MISHA
parte trentasei
Febbraio era
trascorso fra impegni istituzionali del nuovo re e grandi raffiche di neve
gelata. Il re era stato nominato e regnava con polso fermo e magnanimo, come
suo padre gli aveva sempre insegnato.
Si sentiva
solo, il re, sapeva che avrebbe dovuto avere al fianco una regina. Come spesso
gli capitava era solo nel grande salone del trono, in piedi di fronte ai due
troni. Pensava alla sua fidanzata, a come sarebbe stata la regina perfetta. Al
pensiero di quello che le avevano fatto strinse i pugni cercando di trattenere
tutto il dolore che ancora lo pervadeva.
I suoi pensieri
poi si spostavano su una ragazza bellissima che gli aveva promesso sono quella che ti salverà. Aveva
mantenuto la promessa, anche lui gliene aveva fatta una non sarai tu quella che mi salverà, ma io salverò te e il mio regno. La
ragazza medicina aveva mantenuto la sua promessa, ma lui non sapeva come fare
per mantenere la sua.
Sentì
aprirsi la porta, entrò il capitano con il resoconto della situazione alla
prigione, soprattutto per quanto riguardava suo fratello.
Il re lo
ascoltava distrattamente e non si accorse che il capitano aveva smesso di
parlare, talmente era assorto nei suoi pensieri.
Il silenzio
si protraeva, poi il re si sedette al grande tavolo e invitò il suo ospite a
raggiungerlo.
“Non hai più
saputo niente della ragazza medicina?” Gli chiese.
“Sire, tutto
quello che so gliel’ho già detto. Nessuno può trovarla se non è lei o qualcuno
che sta al di là del portale a dare notizie. Lei fa parte di quel mondo, non di
questo. Manca molto anche a me.”Si lasciò sfuggire.
“La nostra
legge dice che un re deve essere affiancato da una regina, ma io non so chi
scegliere, ancora non ho dato nessun ballo, nessun proclama per cercare una
moglie. Farò redigere un editto che mi dia qualche mese di tempo prima cercare
una compagna, e spero ardentemente che nel frattempo, Misha torni.” Gli confidò
il re.
“Anch’io
vorrei che tornasse, sarebbe un’ottima regina per questo popolo. Quello che ha
fatto per amore della popolazione la qualifica per la grande donna che è.
Aumenterò gli sforzi per avere notizie.” Rispose il capitano prima di
congedarsi.
Al di là del
portale nulla era mutato.
La primavera
si stava avvicinando e Misha continuava il suo sonno gentile. Come promesso,
ogni giorno Boris si recava a trovarla e rimaneva con lei tutto il tempo che
poteva. Le parlava, la supplicava di tornare da loro. Sentì entrare Moliniana.
“Forse ci
sono novità” Disse la strega.
Lo gnomo
balzò in piedi e spalancò i suoi grandi occhi sulla strega.
“Vieni,
usciamo.” Gli chiese.
Si
allontanarono su un viottolo dai bordi fioriti. Le farfalle li accompagnavano,
era uno spettacolo meraviglioso ma lo gnomo non lo vedeva nemmeno.
Si sedettero
su un masso al bordo di un piccolo stagno.
“Avanti
Moliniana, parla!” Le chiese impaziente Boris.
La strega
sospirò.
“Le mie
sorelle ed io siamo riuscite a leggere qualche frase che si è ricomposta sul
libro degli incantesimi ma non sapevamo capirle. Ci siamo rivolte più in alto,
dove regna un mondo più perfetto del nostro, non lo avevamo mai fatto, non ci è
mai stato concesso, ma stavolta ci hanno risposto.” Si soffermò sul viso
concentrato dello gnomo prima di proseguire. “Ci hanno comunicato che potranno
fare tornare Misha da noi ma non sarà più la stessa. Abbiamo due scelte:
tenerla nel limbo dove sta ora o riaverla senza memoria. Non è colpa della
ragazza, ma nostra che abbiamo disubbidito alle regole del nostro mondo
istruendola con i nostri usi e le nostre capacità, non avremmo dovuto farlo, ma
io sapevo che era necessario. Misha è un essere umano al di là del portale, non
avrebbe mai dovuto superarlo. Siamo stati tutti noi a deciderlo e, alla fine
abbiamo avuto ragione. Abbiamo ottenuto il nostro scopo, distrutto Kloriana,
ripreso il libro degli incantesimi, e posto fine al rapimento dei bambini,
nonché mettere sul trono il vero re. Sono ancora convinta che ne sia valsa la
pena, ma ero altrettanto sicura che non sarebbe tornata, che non sarebbe
sopravvissuta, ma tu l’hai salvata ed ora sta a te e me decidere cosa fare con
lei.” Lo informò la strega.
“Cosa vuol
dire che non avrà più memoria? Che non si ricorderà di quello che ha fatto?” Le
chiese lo gnomo.
“No, Boris,
molto di più, purtroppo!” Moliniana esitava. “Misha non solo non avrà più
ricordi ma non avrà più la possibilità di usare la sua mente, sarà e rimarrà
per sempre uno splendido corpo senza nient’altro.” Aggiunse.
Boris scattò
in piedi come una furia. “Questa è una tortura, non possiamo accettarlo!” Si
infervorò.
“No, piccolo
amico, questo è il castigo per le nostre colpe, per quello che le abbiamo
fatto.” Sospirò Moliniana. “Ti ricordi, Boris quando decidemmo di allevarla?
Siamo stati tu ed io a deciderlo, e lo rifarei ancora, ma mai avrei immaginato
che tu, alla fine la riportassi indietro. Lei doveva morire al termine della
sua missione, lo aveva accettato. Siamo noi che non lo abbiamo voluto
accettare. E’ stato un grosso sacrificio che ha fatto, meritava una seconda
opportunità, ma lassù non sono dello
stesso avviso. Vogliono la nostra risposta già domani. Nessun altro è al
corrente di questo.” Terminò con le lacrime agli occhi.
I due
rimasero parecchio assorti, osservavano l’acqua placida dello stagno mentre
dentro di loro ribolliva una tempesta. Dovevano decidere, spettava solo a loro.
“Qual è il
tuo parere, Moliniana?”
“Qual è il
tuo parere, Boris?”
“Voglio che
torni!” Disse lo gnomo.
“E così
sarà!” Gli rispose la strega.
Strinsero un
patto fra di loro, nessuno avrebbe mai saputo niente di tutto questo, era solo
responsabilità loro e da soli ne avrebbero portato il peso.
Passarono
pochi giorni e Misha si risvegliò. I suoi splendidi occhi blu si aprirono su un
mondo che non conosceva. Accanto a lei Boris e Moliniana. Lei si sollevò a
sedere e guardò i due visi così diversi fra loro, visi sconosciuti come lo era
tutto ciò che la circondava.
Dovette
intervenire Moliniana con tutta la sua capacità di strega per togliere la paura
e l’ansia che invadevano la fanciulla.
La presero
per mano e l’accompagnarono a vedere quello che era e che sarebbe stato per
sempre il suo mondo. Le fate, gli elfi, gli gnomi, le ninfe, le streghe, c’era sempre qualcuno accanto a
lei, e mentre il tempo passava Misha imparava a vivere di nuovo.
Era passato
del tempo, aprile aveva ravvivato i colori già bellissimo dei fiori e Misha
godeva di tutto quello che aveva. Il suo sorriso era sbocciato come i fiori, il
suo sguardo si apriva curioso su ogni farfalla, su ogni animale e piano piano
imparava a riconoscerli, come una bambina che sta imparando a crescere.
Non parlava,
non ne aveva più la capacità. Stava spesso ai bordi della pozza dove si
rispecchiava, cercando di capire a chi apparteneva quel viso dolce dai lunghi
capelli viola. Era serena, era circondata da tanto amore e lei era felice nel
suo limbo.
Boris stava
tagliando un tronco con tutta la forza delle sue possenti braccia, e ad ogni
mazzata era un non è giusto, non è
giusto. Non riusciva ad accettare che le loro colpe fossero ricadute sulla
ragazza.
“Fermati
Boris, o ti si staccheranno le braccia!” Gli disse Moliniana. “Avvicinati.”
Aggiunse.
Romanzo di Milena Ziletti - diritti e proprietà a lei riservati - immagine dalla pagina di fb di Elfi, fate e mondo incantato
Nessun commento:
Posta un commento