MISHA
parte sei
“E così è
arrivata.” Disse Muriel, la padrona di casa. “Vedo che è ben accolta,
temporale, grandine, pioggia, vento sanno già che lei è qui.” Aggiunse.
Pochi
pensieri passarono fra la ragazza e Moliniana, si strinsero in un abbraccio e
la strega, incurante delle intemperie che c’erano fuori, tornò al di là del
portale.
Ci furono
alcuni minuti di silenzio. Misha soffriva il distacco da quello che aveva
conosciuto ed amato fino a quel momento, la sua vita ora sarebbe cambiata.
Aveva uno sguardo triste ed i suoi occhi blu splendevano umidi di lacrime.
Muriel le si
avvicinò e le accarezzò la testa. “Capisco quello che provi, ti ritrovi in un
mondo a te sconosciuto, con una sconosciuta che da ora in poi sarà la tua
famiglia. Ci troveremo bene insieme, vedrai che tornerà il sorriso sul tuo
splendido viso. Dio quanto sei bella!” Aggiunse con voce triste.
Fuori il
temporale stava scaricando tutta la sua furia, nella piccola casupola la fiamma
della candela tremolò ma non si spense.
Muriel mise
due ciotole in tavola e mangiarono in silenzio, ci sarebbe stato tempo per
addestrare la ragazzina. Si coricarono che gli ultimi scrosci di pioggia
andavano scemando.
Passò del
tempo ma Misha non riusciva a dormire, Muriel se ne accorse ma non intervenne.
Bisbigliò qualcosa e, finalmente si addormentarono entrambe.
“Svegliati
Misha, la colazione è pronta.” Disse la vecchia con voce allegra.
Mangiarono
in silenzio e rimisero a posto ogni cosa.
Ed ora?
Pensò Misha che si stringeva le mani nervosa.
“Vieni,
piccola, oggi conoscerai gli abitanti di questo villaggio.” E uscirono mentre
il sole si levava maestoso su un territorio verde e tranquillo.
Raggiunsero
il borgo e il capo di quel villaggio, Handon le stava aspettando.
“Vedo che
non sei sola oggi, Muriel, chi è questa bella signorina?” Le disse nel modo
serio che presto anche la ragazzina avrebbe imparato a conoscere.
“Questa è Misha,
sarà lei a prendere il mio posto. Dobbiamo presentarla agli altri, lei mi
seguirà e imparerà a fare quello che faccio io, anzi, farà molto meglio. E’
ancora un po’ timida.” Gli ripose.
Handon
estrasse un corno che teneva alla cintura e lo suonò per tre volte. Era il
segnale che avvisava gli abitanti di radunarsi nella piccola piazza e, a frotte
arrivarono tutti.
Donne,
uomini, vecchi e bambini, non erano numerosi e si conoscevano tutti. Il loro
capo prese la parola e presentò Misha, che da quel momento avrebbe seguito e
aiutato la loro Donna Medicina e che,
come tale doveva essere rispettata. Non sprecò molte parole. La piccola
casupola che fungeva da raccolta per i malati era già colma di persone e,
Muriel e Misha entrarono per svolgere il loro compito.
Non
impiegarono molto tempo e uscirono che il sole era caldo e benefico. Misha vide
una bambina con gli occhi pieni di lacrime che stringeva a sé un cagnolino mal
messo. La piccina alzò lo sguardo e incontrò gli occhi blu della ragazzina medicina. Si sedette vicino e
accarezzò il cagnolino. Misha si accorse che stava molto male. “E’ il tuo
cane?”Le chiese. La bimba assentì stringendolo ancora più forte. Misha lo prese
in braccio e gli accarezzò la testa. Gli insegnamenti ricevuti gli vennero in
aiuto e, ricordando quello che le ninfe e le fate le avevano insegnato, in
pochi minuti guarì il cagnolino.
Lo ridiede
alla piccina, le sorrise e raggiunse Muriel.
“Mi avevano
avvisata che non avrei saputo dominarti. Io sono una strega da tanto tempo,
sono nata strega ma tu sei diversa, il mio compito è proteggerti e farò di
tutto per riuscirci, ma vedo oltre il presente e questa è la mia maledizione,
per questo so che sarà difficile.” Le disse mentre raggiungevano la loro
casupola.
Iniziarono
così la loro vita insieme. Andavano anche nei villaggi vicini ed erano sempre
accolte molto bene. A nessuno sfuggiva la bellezza di Misha, ma nessuno osò mai
importunarla.
La voce che
sapeva curare anche gli animali si era sparsa in fretta e in tanti la
chiamavano per curare chi una pecora, un gattino, una mucca o quant’altro. Il
tempo passava e Misha diventava sempre più popolare.
Muriel le
raccontava la vita di quella gente così sfruttata e povera, ma che aveva tanta
dignità, e lei le raccontò come l’avevano trovata e che le sarebbe piaciuto
conoscere la sua famiglia anche se era consapevole che sarebbe stato meglio di
no.
Aveva
quattordici anni, ed ora andava da sola a curare persone e animali. La
chiamavano ancora la ragazzina medicina.
Aveva un sorriso bellissimo che le faceva brillare ancora di più i suoi
meravigliosi occhi blu. E i suoi capelli viola la distinguevano da qualsiasi
altra creatura umana.
Il palazzo
del principe ereditario distava parecchi chilometri e suoi uomini armati fino
ai denti controllavano il territorio e soprattutto i confini. C’erano parecchie
dispute per pezzi di terra anche piccoli, ma quelli del principe non erano
sfiorati, tutti sapevano quanto fosse vendicativo e cattivo quel giovane uomo.
Misha
assistette per caso alla cattura di un ragazzo da parte di un drappello di
soldati. Il mal capitato non aveva compiuto nessun atto delittuoso ma i soldati
lo avevano legato ad un albero e lo interrogavano anche con qualche frustata.
La ragazza sentì la paura e il terrore del ragazzo
e la cattiveria di quegli uomini che sembravano godere di quello che stavano
facendo.
Senza
pensarci si avvicinò al ragazzo e cercò di slegarlo. Una frustata le colpì la
schiena ma lei non diede un grido e continuò, anche con le mani ferite, a
slegare i nodi che tenevano imprigionato il ragazzo che sanguinava
abbondantemente.
Il capo del
drappello scese da cavallo e la strattonò. “Vuoi prendere il suo posto? Ti
accontento subito!” E la legò vicino al ragazzo.
I cavalli
dei soldati scalpitavano nervosi, lei alzò i suoi immensi occhi blu e li fissò
negli occhi degli animali. Quelli cominciarono ad imbizzarrirsi e
disarcionarono i cavalieri, lasciandoli a terra mentre essi tornavano
galoppando alla loro stalla.
I soldati
erano quattro più il loro capo. Erano doloranti e si rialzarono a fatica.
“Cosa vi è
successo? Non sapete più stare nemmeno a cavallo?” Urlò il loro capo. Volse uno
sguardo truce ai due legati all’albero. “Siete fortunati, dobbiamo tornare a
palazzo e abbiamo molta strada da fare.” Li lasciò lì legati mentre,
bestemmiando e frustando chiunque gli capitava a tiro si incamminarono verso la
loro meta.
“Cosa
facciamo ora?” Sussurrò il ragazzo.
“Come ti
chiami?” Le chiese lei.
“Mi chiamo
Anders. Mi hanno catturato come un animale, tanto per divertimento, sono malvagi,
così come è malvagio il principe. Tu sei la ragazzina
medicina ti conoscono tutti. Ora come faremo a liberarci?” le chiese
“Non ti
preoccupare, io ho già le mani libere, ora libero anche te.” Gli rispose
sorridendo sorniona. Uno degli elfi era lì vicino e aveva provveduto a
liberarla.
Si
incamminarono insieme verso il villaggio.
“Come mai il
principe è così malvagio?” Gli chiese la ragazza.
“Non è il
vero principe ereditario ma il fratello minore che ne ha usurpato il posto a
quello vero. Si racconta che il vero principe sia prigioniero ma nessuno lo sa
per certo, alcune voci dicono che sia morto per mano proprio del fratello. Ci
sono tante versioni ma la verità la conoscono solo a palazzo. C’è anche una
principessa, la primogenita, e a quanto dicono è lei che tiene le redini di
tutto, in attesa che il vecchio re, passi a miglior vita così che possano
prendere tutto il potere nelle loro mani.” Le raccontò strada facendo.
“Anders,
vuoi essere mio amico?” Sbottò la ragazza.
Per un
attimo il ragazzo non seppe cosa rispondere, poi un gran sorriso gli illuminò
il viso. “Certo che lo voglio, sarò il tuo miglior amico.” Le rispose.
“Credo che
tu sia anche l’unico, tutti mi sfuggono e mi chiamano solo se hanno bisogno del
mio sapere.” Gli disse contenta di avere, finalmente anche lei qualcuno con cui
parlare.
Tornarono
insieme al villaggio. “Entra che ti curo le ferite.” Gli disse una volta
arrivata alla casupola. Muriel non c’era e Misha in poco tempo rimediò al danno
delle frustate. “Avrai male ancora per qualche giorno, poi tutto tornerà come
prima.” Gli disse.
“Ora devo
andare, ma ci vediamo presto, amica!” E la lasciò con un sorriso.
Romanzo di Milena Ziletti - diritti e proprietà a lei riservati - immagine dalla pagina di fb di Elfi, fate e mondo incantato
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