MISHA
parte ventotto
“C’è molto di più! Credi che non mi accorga?” Rimarcò.
“Se sei una
grande strega come dici di essere, perché non lo scopri da sola? Dopotutto hai
rubato anche il libro degli incantesimi, non dovrebbe essere difficile per te
riuscirci. O hai perso il tocco?” L’irrise Moliniana.
“Vedo che
ragionare con te non porta a niente, come sempre. Ti ho chiamata solo per farti
sapere che sono ancora io la regina delle streghe, finché il libro degli
incantesimi sarà nelle mie mani niente cambierà. Tutto qui è impenetrabile ai
miei incantesimi, niente mi sfugge e mi basta un ordine per decretare la fine
di quella mocciosa.” Le disse piccata.
“Entrambe
conosciamo le regole della nostra stirpe e del libro, anche tu hai dei limiti e
me lo stai dimostrando con questa chiamata. Io so perché hai voluto vedermi e
non ti faciliterò niente. Io con te ho concluso.” E Moliniana sparì con una
grassa risata.
Il fumo si
dissolse e le fiamme ripresero vigore. Kloriana sapeva che non avrebbe ottenuto
niente da Moliniana ma aveva bisogno di rivederla per rendersi conto di come
fosse ridotta la strega al di la dal portale dopo che lei se n’era andata con
il libro degli incantesimi. Quando era scappata da quel posto non si era
limitata ad incendiare e bruciare gli gnomi ma aveva lasciato incantesimi
davvero forti, ma ora si rendeva conto che erano stati ridotti a niente, che
elfi, fate, gnomi, ninfe e streghe erano ancora potenti. Lei non era più
riuscita ad attraversare il portale, nemmeno con tutta la sua potenza e averla chiamata
aveva dimostrato la sua debolezza. Inoltre, anche in possesso del libro i suoi
poteri stavano mutando, si stava indebolendo, anche se rimaneva ancora con
grandi capacità. Aveva usato il libro per ottenere tutto quello che voleva ed
ora, le pagine del libro si era quasi del tutto sbiancato, ne era rimasta una
sola pagina e lei doveva usarla nel miglior modo possibile. Era a questo che si
era riferita Moliniana, lo aveva capito.
Cercò di
calmarsi, il fatto che la ragazza medicina non fosse un pericolo per i suoi
piani era certo, nemmeno Moliniana avrebbe potuto superarla, figurarsi una
semplice umana senza tocco e senza nascita.
Prese il
libro degli incantesimi e lo sfogliò. Soltanto l’ultima pagina recava impressi
simboli e incantesimi, erano gli ultimi, quelli che doveva usare per
trasformare l’oro di Verzel in oro vero, non poteva sprecarli per altro. Aveva
vissuto tutti quegli anni, in attesa del re giusto per portare a compimento i
suoi piani e sogni di grandezza e aveva usato, senza risparmiarli, gli incantesimi
più potenti. Non lo aveva fatto a cuor leggero, ma tenere nascosto a tre
generazioni di re e a tutto il reame quello che lei stava facendo era costato
parecchio. Ora, finalmente era giunto il momento di riscuotere il profitto del
suo grande lavoro. Ancora un po’ di pazienza e tutto sarebbe stato compiuto.
Con un sorrisetto soddisfatto rimise a posto il libro e uscì.
La fine
dell’anno si avvicinava e Misha era agitata. Aveva promesso che più nessun
bambino sarebbe stato strappato alla propria famiglia, ma il tempo trascorreva
e ancora nessuno era venuto con le informazioni.
Era proprio
l’ultimo giorno dell’anno quando un elfo infilò un biglietto sotto la sua porta
prima di sparire.
In casa
c’era solo Tom, lo raccolse e lo mise sul tavolo.
Misha rientrò
intirizzita e il bambino le offrì subito una tisana bollente e il foglietto che
aveva raccolto.
“Hai visto
chi lo ha portato?” Gli chiese.
Tom scosse
la testa.
Misha lo
lesse e lo bruciò. “Stanotte devo uscire, è molto importante. Ora vieni che mangiano
qualcosa.”
La ragazza
aspettò che fuori ci fosse silenzio. Le ronde avevano allentato i controlli,
faceva troppo freddo anche per loro e lei ne conosceva gli orari.
Uscì
furtiva, avvolta in un mantello nero come la notte e raggiunse una piccola porta
che, ben nascosta portava fuori dalle mura.
Boris la
stava aspettando con altri due gnomi e l’immancabile elfo con la sua lancia
appuntita.
“Seguimi.”
E si
allontanarono dalle mura.
Si
ripararono in un anfratto. I due gnomi e l’elfo facevano la guardia mentre gli
altri due discutevano.
“Hai
scoperto dove si trova la cava sommersa?” Gli chiese impaziente.
“Cosa credi
che sia venuto a fare in una notte come questa?” Gli rispose col solito tono
burbero.
Lo gnomo
tolse un involucro dalla sua sacca e lo aprì davanti a lei.
“Vedi
questo? Questo è ciò che la strega traditrice chiama l’oro di Verzel. E’
difficile da trovare ma questo piccolo frammento è stato custodito per anni
dalle fate, non sapevano cosa fosse quando una di loro lo ha riportato in una
notte di luna piena. Ha una caratteristica particolare, quando c’è la luna
piena riflette la sua luce e brilla di luce verde, per questo è difficile da
trovare, durante il giorno sembra un semplice sasso, inoltre io stesso non ne
avevo mai visto.” Spiegò Boris.
“Da dove
proviene?” Lo incalzò Misha.
“Calma,
ragazza, calma, ora ti spiego, io e miei gnomi abbiamo faticato davvero
parecchio per riuscire a trovare l’origine. Ci siamo impegnati al massimo al di
là del portale, tutti quanti, o non ci saremmo riusciti. Moliniana ha dovuto
interpellare anche le sue sorelle che vivono al di qua, e siamo riusciti a
trovare quello che ti serve.” Spiegò per dare il merito a tutti.
“Un tempo
lontanissimo esisteva un vulcano molto particolare, quando si risvegliava non
eruttava come tutti gli altri, crescendo ad ogni colata di lava che fuoriusciva
dal cratere, ma lo faceva al contrario, eruttava all’interno e mano a mano
trascinava molta parte di terreno con sé fino a quando non si livellò nel
terreno e andò anche oltre. Questo vulcano aveva una lava particolare, era
verde e le piccole schegge che rimanevano all’esterno brillavano di luce verde
quando c’era la luna piena. Ci sono voluti centinaia di anni prima che
scomparisse del tutto inghiottito dagli abissi della terra, o così sembrava.
Ora sappiamo dove si trova e come arrivarci .” Terminò di spiegare.
Misha
aspettava di ascoltare il seguito, finalmente poteva darsi da fare.
“Non è così
semplice arrivarci. Moliniana ha perlustrato
il terreno che lo circonda ed è pieno di insidie che quella strega maledetta ha
messo a protezione. Non ti farà piacere sapere come lo potrai
raggiungere.”Sospirò lo gnomo osservandola negli occhi prima di dirle il
seguito.
“Dovrai
entrarci col bambino. Dovrai restituirlo e accompagnarlo, non c’è altro mezzo
per entrare e ti garantisco che ci abbiamo studiato fino allo sfinimento per
trovare un’altra soluzione.” Disse sentendosi colpevole.
“Non se ne
parla! Ho promesso a Tom che lo avrei protetto, ho visto quello che ha subìto in quel posto, non lo farò mai. Dammi
tutti gli elementi e al resto ci penso io.” Gli rispose risoluta.
“Ero sicuro
che non avresti approvato il nostro piano, per questo ne abbiamo tenuto un
altro di riserva, ma ti assicuro che anche questo non ti piacerà.” Le rispose.
Lo gnomo aspettò
qualche istante prima di proseguire. “Devi convincere il principe ereditario a
offrirsi in cambio dei bambini, devi entrare in quel posto o non ci sarà niente
da fare!” Aggiunse serio vedendo lo smarrimento negli occhi della ragazza.
“Io non farò
proprio niente del genere. Nessuno deve soffrire o morire se non me stessa.
Dammi tutti gli indizi e al resto ci penso io!” Gli rispose alterata.
Boris prese
dalla sua sacca un tubo contenente una pergamena e gliela diede. “Qui c’è tutto
quello che abbiamo scoperto. Siamo pronti ad aiutarti in qualsiasi modo e in
qualsiasi momento. Tutti, al di là del portale hanno fiducia in te ma,
ragazzina esistono dei confini oltre i quali non si può andare e tu vuoi
superarli da sola. Pensaci e facci sapere quello che vuoi che facciamo per
aiutarti.” Le disse porgendole il tubo di bambù.
Misha
strinse il tubo nelle mani intirizzite. La neve aveva ripreso a cadere in
fiocchi duri come il ghiaccio. Si salutarono e l’elfo seguì la ragazza fino a
quando entrò in casa.
Il camino
emanava un po’ di calore e Tom dormiva beato.
Si riscaldò
e distese la pergamena sul tavolo. C’era la mappa che delimitava il perimetro
della cava profonda e ben evidenziato tutto il terreno circostante. Alcuni
appunti di Moliniana accompagnavano la missiva. Si rendeva perfettamente conto
di quanto sarebbe stato difficile entrare in quel posto, ma per nessun motivo
avrebbe messo a repentaglio la vita di Tom o del principe. Aveva bisogno di
riposare, era stanca, infreddolita, arrabbiata. Ripose la sua preziosa mappa e
si coricò.
Si svegliò
al suono di trombe e canti. Al momento non capì cosa fosse poi si ricordò che
quel giorno tutti festeggiavano il nuovo anno.
Tom aveva
già preparato la colazione, era davvero un bravo bambino, così come lo erano
tutti quelli che Kloriana aveva sfruttato e fatto morire per il suo sogno di
ricchezza e potere.
“Oggi
rimango a casa, fuori c’è troppa turbolenza e come al solito poi ci sarà da
lavorare parecchio a rimettere in sesto quelli che hanno esagerato con i
bagordi.” Disse al piccolo.
Erano seduti
davanti al camino quando sentirono bussare. Misha andò ad aprire e fece
accomodare il capitano. Gli offrì del vino caldo e aspettò che i baffi gli si
sgelassero.
“Deve venire
alla prigione, il principe ha bisogno di lei.” Le disse mentre già la ragazza
era scattata in piedi a prendere la sua sacca e il suo mantello.
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