MISHA
parte nove
Strinse la
mano della ragazza mentre Muriel lo stava rivestendo. Erano passate ore ed era
stato un miracolo che non fosse morto, ci erano andati giù duri stavolta e lo
avevano quasi ucciso.
Il principe
cercò di aprire gli occhi, ma la sua vista era offuscata, il dolore che provava
in tutto il corpo stava lentamente scemando e non aveva ancora lasciato la mano
della ragazza.
“Chi sei?” Riuscì a dire. “Io ti conosco”. Aggiunse prima di perdere di nuovo i
sensi.
Misha era
china su di lui, sapeva che non poteva sentirla ma lei non era come le altre
ragazze, lei era soprattutto una strega e gli sussurrò semplicemente sono quella che ti salverà. Il viso del
principe si distese e riprese a dormire.
Il capitano
era lì da tempo ad osservare e si avvide che il loro compito era finito. Non
sapevano quanto tempo avevano passato in quel buco terribile.
“Riportatelo
nella sua cella, e vedete di non esagerare mai più come avete fatto oggi. Gli
ordini sono precisi: se lui muore voi morite, e sapete che il principe mantiene
sempre le sue promesse!” Disse ai suoi uomini.
Risalì con
le donne che lo seguivano e il carro era pronto. Era buio pesto e la neve
scendeva a fiocchi grandi e densi. Ci misero tre ore ad arrivare a casa, era
quasi l’alba ed erano esauste, avevano passato nella sala delle torture un
giorno intero. Si spogliarono, si lavarono e, senza nemmeno mangiare si
coricarono stanche ma felici di aver salvato il principe.
La vita nel
piccolo villaggio seguiva le stagioni, così come le nascite e le morti venivano
accettate, facevano parte della vita. Quello che faticavano a sopportare erano
gli enormi sacrifici per un regno che mal sopportavano.
Dicembre
passò e, nella piccola chiesa venne celebrato il nuovo anno. Non c’era
particolare allegria, non c’era molta speranza, avevano un solo desiderio:
poter continuare a vivere e amare la loro terra e la loro famiglia.
Il nuovo
anno non iniziò in modo diverso. Il gelo e la neve costringevano in casa per la
maggior parte del tempo.
Muriel e Misha
passavano molto tempo a preparare i loro infusi, le loro erbe mediche, uscivano
solo se Anders veniva a chiamarle per qualche malato grave.
Misha era
triste, e questo non sfuggì alla sua compagna.
“Cosa ti
angustia, mia cara?” Le chiese
gentilmente.
“Chi sono
io, veramente? Ho avuto tanto tempo per pensarci ma non trovo una risposta. Oh
quanto vorrei oltrepassare il portale e ritrovarmi nel mondo magico che amo! Tutti
loro mi mancano da morire, qui mi sento straniera.” Le rispose con estrema tristezza.
Muriel sospirò.
In quel momento sentirono bussare alla porta. Non era certamente Anders, chi
poteva arrivare con un tempo simile? Le due donne si guardarono mentre la porta
si apriva. Moliniana fece il suo ingresso e il sorriso tornò sul volto di
Misha.
“Ben trovate,
mie care. Ho sentito che qualcuno aveva bisogno di conforto ed eccomi qui.” Disse mentre allungava le mani vicino alle
fiamme del camino.
Misha era
felice di rivedere la sua maestra.
Si sedettero
con una grossa tazza fumante di tè fra le mani. Erano in silenzio, aspettavano
che l’ospite si decidesse a parlare.
“So che hai
conosciuto il principe ereditario.” Esordì
Moliniana.
“So che vuoi
andare a vivere dentro le mura del castello.” Aggiunse.
“E so pure
la promessa che gli hai fatto.” Continuò.
“Per questo sono qui.”
Misha non le
chiese come lo avesse saputo, conosceva Moliniana e sapeva quali poteri avesse.
“Avvicinati,
piccola.” Le comunicò telepaticamente, e lei obbedì.
La strega le
pose le mani sul capo e la ragazzina chiuse gli occhi, perdendosi in un mondo
sopra le nuvole. Rimase così sospesa solo per pochi minuti, a lei parevano
anni, aveva visto quello che sarebbe
stato, e quello che era il suo compito in tutto quello che sarebbe successo.
“Ricorda gli
insegnamenti, piccola. Non tutto è scritto e tutto si può cambiare, segui
sempre il tuo cuore, il tuo istinto, il tuo essere così diversa, e abbi sempre
fede.” Le comunicò nella mente, mentre la sollevava e la deponeva delicatamente
sul suo giaciglio, profondamente addormentata.
Muriel e
Moliniana rimasero un po’ a conversare. Erano entrambe streghe con poteri
potenti, ma nessuna poteva eguagliare Misha, che era stata addestrata proprio
per il compito che le spettava. Era stata scelta fin da quando era caduta dal
carro, l’aspettavano da tempo al di là del portale, ed ora, finalmente era
giunto il tempo.
Le due
vecchie amiche si salutarono e Moliniana uscì nella bufera di neve e di
ghiaccio.
Nonostante
il gelo e la neve che non smetteva di imbiancare tutto il paesaggio, il carro
arrivò di buon mattino a inizio febbraio.
Le due guaritrici lo stavano aspettando, ora anche Misha sapeva quando
prepararsi per l’occasione.
Ci
impiegarono un tempo infinito per giungere al castello e furono velocemente
introdotte nelle prigioni. Molti
bracieri, molti camini erano accesi ma nelle celle nemmeno un briciolo di caldo
arrivava a ristorare i poveri disgraziati che ci erano rinchiusi.
Il capitano
le stava conducendo verso le celle dei prigionieri più bisognosi e, mentre
passava vicino ad un braciere, Misha soffiò sulle fiamme e disperse il loro
calore anche nelle celle. Fu un solo tremolio della fiamma che nessuno notò, ma
fu un gran ristoro per quei poveri disgraziati.
Romanzo di Milena Ziletti - diritti e proprietà a lei riservati - immagine dalla pagina fb di Elfi, fate e mondo incantato
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