MISHA
PARTE QUATTRO BIS
Moliniana
giunse all’accampamento dei folletti mentre quelli erano in piena festa, erano
piccoli esseri che amavano divertirsi, erano burloni e per Misha fu importante
imparare a godere di ogni scusa buona per stare allegra. La strega si sedette
lì vicino ad osservarli e vide quanto avevano imparato ad amare quella bimba
che ora accettavano come una di loro e lei ricambiava il loro affetto. Stava
crescendo, il tempo scorreva ma non era ancora l’ora di lasciarla andare, e
quando quel momento fosse giunto, quel posto non sarebbe più stato lo stesso
senza quella deliziosa ragazzina.
Mille
pensieri affollavano la mente della strega, pensieri che nessun altro riusciva
a sentire, lei sapeva come celare quello che non voleva si sapesse. Battè le
mani e tutti si voltarono verso di lei. Erano felici di vederla, ma infelici di
sapere che avrebbe portato con sé la loro piccola amica.
Misha la
raggiunse, aveva gli occhi che luccicavano dalla felicità. “Dov’è Oridea?” Le
chiese. “Sapevo che me lo avresti chiesto, per ciò ti porto da lei, e anche
stavolta avrete qualche giorno da passare insieme, poi ti accompagnerò dagli
gnomi.”
Misha era
raggiante, da tempo non vedeva la sua amica.
La strega
ringraziò i folletti, prese per mano la bambina e seguirono il sentiero che
portava in un altro accampamento.
Non si
dovettero allontanare di molto che Oridea arrivò quasi correndo. Misha era
esterrefatta del cambiamento che aveva subito la sua amica del cuore. Moliniana
se ne accorse e le spiegò che adesso, Oridea era un membro importante delle
ninfe, con un compito delicato e che non era stato facile convincere le ninfe a
lasciarla con lei per qualche giorno.
Inutile dire
che i giorni passati con Oridea volarono e fu di nuovo un abbraccio fra le
lacrime che le salutò quando la strega venne a riprendere Misha. Quelle due
creature non si sarebbero mai staccate del tutto, qualunque piega avesse preso
la loro vita, avrebbero sempre avuto un punto fermo fra di loro e, chissà forse
era proprio quello che sarebbe servito.
Moliniana
sospirò ai pensieri che le passavano per la mente. Salutò la ninfa e prese per
mano la bambina.
“Ora
passerai del tempo con gli gnomi e ti accorgerai di quanto è diverso il loro
modo di vivere da quello che hai vissuto fino ad ora. Sarà Boris, il loro capo
a informarmi quando sarai pronta per il tuo prossimo ed ultimo passo, quello
che passerai con me.”
L’accampamento
degli gnomi era ben diverso da tutti gli altri. Piccole casupole fatte di legno
e materiale vario, distribuite ordinatamente su un territorio ben tenuto e
delimitato da ogni lato da alberi. Boris le stava aspettando davanti alla sua
casa in tenuta istituzionale, nel rispetto di quello che loro avevano per tutti
gli ospiti che arrivavano da loro. Non erano in molti ed erano tutti, maschi,
femmine e piccoli gnomi compostamente in formazione dietro il loro capo.
“Benvenuta,
Moliniana, benvenuta Misha, siamo felici di averti con noi. Come vedi non c’è
una costruzione adatta alla tua corporatura ma ti abbiamo preparato un posto
che ti piacerà molto.” Salutò il capo degli gnomi.
Moliniana si
accorse della tensione della piccola, un altro cambiamento era pur sempre una
novità che andava imparata e soprattutto doveva essere accettata. “Non temere,
Misha, Boris è un grande capo e gli gnomi un grande piccolo popolo, certo molto
diversi dai folletti, qui troverai meno risate e più disciplina ma sono esseri
che hanno tanto da insegnarti. Vai tranquilla, piccola. Io verrò a trovarti e
mi dirai come ti trovi, sono certa che starai benissimo.” Le accarezzò la testa
e i suoi capelli cambiarono ancora di colore, diventando quasi verdi come le
fronde degli alberi.
Boris la chiamò al suo fianco e le presentò tutti
quanti, dalle famiglie, ai piccoli, e le mostrò il posto che le avevano
preparato: uno spiazzo sotto una grande quercia, avevano impiantato dei pali
nel terreno e ricoperto il tetto con foglie intrecciate, mentre in terra
avevano messo vari cuscini di piume per non farle sentire il freddo del
terreno. Misha se ne innamorò subito, sarebbe stata cullata dal canto
dell’acqua del piccolo ruscello che passava lì vicino, avrebbe ascoltato il
canto degli uccelli e avrebbe avuto miriadi di lucciole a farle compagnia.
Sorrise al viso serio di Boris, avrebbe voluto abbracciarlo ma non sapeva se lo
avesse gradito. La sua espressione, comunque rispecchiava quello che provava.
Ci vollero
solo pochi minuti perché Boris le trasmettesse le regole che vigevano in quel
villaggio.
Gli gnomi
erano gran lavoratori, ordinati e disciplinati come soldati ben addestrati. Lei
imparò ad obbedire ai più anziani e quando uscì con loro dal portale poté
rendersi conto di quanto fosse importante il loro compito. Erano in grado di
aggiustare ogni cosa, di curare alberi, piante, di lavorare per rimettere al
loro posto qualsiasi cosa ne avesse bisogno, scavavano buche o le ricoprivano,
scalfivano grandi massi o piccoli sassi per dare ordine al luogo in cui si
trovavano, erano praticamente instancabili e, quando rientravano al loro
villaggio trovavano tavole imbandite dove si rifocillavano e ne traevano forza
ed energia per riprendere il giorno dopo il loro instancabile lavoro.
Spesso Misha
aveva le mani rovinate ma non si lamentava mai. Passò con loro due anni e, come
promesso, Moliniana andava spesso a trovarla, sapeva che il compito con gli
gnomi era duro da portare avanti.
Boris era
soddisfatto e tutti gli gnomi del villaggio la trattavano come una di loro e,
anche stavolta fu con gran tristezza che la lasciarono andare.
“Avevi
ragione, Moliniana, questa ragazzina è davvero speciale.” Disse alla strega.
“Noi l’abbiamo forgiata nel corpo e anche nello spirito e lei ha recepito ogni
cosa, ora sta a te, per quanto tempo pensi di tenerla in tua compagnia?”
Aggiunse.
“Non lo so
Boris, ancora non lo so. Ma quello che è sicuro è che non rimarrà qui un minuto
in più del necessario, è troppo importante quello che deve fare!” Gli rispose.
Misha aveva
salutato tutti e si affiancò a Moliniana. “Mi porti da Oridea, vero?” La strega
le sorrise. “Certamente, non vede l’ora di rivederti, avrai qualche giorno da
passare con lei, poi verrai a vivere con me e le mie sorelle.”
Oridea le
aspettava. Stavolta fu la ninfa a strabuzzare gli occhi davanti al cambiamento
di Misha. Le si avvicinò, aveva gli occhi lucidi di commozione, era diventata
grande e talmente bella. Se la strinse al petto e in quei pochi attimi tutti i
loro pensieri si fusero nelle loro anime. “Vieni, abbiamo pochi giorni per
stare insieme.” Salutarono Moliniana e corsero via come due bambine felici.
I giorni
passati insieme volarono come fulmini.
Moliniana
tornò al villaggio delle ninfe e si fermò a scambiare qualche pensiero con
Solidea, mentre Misha e Oridea stavano tornando da una passeggiata.
“Ancora non
ci hai detto tutto su quella ragazzina!” Disse la ninfa.
Moliniana
non si perse in pensieri inutili, mosse la sua magra mano disegnando nell’aria
un cerchio perfetto e diede modo alla ninfa di vedere quello che sarebbe stato
della ragazzina, ma non tutto.
La ninfa
sospirò. “Per ora mi accontento di questo, se non vuoi mostrarmi tutto sono
sicura che hai dei buoni motivi, sappi che se dovesse trovare dei problemi al
di là del portale io la riporterò qui di corsa, che tu lo voglia o no.”
Moliniana
sorrise, sapeva che tutti amavano quella ragazzina.
“Sono
pronta!” Si intromise Misha. Diede un ultimo abbraccio a Oridea e prese per
mano la strega.
Romanzo di Milena Ziletti - diritti e proprietà a lei riservati - immagine dalla pagina fb di elfi fate e mondo incantato
Nessun commento:
Posta un commento