MISHA
parte ventuno
Il fratello
bastardo fu riaccompagnato in cella dal capitano delle guardie che lo aiutò a
sdraiarsi. Il principe non aveva detto una parola, aveva lo sguardo perso e
sembrava barcollare.
Il capitano
si assicurò che ci fosse acqua e cibo prima di chiudere la cella. Aveva un
tarlo fisso nel cervello: temeva il giorno in cui gli avrebbero ordinato di
condurlo al patibolo, cosa avrebbe fatto in quel caso?
L’uomo
raggiunse i suoi uomini e si unì al brindisi alla salute del nuovo re.
Nel salone
del trono il re aveva riunito i suoi fedelissimi, sua sorella Mary e Kloriana
erano fra questi. Brindarono e, come primo ordine reale diede a tutti i
prigionieri la libertà. Fu la principessa Mary che comunicò la volontà e la
generosità del re, mentre un incaricato raggiungeva le prigioni per avvisare il
capitano.
Ci sarebbero
stati festeggiamenti per tutto il giorno e tutta la notte. I prigionieri
liberati dalle catene sparirono come fulmini.
Misha e Kara
decisero per quel giorno di riposare. In mezzo tanta folla e tanti ubriachi non
era sicuro per nessuna donna farsi trovare da sola per le vie.
La ragazza
medicina lasciò libera Kara di tornare alla sua famiglia e lei, si coprì e,
sgaiattolando per vicoli secondari che ormai aveva imparato a conoscere
raggiunse la prigione.
Nessuno era
di guardia e lei entrò. Sentiva le voci dei guardiani che brindavano e si
avvicinò circospetta. Il capitano la vide e la raggiunse.
“Che ci fa
qui? Oggi è pericoloso uscire per le strade!”
“voglio
vedere il principe, mi sembra l’occasione migliore.” Gli rispose.
L’uomo
lanciò uno sguardo ai suoi uomini e li vide intenti ad ubriacarsi, dopotutto
non c’erano prigionieri da sorvegliare, al momento.
“Andiamo.”
Le disse.
Raggiunsero
la cella del principe che ancora dormiva. I due si scambiarono uno sguardo e,
il capitano, con un sospiro le aprì la cella.
“Ci lasci
soli, per favore.” Chiese la ragazza.
“Starò qui
vicino, non si sa mai.”Le rispose.
Per la prima
volta, Misha si trovava fisicamente vicina al principe. Era ancora
addormentato, lei si avvicinò e gli scrutò il viso, se lo impresse nella mente
e vide il piccolo graffio sulla guancia, così come notò la goccia di sangue
ormai secco sul bordo della sua tunica.
Si sedette
sul bordo del piccolo letto e, teneramente gli accarezzò la fronte. Lo voleva
svegliare ma, ora aveva un’occasione unica per entrare nella sua mente, nei
suoi sogni e togliersi gli ultimi dubbi che le erano rimasti.
Come aveva
imparato a fare, leggermente e con delicatezza entrò nei sogni del principe e
li rese colorati, lieti. Aspettò che le sue labbra si stendessero in un sorriso
e poi procedette a scandagliargli la mente, i ricordi e tutto quello che
poteva.
Riconobbe il
suo dolore per la morte di suo padre, l’avversione che provava per suo fratello
e sua sorella, l’affetto per il piccolo John. Andò sempre più a fondo, vide la
sua infanzia, il dolore per la perdita di sua madre, e gli attriti che c’erano
sempre stati fra fratelli e sorella. Gli toccò lievemente il graffio e sentì un
brivido in tutto il corpo. Aveva già sentito
quell’energia, era la stessa che le impediva di entrare nella cella e ascoltare
il battito del cuore e i sogni del prigioniero.
Poi si
ricordò, era la stessa che aveva provato quando Kloriana le aveva parlato. Ora
capiva che quella donna era davvero molto pericolosa, doveva assolutamente
saperne di più, aveva bisogno di Moliniana, forse lei la conosceva.
Il principe
aprì finalmente gli occhi. Vide il viso di Misha e pensò di stare ancora
sognando. Le sorrise, le prese la mano e la portò alle labbra.
“Mi sembri
quasi vera.” Bisbigliò.
“Lo sono,
principe, sono proprio qui.” Gli rispose.
L’uomo
spalancò gli occhi e si mise a sedere, mentre tutto gli girava intorno.
“Deve stare
sdraiato, principe, ha in corpo droga che non ha ancora smaltito. Il graffio
sul viso ne è il portatore.” Aggiunse.
“Kloriana,
dovevo immaginarlo.” Rispose mentre si rimetteva sdraiato.
“Chi è
Kloriana?” Gli chiese mentre entrava di nuovo nella sua mente.
“Kloriana è
una strega, una strega malefica. Non conosco i suoi veri poteri, ma so che sono
forti. Mia madre la considerava un’amica, ma ripose male la sua fiducia, sono
convinto che la sua morte non sia stata casuale, che la strega sia colpevole e
complice di qualcuno. Mio padre non è mai riuscito a liberarsene, ne era
soggiogato e si affidava a lei per tante cose importanti, era una sua
consigliera fidata e non sarei meravigliato se fosse lei l’artefice di tutto
quello che mi è capitato per portare mio fratello al trono. Se io fossi
diventato re l’avrei scacciata immediatamente.” Disse, tenendo aperti gli occhi
a fatica.
Misha sapeva
che stava dicendo la verità.
“Principe,
lei conosce la cava sommersa?” Azzardò.
“Ne ho
sentito parlare, ma per quanto ne so è stata chiusa da molto tempo.”
“Cosa
succedeva nella in quel posto?” Continuò.
“Di preciso
non lo so, ho solo sentito voci. Ho sentito raccontare che tanto tempo fa era
una cava di un minerale prezioso, che per estrarlo servivano dei bambini in
quanto potevano fare solo tunnel piccoli e un adulto non avrebbe potuto
lavorarci. Era uno sfruttamento e il popolo si rivoltò contro questa pratica,
troppi piccoli morivano affogati e non tornavano a casa. Qualche mio antenato
decise di mettere fine a tutto questo e la fece chiudere, ormai non c’è più
nessuno da tempo.” Le disse.
“Dove si
trova questo posto, mio principe?” Gli chiese dolcemente.
Stava
aspettando la risposta quando il capitano arrivò di corsa. “Dobbiamo andare, le
mie guardie stanno iniziando il turno di servizio e non devono trovarla qui.”
Le disse con lo sguardo che saettava in ogni angolo in cerca di sospetti.
“Tornerai
ancora, dolce fanciulla?” Le chiese il principe mentre lei si ricopriva i
capelli.
“Certamente,
mio principe, sono quella che la salverà, anche se ci vorrà tempo.” Gli rispose
mentre il capitano richiudeva il chiavistello.
“Venga,
usciamo da un’altra via.” Le disse trascinandola.
Avevano
raggiunto il vicolo che portava in una piccola piazza circondata da alte mura.
Il capitano le diede le istruzioni per uscire da quel labirinto.
“Verrà a
cena da me, capitano? Domani sera sarebbe perfetto.” Gli chiese.
“Se non ci
saranno novità che me lo impediscono ci sarò.” Si voltò e tornò velocemente
nella prigione.
Misha, con
cautela e attenzione raggiunse la sua casa.
Si tolse il
mantello e la sciarpa, sospirò e si mise seduta. Sentiva qualcosa nell’aria che
la faceva rabbrividire. Quell’energia malefica che aveva imparato a
riconoscere, non c’erano dubbi, Kloriana era entrata in casa sua.
Controllò
ogni cosa ma tutto era in ordine, come lo aveva lasciato. Sapeva di avere in
lei una nemica, doveva assolutamente incontrare Moliniana. Si rimise mantello e
sciarpa e uscì di nuovo. Raggiunse un boschetto appena fuori le mura e chiamò i folletti.
Non ci volle
molto che uno la raggiungesse. Gli diede il messaggio da portare a Moliniana e
rientrò velocemente a casa. La sera era già calata e il portone sarebbe stato
chiuso, doveva affrettarsi. Fece appena in tempo ad oltrepassarlo.
Novembre
stava finendo e lei era più confusa che mai.
Si mise a
tavola con un piatto caldo e si preparò il letto. L’indomani ci sarebbe stato
molto da fare, i festeggiamenti e i bagordi lasciavano sempre molti feriti
dalla sbornia. Preparò alcune erbe e poi, finalmente si coricò, mentre fuori i
cori e gli schiamazzi non davano tregua.
Il sonno la
colse quasi all’improvviso. Si sentiva leggera, non aveva corpo ma solo la sua
essenza che si alzava e oltrepassava anche i muri. Era come essere cullata da
una brezza delicata, era una sensazione che non aveva mai provato.
Uscì dalle
alte mura di cinta come se fosse una libellula che passa inosservata. Raggiunse
quasi la luna, anche se sapeva che era impossibile. Il suo corpo etereo si
sdraiò e i suoi occhi vedevano tante stelle in un cielo con uno spicchio di
luna. Poi si accorse di una presenza accanto a lei. Non c’era bisogno di
toccarsi per capire che Moliniana aveva scelto quel modo per parlarle.
Tutto si
svolgeva nel silenzio della notte, con la telepatia che conoscevano bene
entrambe
Fu Moliniana
la prima a parlare. “L’hai conosciuta
la grande regina delle streghe?” Le chiese.
“Sì, ho
conosciuto Kloriana, mi puoi parlare di
lei?” Le domandò.
Romanzo di Milena Ziletti - diritti e proprietà a lei riservati - Immagine dalla pagina di fb di Elfi, fate e mondo incantato
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