MISHA
parte cinque
Raggiunsero
il villaggio di Moliniana. Era diverso da tutti gli altri, poche casupole col
tetto a forma di cono e fuori da ognuna di esse un fuoco perennemente acceso.
Misha ne contò undici ed erano tutte uguali. Arrivarono al centro del piccolo
accampamento e tutte le streghe erano lì ad aspettarle. Misha era incuriosita,
erano tutte vestite uguali, con un lungo abito fucsia, soltanto Moliniana ne
indossava uno blu cangiante. Tutte le sorrisero e i loro lunghi capelli
svolazzarono come se avessero vita propria.
Presentò la
ragazzina alle sue sorelle. “Presto anche Misha diventerà una di noi,
l’aiuteremo tutte e lei imparerà ogni cosa che deve sapere.”
Fu
circondata e accarezzata da tutte, lei sentiva aliti diversi di tante energie
particolari e piccoli vortici leggeri e colorati la circondarono facendola
cadere in un sonno profondo.
Moliniana la
prese tra le braccia e la sdraiò nella sua casupola, lasciò che il giovane
corpo assimilasse ciò che di meraviglioso impregnava l’accampamento delle
streghe e la lasciarono dormire per una settimana.
Si svegliò
al profumo dei fiori che impregnava l’ambiente.
“Bentornata”.
Le disse con un sorriso la strega. “Oggi cominceremo il tuo ultimo
addestramento, ma dimmi come ti sei trovata con gli altri?”
“Con Oridea
sono stata benissimo, conosco quasi tutto quello che riguarda la natura e le
sarò sempre grata per avermi salvato la vita. Con le fate è stato triste,
all’inizio quando uscivo a portare sogni lievi alle persone così addolorate,
poi ho imparato. Coi folletti è stato divertente e anche impegnativo ma mi
hanno insegnato a trovare anche il più piccolo dettaglio. Con gli gnomi è stato
faticoso ma quello che mi hanno trasmesso rimarrà sempre dentro di me, e avrò
la forza di non arrendermi mai. Ora sono qui con te, so che poi me ne dovrò
andare, ma spero tu mi aiuterai, io vorrei rimanere qui per sempre.” Le rispose
la ragazzina.
“Rimarrai
con noi tutto il tempo necessario. Per prima cosa dovrai imparare a parlare con
la voce, come gli umani, per questo motivo ti cancellerò l’abilità telepatica
che hai usato fino ad ora. Ti insegnerò come utilizzarla nei momenti in cui ti
servirà ma non sarà più naturale come ora.” Le pose la mano sulla testa ed
eseguì quello che le aveva appena spiegato.
Fu come
immergersi in un lago di ghiaccio, non riusciva più a “sentire” niente intorno
a sé e fu molto spaventata. Alzò gli occhi sgranati in viso a Moliniana e cercò
di dire qualche parola, con estrema difficoltà.
“Presto ci
riuscirai benissimo, ti insegnerò a percepire ogni cosa come prima, ma non sarà
naturale e semplice come fin’ora, ma imparerai.” La rassicurò.
Era la prima
volta da quando era arrivata che Misha si sentiva spaventata, Moliniana lo
percepì e le trasmise tutta la serenità di cui aveva bisogno.
“Imparerai a
preparare medicamenti, a conoscere le erbe magiche per le pozioni, danzerai con
noi nelle notti di luna piena durante i nostri riti di purificazione,
riconoscerai un animale e un essere umano bisognoso di aiuto medico, diventerai
quella che gli umani al di là del varco chiamano “Donna Medicina” ma non sarai
solo quello, per essere una semplice Donna Medicina sarebbe bastato passare con
noi streghe un po’ di tempo, tu sarai ciò che nessun umano è mai stato, e non
sarà facile, dovrai sopportare parecchie umiliazioni e forse anche peggio,
perché sarai diversa dalla massa, e i diversi non sono ben accettati. Ti
insegnerò ad affrontare e sopportare e anche a superare ogni scoglio che
troverai, ma ho paura che non riuscirò a difenderti proprio da tutto. Confido
nella tua intelligenza, nella tua formazione e nella protezione di tutti noi,
non sarai mai sola, basterà un tuo richiamo e qualcuno di noi correrà subito da
te.”
Due anni
servirono a Misha per superare tutte le prove che le streghe avevano preparato
per lei, e non fu semplice. Moliniana voleva solo la perfezione e fu un duro
addestramento.
Aveva dodici
anni ed era di una bellezza mozzafiato. Il suo addestramento era completato e
tutti gli abitanti del mondo magico si erano riuniti, nello stesso modo di
quando, piccolo scricciolo umano aveva varcato il portale fra le braccia di
Oridea.
Solidea,
regina delle ninfe,
Boris, capo
degli gnomi,
Valeio, capo
dei folletti,
Salena,
regina delle fate,
Moliniana la
Strega Madre,
si
avvicinarono a Misha.
Oridea, la
sua amica del cuore aveva il viso bagnato di lacrime, il suo scricciolo umano
se ne stava andando e assisteva, insieme a tutti gli altri a quello che stava
succedendo.
La regina
delle ninfe fece un passo avanti, Boris, Valeio, Salena e infine Moliniana
poggiarono ognuno la loro mano sulla testa della ragazza. Nella mente di ognuno
di loro si formò la massima benedizione dei loro popoli, nel silenzio più
assoluto tutto avvenne in fretta.
Ognuno
ritornò al proprio posto.
Oridea
cercava di sorriderle fra le lacrime mentre le porgeva l’abito che avrebbe
dovuto indossare, Boris le regalò un bellissimo pugnale con una cintura da
portare al fianco, Valeio una piccola lente che appese alla stessa cintura,
Salena appese alla cintura una piccola borsa che si trasformò subito in una
piccola nuvola invisibile, Moliniana le consegnò quello che di più prezioso
aveva: un libro contenente tante formule che solo lei poteva leggere, e ognuno
nella propria lingua fatata aveva aggiunto frasi di buon auspicio e di Amore.
Misha
piangeva senza vergognarsene, anche gli occhi di tutti i presenti erano umidi
di emozione e di tristezza, il loro piccolo scricciolo umano ora era cresciuto
e tutti loro avevano fatto del loro meglio per renderla pronta per il mondo che
l’aspettava al di là del portale. Moliniana si avvicinò per prenderle la mano e
accompagnarla dove doveva andare. Fu un attimo e Misha scattò fra le braccia di
Oridea, piansero insieme per qualche minuto.
“Grazie di
tutto.” Disse loro telepaticamente. Raddrizzò le spalle e raggiunse Moliniana,
ancora non sapeva dove l’avrebbe portata, ma il giorno che aspettavano tutti da
undici anni era finalmente arrivato.
Anche la
strega aveva il cuore gonfio di tristezza, avevano lavorato tanto per insegnare
tutto quello che potevano a quella ragazzina, tutti avevano imparato ad amarla
e, lasciarla andare non era facile.
Oltrepassarono
il portale. Misha indossava un abito tipico della zona, un mantello col
cappuccio che le copriva la testa e quasi tutto il viso. Moliniana le sistemò i
capelli che divennero di un viola perlato, mentre i suoi occhi blu
rispecchiavano il mondo intorno a lei come in cielo si rispecchiavano le
stelle. Era bellissima e anche quello sarebbe stato un problema, ma così doveva
essere.
“Dove mi
porti, Moliniana?” Chiese la ragazzina dopo alcune ore che erano in cammino.
“Siamo quasi
arrivate.”Le rispose con voce triste.
Camminarono
ancora per un paio d’ore e raggiunsero un piccolo villaggio che oltrepassarono.
Distante da quelle poche casupole ce n’era un’altra e, sulla porta, ad
attenderle una donna che Misha riconobbe subito, era una strega.
“Quella è
una delle nostre sorelle, starai con lei.” Entrarono nella casupola mentre
fuori un temporale improvviso scatenava una bufera di pioggia e gradine. Una
candela rischiarava la piccola stanza.
Romanzo di Milena Ziletti - diritti e proprietà a lei riservati - immagine dalla pagina fb di elfi, fate e mondo incantato
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