ARMANDO
parte tre
Questa notte è tornato a
trovarmi Antenore. “Armando, sei pronto a partire? Vuoi ancora andare nel mondo
e lasciare la tua famiglia? Se non hai cambiato idea è arrivato il momento.
Prendi il mio bastone e vai.”
E’ una mattina così bella e
fresca! Mia madre e la mia sorellina Anna mi fanno compagnia durante la
colazione, mentre mio padre è già uscito.
Mia madre mi guarda e non
parla, ma ha gli occhi tristi.
“Sei pronto a partire vero
figliolo? L’ho capito appena ti ho visto. La fiamma che ti brucia dentro da
tanti anni è ora arrivata a consumarti. Se vuoi andare vai con la mia
benedizione, ti ho preparato quello che puo’ servirti, è tutto nella sacca. Ti
prego, non dimenticarti di noi e portaci nel cuore e, se ti stancherai di
viaggiare, torna da noi, alla tua famiglia.”
Ho dodici anni, sono quasi un
uomo, ma mi sento gli occhi lucidi di lacrime. Abbraccio la mia sorellina, e
poi mia madre che mi stringe forte sul cuore come non aveva mai fatto. Mi bacia
la fronte, mi benedice e mi consegna la sacca da viaggio. Prendo il mio
bastone, che sembra abbia una vita propria, esco dalla porta di casa senza
voltarmi. Mi incammino verso il sole con nel cuore un’aspettativa che spero di
poter colmare.
Spero davvero che valga la
pena lasciare ciò che ho di più caro per andare incontro all’ignoto e trovare,
finalmente, quel senso della vita che aveva iniziato a cercare quel vecchio
incontrato anni prima.
“Addio mamma” ma lo penso
soltanto. Non mi volto a guardare le sue
lacrime, ho paura, che se vedo il suo amato volto così triste, mi
abbandoni il coraggio di partire.
Il bastone di Antenore sembra
indicarmi la strada e, mentre percorro le strette vie del paese,
silenziosamente saluto tutti e porto nel
mio cuore ogni piccolo pezzo di pietra che sto calpestando.
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E’ un cammino solitario il
mio. Ho tanto tempo per pensare, per guardarmi intorno, per cercare di capire
quello che mi circonda. La mia mente non è mai sopita. Guardo e riconosco
alberi, piante, animali. Ho studiato tutto quello che potevo per non essere del
tutto impreparato, ma quante cose ancora non conosco!
Ci sono voluti otto giorni di
cammino per arrivare nella prima città che incontro sulla mia strada. Io non ho
mai visto un assembramento di gente come questo. Gente silenziosa, variopinta,
oppure urlante. Mi fermo vicino alla fonte a riposare e guardarmi intorno. Il
mio bastone sembra essere instancabile, ma io devo riposare.
Anche se la città è molto più
grande e rumorosa del mio piccolo paese, alla fonte c’è sempre gente che va e
viene, proprio come a casa mia.
Ci sono anche dei cani che si
rincorrono e bambini piccoli che giocano, mamme che camminano silenziose e
uomini a cavallo.
“Ragazzo, chi sei? Non ti ho
mai visto da queste parti.”
E’ un uomo, ben vestito e a
cavallo.
“Mi chiamo Armando e sono di
passaggio, mi sto riposando prima di ripartire.”
“E dove stai andando così
solo? Dove sono i tuoi genitori?”
“Sto viaggiando per il mondo,
anche se sono ancora giovane, ma devo cercare una risposta e ho bisogno di
tanto tempo, per questo ho già cominciato il mio viaggio.”
“E puoi dirmi che cosa stai
cercando?”
Questo uomo, dall’alto del
suo cavallo sembra un imponente guerriero, ma il suo viso è serio e vedo che è
davvero interessato.
“Cerco il senso della vita, e
quando lo troverò, lo trasmetterò a chiunque.”
“Il senso della vita dici?
Vieni con me che te lo mostro.”
Seguo il suo cavallo e ci
fermiamo davanti ad una locanda. Smonta dalla sella e lega il suo animale, mi
guarda e mi fa segno di seguirlo all’interno.
“Oste, portaci da bere e da
mangiare, e non fare lo spilorcio!”
Seduti ad un tavolo in fondo
alla stanza vedo altri avventori che mangiano e bevono. Ridono sguaiatamente e
mettono le mani addosso alle cameriere.
“Dimmi Armando, sei mai stato
a letto con una donna? Non credo proprio, sei ancora molto giovane. E non ti
sei mai ubriacato fino a perdere i sensi per colpa dell’alcool? Anche questo
credo che tu non abbia mai provato. Perciò, oggi, ti farò conoscere il mio
senso della vita: cibo, vino e donne, senza rinunciare a niente.”
La cameriera comincia a
portare vassoi di cibo e brocche di vino e di birra. Ha il petto quasi scoperto
del tutto. Mi sento in imbarazzo, ma se questo cavaliere dice che è il senso
della vita, allora lo devo provare. Ma possibile che sia così semplice? Ho
camminato soltanto per pochi giorni e l’ho già incontrato, mentre Antenore ha
viaggiato una vita intera senza trovarlo. Non so cosa pensare.
Comincio a mangiare e trovo
il cibo veramente molto buono. Anche il vino mi piace e mi abbuffo senza
ritegno. Dopo tutto sono otto giorni che cammino e mangio solo pane secco con
acqua.
Carni, verdure, frutta e bevande a volontà. Il
cavaliere mi guarda e sorride. Si avvicina una giovane cameriera e mi fa segno
di seguirla. Alzo lo sguardo al mio compagno che mi fa un cenno affermativo e
la seguo.
Non avevo mai visto una
ragazza tutta nuda. E’ lei che prende l’iniziativa, io sono sbronzo e talmente
sazio che sono quasi addormentato, ma ci pensa lei a mantenermi sveglio.
Passiamo insieme tutto il
giorno e la notte, e la mattina dopo scendo a colazione e trovo il cavaliere.
“Allora Armando cosa ne
pensi? Non credi che quello che hai provato possa bastare per passare una vita
piacevole?”
Mentre nella mia testa i fumi
della sbornia stanno svanendo, guardo il mio compagno e penso alle sue parole e
a quello che ho fatto nell’ultimo giorno. Certo, sono state tutte cose nuove,
tutte piacevoli, ma non sono convinto che sia quello che sto cercando.
“Non nego che siano tutto molto
piacevole, ma alla fine che cosa ti rimane? Il mal di testa, lo stomaco
sottosopra, un atto sessuale senza partecipazione, senza cuore, ma domani cosa
fai?”
“Io non penso al domani, io
mi prendo quello che posso e che voglio ogni giorno. Perché devo assillarmi
pensando al futuro quando posso godermi il presente? Io mi occupo solo di me
stesso e, fino ad ora, sono stato bene.”
“Non lo metto in dubbio, ma
il senso della vita non può essere questo: mangiare, bere, giacere in tanti
letti. Questo lo fanno anche gli animali, le mie pecore si comportano così, ma
loro hanno un cervello da pecora. No, io credo che il senso della vita sia
qualcosa di più alto, di più sconvolgente ed io lo troverò!”
“Allora buona fortuna e,
quando lo avrai trovato, vieni a trovarmi.”
“Grazie, gentile signore per
quello che mi hai fatto conoscere in questa esperienza. Io devo ripartire.”
fiaba per adulti, scritta da Milena Ziletti - diritti e proprietà a lei riservati - immagine dal web
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