venerdì 4 dicembre 2020

MISHA

 MISHA

parte sei



“E così è arrivata.” Disse Muriel, la padrona di casa. “Vedo che è ben accolta, temporale, grandine, pioggia, vento sanno già che lei è qui.” Aggiunse.

Pochi pensieri passarono fra la ragazza e Moliniana, si strinsero in un abbraccio e la strega, incurante delle intemperie che c’erano fuori, tornò al di là del portale.

Ci furono alcuni minuti di silenzio. Misha soffriva il distacco da quello che aveva conosciuto ed amato fino a quel momento, la sua vita ora sarebbe cambiata. Aveva uno sguardo triste ed i suoi occhi blu splendevano umidi di lacrime.

Muriel le si avvicinò e le accarezzò la testa. “Capisco quello che provi, ti ritrovi in un mondo a te sconosciuto, con una sconosciuta che da ora in poi sarà la tua famiglia. Ci troveremo bene insieme, vedrai che tornerà il sorriso sul tuo splendido viso. Dio quanto sei bella!” Aggiunse con voce triste.

Fuori il temporale stava scaricando tutta la sua furia, nella piccola casupola la fiamma della candela tremolò ma non si spense.

Muriel mise due ciotole in tavola e mangiarono in silenzio, ci sarebbe stato tempo per addestrare la ragazzina. Si coricarono che gli ultimi scrosci di pioggia andavano scemando.

Passò del tempo ma Misha non riusciva a dormire, Muriel se ne accorse ma non intervenne. Bisbigliò qualcosa e, finalmente si addormentarono entrambe.

“Svegliati Misha, la colazione è pronta.” Disse la vecchia con voce allegra.

Mangiarono in silenzio e rimisero a posto ogni cosa.

Ed ora? Pensò Misha che si stringeva le mani nervosa.

“Vieni, piccola, oggi conoscerai gli abitanti di questo villaggio.” E uscirono mentre il sole si levava maestoso su un territorio verde e tranquillo.

Raggiunsero il borgo e il capo di quel villaggio, Handon le stava aspettando.

“Vedo che non sei sola oggi, Muriel, chi è questa bella signorina?” Le disse nel modo serio che presto anche la ragazzina avrebbe imparato a conoscere.

“Questa è Misha, sarà lei a prendere il mio posto. Dobbiamo presentarla agli altri, lei mi seguirà e imparerà a fare quello che faccio io, anzi, farà molto meglio. E’ ancora un po’ timida.” Gli ripose.

Handon estrasse un corno che teneva alla cintura e lo suonò per tre volte. Era il segnale che avvisava gli abitanti di radunarsi nella piccola piazza e, a frotte arrivarono tutti.

Donne, uomini, vecchi e bambini, non erano numerosi e si conoscevano tutti. Il loro capo prese la parola e presentò Misha, che da quel momento avrebbe seguito e aiutato la loro Donna Medicina e che, come tale doveva essere rispettata. Non sprecò molte parole. La piccola casupola che fungeva da raccolta per i malati era già colma di persone e, Muriel e Misha entrarono per svolgere il loro compito.

Non impiegarono molto tempo e uscirono che il sole era caldo e benefico. Misha vide una bambina con gli occhi pieni di lacrime che stringeva a sé un cagnolino mal messo. La piccina alzò lo sguardo e incontrò gli occhi blu della ragazzina medicina. Si sedette vicino e accarezzò il cagnolino. Misha si accorse che stava molto male. “E’ il tuo cane?”Le chiese. La bimba assentì stringendolo ancora più forte. Misha lo prese in braccio e gli accarezzò la testa. Gli insegnamenti ricevuti gli vennero in aiuto e, ricordando quello che le ninfe e le fate le avevano insegnato, in pochi minuti guarì il cagnolino.

Lo ridiede alla piccina, le sorrise e raggiunse Muriel.

“Mi avevano avvisata che non avrei saputo dominarti. Io sono una strega da tanto tempo, sono nata strega ma tu sei diversa, il mio compito è proteggerti e farò di tutto per riuscirci, ma vedo oltre il presente e questa è la mia maledizione, per questo so che sarà difficile.” Le disse mentre raggiungevano la loro casupola.

Iniziarono così la loro vita insieme. Andavano anche nei villaggi vicini ed erano sempre accolte molto bene. A nessuno sfuggiva la bellezza di Misha, ma nessuno osò mai importunarla.

La voce che sapeva curare anche gli animali si era sparsa in fretta e in tanti la chiamavano per curare chi una pecora, un gattino, una mucca o quant’altro. Il tempo passava e Misha diventava sempre più popolare.

Muriel le raccontava la vita di quella gente così sfruttata e povera, ma che aveva tanta dignità, e lei le raccontò come l’avevano trovata e che le sarebbe piaciuto conoscere la sua famiglia anche se era consapevole che sarebbe stato meglio di no.

Aveva quattordici anni, ed ora andava da sola a curare persone e animali. La chiamavano ancora la ragazzina medicina. Aveva un sorriso bellissimo che le faceva brillare ancora di più i suoi meravigliosi occhi blu. E i suoi capelli viola la distinguevano da qualsiasi altra creatura umana.

Il palazzo del principe ereditario distava parecchi chilometri e suoi uomini armati fino ai denti controllavano il territorio e soprattutto i confini. C’erano parecchie dispute per pezzi di terra anche piccoli, ma quelli del principe non erano sfiorati, tutti sapevano quanto fosse vendicativo e cattivo quel giovane uomo.

Misha assistette per caso alla cattura di un ragazzo da parte di un drappello di soldati. Il mal capitato non aveva compiuto nessun atto delittuoso ma i soldati lo avevano legato ad un albero e lo interrogavano anche con qualche frustata.

La ragazza sentì la paura e il terrore del ragazzo e la cattiveria di quegli uomini che sembravano godere di quello che stavano facendo.

Senza pensarci si avvicinò al ragazzo e cercò di slegarlo. Una frustata le colpì la schiena ma lei non diede un grido e continuò, anche con le mani ferite, a slegare i nodi che tenevano imprigionato il ragazzo che sanguinava abbondantemente.

Il capo del drappello scese da cavallo e la strattonò. “Vuoi prendere il suo posto? Ti accontento subito!” E la legò vicino al ragazzo.

I cavalli dei soldati scalpitavano nervosi, lei alzò i suoi immensi occhi blu e li fissò negli occhi degli animali. Quelli cominciarono ad imbizzarrirsi e disarcionarono i cavalieri, lasciandoli a terra mentre essi tornavano galoppando alla loro stalla.

I soldati erano quattro più il loro capo. Erano doloranti e si rialzarono a fatica.

“Cosa vi è successo? Non sapete più stare nemmeno a cavallo?” Urlò il loro capo. Volse uno sguardo truce ai due legati all’albero. “Siete fortunati, dobbiamo tornare a palazzo e abbiamo molta strada da fare.” Li lasciò lì legati mentre, bestemmiando e frustando chiunque gli capitava a tiro si incamminarono verso la loro meta.

“Cosa facciamo ora?” Sussurrò il ragazzo.

“Come ti chiami?” Le chiese lei.

“Mi chiamo Anders. Mi hanno catturato come un animale, tanto per divertimento, sono malvagi, così come è malvagio il principe. Tu sei la ragazzina medicina ti conoscono tutti. Ora come faremo a liberarci?” le chiese

“Non ti preoccupare, io ho già le mani libere, ora libero anche te.” Gli rispose sorridendo sorniona. Uno degli elfi era lì vicino e aveva provveduto a liberarla.

Si incamminarono insieme verso il villaggio.

“Come mai il principe è così malvagio?” Gli chiese la ragazza.

“Non è il vero principe ereditario ma il fratello minore che ne ha usurpato il posto a quello vero. Si racconta che il vero principe sia prigioniero ma nessuno lo sa per certo, alcune voci dicono che sia morto per mano proprio del fratello. Ci sono tante versioni ma la verità la conoscono solo a palazzo. C’è anche una principessa, la primogenita, e a quanto dicono è lei che tiene le redini di tutto, in attesa che il vecchio re, passi a miglior vita così che possano prendere tutto il potere nelle loro mani.” Le raccontò strada facendo.

“Anders, vuoi essere mio amico?” Sbottò la ragazza.

Per un attimo il ragazzo non seppe cosa rispondere, poi un gran sorriso gli illuminò il viso. “Certo che lo voglio, sarò il tuo miglior amico.” Le rispose.

“Credo che tu sia anche l’unico, tutti mi sfuggono e mi chiamano solo se hanno bisogno del mio sapere.” Gli disse contenta di avere, finalmente anche lei qualcuno con cui parlare.

Tornarono insieme al villaggio. “Entra che ti curo le ferite.” Gli disse una volta arrivata alla casupola. Muriel non c’era e Misha in poco tempo rimediò al danno delle frustate. “Avrai male ancora per qualche giorno, poi tutto tornerà come prima.” Gli disse.

“Ora devo andare, ma ci vediamo presto, amica!” E la lasciò con un sorriso.

Romanzo di Milena Ziletti - diritti e proprietà a lei riservati - immagine dalla pagina di fb di Elfi, fate e mondo incantato

Nessun commento:

Posta un commento