ARMANDO
parte sei
E’ la prima volta che vedo la
morte così da vicino e non so cosa pensare.
Mi guardo intorno e vedo
tanto orrore, tanto dolore, e la paura si respira come ne fosse impregnata
tutta l’aria che mi circonda.
Ogni uomo, ogni giovane o
vecchio morto o ferito su quel campo di battaglia, porta la fine di una storia
con sé. La famiglia, gli amici, la terra da coltivare o gli animali da
accudire, tutto è finito su quel campo, tutto è concluso dalla mano che ha
ucciso un proprio fratello.
E mi torna alla mente l’amore
di quegli eremiti che mai avrebbero potuto fare tutto questo. Avranno avuto
ragione loro? Il senso della vita era quello che loro avevano adottato?
Sento lo scalpiccio di
zoccoli di cavallo e un guerriero si avvicina a guardare cosa succede.
“Chi sei tu? Cosa stai
facendo?”
“E tu, signore, che cosa hai
fatto?”
“Io sono il signore e padrone
di queste terre. Da oggi padrone e signore anche di questo piccolo pezzo di
terra. Questi pezzenti non volevano diventare miei sudditi, volevano essere
padroni dei loro piccoli averi, ma io sono il più forte e ho fatto valere la
mia forza. E tu, dimmi, chi sei?”
“Sono un semplice e umile
viandante. Vago per il mondo in cerca di risposte, cerco il senso della vita ed
oggi, ho trovato solo morte.”
“E vai i giro disarmato? Cosa
credi di ottenere senza armi e potere? Il senso della vita stai cercando? Ebbene
guardati intorno e lo vedi in ogni più piccolo angolo. IO Sono il senso della
vita. IO che ottengo ciò che voglio. IO che mi arricchisco e acquisisco potere.
IO che sono padrone di vita e di morte di ogni uomo e donna che calpestano i
miei possedimenti. IO che posso avere qualsiasi donna voglio. IO che decido se
tu puoi uscire vivo da questo campo di battaglia. Dimmi, che cosa mi impedisce
di trafiggerti dritto nel cuore?”
“Niente te lo può impedire,
signore. Come tu dici hai potere assoluto e puoi fare ciò che vuoi, ma dimmi, potente
signore, hai qualcuno che ti ama?”
“Io non ho bisogno di
nessuno. L’amore lo prendo e lo lascio come voglio, ho due figli e una moglie,
cosa credi, che sia un primitivo?”
“Tutti possono avere quello
che tu ti sei conquistato con ferro e con fuoco, ma tu non conosci il valore
dell’amore vero e disinteressato.
Signore, appena le tue forze si appanneranno
ci sarà qualcuno pronto a trafiggere il tuo cuore, senza pietà e senza sentimento, proprio come tu hai fatto da
sempre con gli altri. Nessuno avrà riconoscenza, e non ti riserverà trattamento
migliore di quello che tu hai sempre avuto con gli altri. Credi di essere il
più forte, quello che ha tutto e si prende senza scrupoli quello che gli manca,
ma non hai niente se devi dormire con la porta sprangata per paura di essere
ucciso nel sonno.”
“Nessuno nel mio castello,
oserebbe farmi del male.”
“E allora, perché hai paura?”
Gli occhi di quel guerriero
lampeggiarono e lui alzò la spada per colpirmi. Nessuno lo aveva mai così
contraddetto. E mentre si avvicina per finirmi come gli altri caduti su quel
misero terreno bagnato di sangue il mio sguardo non lascia mai i suoi occhi.
Non ho paura, se qui devo finire la mia vita che così sia, ma non abbasserò lo
sguardo.
“Straniero, io non ho paura,
sprango la porta perché sono solo
prudente.” Gira il cavallo e si allontana verso i suoi soldati.
I vincitori si ritirano con
alcuni prigionieri e su quel campo devastato da corpi mutilati e feriti
cominciano ad arrivare le donne in cerca di superstiti, di mariti, figli, amici;
ed è un unico lamento che accompagna la ricerca.
Mio Dio, ma a cosa può
arrivare un essere umano? Perché tanta distruzione, tanto dolore solo per avere
potere sugli altri? Che senso ha tutto questo? Non è certamente quello che sto
cercando. Intanto cerco di rendermi utile aiutando chi posso.
Circondato dai lamenti dei
ferirti, delle donne e dei bambini mi inginocchio levando lo sguardo verso il
cielo mandando a Dio la mia umile preghiera: “fa, oh Signore, che mai più debba
vedere scene come questa, illumina i cuori e le menti di tutti gli uomini e
riempili di vero Amore.”
E’ un bambino che si avvicina
in lacrime. “Non trovo mio padre e mia madre è disperata, vieni con noi a casa,
aiutaci, te ne prego.”
Prendo per mano quel bambino
e lo accompagno dalla madre inginocchiata vicino al cadavere di suo marito.
Alza verso di me occhi colmi di lacrime e di dolore. Abbraccia suo figlio e,
insieme, se ne tornano alla loro casa. Io non li seguo. Non è là che devo
andare. Appena avrò aiutato a seppellire i morti, riprenderò il mio cammino.
Ho 25 anni, sto viaggiando
per il mondo da tanto tempo e non avevo ancora incontrato la morte così
violenta. Per chi ha lasciato la vita su quel campo di battaglia cercando di
difendere quel poco che possedeva, la vita è stata veramente crudele. “Il senso
della vita” ripeto nella mia mente, ma oggi ho trovato il non senso della
morte.
Due giorni sono serviti per
sotterrare i morti e aiutare i feriti ed io, riprendo il mio cammino.
Dove mi porterà ora questa
strada? Cosa incontrerò nei miei lunghi giorni e notti solitari? Vorrei
arrendermi, sono talmente stanco! Ma il mio bastone è come se mi trascinasse
per quelle vie polverose, ed io lo seguo, perché ancora non ho trovato quello
che sto cercando.
Sembra che il mondo sia
cambiato. Ora non vedo più solo cose belle e positive, persone amichevoli e
vecchi che hanno voglia di parlare, mi sembra che l’esperienza appena vissuta
mi abbia cambiato, fatico anche a vedere
il lato buono delle persone. Quel guerriero a cavallo con il suo modo di
concepire la vita è riuscito a mordermi nell’anima. Quanti uomini ci sono al
mondo che somigliano a lui? Saranno loro a prendere il sopravvento su questa
terra? E se così fosse, cosa ne sarà di tutti quegli uomini e quelle donne che
vogliono solo vivere una vita in pace e armonia? Perché ci deve essere sempre
il prepotente e le persone umili e per bene che devono subire? Perché questa
ingiustizia? Sto forse cercando quello che non c’è su questa terra?
Cammino e cammino, passando
per villaggi e grandi paesi, vedendo in ogni luogo un po’ di bene e un po’ di
male, di felicità e di tristezza, di dolore e di gioia ma non trovo il luogo
perfetto. Quanta strada e quanta polvere devo ancora respirare per riuscire a
trovare quel senso della vita che potrebbe aiutare il mondo intero?
E mentre mi avvicino ad un
nuovo villaggio mi viene incontro un uomo con grosse cicatrici sul volto.
Fiaba per adulti scritta da Milena Ziletti - diritti e proprietà a lei riservati - immagine dal web
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