MISHA
parte venti
“Spero che
la cena le sia piaciuta e vorrei che tornasse, magari che diventasse un
appuntamento settimanale, come buoni amici, così potrà parlarmi dell’incontro
che ho avuto alla prigione.” Gli disse senza aggiungere particolari.
Il volto
dell’uomo sbiancò e lei capì che era terrorizzato da quella donna.
“E’ a lei,
vero, a quella donna che non sfugge nulla?!” Disse senza aspettarsi una
risposta.
Kurt indossò
il suo mantello e si calò il cappuccio pesante fin sugli occhi.
“Ci vediamo
presto, signorina Misha. Grazie ancora per la cena e per la compagnia.” Chiuse
la porta e uscì nella notte umida e scura, tenendo la mano pronta sul manico del pugnale.
Anche i
funerali del re erano passati. Tutto si era svolto secondo le usanze ed ora, il
vecchio re riposava accanto alla regina. Il popolo aveva ripreso il proprio
lavoro, lasciato solo nel giorno del funerale per rispetto al loro sovrano.
A palazzo, i
tre fratelli erano nella grande sala delle riunioni ma, al contrario del
solito, erano assenti i consiglieri e i vecchi saggi.
William,
Charles e Mary erano seduti al grande tavolo e osservavano il trono vuoto che
aspettava il nuovo re.
Fu Charles a
prendere la parola. “Tutti noi piangiamo nostro padre, un re giusto e amato dal
popolo. Ora è arrivato il momento di presentare al popolo il nuovo re, e non
c’è dubbio che quella persona sia io. Tu sei stato disconosciuto, e tu, cara
sorella sei una donna senza marito e non adatta a regnare.” Disse loro senza
giri di parole.
Il viso
della donna era una maschera di rabbia trattenuta. Fece un sospiro e si sforzò
di sorridere. “Io sono d’accordo con te, caro fratello, appoggio la tua
candidatura.” Gli rispose con un rispettoso inchino.
I due
volsero l’attenzione all’altro che non aveva ancora detto una parola.
Aspettarono qualche secondo per ascoltare cosa avesse da dire ma quello non
parlava.
Charles non
perse tempo in preamboli. “Tu sarai con me al balcone del palazzo quando
comunicherò che io sarò il nuovo re. Domani, quando le campane suoneranno la
mezza giornata e il popolo sarà in piazza, tutti e tre ci presenteremo e mi
renderete omaggio davanti a tutti.” Disse.
“Perché vuoi
al tuo fianco il fratello bastardo? A che ti servo?” Volle sapere William.
Con un moto
di rabbia Charles si avvicinò al fratello e sputò la sua risposta in faccia.
“Perché non ci devono essere dubbi! Perché fra quella gentaglia c’è ancora chi
crede in te, ed io voglio togliere a tutti quanti il dubbio su chi comanda.” E
così dicendo andò a sedersi sul trono.
“Attento,
fratello. Quello è un posto che scotta, adatto a chi conosce il vero valore del
comando, e non a chi lo ottiene con l’inganno.” Gli disse senza ombra di timore
alcuno.
Come una
furia quello si alzò dal trono e raggiunse il fratello, aveva i pugni chiusi
dalla rabbia repressa. Anche se non lo dava a vedere sapeva bene che il vero re
era William e avrebbe preferito vederlo cadavere piuttosto che averlo vicino.
Gli diede uno schiaffo che riecheggiò in tutta la stanza. “Inginocchiati al tuo
re!” Gli comandò con gli occhi iniettati di sangue.
“Io sono il
vero principe ereditario, devi essere tu ad inginocchiarti davanti a me, io non
mi abbasserò mai a umiliarmi davanti ad un traditore e usurpatore.” Gli rispose
con estrema calma.
Il traditore
prese una frusta appesa alla parete e la fiondò sul corpo di suo fratello. Mary
lanciò un urlo. “Fermati! Dobbiamo esserci tutti domani davanti al popolo.” E
gli tolse la frusta dalle mani.
Una striscia
di sangue macchiò la tunica ma William non si piegò. Guardò in viso sua
sorella. “Tu ti stai prestando ad un gioco pericoloso. Lo so che stai facendo
tutto questo per mettere sul trono tuo figlio, ma non ci riuscirai. Non vorrei
essere nei tuoi panni al fianco di un finto re pazzo e paranoico, lo conosci
bene, visto come gli somigli.”
La donna
sapeva che lui aveva ragione ma si sentiva forte e astuta, anche lei aveva i
suoi piani e li avrebbe raggiunti.
“Lasciaci
soli.” Ordinò Charles a Mary. “Devo parlare col bastardo.” E lei uscì dalla
stanza.
Il silenzio
si protrasse per qualche minuto. Poi, una porta nascosta si aprì ed entrò lei,
Kloriana, in tutto il suo nero splendore. Si avvicinò al principe ereditario e
lo scrutò come se fosse una bestia in vendita al mercato.
Lui non la
conosceva, non l’aveva mai vista, anche se sapeva che suo padre si serviva di
una guaritrice della quale non aveva mai parlato a nessuno.
Lo osservava
e lo scrutava entrando nella sua mente e fino alla sua anima. Il suo viso
sottile e le labbra strette rimarcavano la sua mancanza di femminilità, inoltre
così vestita sembrava un corvo pronto a
spiccare il volo.
Charles
aspettò qualche minuto. “Fa in modo che domani sia al mio fianco e che mi giuri
fedeltà, non mi importa cosa dovrai fare, quale stregoneria dovrai usare ma
domani lui deve inginocchiarsi davanti al suo nuovo re!”
“Tranquillo,
sire, lo farà e nemmeno se ne accorgerà!” Gli rispose. Si tolse il guanto della
mano sinistra e graffiò il viso con l’unghia imbevuta di un intruglio che
penetrò immediatamente nel sangue del principe.
“Fallo
accompagnare nella sua stanza, e procedi come deve essere fatto. Poi
rinchiudilo di nuovo in cella. Non deve morire, non ancora, mi serve vivo.” E
se ne andò.
Una goccia
di sangue colò dal viso e lui l’asciugò col bordo della tunica. Le sue guardie
del corpo lo accompagnarono nella sua stanza e cadde immediatamente
addormentato sul letto.
Ebbe sogni
strani, incubi. Lottava contro quello che gli stavano facendo ma sentiva le sue
forze diminuire. Rivide il viso della ragazza medicina che gli diceva sono quella che ti salverà e, finalmente
un sonno tranquillo lo avvolse e lo fece riposare.
Era quasi
l’ora della presentazione al popolo del nuovo re. Tutto era pronto, anche il
piccolo John era al fianco di sua madre. Le guardie accompagnarono William
vestito di tutto punto. Tutta la famiglia rispettava la regola, dovevano
presentarsi al fianco del fratello che già indossava gli abiti reali, la corona
e lo scettro.
Osservava
fratello e sorella e il piccolo John per essere sicuro che tutti fossero
pronti. Non si fidava molto di suo fratello, sperava solo che quello che
Kloriana aveva fatto avesse l’effetto sperato.
Le campane
iniziarono a suonare e la folla fece silenzio, lo sguardo puntato al balcone in
attesa di salutare il nuovo re.
Gli squilli
di tromba avvisarono che la famiglia reale stava arrivando.
Il primo a
presentarsi fu Charles con al fianco il segretario personale che lesse le frasi
di rito per l’investitura. Alla fine si inginocchiò al nuovo re e si spostò
nell’angolo del balcone.
Ora toccava
a Mary e suo figlio, che si inginocchiarono giurando fedeltà al nuovo re.
William fu
accompagnato davanti al re da due guardie che gli tenevano un pugnale alla
schiena, in modo che nessuno potesse accorgersene.
Charles
ribolliva di ansia in attesa che il rito si compisse. La folla era in silenzio
tombale. Nessuno di loro aveva visto il principe William negli ultimi tempi e
solo in pochi conoscevano i pettegolezzi che lo circondavano.
I due
fratelli si guardavano in viso, il nuovo re con sguardo truce e le nocche della
mano bianche sullo scettro, in attesa. L’altro con sguardo vuoto ma non domato,
volse il viso verso la folla silenziosa e fu per loro che abbassò il capo verso
suo fratello, ma non si inginocchiò, nemmeno con la lama che gli feriva il
fianco. Non avrebbe ceduto, non lo avrebbe mai fatto.
Il re gli
posò la mano sul capo, e rivolto al popolo “Questo è il massimo gesto di
sottomissione che un grande uomo come egli è deve fare.”
Il
segretario personale raggiunse il fianco del re e terminò il rito. Ora un nuovo
re sedeva sul trono, fino a che vita lo avesse sostenuto.
La folla
cominciò a battere le mani, come era d’obbligo e fu festa per tutto il giorno e
tutta la notte.
Anche Misha
era fra la massa di gente che, in silenzio aveva assistito all’investitura. Ci
era voluta tutta la sua forza per sostenere il principe, alla fine non si era
inginocchiato e seppe che aveva sentito la
sua vicinanza.
Tutto era
compiuto come i protagonisti avevano progettato.
Romanzo di Milena Ziletti - diritti e proprietà a lei riservati - immagine dalla pagina fb di Elfi, fate e mondo incantato
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