giovedì 3 dicembre 2020

MISHA

 MISHA

parte cinque



Raggiunsero il villaggio di Moliniana. Era diverso da tutti gli altri, poche casupole col tetto a forma di cono e fuori da ognuna di esse un fuoco perennemente acceso. Misha ne contò undici ed erano tutte uguali. Arrivarono al centro del piccolo accampamento e tutte le streghe erano lì ad aspettarle. Misha era incuriosita, erano tutte vestite uguali, con un lungo abito fucsia, soltanto Moliniana ne indossava uno blu cangiante. Tutte le sorrisero e i loro lunghi capelli svolazzarono come se avessero vita propria.

Presentò la ragazzina alle sue sorelle. “Presto anche Misha diventerà una di noi, l’aiuteremo tutte e lei imparerà ogni cosa che deve sapere.”

Fu circondata e accarezzata da tutte, lei sentiva aliti diversi di tante energie particolari e piccoli vortici leggeri e colorati la circondarono facendola cadere in un sonno profondo.

Moliniana la prese tra le braccia e la sdraiò nella sua casupola, lasciò che il giovane corpo assimilasse ciò che di meraviglioso impregnava l’accampamento delle streghe e la lasciarono dormire per una settimana.

Si svegliò al profumo dei fiori che impregnava l’ambiente.

“Bentornata”. Le disse con un sorriso la strega. “Oggi cominceremo il tuo ultimo addestramento, ma dimmi come ti sei trovata con gli altri?”

“Con Oridea sono stata benissimo, conosco quasi tutto quello che riguarda la natura e le sarò sempre grata per avermi salvato la vita. Con le fate è stato triste, all’inizio quando uscivo a portare sogni lievi alle persone così addolorate, poi ho imparato. Coi folletti è stato divertente e anche impegnativo ma mi hanno insegnato a trovare anche il più piccolo dettaglio. Con gli gnomi è stato faticoso ma quello che mi hanno trasmesso rimarrà sempre dentro di me, e avrò la forza di non arrendermi mai. Ora sono qui con te, so che poi me ne dovrò andare, ma spero tu mi aiuterai, io vorrei rimanere qui per sempre.” Le rispose la ragazzina.

“Rimarrai con noi tutto il tempo necessario. Per prima cosa dovrai imparare a parlare con la voce, come gli umani, per questo motivo ti cancellerò l’abilità telepatica che hai usato fino ad ora. Ti insegnerò come utilizzarla nei momenti in cui ti servirà ma non sarà più naturale come ora.” Le pose la mano sulla testa ed eseguì quello che le aveva appena spiegato.

Fu come immergersi in un lago di ghiaccio, non riusciva più a “sentire” niente intorno a sé e fu molto spaventata. Alzò gli occhi sgranati in viso a Moliniana e cercò di dire qualche parola, con estrema difficoltà.

“Presto ci riuscirai benissimo, ti insegnerò a percepire ogni cosa come prima, ma non sarà naturale e semplice come fin’ora, ma imparerai.” La rassicurò.

Era la prima volta da quando era arrivata che Misha si sentiva spaventata, Moliniana lo percepì e le trasmise tutta la serenità di cui aveva bisogno.

“Imparerai a preparare medicamenti, a conoscere le erbe magiche per le pozioni, danzerai con noi nelle notti di luna piena durante i nostri riti di purificazione, riconoscerai un animale e un essere umano bisognoso di aiuto medico, diventerai quella che gli umani al di là del varco chiamano “Donna Medicina” ma non sarai solo quello, per essere una semplice Donna Medicina sarebbe bastato passare con noi streghe un po’ di tempo, tu sarai ciò che nessun umano è mai stato, e non sarà facile, dovrai sopportare parecchie umiliazioni e forse anche peggio, perché sarai diversa dalla massa, e i diversi non sono ben accettati. Ti insegnerò ad affrontare e sopportare e anche a superare ogni scoglio che troverai, ma ho paura che non riuscirò a difenderti proprio da tutto. Confido nella tua intelligenza, nella tua formazione e nella protezione di tutti noi, non sarai mai sola, basterà un tuo richiamo e qualcuno di noi correrà subito da te.”

Due anni servirono a Misha per superare tutte le prove che le streghe avevano preparato per lei, e non fu semplice. Moliniana voleva solo la perfezione e fu un duro addestramento.

Aveva dodici anni ed era di una bellezza mozzafiato. Il suo addestramento era completato e tutti gli abitanti del mondo magico si erano riuniti, nello stesso modo di quando, piccolo scricciolo umano aveva varcato il portale fra le braccia di Oridea.

Solidea, regina delle ninfe,

Boris, capo degli gnomi,

Valeio, capo dei folletti,

Salena, regina delle fate,

Moliniana la Strega Madre,

si avvicinarono a Misha.

Oridea, la sua amica del cuore aveva il viso bagnato di lacrime, il suo scricciolo umano se ne stava andando e assisteva, insieme a tutti gli altri a quello che stava succedendo.

La regina delle ninfe fece un passo avanti, Boris, Valeio, Salena e infine Moliniana poggiarono ognuno la loro mano sulla testa della ragazza. Nella mente di ognuno di loro si formò la massima benedizione dei loro popoli, nel silenzio più assoluto tutto avvenne in fretta.

Ognuno ritornò al proprio posto.

Oridea cercava di sorriderle fra le lacrime mentre le porgeva l’abito che avrebbe dovuto indossare, Boris le regalò un bellissimo pugnale con una cintura da portare al fianco, Valeio una piccola lente che appese alla stessa cintura, Salena appese alla cintura una piccola borsa che si trasformò subito in una piccola nuvola invisibile, Moliniana le consegnò quello che di più prezioso aveva: un libro contenente tante formule che solo lei poteva leggere, e ognuno nella propria lingua fatata aveva aggiunto frasi di buon auspicio e di Amore.

Misha piangeva senza vergognarsene, anche gli occhi di tutti i presenti erano umidi di emozione e di tristezza, il loro piccolo scricciolo umano ora era cresciuto e tutti loro avevano fatto del loro meglio per renderla pronta per il mondo che l’aspettava al di là del portale. Moliniana si avvicinò per prenderle la mano e accompagnarla dove doveva andare. Fu un attimo e Misha scattò fra le braccia di Oridea, piansero insieme per qualche minuto.

“Grazie di tutto.” Disse loro telepaticamente. Raddrizzò le spalle e raggiunse Moliniana, ancora non sapeva dove l’avrebbe portata, ma il giorno che aspettavano tutti da undici anni era finalmente arrivato.

Anche la strega aveva il cuore gonfio di tristezza, avevano lavorato tanto per insegnare tutto quello che potevano a quella ragazzina, tutti avevano imparato ad amarla e, lasciarla andare non era facile.

Oltrepassarono il portale. Misha indossava un abito tipico della zona, un mantello col cappuccio che le copriva la testa e quasi tutto il viso. Moliniana le sistemò i capelli che divennero di un viola perlato, mentre i suoi occhi blu rispecchiavano il mondo intorno a lei come in cielo si rispecchiavano le stelle. Era bellissima e anche quello sarebbe stato un problema, ma così doveva essere.

“Dove mi porti, Moliniana?” Chiese la ragazzina dopo alcune ore che erano in cammino.

“Siamo quasi arrivate.”Le rispose con voce triste.

Camminarono ancora per un paio d’ore e raggiunsero un piccolo villaggio che oltrepassarono. Distante da quelle poche casupole ce n’era un’altra e, sulla porta, ad attenderle una donna che Misha riconobbe subito, era una strega.

“Quella è una delle nostre sorelle, starai con lei.” Entrarono nella casupola mentre fuori un temporale improvviso scatenava una bufera di pioggia e gradine. Una candela rischiarava la piccola stanza.

Romanzo di Milena Ziletti - diritti e proprietà a lei riservati - immagine dalla pagina fb di elfi, fate e mondo incantato

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