mercoledì 10 febbraio 2021

MISHA

 MISHA

parte trentasei



Febbraio era trascorso fra impegni istituzionali del nuovo re e grandi raffiche di neve gelata. Il re era stato nominato e regnava con polso fermo e magnanimo, come suo padre gli aveva sempre insegnato.

Si sentiva solo, il re, sapeva che avrebbe dovuto avere al fianco una regina. Come spesso gli capitava era solo nel grande salone del trono, in piedi di fronte ai due troni. Pensava alla sua fidanzata, a come sarebbe stata la regina perfetta. Al pensiero di quello che le avevano fatto strinse i pugni cercando di trattenere tutto il dolore che ancora lo pervadeva.

I suoi pensieri poi si spostavano su una ragazza bellissima che gli aveva promesso sono quella che ti salverà. Aveva mantenuto la promessa, anche lui gliene aveva fatta una non sarai tu quella che mi salverà, ma io salverò te e il mio regno. La ragazza medicina aveva mantenuto la sua promessa, ma lui non sapeva come fare per mantenere la sua.

Sentì aprirsi la porta, entrò il capitano con il resoconto della situazione alla prigione, soprattutto per quanto riguardava suo fratello.

Il re lo ascoltava distrattamente e non si accorse che il capitano aveva smesso di parlare, talmente era assorto nei suoi pensieri.

Il silenzio si protraeva, poi il re si sedette al grande tavolo e invitò il suo ospite a raggiungerlo.

“Non hai più saputo niente della ragazza medicina?” Gli chiese.

“Sire, tutto quello che so gliel’ho già detto. Nessuno può trovarla se non è lei o qualcuno che sta al di là del portale a dare notizie. Lei fa parte di quel mondo, non di questo. Manca molto anche a me.”Si lasciò sfuggire.

“La nostra legge dice che un re deve essere affiancato da una regina, ma io non so chi scegliere, ancora non ho dato nessun ballo, nessun proclama per cercare una moglie. Farò redigere un editto che mi dia qualche mese di tempo prima cercare una compagna, e spero ardentemente che nel frattempo, Misha torni.” Gli confidò il re.

“Anch’io vorrei che tornasse, sarebbe un’ottima regina per questo popolo. Quello che ha fatto per amore della popolazione la qualifica per la grande donna che è. Aumenterò gli sforzi per avere notizie.” Rispose il capitano prima di congedarsi.

Al di là del portale nulla era mutato.

La primavera si stava avvicinando e Misha continuava il suo sonno gentile. Come promesso, ogni giorno Boris si recava a trovarla e rimaneva con lei tutto il tempo che poteva. Le parlava, la supplicava di tornare da loro. Sentì entrare Moliniana.

“Forse ci sono novità” Disse la strega.

Lo gnomo balzò in piedi e spalancò i suoi grandi occhi sulla strega.

“Vieni, usciamo.” Gli chiese.

Si allontanarono su un viottolo dai bordi fioriti. Le farfalle li accompagnavano, era uno spettacolo meraviglioso ma lo gnomo non lo vedeva nemmeno.

Si sedettero su un masso al bordo di un piccolo stagno.

“Avanti Moliniana, parla!” Le chiese impaziente Boris.

La strega sospirò.

“Le mie sorelle ed io siamo riuscite a leggere qualche frase che si è ricomposta sul libro degli incantesimi ma non sapevamo capirle. Ci siamo rivolte più in alto, dove regna un mondo più perfetto del nostro, non lo avevamo mai fatto, non ci è mai stato concesso, ma stavolta ci hanno risposto.” Si soffermò sul viso concentrato dello gnomo prima di proseguire. “Ci hanno comunicato che potranno fare tornare Misha da noi ma non sarà più la stessa. Abbiamo due scelte: tenerla nel limbo dove sta ora o riaverla senza memoria. Non è colpa della ragazza, ma nostra che abbiamo disubbidito alle regole del nostro mondo istruendola con i nostri usi e le nostre capacità, non avremmo dovuto farlo, ma io sapevo che era necessario. Misha è un essere umano al di là del portale, non avrebbe mai dovuto superarlo. Siamo stati tutti noi a deciderlo e, alla fine abbiamo avuto ragione. Abbiamo ottenuto il nostro scopo, distrutto Kloriana, ripreso il libro degli incantesimi, e posto fine al rapimento dei bambini, nonché mettere sul trono il vero re. Sono ancora convinta che ne sia valsa la pena, ma ero altrettanto sicura che non sarebbe tornata, che non sarebbe sopravvissuta, ma tu l’hai salvata ed ora sta a te e me decidere cosa fare con lei.” Lo informò la strega.

“Cosa vuol dire che non avrà più memoria? Che non si ricorderà di quello che ha fatto?” Le chiese lo gnomo.

“No, Boris, molto di più, purtroppo!” Moliniana esitava. “Misha non solo non avrà più ricordi ma non avrà più la possibilità di usare la sua mente, sarà e rimarrà per sempre uno splendido corpo senza nient’altro.” Aggiunse.

Boris scattò in piedi come una furia. “Questa è una tortura, non possiamo accettarlo!” Si infervorò.

“No, piccolo amico, questo è il castigo per le nostre colpe, per quello che le abbiamo fatto.” Sospirò Moliniana. “Ti ricordi, Boris quando decidemmo di allevarla? Siamo stati tu ed io a deciderlo, e lo rifarei ancora, ma mai avrei immaginato che tu, alla fine la riportassi indietro. Lei doveva morire al termine della sua missione, lo aveva accettato. Siamo noi che non lo abbiamo voluto accettare. E’ stato un grosso sacrificio che ha fatto, meritava una seconda opportunità, ma lassù non sono dello stesso avviso. Vogliono la nostra risposta già domani. Nessun altro è al corrente di questo.” Terminò con le lacrime agli occhi.

I due rimasero parecchio assorti, osservavano l’acqua placida dello stagno mentre dentro di loro ribolliva una tempesta. Dovevano decidere, spettava solo a loro.

“Qual è il tuo parere, Moliniana?”

“Qual è il tuo parere, Boris?”

“Voglio che torni!” Disse lo gnomo.

“E così sarà!” Gli rispose la strega.

Strinsero un patto fra di loro, nessuno avrebbe mai saputo niente di tutto questo, era solo responsabilità loro e da soli ne avrebbero portato il peso.

Passarono pochi giorni e Misha si risvegliò. I suoi splendidi occhi blu si aprirono su un mondo che non conosceva. Accanto a lei Boris e Moliniana. Lei si sollevò a sedere e guardò i due visi così diversi fra loro, visi sconosciuti come lo era tutto ciò che la circondava.

Dovette intervenire Moliniana con tutta la sua capacità di strega per togliere la paura e l’ansia che invadevano la fanciulla.

La presero per mano e l’accompagnarono a vedere quello che era e che sarebbe stato per sempre il suo mondo. Le fate, gli elfi, gli gnomi, le ninfe,  le streghe, c’era sempre qualcuno accanto a lei, e mentre il tempo passava Misha imparava a vivere di nuovo.

Era passato del tempo, aprile aveva ravvivato i colori già bellissimo dei fiori e Misha godeva di tutto quello che aveva. Il suo sorriso era sbocciato come i fiori, il suo sguardo si apriva curioso su ogni farfalla, su ogni animale e piano piano imparava a riconoscerli, come una bambina che sta imparando a crescere.

Non parlava, non ne aveva più la capacità. Stava spesso ai bordi della pozza dove si rispecchiava, cercando di capire a chi apparteneva quel viso dolce dai lunghi capelli viola. Era serena, era circondata da tanto amore e lei era felice nel suo limbo.

Boris stava tagliando un tronco con tutta la forza delle sue possenti braccia, e ad ogni mazzata era un non è giusto, non è giusto. Non riusciva ad accettare che le loro colpe fossero ricadute sulla ragazza.

“Fermati Boris, o ti si staccheranno le braccia!” Gli disse Moliniana. “Avvicinati.” Aggiunse.

Romanzo di Milena Ziletti - diritti e proprietà a lei riservati - immagine dalla pagina di fb di Elfi, fate e mondo incantato

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