venerdì 5 febbraio 2021

MISHA

 MISHA

parte trentatre



Era sola, finalmente non doveva preoccuparsi di nessun altro. Sapeva che Kloriana l’aveva sentita e non conosceva cosa avrebbe messo in campo per contrastarla. Non doveva pensarci. Aveva un piano da seguire.

Si avvicinò alla struttura che ospitava le guardie. Le piccole piante che la circondavano si muovevano come fossero dei radar o avessero vita propria. Capì immediatamente che erano avvolte dalla magia della strega.

Se lei non poteva oltrepassarle era certa che nemmeno le guardie lo potessero senza l’intervento della strega, che non avrebbe tardato ad arrivare.

Prese dalla sacca una piccola torcia e cercò di accenderla. Al terzo tentativo fallito stava per rinunciarci e pensare a qualcosa d’altro quando una mano le porse la fiamma di cui aveva bisogno. Boris era tornato, non l’avrebbe lasciata sola, anche lui aveva un conto in sospeso con quella strega malefica.

Lanciò la fiamma sul primo arbusto e quello cominciò a strillare come fosse un essere vivente.  Le fiamme iniziarono a prendere vigore e si attaccavano alle piante vicine che, avvolte dal fuoco e dal fumo si innalzavano più alte del fuoco sradicandosi dal terreno in cerca di sollievo. Urlavano come esseri umani, si contorcevano e grida disumane riempivano il silenzio che c’era stato fino a quel momento. Il fuoco stava facendo il proprio lavoro e quegli arbusti si stavano trasformando in cenere e le grida di dolore in sospiri che precedono la morte. Le guardie iniziarono ad uscire per controllare cosa stesse succedendo. Misha soffiò sulla fiamma e in un attimo tutto l’edificio fu circondato dal fuoco. Le guardie non potevano oltrepassarlo e cercarono la fuga da dove erano passati Orson e Laret. Erano uomini senza colpe, bambini che erano sopravvissuti e lei non li avrebbe mai uccisi.

“Che ci fai qui, Boris?” Gli chiese mentre osservava le fiamme che si alzavano sempre più in alto.

“Avrai bisogno del mio aiuto ed io la voglio morta, mentre tu sei troppo tenera per portare fino in fondo la tua missione. Sarò io a ucciderla, gliel’ho promesso!” Le rispose.

Misha si mise a correre e Boris la seguì.

“Questi sono i magazzini dell’oro di Verzel, dobbiamo dar fuoco, sono pietre che vengono dal vulcano ed è lì che torneranno. Conoscono il calore e ne basterà poco per dare inizio alla loro fusione.” Spiegò allo gnomo.

Non aveva niente per accendere una fiamma e dovette ricorrere alla magia. Un piccolo sbuffo di fumo e poi, lentamente il calore cominciò a prendere forma, volute di fumo che irritavano gli occhi e la gola, nessuna fiamma visibile, ma la lava verde si stava sciogliendo e, mentre si scioglieva, come aveva fatto fin dai tempi dei tempi cominciò a scavare e scorrere all’interno della terra. Si stava formando un grande cratere e la lava verde si scioglieva verso il centro della Terra. Niente e nessuno avrebbe potuto fermarla.

“Ci sta aspettando. Sa che stiamo arrivando e si è trincerata nel posto più sicuro per lei. Non credo che sappia della tua presenza, perciò rimani nascosto fino a quando non sarà il tuo momento. Mi sono spiegata? Non dovrai intervenire prima per nessun motivo!” Gli ordinò.

La cava sommersa stava lentamente bruciando. Con un ultimo guizzo diresse un lampo verso le camerate che avevano ospitato i bambini e anche quelle iniziarono a bruciare. Soltanto la residenza di Kloriana era ancora in piedi e immune a tutto.

Sto arrivando, Kloriana.

Ti sto aspettando, ragazzina.

Misha si diresse all’alloggio della strega che aveva la porta aperta. Entrò seguita da Boris e la porta si richiuse all’istante. A gesti ricordò allo gnomo quello che gli aveva detto di fare.

Senza timore raggiunse la grande stanza del braciere. Kloriana, vestita di tutto punto come sua usanza, la stava aspettando. Soltanto l’ovale del viso e le mani con dita lunghe secche e unghie di vari colori rimanevano visibili.

“Ti  aspettavo, ragazzina. Ancora non capisco cosa credi di fare.”

“Voglio il libro degli incantesimi, voglio toglierti tutti i poteri e ucciderti per tutto il male che hai fatto.” Le rispose.

Una risata sgradevole riempì la stanza e la fiamma nel braciere si levò alta fino al soffitto.

“Sei solo un’illusa. Come credi di riuscirci se nemmeno tutte le streghe e gli abitanti che sono oltre il portale ci sono mai riusciti?” E rise sguaiatamente di nuovo.

Erano una di fronte all’altra, piuttosto distanti e nel mezzo il braciere con le fiamme che si alzavano o abbassavano a seconda della voce della strega.

Misha sorrise mentre si avvicinava al braciere. L’altra fu veloce a raggiungerla e con un gesto della mano la scaraventò lontana.

“Ah ragazzina! Non ho voglia di giocare con te. Non sei né strega né fata ma soltanto un’umana mandata al macello. Il mio potere è immenso su di te e non voglio perdere tempo.” Diceva mentre si avvicinava a Misha che era ancora per terra dove l’aveva sbattuta.

Con fatica, la ragazza estrasse dalla sua sacca un piccolo scettro con tanti diamanti incastonati. Cominciò a farlo ruotare e le mille luci brillanti accecarono per un attimo la strega che si portò le mani a coprirsi gli occhi.

“Maledetta, questa è opera di Moliniana. Maledette entrambe!” Urlava mentre un liquido giallo sgorgava dai suoi occhi feriti.

Misha doveva approfittare di quei pochi secondi per raggiungere il braciere. La strega si riprese troppo presto e la raggiunse e di nuovo la scaraventò contro il muro mandando in frantumi lo scettro mentre i diamanti si disperdevano sul pavimento.

“Mi hai proprio stancato, ragazzina.” Le urlò prendendola per i capelli.

Misha non diceva niente e si lasciava trascinare verso il braciere. L’intento della strega era di immergere la ragazza nelle fiamme che l’avrebbero resa fumo e dispersa nella cava, dove sarebbe rimasta in eterno.

Boris avrebbe voluto intervenire ma un gesto di Misha lo fermò, non era ancora il momento. Lui fremeva vedendo quanto lei stava soffrendo.

“Ora assaggerai il bruciore delle mie fiamme, a loro non ti puoi ribellare. Presto non rimarrà niente di te e poi mi occuperò di tutti gli altri. Sono io la più forte, nessuno lo è più di me, il libro mi protegge e tu non lo prenderai mai.”

Il braciere non era un normale braciere, ma un antico manufatto impregnato di antica magia, rimaneva sempre freddo, per fare che le fiamme riducessero in fumo qualsiasi oggetto o persona doveva esservi immerso senza toccare i bordi. Nessuno lo sapeva, o questo era quello che credeva Kloriana.

La strega aveva trascinato Misha al bordo del braciere. “Guardami, ragazzina, il mio viso sarà l’ultima cosa che vedrai prima di dissolverti in fumo.” Disse mentre le fiamme si abbassavano pronte a inghiottire la ragazza.

Romanzo di Milena Ziletti - diritti e proprietà a lei riservati - immagine dalla pagina fb di Elfi, fate e mondo incantato

Nessun commento:

Posta un commento