MISHA
parte ventinove
Dovettero procedere
per vicoli secondari per raggiungere la prigione.
L’ambiente
era tiepido e le celle erano piene. Passarono velocemente e raggiunsero la
cella del principe. Non si aspettava quello che vide, si era fatta tante idee
mentre seguiva il capitano sulla salute del principe, invece … Invece nella
cella il tavolo era apparecchiato per due e una candela decorata e accesa
faceva ballare la sua fiamma. Su un piccolo tavolino c’erano alcuni piatti
coperti e un buon profumo di cibo si spandeva nell’aria.
Il capitano
aprì le sbarre e fece accomodare la ragazza.
Il suo viso
rifletteva tutta la sua sorpresa. Il principe le sistemò la sedia un po’
sbilenca e lui stesso servì il cibo nei piatti. Sorrideva davanti al viso
incredulo di Misha.
“Possiamo
iniziare.” Le disse. “Il capitano farà buona guardia, ma oggi mi è permesso
pranzare in compagnia ed io ho scelto lei.” Aveva una voce calda.
“Grazie,
principe. E’ proprio una sorpresa, non so che dire.” Gli rispose.
Iniziarono a
mangiare, senza fretta, godendo della silenziosa e reciproca compagnia. I
piatti erano stati portati via dal capitano e il principe invitò la ragazza a
sedersi accanto a lui sulla sua branda.
Erano
imbarazzati, non sapevano cosa dire, soprattutto Misha.
Il principe
le sorrise. Nonostante le privazioni alle quali era stato sottoposto in quegli
anni non aveva perso la luce negli occhi e la calma che fanno di un re un vero
re.
“Le chiedo
scusa se la osservo così intensamente. E’ proprio bella come ricordavo.” Le
disse prendendole una mano fra le sue.
“Lei conosce
la mia storia, ma io non conosco la sua e mi piacerebbe ascoltarla.” Le chiese
tenendo stretta la mano.
Misha lo
osservava e, con delicatezza gli entrò nella mente. Gli parlò col pensiero,
nessuno doveva ascoltare. Con un gesto circolare della mano isolò entrambi.
I loro
pensieri si incatenarono, si parlarono e misero a nudo le loro anime, i loro
pensieri, i loro progetti, le loro paure. Non tralasciarono niente. Ora sapevano
tutto l’uno dell’altra.
Fu il
capitano che ruppe l’incantesimo. Il tempo stava scadendo e doveva
riaccompagnare Misha prima del buio.
Fu un gesto
improvviso quello del principe. Si avvicinò a Misha e la prese fra le braccia,
la baciò e le sussurrò all’orecchio non
sarai tu quella che mi salverà, ma io salverò te e il mio regno.
Il capitano
richiuse la cella mentre la ragazza non staccava le mani dalle sbarre stringendo
quelle del principe. Ora lo so. Gli
rispose.
Il buio era
quasi sceso del tutto e le strade erano un tripudio di canti e bevute.
La giornata
stava terminando e ancora i festeggiamenti non erano terminati. Misha stava
cenando con Tom e aveva un leggero sorriso sulle labbra. Il bambino la
osservava, contento di scorgere quell’espressione, aveva imparato a volerle
bene e avrebbe dato la sua vita per lei se fosse stato necessario. Non
conosceva nessun altro che l’avesse trattato come faceva lei. Le posò la sua
manina sulla sua e si sorrisero.
I due giorni
successivi, Misha e Kara si dedicarono a curare i postumi dei festeggiamenti,
poi, finalmente, quella sera sarebbe venuto il capitano a cena, e la ragazza
chiese a Kara di restare.
Avevano
finito di cenare e, con gentilezza, Misha addormentò
Tom e lo sistemò al suo posto davanti al camino, avrebbe dormito beato fino
all’indomani.
Raggiunse i
suoi ospiti e mostrò loro la mappa che aveva ricevuto. Il capitano osservò con
attenzione, come pure Kara. Era difficile stabilire l’esatta ubicazione della
cava profonda e, nessuno dei due aveva mai sentito parlare del vulcano in
questione.
“Forse ho
capito.” Disse il capitano. “E’ una zona piuttosto fuori mano, ai limiti del
confine di questo territorio. Non è molto frequentato, è disseminato di paludi
e boschi con alberi talmente intricati che il passaggio risulta molto
difficoltoso e non è mai stato utilizzato, in quanto molti animali selvatici e
insetti enormi sono attratti da quelle acque putride e maleodoranti. Credo che
nessuno, a mio parere lo abbia mai preso in considerazione. Arrivarci non è
difficile, il problema è capire come entrarci visto che la cava profonda si
trova al di là di questo territorio insidioso.”
“Mi può
accompagnare fin là a vedere il posto?” Gli chiese Misha.
“Io non
posso allontanarmi dalla prigione, ma troverò qualcuno che l’accompagni,
qualcuno di cui mi fido ma dovrete andarci di notte, non dovete assolutamente
essere scoperti. Si faccia trovare pronta domani pomeriggio al tramonto, le
manderò qualcuno che conosce. Ora devo andare, e si ricordi di coprirsi bene e
portare con sé una torcia e tutta la fortuna che può trovare.” Uscì di corsa
per raggiungere il suo alloggio.
Kara si era
preparata un giaciglio accanto a Tom, raggiunse Misha per bere insieme una
tisana. “Che intenzioni hai, ragazza medicina?” Le chiese.
“Voglio solo
dare un’occhiata, farmi un’idea, non correrò inutili pericoli, non sono ancora
pronta, ma mi devo preparare alla sfida che mi aspetta con Kloriana. Lei è una
strega molto potente, non ha paura di me, e nemmeno io ne ho di lei. Devo fare
in fretta o altri bambini verranno tolti alle loro famiglie. Ti chiedo di
badare a Tom, non so quanto resterò via.” Aggiunse prima che entrambe si
coricassero.
Il
crepuscolo era appena sceso e i rumori nei vicoli si erano affievoliti quando
sentì bussare alla porta. Lei era pronta ad andare, ma non era pronta a
scoprire chi fosse il suo accompagnatore.
Il principe
in persona l’aspettava sulla porta. Soltanto gli occhi erano visibili sotto il
cappuccio e sorridevano davanti alla sorpresa della ragazza.
Misha si
riebbe subito e uscì senza dire una parola.
Rimasero in
silenzio fino a che uscirono dall’abitato. Il freddo era intenso ma almeno non
nevicava, perfino alcune stelle facevano capolino fra le nuvole ma l’oscurità
era quasi totale.
Appena si
ritennero al sicuro accesero una torcia.
Misha
avrebbe voluto chiedere spiegazioni ma il suo compagno camminava velocemente
per un sentiero che solo lui riusciva a vedere, le stringeva una mano per non
perderla in quell’immenso niente fatto di buio.
Il principe
si fermò per poter riprendere entrambi fiato. La teneva stretta a sé e,
entrambi sentivano il battito del cuore dell’altro.
“Non mi
aspettavo che fosse lei, principe il mio accompagnatore.” Gli bisbigliò
all’orecchio.
Lui fece una
risatina mentre si inebriava del profumo dei suoi capelli. “Ti avevo detto che
avrei salvato te e il mio regno!” Le rispose trattandola da sua pari.
“Siamo a
metà strada, quando vuoi possiamo continuare.” Le disse.
“Ancora
pochi minuti, principe.” Gli rispose.
Romanzo di Milena Ziletti - diritti e proprietà a lei riservati - immagine dalla pagina di fb di Elfi, fate e mondo incantato
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