EMETIADES VI
RACCONTA UNA STORIA
Oggi è
tornata Emetiades. La sento qui in casa con me mentre il silenzio riempie tutte
le stanze. Anche fuori è silenzio, soltanto alcuni merli cantano le loro
melodie mentre sulla strada passano ambulanze con le sirene spiegate.
Mi sono
sempre chiesta come hanno fatto, tutte le persone che ho conosciuto e non, a
superare il periodo della guerra; come hanno fatto a mettere da parte la paura
e continuare ad andare avanti e sopportare bombe e sacrifici.
Ora, ogni
volta che sento la sirena è come se una bomba cadesse vicino a casa. Ora
conosco il dolore di veder portar via i tuoi cari e non vederli più se non in
una anfora chiusa. E ogni istante mi chiedo chi ci ha portato a questo punto.
E’ qui che
lei, Emetiades, oggi si fa sentire più di ogni altro giorno. Mi conosce e sa
quando ho bisogno di sostegno, sa quando è il momento di ricordarmi il motivo
per il quale sono qui e da quanto tempo mi hanno preparata proprio per questo.
Le sue
lunghe dita fredde si posano sui miei capelli puliti, li ho lavati e la lunga
striscia di grigio che separa il biondo che di solito mi distingue mi fa
ricordare che il tempo passa, che sono ancora viva e che devo esserlo ancora.
Vieni, Umana Aliena (lei mi chiama sempre così) è ora di farci un viaggio.
Appare tutto
irreale, ma so che non lo è.
Il nostro
viaggio è iniziato ed io non so nemmeno come. Mi accorgo di essere molto in
alto ed io, che di solito alzo gli occhi al cielo, adesso li devo abbassare per
osservare.
Guarda giù, Umana Aliena, guarda,
quello è il Pianeta Terra, stavo per dire il tuo Pianeta ma tu non sei di quel
posto. Da qui puoi osservare e fare domande, oppure ascoltarmi, come a volte ti
dimentichi di fare.
Vedi quanti colori? Senti quante
grida? Annusi le emozioni? Tu sei nata con queste doti particolari ed io ti
sono stata messa al fianco per insegnartene altre. Tu sai quante entità ti
amano e ti proteggono, ma non è di questo che oggi voglio parlarti. Sul Pianeta
Terra è in atto una terribile guerra, da tanti anni; una guerra combattuta
senza bombe: una lotta cruenta fra il Bene e il Male, dove i grigi rettiliani,
tronfi del loro potere e della loro sicumera, si sono resi conto che non
riescono a debellare il Bene.
Se tu ora fossi sulla Terra ed
alzassi gli occhi non vedresti niente, per questo ti ho portata quassù, da qui
puoi vedere tutto.
Oltre le scie, che da laggiù tolgono
la possibilità di osservare il cielo fin dove l’occhio umano può riuscire c’è
tutto quello che stai osservando. Vedo che stai ricordando quello che ti è
stato messo nell’Anima prima di tornare sul Pianeta, ebbene, ora parla tu, e se
dovessi sbagliare qualcosa, ti correggerò.
La guardo e
so che mi sta sorridendo anche se il suo viso così particolare non cambia mai
espressione, ho imparato a leggere nel profondo dei suoi occhi solo perché è
lei stessa che me lo permette, e perché sa chi sono.
Quello che
vedo è spaventoso. Ci sono vari livelli e su ognuno c’è una guerra.
Sul livello
più vicino alla Terra ci sono migliaia di macchine volanti di un metallo così
grigio che la luce del sole fa vedere solo il loro scintillio. Si combattono da
tempo immemorabile, mentre i Terrestri nemmeno se ne accorgono. Continenti
contro altri continenti, uomini contro altri uomini, ognuno vuole superare
l’altro per il possesso di beni e ricchezze e nessuno ancora è riuscito a sopraffare
l’altro. Più gli anni passano e più queste macchine volanti diventano sempre
più tecnologiche, più terribili e mentre loro combattono, i terrestri, ignari
ne pagano le conseguenze con malattie, carestie, manipolazioni climatiche,
terremoti, inquinamento…
A differenza
di quello che succede sulla Terra, dove tutti combattono contro tutti, vedo
armi che sulla Terra nessuno ha mai visto, solo gli addetti ai lavori e chi
comanda il mondo ne è a conoscenza. Guerre sul Pianeta e Guerre sul primo
livello vicino alla Terra.
Come può
migliorare il Pianeta se è circondato da tanto Odio e Cattiveria? Come può
l’Uomo comune fare qualcosa per migliorarlo?
Noi, persone
che percepiamo anche il più piccolo soffio di piuma stiamo male e, finché non
riusciamo a trovare un appiglio veniamo trascinate in un baratro dove non si
può respirare. Dio! Quante volte ho invidiato la massa che non si accorge di
niente e che continua senza pensieri la propria vita. Ma una cosa l’ho
imparata, cara Emetiades, che prima o poi a tutti, la vita presenta il conto.
Non voglio
uscire dal seminato, ma non posso nemmeno sottrarmi ai miei sentimenti, alle
mie sensazioni che sono ancora molto Umane.
Osservo quel
groviglio di lotte e di morte mentre il cuore mi lacrima sangue, non posso fare
proprio niente per rimediare TUTTO E’ COME DEVE ESSERE fino a che l’Uomo
Terrestre non avrà compreso il vero significato della Vita.
La mano di
Emetiades mi risolleva il viso, devo smaltire il dolore che provo alla vista di
tanta distruzione e mi immergo nel suo sguardo così limpido.
E’ inutile, Umana Aliena che tu
continui a chiederti il perché di tutto questo, lo sai bene, ma ancora non lo
hai accettato. Tu lo sai come sarà il futuro, così come sai quanto doloroso
sarà arrivarci.
Non riesco a
staccare gli occhi da quello che sta succedendo, sento la mano fredda di
Emetiades che stringe la mia e sento la sua voce nella mia mente più dolce del
solito e capisco.
Mentre la
lotta fra quelle macchine volanti che riesco solo a intravedere continua, vedo
arrivare, cinque grosse navi (non so nemmeno come definirle) e si posizionano
ognuna dalla parte del proprio contendente. Ognuna di queste apre uno sportello
e tutto si ferma, in attesa. E’ una sfida più grande delle solite. C’è una
concentrazione che si taglia, ed io trattengo il fiato.
Devi guardare, Umana Aliena.
E’ una lotta
psicologica fra ogni fazione in guerra, poi quasi contemporaneamente viene
sganciata una piccolissima navicella e la lasciano cadere sulla Terra, e non è
la prima volta che succede.
Osservo quelle
navicelle che quasi galleggiano prima di raggiungere l’atmosfera terrestre,
dove con una fiamma piccolissima si dissolvono e… il virus arriva sul Pianeta.
Tutti loro,
a parole avevano garantito che non avrebbero mai usato armi batteriologiche, e
tutti loro sapevano di mentire, infatti erano tutti pronti a distruggere
l’Umanità per non cedere il posto a nessuno.
Ora capisci, Umana Aliena? E’ sempre
la solita questione di potere e di essere più grande degli altri. Le persone
che soffrono e muoiono sono solo effetti collaterali e a loro non interessa
nulla. Cosa ne pensi?
Penso che
tutti loro fossero d’accordo, che questa strage di esseri umani sia una
strategia che hanno concordato da tempo, infatti, dalla loro azione
contemporanea nello sganciare la navicella si capisce molto bene. Ora faranno
finta di combattere il male che loro stessi hanno distribuito, faranno a gara a
chi avrà più potere nel gestire la questione, maledetto “potere”.
E secondo te, quei capi di stato e
grandi comandanti avrebbero progettato tutto questo?
Non loro,
soltanto alcuni insieme ad altri che agiscono nell’ombra ma che sono molto
potenti.
Tu lo sai, vero che possono porre
fine alla pandemia quando vogliono?
Già, lo so,
e questo mi rende il cuore tristissimo.
Senza
aggiungere altro mi trasporta più in alto. Abbiamo sotto di noi vari livelli,
dove guerre e battaglie si combattono con “armi” che proprio non conosco. Vedo
che sono sempre di meno a combattere e aspetto una spiegazione.
Quello che vedi è un livello
importante, sono rimaste due fazioni a combattersi e sono le peggiori. Nessuna
di loro vuole desistere e diventa sempre più violenta e spietata. Hanno
sopraffatto le altre ed ora è il loro duello finale: chi vincerà avrà il
dominio completo sul Pianeta. E mentre qui si combattono fra di loro il Pianeta
muore, perché è proprio là che si subiscono le conseguenze.
Mi accorgo
di essere molto in alto e non capisco se sono in un altro universo o ancora a
casa mia. Questi viaggi spesso mi confondono ma, alla fine risultano molto
chiari.
Le due
fazioni continuano a combattersi, non finirà ma questa atrocità?
Emetiades mi
sorride con gli occhi.
Tranquilla, qui non può succederti
nulla. Osserva e diffondi.
Flotte di
navi aliene, che riconosco all’istante come casa mia sono immobili mentre altre
più piccole sorvolano vari gruppi come a difenderli. Sono navicelle di
esploratori che tornano dalle loro missioni e stanno trasmettendo ai loro capi.
Da tempo
sono pronte ad intervenire per aiutare la Terra, e molte volte lo hanno fatto
senza che nessuno (o pochi) se ne accorgessero. Osservano la lotta finale fra
le due fazioni e aspettano.
Una cosa
ricordo benissimo quando vivevo con loro: mi hanno raccontato una storia, la
storia che avrei vissuto e che ora sto vivendo, e mi hanno mostrato il finale.
Guardo
Emetiades e aspetto di sapere se la posso raccontare e mi fa cenno di
proseguire.
“C’era una
volta un Pianeta bellissimo, che nel tempo ha subìto calamità e rinascite di
ogni tipo, nessun umano le conosce tutte, ma il finale è sempre lo stesso: alla
fine, anche dopo dolore, disperazione, morte, distruzione, catastrofi naturali,
malattie, epidemie… ecco, alla fine il Male viene sempre sconfitto. Siccome
siamo molto vicini alla sconfitta di quello che viene considerato il Male, ecco
che prima di arrendersi vuole fare più stragi possibili. Non posso dire che non
costerà caro, non è mai stato così, ogni guerra lascia milioni di cadaveri, ma
questa volta molte fiammelle si alzano verso l’alto, dove i due contendenti
stanno combattendo ancora e se riusciremo, con le nostre armi d’Amore a
raggiungerli dimostrando di meritarci di vivere, le flotte aliene interverranno
e ci daranno quell’aiuto che stanno aspettando di dare.”
Emetiades mi
riprende per mano, mentre le sue dita si posano sui miei occhi. Mi parla nella
sua lingua, è la benedizione del suo Popolo e dei Popoli Alieni che infonde su
di me.
Fratelli Alieni, fratelli delle
Stelle, è qui che si soffre, venite presto. E il silenzio di casa mia mi riaccoglie.
immagine dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti
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