MISHA
parte ventidue
“Kloriana è,
anzi era la regina di tutte le streghe, tutte noi discendiamo dai suoi insegnamenti.
Anche lei è cresciuta oltre il portale, era il capo indiscusso di tutto il
Popolo che era là. Era rispettata, nessuno avrebbe mai immaginato quello che
poi sarebbe successo.” Sospirò prima di continuare. “Una notte uscì, come
facciamo spesso anche noi e incontrò qualcuno, non scoprimmo mai chi fosse. Fu
il primo indizio, ma non volemmo farci caso. Da quel momento lei è cambiata,
perfino il suo fisico, il suo viso cambiò. Il suo modo di fare subì una
drastica trasformazione , e ancora nessuno di noi volle vedere quello che avevamo
davanti agli occhi. Non potevamo credere che la nostra maestra, la nostra
Regina potesse essere contro di noi, le sue figlie e sorelle e, soprattutto
contro ogni creatura che aveva sempre difeso. Fu quando, con un gesto inconsulto
diede fuoco al villaggio degli gnomi e li incenerì tutti, tranne quelli che in
quel momento erano assenti. Fu questo che ci costrinse ad aprire gli occhi e ad
accettare che lei non era più la stessa. Non fu necessario nemmeno cacciarla,
se ne andò portando con sé il libro dei nostri incantesimi segreti, quello che
doveva passare a colei che le sarebbe succeduta. Nessuna di noi l’ha più
rivista, né sentita. Usò, e lo fa tutt’ora degli incantesimi forti e terribili,
quelli che erano ben custoditi nel libro. Da allora nessuno degli abitanti al
di là del portale è mai riuscito ad andare oltre un certo livello, non siamo in
grado di superare la magia che ha messo in essere.” Le raccontò.
“E tu speri
che io ci riesca?” Sospirò Misha.
“No, non lo
spero, ne sono sicura! Tu sei l’unica che può riuscirci. Lei ormai sa già che
tu non discendi dalla stirpe delle streghe e questo la rende sicura, quello che
non sa è ciò che ti abbiamo fatto diventare. Ha negli gnomi i suoi più acerrimi
nemici, ma tutti non vedono l’ora di vederla distrutta, troverai in noi, in
ogni momento i migliori alleati che potrai avere: streghe, fate, folletti,
ninfe, gnomi e tanta gente che ti vuole bene.” Le disse ancora.
“Io non so
da che parte cominciare. E’ un essere che penetra nel corpo e nella mente, non
credo sia facile nasconderle qualcosa. Ha in mano il potere del regno e non so
cosa ne voglia fare.” Rispose sconfortata.
“Lo capirai,
e troverai il modo di porre fine a tutto. Lo so per certo, o non saresti qui.
Devi salvare il principe, devi salvare i bambini, devi distruggere il posto
dove li tengono, devi fare in modo che più nessun carro torni ai villaggi a
prelevare i figli di tutte quelle brave persone, tutto dipende solo da te.”La
rassicurò.
“Tu poni
troppa fiducia in me, io non ne ho così tanta.”Si rammaricò.
“Ti sembra
poco quello che hai scoperto ed ottenuto in così poco tempo? Abbi fiducia, noi
ti seguiamo ma ti devo confessare che ci sono certi momenti che sfuggi al
controllo, ci sono dei posti dove non riusciamo ad arrivare. Fuori dalle mura
ci sarà sempre qualcuno pronto a intervenire a qualsiasi tuo richiamo. Noi
tutte ti proteggiamo ma non possiamo agire oltre il limite che lei ha posto.
Nessuna di noi sarebbe mai potuta entrare come hai fatto tu, ci avrebbe
scoperto e chissà cosa ci avrebbe fatto. Tu sei il suo punto debole, la rendi
sicura e la troppa sicurezza diventa debolezza se non conosci bene chi hai di
fronte. Trova il modo, Misha. Il tempo dei prossimi carri si avvicina, ancora
solo cinque mesi e altri bambini verranno tolti alle loro famiglie, fa in modo
che più nessuno debba soffrire, disintegra il suo potere e ogni barriera cadrà,
noi potremo arrivare e cambiare le sorti del nostro mondo. Siamo tutti nelle
tue mani.” Finì di dirle.
Le diede una
leggera carezza ed ognuna tornò indietro.
Si svegliò
ancora prima che il gallo cantasse. Fuori era ancora buio e le strade erano
tornate silenziose. Ancora pochi giorni e anche novembre sarebbe passato, si
avvicinava a grandi passi il gelo invernale e lei sapeva che sarebbe stato un
inverno più freddo del solito. Ridiede fiamma al camino e si preparò per
l’arrivo di Kara.
Si mise
davanti alla piccola finestra con la tazza di latte caldo fra le mani. Ripensò
a quello che era successo nella notte, alle richieste che le aveva fatto Moliniana
e, ancora una volta si chiese come avrebbe fatto a portare a buon fine ogni
cosa. Se tutto fosse andato bene, quella sera il capitano sarebbe venuto a cena
e lei decise che era venuto il momento di fidarsi di lui. Sospirò mentre la
porta si apriva e Kara entrò con una ventata di aria fredda e umida.
Si misero
sedute entrambe davanti al camino.
“Cosa ti
cruccia, ragazza medicina?” Le chiese la donna.
Lei la
osservò, le sorrise ma non le disse niente, non doveva essere coinvolta in ciò
che stava facendo, era troppo pericoloso.
I primi
rumori del giorno arrivarono sopiti. Le due donne prepararono la sacca con le
medicine, si coprirono bene e cominciarono il giro delle famiglie che avevano
bisogno delle cure.
Fu una
giornata dura, come previsto molti uomini avevano bisogno di tisane contro il
vomito e dolori vari, la baldoria dell’investitura del nuovo re, come previsto
aveva lasciato strascichi.
Rientrarono
che era già buio. Le giornate erano molto corte e la gente non rimaneva
fuori più del necessario.
Misha
preparò la cena e attese il capitano, sapeva che sarebbe venuto. Aprì la porta
ancora prima che quello bussasse e gli offrì una tisana bollente da bere
davanti al camino, per riscaldarsi.
Erano seduti
a tavola, avevano terminato la cena e sorseggiavano un boccale di vino.
“Come sta il
principe, Helmut?” Gli chiese.
“Lui sta
bene, le celle hanno ripreso a riempirsi e c’è sempre molto lavoro da fare.” Le
rispose.
Ci furono
alcuni attimi di silenzio. Gli occhi di Misha penetrano in quelli del capitano,
affondarono fino alla profondità della sua mente, aveva bisogno di essere
sicura, se si fosse sbagliata tutto sarebbe finito in quell’istante, e non
avrebbe potuto fare più niente, né per il principe, né per i bambini e le loro
famiglie. Ora che conosceva i veri poteri di Kloriana era diffidente, poteva
essere una trappola, ma con i dubbi non si va da nessuna parte, doveva fidarsi
anche del suo istinto.
“Cosa mi ha
fatto?” Le chiese Helmut.
“Ho
scandagliato la sua mente, capitano. Ora può scandagliare la mia.” Gli rispose.
Gli prese la
mano e l’appoggiò al centro della fronte. Chiusero gli occhi e Misha permise
all’uomo di scoprire chi veramente lei fosse, da dove veniva, i poteri che
aveva. Mise a nudo la sua anima e attese.
Ci vollero
parecchi minuti prima che lei, con delicatezza togliesse la mano del capitano
dalla propria fronte.
L’uomo aprì
gli occhi e fu come se la vedesse per la prima volta.
“Ora sa
tutto, capitano, sono nelle sue mani.” Gli disse.
L’uomo era
ancora sopraffatto da quello che aveva scoperto.
“Finalmente
posso parlare con lei di quello che veramente sono venuta a fare. Se lei mi
tradirà, per me non ci sarà futuro, nemmeno per il principe. Posso contare
sulla sua lealtà?” Gli chiese in attesa della sua risposta.
“Io sono
leale al vero principe ereditario, così come lo sono e lo sarò per lei. E’
molto pericoloso quello che vuole fare ma le giuro che mi avrà al suo fianco,
così come l’ho giurato al principe. Da dove vuole cominciare, ragazza
medicina?” Le rispose.
Nemmeno lei
aveva le idee chiare, ma l’obiettivo principale rimaneva la salvezza dei
bambini e la fine dei loro rapimenti.
“Cosa sa
della cava sommersa?” Gli chiese senza preamboli.
L’uomo
corrucciò la fronte in cerca di notizie che si fossero nascoste nella sua
mente, ma era chiaro che ne sapeva poco o niente.
Romanzo di Milena Ziletti - diritti e proprietà a lei riservati - immagine dalla pagina di fb di Elfi, fate e mondo incantato
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