mercoledì 2 dicembre 2020

MISHA

 MISHA

PARTE QUATTRO BIS



Moliniana giunse all’accampamento dei folletti mentre quelli erano in piena festa, erano piccoli esseri che amavano divertirsi, erano burloni e per Misha fu importante imparare a godere di ogni scusa buona per stare allegra. La strega si sedette lì vicino ad osservarli e vide quanto avevano imparato ad amare quella bimba che ora accettavano come una di loro e lei ricambiava il loro affetto. Stava crescendo, il tempo scorreva ma non era ancora l’ora di lasciarla andare, e quando quel momento fosse giunto, quel posto non sarebbe più stato lo stesso senza quella deliziosa ragazzina.

Mille pensieri affollavano la mente della strega, pensieri che nessun altro riusciva a sentire, lei sapeva come celare quello che non voleva si sapesse. Battè le mani e tutti si voltarono verso di lei. Erano felici di vederla, ma infelici di sapere che avrebbe portato con sé la loro piccola amica.

Misha la raggiunse, aveva gli occhi che luccicavano dalla felicità. “Dov’è Oridea?” Le chiese. “Sapevo che me lo avresti chiesto, per ciò ti porto da lei, e anche stavolta avrete qualche giorno da passare insieme, poi ti accompagnerò dagli gnomi.”

Misha era raggiante, da tempo non vedeva la sua amica.

La strega ringraziò i folletti, prese per mano la bambina e seguirono il sentiero che portava in un altro accampamento.

Non si dovettero allontanare di molto che Oridea arrivò quasi correndo. Misha era esterrefatta del cambiamento che aveva subito la sua amica del cuore. Moliniana se ne accorse e le spiegò che adesso, Oridea era un membro importante delle ninfe, con un compito delicato e che non era stato facile convincere le ninfe a lasciarla con lei per qualche giorno.

Inutile dire che i giorni passati con Oridea volarono e fu di nuovo un abbraccio fra le lacrime che le salutò quando la strega venne a riprendere Misha. Quelle due creature non si sarebbero mai staccate del tutto, qualunque piega avesse preso la loro vita, avrebbero sempre avuto un punto fermo fra di loro e, chissà forse era proprio quello che sarebbe servito.

Moliniana sospirò ai pensieri che le passavano per la mente. Salutò la ninfa e prese per mano la bambina.

“Ora passerai del tempo con gli gnomi e ti accorgerai di quanto è diverso il loro modo di vivere da quello che hai vissuto fino ad ora. Sarà Boris, il loro capo a informarmi quando sarai pronta per il tuo prossimo ed ultimo passo, quello che passerai con me.”

L’accampamento degli gnomi era ben diverso da tutti gli altri. Piccole casupole fatte di legno e materiale vario, distribuite ordinatamente su un territorio ben tenuto e delimitato da ogni lato da alberi. Boris le stava aspettando davanti alla sua casa in tenuta istituzionale, nel rispetto di quello che loro avevano per tutti gli ospiti che arrivavano da loro. Non erano in molti ed erano tutti, maschi, femmine e piccoli gnomi compostamente in formazione dietro il loro capo.

“Benvenuta, Moliniana, benvenuta Misha, siamo felici di averti con noi. Come vedi non c’è una costruzione adatta alla tua corporatura ma ti abbiamo preparato un posto che ti piacerà molto.” Salutò il capo degli gnomi.

Moliniana si accorse della tensione della piccola, un altro cambiamento era pur sempre una novità che andava imparata e soprattutto doveva essere accettata. “Non temere, Misha, Boris è un grande capo e gli gnomi un grande piccolo popolo, certo molto diversi dai folletti, qui troverai meno risate e più disciplina ma sono esseri che hanno tanto da insegnarti. Vai tranquilla, piccola. Io verrò a trovarti e mi dirai come ti trovi, sono certa che starai benissimo.” Le accarezzò la testa e i suoi capelli cambiarono ancora di colore, diventando quasi verdi come le fronde degli alberi.

Boris  la chiamò al suo fianco e le presentò tutti quanti, dalle famiglie, ai piccoli, e le mostrò il posto che le avevano preparato: uno spiazzo sotto una grande quercia, avevano impiantato dei pali nel terreno e ricoperto il tetto con foglie intrecciate, mentre in terra avevano messo vari cuscini di piume per non farle sentire il freddo del terreno. Misha se ne innamorò subito, sarebbe stata cullata dal canto dell’acqua del piccolo ruscello che passava lì vicino, avrebbe ascoltato il canto degli uccelli e avrebbe avuto miriadi di lucciole a farle compagnia. Sorrise al viso serio di Boris, avrebbe voluto abbracciarlo ma non sapeva se lo avesse gradito. La sua espressione, comunque rispecchiava quello che provava.

Ci vollero solo pochi minuti perché Boris le trasmettesse le regole che vigevano in quel villaggio.

Gli gnomi erano gran lavoratori, ordinati e disciplinati come soldati ben addestrati. Lei imparò ad obbedire ai più anziani e quando uscì con loro dal portale poté rendersi conto di quanto fosse importante il loro compito. Erano in grado di aggiustare ogni cosa, di curare alberi, piante, di lavorare per rimettere al loro posto qualsiasi cosa ne avesse bisogno, scavavano buche o le ricoprivano, scalfivano grandi massi o piccoli sassi per dare ordine al luogo in cui si trovavano, erano praticamente instancabili e, quando rientravano al loro villaggio trovavano tavole imbandite dove si rifocillavano e ne traevano forza ed energia per riprendere il giorno dopo il loro instancabile lavoro.

Spesso Misha aveva le mani rovinate ma non si lamentava mai. Passò con loro due anni e, come promesso, Moliniana andava spesso a trovarla, sapeva che il compito con gli gnomi era duro da portare avanti.

Boris era soddisfatto e tutti gli gnomi del villaggio la trattavano come una di loro e, anche stavolta fu con gran tristezza che la lasciarono andare.

“Avevi ragione, Moliniana, questa ragazzina è davvero speciale.” Disse alla strega. “Noi l’abbiamo forgiata nel corpo e anche nello spirito e lei ha recepito ogni cosa, ora sta a te, per quanto tempo pensi di tenerla in tua compagnia?” Aggiunse.

“Non lo so Boris, ancora non lo so. Ma quello che è sicuro è che non rimarrà qui un minuto in più del necessario, è troppo importante quello che deve fare!” Gli rispose.

Misha aveva salutato tutti e si affiancò a Moliniana. “Mi porti da Oridea, vero?” La strega le sorrise. “Certamente, non vede l’ora di rivederti, avrai qualche giorno da passare con lei, poi verrai a vivere con me e le mie sorelle.”

Oridea le aspettava. Stavolta fu la ninfa a strabuzzare gli occhi davanti al cambiamento di Misha. Le si avvicinò, aveva gli occhi lucidi di commozione, era diventata grande e talmente bella. Se la strinse al petto e in quei pochi attimi tutti i loro pensieri si fusero nelle loro anime. “Vieni, abbiamo pochi giorni per stare insieme.” Salutarono Moliniana e corsero via come due bambine felici.

I giorni passati insieme volarono come fulmini.

Moliniana tornò al villaggio delle ninfe e si fermò a scambiare qualche pensiero con Solidea, mentre Misha e Oridea stavano tornando da una passeggiata.

“Ancora non ci hai detto tutto su quella ragazzina!” Disse la ninfa.

Moliniana non si perse in pensieri inutili, mosse la sua magra mano disegnando nell’aria un cerchio perfetto e diede modo alla ninfa di vedere quello che sarebbe stato della ragazzina, ma non tutto.

La ninfa sospirò. “Per ora mi accontento di questo, se non vuoi mostrarmi tutto sono sicura che hai dei buoni motivi, sappi che se dovesse trovare dei problemi al di là del portale io la riporterò qui di corsa, che tu lo voglia o no.”

Moliniana sorrise, sapeva che tutti amavano quella ragazzina.

“Sono pronta!” Si intromise Misha. Diede un ultimo abbraccio a Oridea e prese per mano la strega.

Romanzo di Milena Ziletti - diritti e proprietà a lei riservati - immagine dalla pagina fb di elfi fate e mondo incantato

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