martedì 19 gennaio 2021

MISHA

 MISHA

parte ventuno



Il fratello bastardo fu riaccompagnato in cella dal capitano delle guardie che lo aiutò a sdraiarsi. Il principe non aveva detto una parola, aveva lo sguardo perso e sembrava barcollare.

Il capitano si assicurò che ci fosse acqua e cibo prima di chiudere la cella. Aveva un tarlo fisso nel cervello: temeva il giorno in cui gli avrebbero ordinato di condurlo al patibolo, cosa avrebbe fatto in quel caso? 

L’uomo raggiunse i suoi uomini e si unì al brindisi alla salute del nuovo re.

Nel salone del trono il re aveva riunito i suoi fedelissimi, sua sorella Mary e Kloriana erano fra questi. Brindarono e, come primo ordine reale diede a tutti i prigionieri la libertà. Fu la principessa Mary che comunicò la volontà e la generosità del re, mentre un incaricato raggiungeva le prigioni per avvisare il capitano.

Ci sarebbero stati festeggiamenti per tutto il giorno e tutta la notte. I prigionieri liberati dalle catene sparirono come fulmini.

Misha e Kara decisero per quel giorno di riposare. In mezzo tanta folla e tanti ubriachi non era sicuro per nessuna donna farsi trovare da sola per le vie.

La ragazza medicina lasciò libera Kara di tornare alla sua famiglia e lei, si coprì e, sgaiattolando per vicoli secondari che ormai aveva imparato a conoscere raggiunse la prigione.

Nessuno era di guardia e lei entrò. Sentiva le voci dei guardiani che brindavano e si avvicinò circospetta. Il capitano la vide e la raggiunse.

“Che ci fa qui? Oggi è pericoloso uscire per le strade!”

“voglio vedere il principe, mi sembra l’occasione migliore.” Gli rispose.

L’uomo lanciò uno sguardo ai suoi uomini e li vide intenti ad ubriacarsi, dopotutto non c’erano prigionieri da sorvegliare, al momento.

“Andiamo.” Le disse.

Raggiunsero la cella del principe che ancora dormiva. I due si scambiarono uno sguardo e, il capitano, con un sospiro le aprì la cella.

“Ci lasci soli, per favore.” Chiese la ragazza.

“Starò qui vicino, non si sa mai.”Le rispose.

Per la prima volta, Misha si trovava fisicamente vicina al principe. Era ancora addormentato, lei si avvicinò e gli scrutò il viso, se lo impresse nella mente e vide il piccolo graffio sulla guancia, così come notò la goccia di sangue ormai secco sul bordo della sua tunica.

Si sedette sul bordo del piccolo letto e, teneramente gli accarezzò la fronte. Lo voleva svegliare ma, ora aveva un’occasione unica per entrare nella sua mente, nei suoi sogni e togliersi gli ultimi dubbi che le erano rimasti.

Come aveva imparato a fare, leggermente e con delicatezza entrò nei sogni del principe e li rese colorati, lieti. Aspettò che le sue labbra si stendessero in un sorriso e poi procedette a scandagliargli la mente, i ricordi e tutto quello che poteva.

Riconobbe il suo dolore per la morte di suo padre, l’avversione che provava per suo fratello e sua sorella, l’affetto per il piccolo John. Andò sempre più a fondo, vide la sua infanzia, il dolore per la perdita di sua madre, e gli attriti che c’erano sempre stati fra fratelli e sorella. Gli toccò lievemente il graffio e sentì un brivido in tutto il corpo. Aveva già sentito quell’energia, era la stessa che le impediva di entrare nella cella e ascoltare il battito del cuore e i sogni del prigioniero.

Poi si ricordò, era la stessa che aveva provato quando Kloriana le aveva parlato. Ora capiva che quella donna era davvero molto pericolosa, doveva assolutamente saperne di più, aveva bisogno di Moliniana, forse lei la conosceva.

Il principe aprì finalmente gli occhi. Vide il viso di Misha e pensò di stare ancora sognando. Le sorrise, le prese la mano e la portò alle labbra.

“Mi sembri quasi vera.” Bisbigliò.

“Lo sono, principe, sono proprio qui.” Gli rispose.

L’uomo spalancò gli occhi e si mise a sedere, mentre tutto gli girava intorno.

“Deve stare sdraiato, principe, ha in corpo droga che non ha ancora smaltito. Il graffio sul viso ne è il portatore.” Aggiunse.

“Kloriana, dovevo immaginarlo.” Rispose mentre si rimetteva sdraiato.

“Chi è Kloriana?” Gli chiese mentre entrava di nuovo nella sua mente.

“Kloriana è una strega, una strega malefica. Non conosco i suoi veri poteri, ma so che sono forti. Mia madre la considerava un’amica, ma ripose male la sua fiducia, sono convinto che la sua morte non sia stata casuale, che la strega sia colpevole e complice di qualcuno. Mio padre non è mai riuscito a liberarsene, ne era soggiogato e si affidava a lei per tante cose importanti, era una sua consigliera fidata e non sarei meravigliato se fosse lei l’artefice di tutto quello che mi è capitato per portare mio fratello al trono. Se io fossi diventato re l’avrei scacciata immediatamente.” Disse, tenendo aperti gli occhi a fatica.

Misha sapeva che stava dicendo la verità.

“Principe, lei conosce la cava sommersa?” Azzardò.

“Ne ho sentito parlare, ma per quanto ne so è stata chiusa da molto tempo.”

“Cosa succedeva nella in quel posto?” Continuò.

“Di preciso non lo so, ho solo sentito voci. Ho sentito raccontare che tanto tempo fa era una cava di un minerale prezioso, che per estrarlo servivano dei bambini in quanto potevano fare solo tunnel piccoli e un adulto non avrebbe potuto lavorarci. Era uno sfruttamento e il popolo si rivoltò contro questa pratica, troppi piccoli morivano affogati e non tornavano a casa. Qualche mio antenato decise di mettere fine a tutto questo e la fece chiudere, ormai non c’è più nessuno da tempo.” Le disse.

“Dove si trova questo posto, mio principe?” Gli chiese dolcemente.

Stava aspettando la risposta quando il capitano arrivò di corsa. “Dobbiamo andare, le mie guardie stanno iniziando il turno di servizio e non devono trovarla qui.” Le disse con lo sguardo che saettava in ogni angolo in cerca di sospetti.

“Tornerai ancora, dolce fanciulla?” Le chiese il principe mentre lei si ricopriva i capelli.

“Certamente, mio principe, sono quella che la salverà, anche se ci vorrà tempo.” Gli rispose mentre il capitano richiudeva il chiavistello.

“Venga, usciamo da un’altra via.” Le disse trascinandola.

Avevano raggiunto il vicolo che portava in una piccola piazza circondata da alte mura. Il capitano le diede le istruzioni per uscire da quel labirinto.

“Verrà a cena da me, capitano? Domani sera sarebbe perfetto.” Gli chiese.

“Se non ci saranno novità che me lo impediscono ci sarò.” Si voltò e tornò velocemente nella prigione.

Misha, con cautela e attenzione raggiunse la sua casa.

Si tolse il mantello e la sciarpa, sospirò e si mise seduta. Sentiva qualcosa nell’aria che la faceva rabbrividire. Quell’energia malefica che aveva imparato a riconoscere, non c’erano dubbi, Kloriana era entrata in casa sua.

Controllò ogni cosa ma tutto era in ordine, come lo aveva lasciato. Sapeva di avere in lei una nemica, doveva assolutamente incontrare Moliniana. Si rimise mantello e sciarpa e uscì di nuovo. Raggiunse un boschetto appena fuori le mura e chiamò i folletti.

Non ci volle molto che uno la raggiungesse. Gli diede il messaggio da portare a Moliniana e rientrò velocemente a casa. La sera era già calata e il portone sarebbe stato chiuso, doveva affrettarsi. Fece appena in tempo ad oltrepassarlo.

Novembre stava finendo e lei era più confusa che mai.

Si mise a tavola con un piatto caldo e si preparò il letto. L’indomani ci sarebbe stato molto da fare, i festeggiamenti e i bagordi lasciavano sempre molti feriti dalla sbornia. Preparò alcune erbe e poi, finalmente si coricò, mentre fuori i cori e gli schiamazzi non davano tregua.

Il sonno la colse quasi all’improvviso. Si sentiva leggera, non aveva corpo ma solo la sua essenza che si alzava e oltrepassava anche i muri. Era come essere cullata da una brezza delicata, era una sensazione che non aveva mai provato.

Uscì dalle alte mura di cinta come se fosse una libellula che passa inosservata. Raggiunse quasi la luna, anche se sapeva che era impossibile. Il suo corpo etereo si sdraiò e i suoi occhi vedevano tante stelle in un cielo con uno spicchio di luna. Poi si accorse di una presenza accanto a lei. Non c’era bisogno di toccarsi per capire che Moliniana aveva scelto quel modo per parlarle.

Tutto si svolgeva nel silenzio della notte, con la telepatia che conoscevano bene entrambe

Fu Moliniana la prima a parlare. “L’hai conosciuta la grande regina delle streghe?” Le chiese.

“Sì, ho conosciuto Kloriana, mi  puoi parlare di lei?” Le domandò.

Romanzo di Milena Ziletti - diritti e proprietà a lei riservati - Immagine dalla pagina di fb di Elfi, fate e mondo incantato

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