MISHA
parte trentanove - ultima
Sul suo
letto, Misha smaniava, si lamentava, si sbracciava come se stesse combattendo
contro dei draghi. Al suo fianco, Moliniana e Solidea usavano tutta la loro
magia e le loro conoscenze per aiutarla. Ci fu un attimo di tregua e le
asciugarono il sudore.
“Che sta
succedendo, Moliniana?” Le chiese seria la regina delle fate.
La strega
aveva un’espressione molto preoccupata. “Misha sta combattendo contro il veleno
e l’incantesimo di Kloriana.” Le rispose.
“Tu non mi
stai dicendo tutto! E’ venuto il momento che tu lo faccia.” Le disse.
Moliniana
sapeva di non poter mentire a Solidea che era entrata nei pensieri della
ragazza, era il momento della verità. “Da questa lotta, mia cara Solidea, la
nostra Misha ne uscirà guarita o non ne uscirà affatto.” Le comunicò.
“Vuoi dire
che sta lottando per vivere e che se non ci riuscirà morirà?” Le chiese
spaventata, e non era facile spaventare la regina delle fate.
“Non solo, mia
cara. Se non vincerà questa lotta e dovesse capitare il peggio, Boris ed io
saremo cacciati da questo posto, abbiamo agito di testa nostra, senza il
consenso dei nostri padri e non so cosa potrà accaderci.” Le confidò.
“Tue Boris
avete giocato su questo senza interpellarci, avete tradito la nostra usanza,
potevamo tenere Misha con noi, così com’era, lo sai che lo avremmo fatto.” Le
rimproverò.
“Nonostante
tutto io sono convinta che ce la farà. Non vi abbiamo messo al corrente per non
farvi fare la nostra stessa fine in caso di sconfitta. E’ stata nostra, di
Boris e mia la decisione su Misha, fin dall’inizio e sempre a vostra insaputa,
per il vostro bene.” Le disse ancora.
“Misha
merita la vita migliore che possa esistere, ed è quella di essere regina
accanto all’uomo che ama, se così non fosse non starebbe lottando come una
leonessa. Solidea, tu conosci la forza del vero amore? Hai mai visto quanti
miracoli può fare? Non pensi che dopo tutto quello che questa ragazza ha fatto
per il popolo al di là del portale meriti di essere felice? Non possiamo essere
noi a scegliere per lei, sarà lei stessa a scegliere, sta a lei decidere se
seguire l’amore o finire oltre il velo, e a quanto possiamo vedere sta
combattendo proprio per tornare da noi.” Aggiunse Moliniana ancora convinta di
essere nel giusto.
La ragazza
riprese a lamentarsi, a urlare e dire cose senza senso. Perfino il suo viso
sembrava cambiato. Stava soffrendo in modo atroce e nessuno poteva aiutarla,
era lei che doveva decidere da che parte del mare approdare.
La strega e
la fata rimasero accanto a lei per due giorni e due notti senza mai uscire, fino
a quando Misha si addormentò. La regina delle fate fu lesta ad entrare nei suoi
sogni mentre le accarezzava il viso. Moliniana vide due lacrime scendere dagli
occhi chiusi della fata e attese che tornasse.
Entrambe le
tenevano una mano quando Solidea si staccò dai suoi sogni. Non dissero una
parola, i loro occhi parlavano da soli. Un solo pensiero passò dall’una
all’altra ci è riuscita.
Finalmente
uscirono e videro tutto il popolo seduto ad aspettare. Nessuno si alzò, nemmeno
il re, sfinito dall’attesa.
“Noi
pensiamo che sia finita, che Misha sia riuscita a liberarsi dal veleno e
dall’incantesimo. Ora dorme serena e al suo risveglio scopriremo se la sua
lotta ha portato i frutti sperati. Tornate ai vostri alloggi, basterà Boris e
l’elfo a guardia. Anche lei, sire vada a riposare, ci sarà bisogno di lei
quando Misha si sveglierà.” Disse Moliniana incamminandosi stancamente verso la
sua casupola.
Erano
passati undici giorni da quando il re era arrivato ed era venuto il momento di
scoprire se ne era valsa la pena.
Un gesto
gentile dell’elfo svegliò il re. “Dobbiamo andare.” E uscirono di corsa.
Moliniana e
Solidea erano accanto alla ragazza che si stava lentamente svegliando, Boris
non aveva resistito ed era entrato anche lui.
Il respiro
leggero di Misha e il battito del cuore lento e calmo rendeva l’atmosfera
tranquilla.
“Ora la
sveglieremo.” Sussurrò Moliniana facendo cenno a Solidea di procedere.
Qualche
lungo minuto prima che la ragazza aprisse i suoi splendidi occhi blu. Al
principio non riusciva a vedere molto bene e un gesto della strega le tolse la
patina davanti alle pupille. Misha si mise a sedere e osservò quei tre visi che
la stavano guardando in modo così strano.
Sorrise. “Grazie
Boris. Grazie Moliniana. Grazie Solidea. Sono felice di vedervi.” Disse ai suoi
amici.
Il sospiro
di sollievo dei tre si sentì anche fuori dalla casupola e rincuorò tutti quelli
che stava ad aspettare.
“Sta andando
bene.” Disse l’elfo al re. “Dobbiamo andare.” E lo trascinò via di forza.
Passò tutta
la giornata e Misha non era ancora uscita. Stava mettendo ordine nei suoi
pensieri e nei suoi ricordi con l’aiuto di tutti. Finalmente, anche l’ultimo
tassello andò al suo posto, era notte e in quel posto sconosciuto agli umani si
stava avverando qualcosa che nessuno avrebbe mai saputo e nemmeno creduto
possibile.
Non era
stato facile per il re ubbidire e stare lontano da Misha, ma aveva dato la sua
parola, e un re mantiene sempre la parola data.
Era una
mattina luminosa, come sempre in quel posto. Il re conosceva bene il sentiero
che portava allo stagno. Avrebbe voluto correre da lei, ma si contenne. Misha,
anzi Michelle era al solito posto, e si specchiava nell’acqua dello stagno. Si
fermò ad osservarla, sembrava che niente fosse diverso dalle volte precedenti
fino a quando lei alzò il viso e gli sorrise.
“Benvenuto,
sire.” Gli disse alzandosi e facendogli un inchino. “Sono felice che lei sia
qui. Moliniana e Solidea mi hanno messa al corrente di quello che ha fatto per
riportarmi alla vita. La ringrazio.”
Il re la
raggiunse. Erano così vicini e gli occhi parlavano per loro. Lui l’abbracciò e
la baciò come aveva sempre desiderato fare. La tenne stretta e le parlò
assaporando il profumo di quei magnifici capelli viola.
“Ho trovato
la ragazza che mi aveva promesso di salvarmi, ora la posso ringraziare e dirle
che anch’io ho mantenuto la mia promessa io
salverò te e il mio regno. Ricordi?”
Non
riuscivano a sciogliersi dall’abbraccio e l’elfo, finalmente tranquillo li
lasciò soli.
Trascorsero
insieme gli ultimi giorni in quel mondo che presto avrebbero abbandonato,
circondati da fate, elfi, gnomi, streghe, ninfe. E venne anche il momento dei
saluti.
Era il
momento di oltrepassare il portale. I due vennero incappucciati e accompagnati
al luogo dell’appuntamento, dove il capitano e le guardie personali del re li
stavano aspettando.
Moliniana
tolse il cappuccio e osservò il viso bellissimo di Misha, lei sarebbe sempre
stata Misha per la strega. “Ricordati di noi, Michelle, e sii felice.” Si
allontanò in fretta per non mostrare le lacrime che una strega non avrebbe mai
dovuto versare.
Il nutrito
gruppo raggiunse il palazzo. Il capitano salutò Michelle e non resistette,
l’abbracciò andando contro tutte le convenzioni. “Mi perdoni, sire, ma non ho
resistito.” Disse felice.
Mancavano
quindici giorni al ballo e nessuno era a conoscenza di quello che sarebbe
avvenuto.
In una semplice
cappella del palazzo reale, quel giorno un frate avrebbe unito in matrimonio re
William e Michelle. Soltanto il capitano e Kara erano presenti alla cerimonia
religiosa. Kara piangeva come una fontana e il capitano si sforzava di tenere
un comportamento consono alla sua posizione.
Finalmente
erano marito e moglie, re William e la regina Michelle.
I
preparativi per la festa danzante erano stati ultimati, gli ospiti erano
arrivati e aspettavano solo l’arrivo del re.
La musica si
spense e il silenzio fu totale.
Sulla
scalinata la coppia reale fece il suo ingresso.
“Il re e la
regina.” Furono annunciati.
Scesero gli
scalini tenendosi per mano mentre la musica riprendeva.
Raggiunsero
il centro del salone, si fecero un inchino e diedero inizio al ballo e alla
festa.
Niente per
quel reame sarebbe più stato come prima. L’amore sarebbe sempre stato messo al
centro di tutto.
E’ proprio
il caso di dire e vissero felici e
contenti e amati dal Popolo.
FINE.
Romanzo di Milena Ziletti - diritti e proprietà a lei riservati - immagine dalla pagina fb di Elfi, fate e mondo incantato
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