giovedì 28 gennaio 2021

MISHA

MISHA

parte ventotto




 “C’è molto di più! Credi che non mi accorga?” Rimarcò.

“Se sei una grande strega come dici di essere, perché non lo scopri da sola? Dopotutto hai rubato anche il libro degli incantesimi, non dovrebbe essere difficile per te riuscirci. O hai perso il tocco?” L’irrise Moliniana.

“Vedo che ragionare con te non porta a niente, come sempre. Ti ho chiamata solo per farti sapere che sono ancora io la regina delle streghe, finché il libro degli incantesimi sarà nelle mie mani niente cambierà. Tutto qui è impenetrabile ai miei incantesimi, niente mi sfugge e mi basta un ordine per decretare la fine di quella mocciosa.” Le disse piccata.

“Entrambe conosciamo le regole della nostra stirpe e del libro, anche tu hai dei limiti e me lo stai dimostrando con questa chiamata. Io so perché hai voluto vedermi e non ti faciliterò niente. Io con te ho concluso.” E Moliniana sparì con una grassa risata.

Il fumo si dissolse e le fiamme ripresero vigore. Kloriana sapeva che non avrebbe ottenuto niente da Moliniana ma aveva bisogno di rivederla per rendersi conto di come fosse ridotta la strega al di la dal portale dopo che lei se n’era andata con il libro degli incantesimi. Quando era scappata da quel posto non si era limitata ad incendiare e bruciare gli gnomi ma aveva lasciato incantesimi davvero forti, ma ora si rendeva conto che erano stati ridotti a niente, che elfi, fate, gnomi, ninfe e streghe erano ancora potenti. Lei non era più riuscita ad attraversare il portale, nemmeno con tutta la sua potenza e averla chiamata aveva dimostrato la sua debolezza. Inoltre, anche in possesso del libro i suoi poteri stavano mutando, si stava indebolendo, anche se rimaneva ancora con grandi capacità. Aveva usato il libro per ottenere tutto quello che voleva ed ora, le pagine del libro si era quasi del tutto sbiancato, ne era rimasta una sola pagina e lei doveva usarla nel miglior modo possibile. Era a questo che si era riferita Moliniana, lo aveva capito.

Cercò di calmarsi, il fatto che la ragazza medicina non fosse un pericolo per i suoi piani era certo, nemmeno Moliniana avrebbe potuto superarla, figurarsi una semplice umana senza tocco e senza nascita.

Prese il libro degli incantesimi e lo sfogliò. Soltanto l’ultima pagina recava impressi simboli e incantesimi, erano gli ultimi, quelli che doveva usare per trasformare l’oro di Verzel in oro vero, non poteva sprecarli per altro. Aveva vissuto tutti quegli anni, in attesa del re giusto per portare a compimento i suoi piani e sogni di grandezza e aveva usato, senza risparmiarli, gli incantesimi più potenti. Non lo aveva fatto a cuor leggero, ma tenere nascosto a tre generazioni di re e a tutto il reame quello che lei stava facendo era costato parecchio. Ora, finalmente era giunto il momento di riscuotere il profitto del suo grande lavoro. Ancora un po’ di pazienza e tutto sarebbe stato compiuto. Con un sorrisetto soddisfatto rimise a posto il libro e uscì.

La fine dell’anno si avvicinava e Misha era agitata. Aveva promesso che più nessun bambino sarebbe stato strappato alla propria famiglia, ma il tempo trascorreva e ancora nessuno era venuto con le informazioni.

Era proprio l’ultimo giorno dell’anno quando un elfo infilò un biglietto sotto la sua porta prima di sparire.

In casa c’era solo Tom, lo raccolse e lo mise sul tavolo.

Misha rientrò intirizzita e il bambino le offrì subito una tisana bollente e il foglietto che aveva raccolto.

“Hai visto chi lo ha portato?” Gli chiese.

Tom scosse la testa.

Misha lo lesse e lo bruciò. “Stanotte devo uscire, è molto importante. Ora vieni che mangiano qualcosa.”

La ragazza aspettò che fuori ci fosse silenzio. Le ronde avevano allentato i controlli, faceva troppo freddo anche per loro e lei ne conosceva gli orari.

Uscì furtiva, avvolta in un mantello nero come la notte e raggiunse una piccola porta che, ben nascosta portava fuori dalle mura.

Boris la stava aspettando con altri due gnomi e l’immancabile elfo con la sua lancia appuntita.

“Seguimi.”

E si allontanarono dalle mura.

Si ripararono in un anfratto. I due gnomi e l’elfo facevano la guardia mentre gli altri due discutevano.

“Hai scoperto dove si trova la cava sommersa?” Gli chiese impaziente.

“Cosa credi che sia venuto a fare in una notte come questa?” Gli rispose col solito tono burbero.

Lo gnomo tolse un involucro dalla sua sacca e lo aprì davanti a lei.

“Vedi questo? Questo è ciò che la strega traditrice chiama l’oro di Verzel. E’ difficile da trovare ma questo piccolo frammento è stato custodito per anni dalle fate, non sapevano cosa fosse quando una di loro lo ha riportato in una notte di luna piena. Ha una caratteristica particolare, quando c’è la luna piena riflette la sua luce e brilla di luce verde, per questo è difficile da trovare, durante il giorno sembra un semplice sasso, inoltre io stesso non ne avevo mai visto.”  Spiegò Boris.

“Da dove proviene?” Lo incalzò Misha.

“Calma, ragazza, calma, ora ti spiego, io e miei gnomi abbiamo faticato davvero parecchio per riuscire a trovare l’origine. Ci siamo impegnati al massimo al di là del portale, tutti quanti, o non ci saremmo riusciti. Moliniana ha dovuto interpellare anche le sue sorelle che vivono al di qua, e siamo riusciti a trovare quello che ti serve.” Spiegò per dare il merito a tutti.

“Un tempo lontanissimo esisteva un vulcano molto particolare, quando si risvegliava non eruttava come tutti gli altri, crescendo ad ogni colata di lava che fuoriusciva dal cratere, ma lo faceva al contrario, eruttava all’interno e mano a mano trascinava molta parte di terreno con sé fino a quando non si livellò nel terreno e andò anche oltre. Questo vulcano aveva una lava particolare, era verde e le piccole schegge che rimanevano all’esterno brillavano di luce verde quando c’era la luna piena. Ci sono voluti centinaia di anni prima che scomparisse del tutto inghiottito dagli abissi della terra, o così sembrava. Ora sappiamo dove si trova e come arrivarci .” Terminò di spiegare.

Misha aspettava di ascoltare il seguito, finalmente poteva darsi da fare.

“Non è così semplice arrivarci. Moliniana ha perlustrato il terreno che lo circonda ed è pieno di insidie che quella strega maledetta ha messo a protezione. Non ti farà piacere sapere come lo potrai raggiungere.”Sospirò lo gnomo osservandola negli occhi prima di dirle il seguito.

“Dovrai entrarci col bambino. Dovrai restituirlo e accompagnarlo, non c’è altro mezzo per entrare e ti garantisco che ci abbiamo studiato fino allo sfinimento per trovare un’altra soluzione.” Disse sentendosi colpevole.

“Non se ne parla! Ho promesso a Tom che lo avrei protetto, ho visto quello che ha subìto in quel posto, non lo farò mai. Dammi tutti gli elementi e al resto ci penso io.” Gli rispose risoluta.

“Ero sicuro che non avresti approvato il nostro piano, per questo ne abbiamo tenuto un altro di riserva, ma ti assicuro che anche questo non ti piacerà.” Le rispose.

Lo gnomo aspettò qualche istante prima di proseguire. “Devi convincere il principe ereditario a offrirsi in cambio dei bambini, devi entrare in quel posto o non ci sarà niente da fare!” Aggiunse serio vedendo lo smarrimento negli occhi della ragazza.

“Io non farò proprio niente del genere. Nessuno deve soffrire o morire se non me stessa. Dammi tutti gli indizi e al resto ci penso io!” Gli rispose alterata.

Boris prese dalla sua sacca un tubo contenente una pergamena e gliela diede. “Qui c’è tutto quello che abbiamo scoperto. Siamo pronti ad aiutarti in qualsiasi modo e in qualsiasi momento. Tutti, al di là del portale hanno fiducia in te ma, ragazzina esistono dei confini oltre i quali non si può andare e tu vuoi superarli da sola. Pensaci e facci sapere quello che vuoi che facciamo per aiutarti.” Le disse porgendole il tubo di bambù.

Misha strinse il tubo nelle mani intirizzite. La neve aveva ripreso a cadere in fiocchi duri come il ghiaccio. Si salutarono e l’elfo seguì la ragazza fino a quando entrò in casa.

Il camino emanava un po’ di calore e Tom dormiva beato.

Si riscaldò e distese la pergamena sul tavolo. C’era la mappa che delimitava il perimetro della cava profonda e ben evidenziato tutto il terreno circostante. Alcuni appunti di Moliniana accompagnavano la missiva. Si rendeva perfettamente conto di quanto sarebbe stato difficile entrare in quel posto, ma per nessun motivo avrebbe messo a repentaglio la vita di Tom o del principe. Aveva bisogno di riposare, era stanca, infreddolita, arrabbiata. Ripose la sua preziosa mappa e si coricò.

Si svegliò al suono di trombe e canti. Al momento non capì cosa fosse poi si ricordò che quel giorno tutti festeggiavano il nuovo anno.

Tom aveva già preparato la colazione, era davvero un bravo bambino, così come lo erano tutti quelli che Kloriana aveva sfruttato e fatto morire per il suo sogno di ricchezza e potere.

“Oggi rimango a casa, fuori c’è troppa turbolenza e come al solito poi ci sarà da lavorare parecchio a rimettere in sesto quelli che hanno esagerato con i bagordi.” Disse al piccolo.

Erano seduti davanti al camino quando sentirono bussare. Misha andò ad aprire e fece accomodare il capitano. Gli offrì del vino caldo e aspettò che i baffi gli si sgelassero.

“Deve venire alla prigione, il principe ha bisogno di lei.” Le disse mentre già la ragazza era scattata in piedi a prendere la sua sacca e il suo mantello.

“Ci vediamo dopo, Tom. Conosci le regole.” Gli disse con una carezza.

Romanzo di Milena Ziletti -diritti e proprietà a lei riservati - immagine dalla pagina fb di Elfi, fate e mondo incantato

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