martedì 9 febbraio 2021

MISHA

 MISHA

parte trentacinque



Boris rimase a lungo ad osservare quel viso così dolce e così bianco. I suoi bellissimi capelli viola erano ancora stupendi. Dio come gli sarebbe piaciuto vedere ancora i suoi splendidi occhi blu e il suo sorriso. Sentiva montare tanta rabbia dentro di sé ma non avrebbe perso la speranza. Tornerò ogni giorno, ragazza medicina, e tu tornerai da noi. Poi uscì.

Nei villaggi i bambini erano accuditi con amore. Alcuni avevano ritrovato le loro vere famiglie, altri erano stato semplicemente accolti in famiglie che li avrebbero amati ed allevati come figli propri. E la felicità invadeva tutti, sapendo che nessun carro sarebbe mai più venuto a sottrarre i bambini ai loro genitori.

A palazzo reale pareva che niente fosse cambiato, eppure c’era qualcosa che turbava il falso re e la principessa.

L’elfo dalla lancia appuntita aveva recapitato un messaggio al capitano delle guardie ed era stato informato di tutto. Kara era tornata dalla sua famiglia con tanta tristezza nel cuore sapendo che non avrebbe mai più rivisto la ragazza medicina. Ora toccava a lei portare avanti il lavoro che le aveva insegnato. Per la gente comune niente era cambiato, ma a palazzo le cose sarebbero presto mutate.

Il capitano aveva informato di tutto il principe ereditario, ora dovevano fare un piano per rimettere a posto le cose.

“Manda a chiamare mio fratello, digli che devo parlargli.” Ordinò il principe al capitano.

Il falso re si fece attendere per alcuni giorni. Aveva spettato invano la presenza di Kloriana. Si sentiva agitato e aveva bisogno di lei e della sua magia. Anche sua sorella l’aveva cercata ma non ne aveva trovata traccia. Loro non sapevano cosa pensare. Decisero che sarebbero andati insieme alla prigione, compreso il piccolo John.

Scortati dalle guardie personali del re raggiunsero la prigione e il capitano li accompagnò dal loro fratello. Si meravigliarono vedendo che le sbarre erano aperte. Il principe ereditario fece entrare suo fratello e si sedettero intorno al piccolo tavolo.

“Volevi parlarmi, fratello bastardo?” Chiese il re.

Il principe ereditario sorrise. “Lo sai molto bene che sono bastardo quanto te. Conosco la verità, tutta la verità.” Gli disse mentre sua sorella rimaneva fuori dalla cella col figlioletto.

Aspettò qualche secondo aspettando la sua reazione. “Ho paura che non avrai l’oro che ti ha promesso la tua amica Kloriana, è svanito. Tornato nella sua sede naturale, nella profondità della terra, e lei lo ha seguito. Sei nudo ora, fratello, e vulnerabile.” Gli disse senza mai alterare il tono della voce.

“Nostro padre ci ha sempre insegnato che il bene del nostro Popolo è importante e viene prima di qualsiasi altra cosa. Mi dispiace che tu te lo sia dimenticato, che ti sia fatto irretire da una strega malvagia. Come hai potuto uccidere nostro padre? Come hai potuto?” Gli chiese alzando lo sguardo su sua sorella.

Era chiaro che erano stati complici, ora entrambi sapevano che lui sapeva.

Il falso re si alzò per uscire dalla cella ma le guardie che lo avevano accompagnato gli impedirono di farlo. Rialzò il mento e con occhi fiammeggianti si rivolse a loro. “Avete giurato di proteggermi e di obbedirmi, cosa state facendo?” Chiese rabbioso.

“Noi siamo le guardie giurate del re, e il vero re è William.” Dissero inginocchiandosi tutti davanti al prigioniero.

“Non lo sono ancora re, ma lo sarò molto presto, dopo l’incoronazione ufficiale. Ti cedo il mio posto, da ora in avanti sarai tu ad abitare questa cella, e prega che le guardie ti trattino bene, avrai quello che otterrai col tuo comportamento, lascio al capitano la gestione della tua carcerazione. Ora io vado dove è il mio posto.” Disse uscendo dalla cella che venne immediatamente richiusa.

“Perché punisci solo me e non anche nostra sorella?” Urlò mentre quelli si allontanavano.

“Per lei ho altri progetti, te li farò conoscere, fratello.” E uscì circondato dalle sue guardie fidate.

Fuori l’aria era fredda e un leggero nevischio imbrattava il sentiero che portava al palazzo reale. William respirò a pieni polmoni quell’aria pura che tanto gli era mancata. Sua sorella lo precedeva tenendo per mano suo figlio, non aveva ancora detto una parola.

Entrarono dalla porta principale e tutte le guardie e i soldati presenti erano in posizione per salutare il loro re. William si commosse e non riuscì che a ringraziare con un cenno della testa.

“Vai nelle tue stanze e rimanici.” Disse a sua sorella. “Ti chiamerò appena sarò pronto.” E alcune guardie la scortarono.

Non era più abituato da tempo agli agi. Approfittò subito di un bagno caldo e abiti puliti. Il barbiere gli sistemò barba e capelli, finalmente aveva l’aspetto di un re, anche se dentro di lui lo era sempre stato, niente avrebbe potuto togliergli la dignità insita di un vero uomo.

La notizia del ritorno del vero principe e la reclusione dell’altro si era diffusa a palazzo velocemente e, presto tutti lo avrebbero saputo.

Era seduto sul trono che gli spettava in attesa che sua sorella si presentasse. Erano passati pochi giorni da quando era tornato e lei era sempre stata confinata col figlio.

“Volevi vedermi, fratello?” Gli chiese con un inchino.

“Sì.” Rispose.

Lasciò passare qualche minuto prima di riprendere.

“Mi sono sempre chiesto come hai potuto farmi questo. Lo so che sei colpevole più di Charles e che stavi solo aspettando il momento giusto per mettere tuo figlio sul trono e prendere il potere. Il potere! Ne vale davvero la pena?” Le chiese.

La donna rimaneva in silenzio.

“Come hai potuto uccidere nostro padre? Come fai a vivere con questa colpa sulla coscienza? Hai un figlio, e se un giorno facesse lo stesso a te?” Continuò.

Mary ebbe un moto di spavento a quelle parole. Ma ancora non disse una parola.

“Ti ho chiamata per informarti della mia decisione. Domani partirai per il confine nord del nostro regno insieme a tuo figlio. Ci sono villaggi di pastori e contadini e tu farai parte di quella comunità. Vivrai di quello che riuscirai ad ottenere col lavoro che dovrai fare, sarai sempre controllata e tuo figlio tornerà a palazzo quando lo chiamerò. Lui non ha colpa delle tue azioni ma è giusto che impari da subito che chi commette malefatte come le tue debba pagare. Il tuo bagaglio è già pronto. Ho redatto l’atto che ti priva del titolo di principessa e dei privilegi legati al tuo titolo per alto tradimento. Ora sei una donna come tutte le altre e vivrai di ciò che riuscirai ad ottenere col tuo lavoro, senza nessun privilegio. Spero che la gente di quel posto lontano non ti riconosca, almeno lo spero. Partirai domattina all’alba. Fa in modo che il tuo comportamento non mi obblighi ad avere tue notizie e che non ti debba rivedere o non sarò così magnanimo.” La informò. “Ringrazia tuo figlio se non ti tolgo del tutto la libertà!”

Mary non disse una parola e le guardie la scortarono nelle sue stanze.

Williams sapeva di essere stato duro con sua sorella, ma quello che aveva fatto al regno non meritava perdono. Ripensò a suo padre, a quanto lo aveva amato, anche quando lo aveva disconosciuto non aveva mai smesso di portarlo nel cuore. Ora sapeva che non aveva colpe.

Romanzo di Milena Ziletti - diritti e proprietà a lei riservati - immagine dalla pagina fb di Elfi, fate e mondo incantato

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