lunedì 1 febbraio 2021

MISHA

 MISHA

parte ventinove



Dovettero procedere per vicoli secondari per raggiungere la prigione.

L’ambiente era tiepido e le celle erano piene. Passarono velocemente e raggiunsero la cella del principe. Non si aspettava quello che vide, si era fatta tante idee mentre seguiva il capitano sulla salute del principe, invece … Invece nella cella il tavolo era apparecchiato per due e una candela decorata e accesa faceva ballare la sua fiamma. Su un piccolo tavolino c’erano alcuni piatti coperti e un buon profumo di cibo si spandeva nell’aria.

Il capitano aprì le sbarre e fece accomodare la ragazza.

Il suo viso rifletteva tutta la sua sorpresa. Il principe le sistemò la sedia un po’ sbilenca e lui stesso servì il cibo nei piatti. Sorrideva davanti al viso incredulo di Misha.

“Possiamo iniziare.” Le disse. “Il capitano farà buona guardia, ma oggi mi è permesso pranzare in compagnia ed io ho scelto lei.” Aveva una voce calda.

“Grazie, principe. E’ proprio una sorpresa, non so che dire.” Gli rispose.

Iniziarono a mangiare, senza fretta, godendo della silenziosa e reciproca compagnia. I piatti erano stati portati via dal capitano e il principe invitò la ragazza a sedersi accanto a lui sulla sua branda.

Erano imbarazzati, non sapevano cosa dire, soprattutto Misha.

Il principe le sorrise. Nonostante le privazioni alle quali era stato sottoposto in quegli anni non aveva perso la luce negli occhi e la calma che fanno di un re un vero re.

“Le chiedo scusa se la osservo così intensamente. E’ proprio bella come ricordavo.” Le disse prendendole una mano fra le sue.

“Lei conosce la mia storia, ma io non conosco la sua e mi piacerebbe ascoltarla.” Le chiese tenendo stretta la mano.

Misha lo osservava e, con delicatezza gli entrò nella mente. Gli parlò col pensiero, nessuno doveva ascoltare. Con un gesto circolare della mano isolò entrambi.

I loro pensieri si incatenarono, si parlarono e misero a nudo le loro anime, i loro pensieri, i loro progetti, le loro paure. Non tralasciarono niente. Ora sapevano tutto l’uno dell’altra.

Fu il capitano che ruppe l’incantesimo. Il tempo stava scadendo e doveva riaccompagnare Misha prima del buio.

Fu un gesto improvviso quello del principe. Si avvicinò a Misha e la prese fra le braccia, la baciò e le sussurrò all’orecchio non sarai tu quella che mi salverà, ma io salverò te e il mio regno.

Il capitano richiuse la cella mentre la ragazza non staccava le mani dalle sbarre stringendo quelle del principe. Ora lo so. Gli rispose.

Il buio era quasi sceso del tutto e le strade erano un tripudio di canti e bevute.

La giornata stava terminando e ancora i festeggiamenti non erano terminati. Misha stava cenando con Tom e aveva un leggero sorriso sulle labbra. Il bambino la osservava, contento di scorgere quell’espressione, aveva imparato a volerle bene e avrebbe dato la sua vita per lei se fosse stato necessario. Non conosceva nessun altro che l’avesse trattato come faceva lei. Le posò la sua manina sulla sua e si sorrisero.

I due giorni successivi, Misha e Kara si dedicarono a curare i postumi dei festeggiamenti, poi, finalmente, quella sera sarebbe venuto il capitano a cena, e la ragazza chiese a Kara di restare.

Avevano finito di cenare e, con gentilezza, Misha addormentò Tom e lo sistemò al suo posto davanti al camino, avrebbe dormito beato fino all’indomani.

Raggiunse i suoi ospiti e mostrò loro la mappa che aveva ricevuto. Il capitano osservò con attenzione, come pure Kara. Era difficile stabilire l’esatta ubicazione della cava profonda e, nessuno dei due aveva mai sentito parlare del vulcano in questione.

“Forse ho capito.” Disse il capitano. “E’ una zona piuttosto fuori mano, ai limiti del confine di questo territorio. Non è molto frequentato, è disseminato di paludi e boschi con alberi talmente intricati che il passaggio risulta molto difficoltoso e non è mai stato utilizzato, in quanto molti animali selvatici e insetti enormi sono attratti da quelle acque putride e maleodoranti. Credo che nessuno, a mio parere lo abbia mai preso in considerazione. Arrivarci non è difficile, il problema è capire come entrarci visto che la cava profonda si trova al di là di questo territorio insidioso.”

“Mi può accompagnare fin là a vedere il posto?” Gli chiese Misha.

“Io non posso allontanarmi dalla prigione, ma troverò qualcuno che l’accompagni, qualcuno di cui mi fido ma dovrete andarci di notte, non dovete assolutamente essere scoperti. Si faccia trovare pronta domani pomeriggio al tramonto, le manderò qualcuno che conosce. Ora devo andare, e si ricordi di coprirsi bene e portare con sé una torcia e tutta la fortuna che può trovare.” Uscì di corsa per raggiungere il suo alloggio.

Kara si era preparata un giaciglio accanto a Tom, raggiunse Misha per bere insieme una tisana. “Che intenzioni hai, ragazza medicina?” Le chiese.

“Voglio solo dare un’occhiata, farmi un’idea, non correrò inutili pericoli, non sono ancora pronta, ma mi devo preparare alla sfida che mi aspetta con Kloriana. Lei è una strega molto potente, non ha paura di me, e nemmeno io ne ho di lei. Devo fare in fretta o altri bambini verranno tolti alle loro famiglie. Ti chiedo di badare a Tom, non so quanto resterò via.” Aggiunse prima che entrambe si coricassero.

Il crepuscolo era appena sceso e i rumori nei vicoli si erano affievoliti quando sentì bussare alla porta. Lei era pronta ad andare, ma non era pronta a scoprire chi fosse il suo accompagnatore.

Il principe in persona l’aspettava sulla porta. Soltanto gli occhi erano visibili sotto il cappuccio e sorridevano davanti alla sorpresa della ragazza.

Misha si riebbe subito e uscì senza dire una parola.

Rimasero in silenzio fino a che uscirono dall’abitato. Il freddo era intenso ma almeno non nevicava, perfino alcune stelle facevano capolino fra le nuvole ma l’oscurità era quasi totale.

Appena si ritennero al sicuro accesero una torcia.

Misha avrebbe voluto chiedere spiegazioni ma il suo compagno camminava velocemente per un sentiero che solo lui riusciva a vedere, le stringeva una mano per non perderla in quell’immenso niente fatto di buio.

Il principe si fermò per poter riprendere entrambi fiato. La teneva stretta a sé e, entrambi sentivano il battito del cuore dell’altro.

“Non mi aspettavo che fosse lei, principe il mio accompagnatore.” Gli bisbigliò all’orecchio.

Lui fece una risatina mentre si inebriava del profumo dei suoi capelli. “Ti avevo detto che avrei salvato te e il mio regno!” Le rispose trattandola da sua pari.

“Siamo a metà strada, quando vuoi possiamo continuare.” Le disse.

“Ancora pochi minuti, principe.” Gli rispose.

Romanzo di Milena Ziletti - diritti e proprietà a lei riservati - immagine dalla pagina di fb di Elfi, fate e mondo incantato

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