venerdì 12 febbraio 2021

MISHA

 MISHA

parte trentotto



La ragazza si fermò e gli si mise di fronte. Lo osservava attentamente, corrucciando la bellissima fronte e gli occhi blu penetravano in quelli di lui.

Si portò la mano al centro del petto. “C’è qualcosa qui che mi preme, a volte mi manca il respiro e mi sembra di soffocare nel fumo di un incendio. Cerco di raggiungere le sensazioni ma svaniscono prima che le raggiunga. A te non succede mai?” Gli chiese.

Anche il re si portò la mano al centro del petto. “Sì, mi succede ogni volta che penso ad una ragazza speciale, bellissima, generosa al punto da avermi rubato il cuore.” Le rispose.

“Ora dov’è quella ragazza?” Volle sapere.

“La sto cercando.” Le rispose.

“Come vorrei essere io quella ragazza!” Sospirò.

“Perché Michelle vorresti essere tu?” Le chiese.

“Perché da quando ti guardo questo peso si alza e si abbassa, come se seguisse i battiti del mio cuore e poi, poi c’è qualcosa che non capisco.” Gli rispose.

In quel momento l’elfo arrivò e disse che dovevano rientrare. Per quel giorno era sufficiente.

“Ci vediamo presto, Michelle.” La salutò il re prima di allontanarsi con l’elfo.

La ragazza continuò per la sua strada mentre l’elfo accompagnava il re da Moliniana.

“Che cosa mi dice, sire?” Chiese la strega.

“Che voglio assolutamente riportarla da me.” Le rispose.

“Stanotte Salena entrerà nei suoi sogni e cercherà di far risalire alla memoria quello che lei oggi ha stuzzicato. Dovremo lavorare in questo modo, ci vorranno giorni ma sono fiduciosa. Ora si riposi, domani vedremo come andrà.” E senza che lui se ne accorgesse si addormentò dolcemente.

Il re si risvegliò e trovò acqua per lavarsi e la colazione. Appena ebbe terminato Moliniana lo raggiunse.

“Le porto buone notizie, sire. Salena è riuscita a far emergere alcuni ricordi sotto forma di sogni, la sua mente cerca ardentemente qualcosa a cui aggrapparsi, e appena quella piccola apertura nel blocco dell’anima che sente si allargherà tutto le tornerà alla mente come fossero sogni che poi io e le mie sorelle potremo farle vedere nello specchio dello stagno. Il giorno che si riconoscerà specchiandosi, sapremo che la meta sarà raggiunta.” Lo informò. “Siamo soddisfatte di come lei, sire si sta comportando, non deve essere facile.” Gli disse accompagnandolo fuori.

“Conosce la strada, ormai, sire. Vada con calma e si goda la bellezza di questo posto, non lo potrà fare mai più una volta che sarà uscito.” Gli disse prima di allontanarsi.

L’elfo lo seguiva senza essere visto ma il re sapeva che era lì.

Il re camminava su un sentiero ricoperto di tenero muschio, mentre uccelli variopinti cantavano leggeri nell’aria tiepida. Si chiese se in quel posto le stagioni fossero le stesse del suo mondo. Si fermò ad osservare le foglie appuntite e rosso fuoco di un albero che non aveva mai visto. Era tutto così diverso, perfino l’aria che si respirava lasciava un che di dolce in bocca.

Sentì Misha cantare e gli si allargò il cuore. Alcuni uccelli piccoli e variopinti le stavano intorno e intonavano con lei le note di una musica allegra.  Si fermò ad osservarla e lo stomaco gli si strinse dalla preoccupazione. Desiderava ardentemente che tutto finisse nel migliore dei modi, che potesse portarla con sé, ma aveva anche il terrore che alla fine, non ottenesse niente. Inspirò profondamente e la raggiunse.

Misha si accorse di lui e gli corse incontro con un gran sorriso. “Io ti riconosco! Ma non  ricordo il tuo nome.” Gli disse sfiorandogli il viso con una carezza.

“Hai ragione, Michelle, non mi sono presentato, sono William, e sono un principe.” Le rispose.

“Cos’è un principe?” Gli domandò prendendolo per mano e andando verso lo stagno.

Il re cominciò a parlarle di un principe rinchiuso in prigione da una strega cattiva e di una fanciulla che gli faceva visita. Le raccontò della vita fuori dal portale e lei non si perdeva una parola.

“E’ quella fanciulla che stai cercando?” Gli chiese.

“Sì, è proprio lei. La devo ringraziare. Sai una volta mi disse sono quella che ti salverà ed ha mantenuto la promessa. Vorrei  che lo sapesse che mi ha salvato.”Aggiunse stringendole la mano.

Trascorsero così la prima settimana, passeggiate, racconti, e Misha ogni giorno si ricordava di lui, del suo nome, delle storie che le raccontava, ed era felice di questo. Stare vicino a lui la rendeva leggera, e qualcosa al centro del suo petto cominciava a muoversi.

Anche quel giorno i due erano in riva allo stagno. Stranamente in silenzio. Il viso di Misha era serio e concentrato mentre si specchiava nell’acqua limpida. Nella sua mente un vortice di pensieri, immagini, ricordi, le facevano vorticare sensazioni  ed emozioni. Erano le emozioni che stava rincorrendo, che voleva raggiungere.

Si alzò in piedi seguita dal re. Aveva il fiato corto, come se avesse corso e guardava lo stagno, gli alberi, tutto quello che la circondava. Si avvicinò al re e gli rimase di fronte. Lo osservava e con la mano gentile gli sfiorava il viso, gli accarezzava i capelli mentre i suoi occhi chiedevano aiuto e dalla sua bocca non usciva un suono.

William rimaneva immobile, cercando di capire quale fosse la mossa giusta da fare. Ora la mano fresca di Misha gli sfiorava le labbra. Lui gliela prese e lasciò un tenero bacio proprio al centro del palmo e glielo richiuse. L’espressione incredula di lei era qualcosa che gli feriva il cuore. Da otto giorni le stava accanto, aveva visto dei progressi, ma il tempo scorreva inesorabile e lui, lui non resistette. La prese fra le braccia e la baciò sulla bocca. Prima con delicatezza e poi con tutto l’amore e la passione che provava e che così a lungo aveva trattenuto.

In principio Misha non capì, poi qualcosa le esplose nel petto e il ricordo di un altro bacio le salì al cuore, qualcosa si stava squarciando e, prima che potesse capire cosa fosse cadde svenuta, pallida da sembrare morta.

L’elfo si precipitò al suo fianco e di corsa arrivò anche Moliniana e Boris che trasportarono la ragazza nella sua stanza.

Cosa ho fatto? Pensò il re.

“Sei semplicemente un uomo innamorato.” Gli rispose l’elfo. “Io al tuo posto lo avrei fatto prima.” Aggiunse. “Vieni, andiamo a sentire come vanno le cose.” E si incamminarono.

Romanzo di Milena Ziletti - diritti e proprietà a lei riservati - immagine dalla pagina di fb di Elfi, fate e mondo incantato

Nessun commento:

Posta un commento