giovedì 3 giugno 2021

ARMANDO

 ARMANDO

parte tre


 

Questa notte è tornato a trovarmi Antenore. “Armando, sei pronto a partire? Vuoi ancora andare nel mondo e lasciare la tua famiglia? Se non hai cambiato idea è arrivato il momento. Prendi il mio bastone e vai.”

 

E’ una mattina così bella e fresca! Mia madre e la mia sorellina Anna mi fanno compagnia durante la colazione, mentre mio padre è già uscito.

Mia madre mi guarda e non parla, ma ha gli occhi tristi.

 

“Sei pronto a partire vero figliolo? L’ho capito appena ti ho visto. La fiamma che ti brucia dentro da tanti anni è ora arrivata a consumarti. Se vuoi andare vai con la mia benedizione, ti ho preparato quello che puo’ servirti, è tutto nella sacca. Ti prego, non dimenticarti di noi e portaci nel cuore e, se ti stancherai di viaggiare, torna da noi, alla tua famiglia.”

 

Ho dodici anni, sono quasi un uomo, ma mi sento gli occhi lucidi di lacrime. Abbraccio la mia sorellina, e poi mia madre che mi stringe forte sul cuore come non aveva mai fatto. Mi bacia la fronte, mi benedice e mi consegna la sacca da viaggio. Prendo il mio bastone, che sembra abbia una vita propria, esco dalla porta di casa senza voltarmi. Mi incammino verso il sole con nel cuore un’aspettativa che spero di poter colmare.

Spero davvero che valga la pena lasciare ciò che ho di più caro per andare incontro all’ignoto e trovare, finalmente, quel senso della vita che aveva iniziato a cercare quel vecchio incontrato anni prima.

 

“Addio mamma” ma lo penso soltanto. Non mi volto a guardare le sue  lacrime, ho paura, che se vedo il suo amato volto così triste, mi abbandoni il coraggio di partire.

 

Il bastone di Antenore sembra indicarmi la strada e, mentre percorro le strette vie del paese, silenziosamente  saluto tutti e porto nel mio cuore ogni piccolo pezzo di pietra che sto calpestando.

 

 

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E’ un cammino solitario il mio. Ho tanto tempo per pensare, per guardarmi intorno, per cercare di capire quello che mi circonda. La mia mente non è mai sopita. Guardo e riconosco alberi, piante, animali. Ho studiato tutto quello che potevo per non essere del tutto impreparato, ma quante cose ancora non conosco!

 

Ci sono voluti otto giorni di cammino per arrivare nella prima città che incontro sulla mia strada. Io non ho mai visto un assembramento di gente come questo. Gente silenziosa, variopinta, oppure urlante. Mi fermo vicino alla fonte a riposare e guardarmi intorno. Il mio bastone sembra essere instancabile, ma io devo riposare.

 

Anche se la città è molto più grande e rumorosa del mio piccolo paese, alla fonte c’è sempre gente che va e viene, proprio come a casa mia.

Ci sono anche dei cani che si rincorrono e bambini piccoli che giocano, mamme che camminano silenziose e uomini a cavallo.

 

“Ragazzo, chi sei? Non ti ho mai visto da queste parti.”

 

E’ un uomo, ben vestito e a cavallo.

 

“Mi chiamo Armando e sono di passaggio, mi sto riposando prima di ripartire.”

 

“E dove stai andando così solo? Dove sono i tuoi genitori?”

 

“Sto viaggiando per il mondo, anche se sono ancora giovane, ma devo cercare una risposta e ho bisogno di tanto tempo, per questo ho già cominciato il mio viaggio.”

 

“E puoi dirmi che cosa stai cercando?”

 

Questo uomo, dall’alto del suo cavallo sembra un imponente guerriero, ma il suo viso è serio e vedo che è davvero interessato.

 

“Cerco il senso della vita, e quando lo troverò, lo trasmetterò a chiunque.”

 

“Il senso della vita dici? Vieni con me che te lo mostro.”

 

Seguo il suo cavallo e ci fermiamo davanti ad una locanda. Smonta dalla sella e lega il suo animale, mi guarda e mi fa segno di seguirlo all’interno.

 

“Oste, portaci da bere e da mangiare, e non fare lo spilorcio!”

 

Seduti ad un tavolo in fondo alla stanza vedo altri avventori che mangiano e bevono. Ridono sguaiatamente e mettono le mani addosso alle cameriere.

 

“Dimmi Armando, sei mai stato a letto con una donna? Non credo proprio, sei ancora molto giovane. E non ti sei mai ubriacato fino a perdere i sensi per colpa dell’alcool? Anche questo credo che tu non abbia mai provato. Perciò, oggi, ti farò conoscere il mio senso della vita: cibo, vino e donne, senza rinunciare a niente.”

 

La cameriera comincia a portare vassoi di cibo e brocche di vino e di birra. Ha il petto quasi scoperto del tutto. Mi sento in imbarazzo, ma se questo cavaliere dice che è il senso della vita, allora lo devo provare. Ma possibile che sia così semplice? Ho camminato soltanto per pochi giorni e l’ho già incontrato, mentre Antenore ha viaggiato una vita intera senza trovarlo. Non so cosa pensare.

 

Comincio a mangiare e trovo il cibo veramente molto buono. Anche il vino mi piace e mi abbuffo senza ritegno. Dopo tutto sono otto giorni che cammino e mangio solo pane secco con acqua.

 Carni, verdure, frutta e bevande a volontà. Il cavaliere mi guarda e sorride. Si avvicina una giovane cameriera e mi fa segno di seguirla. Alzo lo sguardo al mio compagno che mi fa un cenno affermativo e la seguo.

 

Non avevo mai visto una ragazza tutta nuda. E’ lei che prende l’iniziativa, io sono sbronzo e talmente sazio che sono quasi addormentato, ma ci pensa lei a mantenermi sveglio.

Passiamo insieme tutto il giorno e la notte, e la mattina dopo scendo a colazione e trovo il cavaliere.

 

“Allora Armando cosa ne pensi? Non credi che quello che hai provato possa bastare per passare una vita piacevole?”

 

Mentre nella mia testa i fumi della sbornia stanno svanendo, guardo il mio compagno e penso alle sue parole e a quello che ho fatto nell’ultimo giorno. Certo, sono state tutte cose nuove, tutte piacevoli, ma non sono convinto che sia quello che sto cercando.

 

“Non nego che siano tutto molto piacevole, ma alla fine che cosa ti rimane? Il mal di testa, lo stomaco sottosopra, un atto sessuale senza partecipazione, senza cuore, ma domani cosa fai?”

 

“Io non penso al domani, io mi prendo quello che posso e che voglio ogni giorno. Perché devo assillarmi pensando al futuro quando posso godermi il presente? Io mi occupo solo di me stesso e, fino ad ora, sono stato bene.”

 

“Non lo metto in dubbio, ma il senso della vita non può essere questo: mangiare, bere, giacere in tanti letti. Questo lo fanno anche gli animali, le mie pecore si comportano così, ma loro hanno un cervello da pecora. No, io credo che il senso della vita sia qualcosa di più alto, di più sconvolgente ed io lo troverò!”

 

“Allora buona fortuna e, quando lo avrai trovato, vieni a trovarmi.”

 

“Grazie, gentile signore per quello che mi hai fatto conoscere in questa esperienza. Io devo ripartire.”


fiaba per adulti, scritta da Milena Ziletti - diritti e proprietà a lei riservati - immagine dal web

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