo ci faccia piacere ma sei già pronta per passare al turno
successivo. Saranno i folletti che per i prossimi due o tre anni si prenderanno
cura di te e passerai molto tempo al di là del portale.” Le disse.
Misha
avrebbe compiuto sei anni dopo una settimana e chiese di passare con Oridea
quei giorni prima di cambiare compagni.
Fu Moliniana
che l’accompagnò dalla ninfa e la felicità che quelle due tenere creature
sprizzavano da tutti i pori le aveva circondate di tante scintille colorate. La
strega sorrise, le lasciò con l’impegno che sarebbe tornata a prenderla per
accompagnarla dai folletti.
Fu una
settimana che passò in fretta e che le legò ancora di più. Fu in quel frangente
che Misha scoprì come era arrivata in quel posto incantato e strinse forte a sé
Oridea ringraziandola fra le lacrime.
Misha
seguiva Moliniana saltellando e cantando, non si accorse nemmeno di essersi
sollevata da terra e danzare con uno sciame di farfalle colorate. La strega la
osservava sorridendo, quella era davvero una bambina speciale, lei lo aveva capito
subito, era da tempo che aspettavano un simile evento e si convinceva sempre di
più che il suo piano sarebbe riuscito molto bene.
Prese la
manina della piccola e la riportò coi piedi per terra. “Ora andiamo dai
folletti, con loro sari fuori molto spesso, imparerai a passare inosservata, a
osservare e capire come si svolge la vita nei boschi, distinguerai tutti gli
animali e imparerai a parlare con loro, sono certa che ti divertirai, i
folletti sono sempre allegri.”
Nell’accampamento
dei folletti, Valeio e la sua numerosa tribù le stavano aspettando. Erano
minuscoli esseri variopinti, al confronto lei era quasi un gigante.
Moliniana
prese la mano della piccola e la presentò al capo dei folletti e a tutti gli
altri. Molti pensieri passavano fra di loro, e Misha li sentiva tutti e capiva
che erano preoccupati, lei era troppo grande per fare quello che loro
riuscivano a fare passando inosservati, come avrebbe fatto la bambina?
Moliniana
sorrise a Valeio. “Non preoccuparti amico mio, nessun essere umano riuscirà a
vederla finché sarà vicina ad uno di voi, sono una strega, ricordi?” Il
folletto capì all’istante e tutti quanti fecero un sospiro di sollievo.
La strega si
abbassò a guardare in viso la piccola, era una bambina sana e robusta di sei
anni. La guardò negli occhi e le trasmise pochi pensieri, quelli necessari a
renderla fiduciosa, con i folletti era diverso che con le fate e, conoscendo la
sensibilità della piccola, fece un piccolo incantesimo per renderla più forte.
“Ora vado
piccola Misha, ci rivedremo presto, sono certa che ti piacerà stare con i folletti.” Le fece una carezza sui capelli
che cambiarono di colore e divennero scuri come i tronchi degli alberi.
I primi
giorni li passò in compagnia dei folletti più esperti, oppure a giocare con i
più giovani, che erano fra l’altro i più intraprendenti. Imparò a conoscerli,
si rese conto di quanto fossero leali e di quanto amore avevano per tutto ciò
che li circondava. Imparò tante loro usanze e, dopo poche settimane ritennero
che fosse pronta a seguirli.
Alla sua
prima uscita fu affiancata da un folletto piccolo e serio. Oltrepassarono il
portale che l’alba non era ancora spuntata sul bosco e la foschia rendeva tutto
umido e spettrale. Era quasi estate ma l’umidità regnava perenne nel folto del
bosco, trattenuta dai rami grandi e frondosi di alberi maestosi.
Una miriade
di folletti si dileguò in pochissimi attimi, prendendo ognuno una direzione che
conoscevano e che era stata loro assegnata.
Il folletto
che l’aveva pesa sotto la sua custodia la guardò con sguardo severo “non ti
devi allontanare dal mio fianco, o sarai visibile.”
Misha lo
seguì e, quando il sole fu alto in cielo sentirono i rumori di cavalli,
carretti, risate di esseri umani che passavano a fianco dei folletti e non
riuscivano a vederli talmente erano ben mimetizzati.
I folletti
non interferivano mai con gli esseri umani, si intrattenevano con varie specie
animali, raccoglievano le loro storie, le loro esigenze per poi riportarle nel
loro mondo e trovare le soluzioni adeguate. Misha era incantata da tutto quello
che vedeva, era la sua prima volta e fu sorpresa quando un piccolo coniglietto
le saltò in grembo e le leccò il viso. Un contatto veloce e morbido che la
riempì di gioia.
Nel tempo
che trascorse con i folletti imparò a superare trappole che gli umani mettevano
per catturare gli animali, imparò a curare quelli feriti, imparò a mimetizzarsi
e divenne davvero brava.
Due anni
trascorse con i folletti e mai tempo passò così velocemente.
Presto
avrebbe compiuto otto anni e lei era pronta per il passaggio successivo, la sua
esperienza con gli gnomi.
Romanzo scritto da Milena Ziletti - diritti e proprietà a lei riservati - immagine dalla pagina fb di Elfi, fate e mondo incantato
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