giovedì 10 dicembre 2020

MISHA

 

MISHA

parte nove




Strinse la mano della ragazza mentre Muriel lo stava rivestendo. Erano passate ore ed era stato un miracolo che non fosse morto, ci erano andati giù duri stavolta e lo avevano quasi ucciso.

Il principe cercò di aprire gli occhi, ma la sua vista era offuscata, il dolore che provava in tutto il corpo stava lentamente scemando e non aveva ancora lasciato la mano della ragazza.

“Chi sei?” Riuscì a dire. “Io ti conosco”. Aggiunse prima di perdere di nuovo i sensi.

Misha era china su di lui, sapeva che non poteva sentirla ma lei non era come le altre ragazze, lei era soprattutto una strega e gli sussurrò semplicemente sono quella che ti salverà. Il viso del principe si distese e riprese a dormire.

Il capitano era lì da tempo ad osservare e si avvide che il loro compito era finito. Non sapevano quanto tempo avevano passato in quel buco terribile.

“Riportatelo nella sua cella, e vedete di non esagerare mai più come avete fatto oggi. Gli ordini sono precisi: se lui muore voi morite, e sapete che il principe mantiene sempre le sue promesse!”  Disse ai suoi uomini.

Risalì con le donne che lo seguivano e il carro era pronto. Era buio pesto e la neve scendeva a fiocchi grandi e densi. Ci misero tre ore ad arrivare a casa, era quasi l’alba ed erano esauste, avevano passato nella sala delle torture un giorno intero. Si spogliarono, si lavarono e, senza nemmeno mangiare si coricarono stanche ma felici di aver salvato il principe.

La vita nel piccolo villaggio seguiva le stagioni, così come le nascite e le morti venivano accettate, facevano parte della vita. Quello che faticavano a sopportare erano gli enormi sacrifici per un regno che mal sopportavano.

Dicembre passò e, nella piccola chiesa venne celebrato il nuovo anno. Non c’era particolare allegria, non c’era molta speranza, avevano un solo desiderio: poter continuare a vivere e amare la loro terra e la loro famiglia.

Il nuovo anno non iniziò in modo diverso. Il gelo e la neve costringevano in casa per la maggior parte del tempo.

Muriel e Misha passavano molto tempo a preparare i loro infusi, le loro erbe mediche, uscivano solo se Anders veniva a chiamarle per qualche malato grave.

Misha era triste, e questo non sfuggì alla sua compagna.

“Cosa ti angustia, mia cara?” Le chiese gentilmente.

“Chi sono io, veramente? Ho avuto tanto tempo per pensarci ma non trovo una risposta. Oh quanto vorrei oltrepassare il portale e ritrovarmi nel mondo magico che amo! Tutti loro mi mancano da morire, qui mi sento straniera.” Le rispose con estrema tristezza.

Muriel sospirò. In quel momento sentirono bussare alla porta. Non era certamente Anders, chi poteva arrivare con un tempo simile? Le due donne si guardarono mentre la porta si apriva. Moliniana fece il suo ingresso e il sorriso tornò sul volto di Misha.

“Ben trovate, mie care. Ho sentito che qualcuno aveva bisogno di conforto ed eccomi qui.”  Disse mentre allungava le mani vicino alle fiamme del camino.

Misha era felice di rivedere la sua maestra.

Si sedettero con una grossa tazza fumante di tè fra le mani. Erano in silenzio, aspettavano che l’ospite si decidesse a parlare.

“So che hai conosciuto il principe ereditario.” Esordì Moliniana.

“So che vuoi andare a vivere dentro le mura del castello.” Aggiunse.

“E so pure la promessa che gli hai fatto.” Continuò. “Per questo sono qui.”

Misha non le chiese come lo avesse saputo, conosceva Moliniana e sapeva quali poteri avesse.

“Avvicinati, piccola.” Le comunicò telepaticamente, e lei obbedì.

La strega le pose le mani sul capo e la ragazzina chiuse gli occhi, perdendosi in un mondo sopra le nuvole. Rimase così sospesa solo per pochi minuti, a lei parevano anni, aveva visto quello che sarebbe stato, e quello che era il suo compito in tutto quello che sarebbe successo.

“Ricorda gli insegnamenti, piccola. Non tutto è scritto e tutto si può cambiare, segui sempre il tuo cuore, il tuo istinto, il tuo essere così diversa, e abbi sempre fede.” Le comunicò nella mente, mentre la sollevava e la deponeva delicatamente sul suo giaciglio, profondamente addormentata.

Muriel e Moliniana rimasero un po’ a conversare. Erano entrambe streghe con poteri potenti, ma nessuna poteva eguagliare Misha, che era stata addestrata proprio per il compito che le spettava. Era stata scelta fin da quando era caduta dal carro, l’aspettavano da tempo al di là del portale, ed ora, finalmente era giunto il tempo.

Le due vecchie amiche si salutarono e Moliniana uscì nella bufera di neve e di ghiaccio.

Nonostante il gelo e la neve che non smetteva di imbiancare tutto il paesaggio, il carro arrivò di buon mattino a inizio febbraio.  Le due guaritrici lo stavano aspettando, ora anche Misha sapeva quando prepararsi per l’occasione.

Ci impiegarono un tempo infinito per giungere al castello e furono velocemente introdotte nelle prigioni.  Molti bracieri, molti camini erano accesi ma nelle celle nemmeno un briciolo di caldo arrivava a ristorare i poveri disgraziati che ci erano rinchiusi.

Il capitano le stava conducendo verso le celle dei prigionieri più bisognosi e, mentre passava vicino ad un braciere, Misha soffiò sulle fiamme e disperse il loro calore anche nelle celle. Fu un solo tremolio della fiamma che nessuno notò, ma fu un gran ristoro per quei poveri disgraziati.

Romanzo di Milena Ziletti - diritti e proprietà a lei riservati - immagine dalla pagina fb di Elfi, fate e mondo incantato

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