KATRIN, LA SUA STORIA
parte centoventidue
Tutti i
ragazzi erano al fiume. Genitori e bambini si erano presi una giornata di
riposo e stavano tutti sulla riva del ruscello a giocare. Liam si era
incamminato coi gemelli e lei li avrebbe raggiunti appena l’ultima torta fosse
uscita dal forno. Stava preparando il cesto quando sentì il rumore di zoccoli.
Il sangue le
si gelò nelle vene. Acuì l’udito e capì che si trattava di un solo cavallo. Con
calma prese il fagotto delle armi e lo aprì. Posò l’arco e le frecce vicino
alla porta d’entrata, estrasse la spada e, tenendola ben stretta, fece un
grosso sospiro e si decise a uscire.
Da tempo si
era preparata a quell’incontro ma le fu comunque difficile rimanere calma. Era
sotto il piccolo portico, a gambe leggermente divaricate e aveva la spada con
la punta a terra, in mezzo ai suoi piedi e con entrambe le mani stringeva
l’elsa talmente forte che aveva le nocche sbiadite.
Si
riconobbero all’istante ma lei rimaneva in silenzio. Niente nel suo sguardo e
nel suo atteggiamento rivelava l’ansia che la pervadeva, nemmeno il suo
sguardo, fisso e fiero la tradiva.
Ciao Katrin. Disse il nuovo venuto.
Che ci fai qui, Robin? Gli rispose senza muoversi.
Il cavaliere
tolse il piede dalla staffa per scendere da cavallo.
Ti consiglio di non smontare dalla
sella, qui non sei il benvenuto. Gli rimarcò.
Lui rimase
solo un attimo incerto, poi riprese la posizione.
Sei cambiata, Katrin, ma sei sempre
bellissima, e mi sei mancata ogni giorno. Le confessò.
Tu non mi sei mancato affatto, e ti
chiedo di andartene. Le
rispose stringendo forte l’elsa della spada.
Ti ho cercata così a lungo ma non ho
mai disperato di trovarti, pensavi che avrei desistito? Le chiese.
Pensavo saresti arrivato prima. Le rispose soltanto.
Sei stata brava a nascondere le tue
tracce e non è stato facile arrivare fino a qui. Se non fosse stato per quello
che qualcuno raccontava, di una ragazza che da sola aveva sbaragliato una banda
di otto malviventi non ti avrei trovata, ho capito subito che non potevi essere
che tu. E convincere qualcuno a rivelarmi la strada per arrivare qui mi è
costato parecchio. Le
disse cercando di tenere fermo il cavallo.
Non devi credere a tutto quello che
dicono. Gli rispose.
Katrin, tuo padre è morto…
Quello non era mio padre.
Tuo nonno ha ancora poco da vivere…
Quello non è mio nonno.
Ma io sono tuo marito, questo non può
cambiare. Le disse.
Tu sei solo un falso e un bugiardo,
io non ti devo niente e voglio che te ne vada. Ribadì di nuovo.
Robin alzò
lo sguardo e vide un ragazzo che teneva per mano due bambini che arrivava a
passo spedito.
Liam era
venuto per aiutarla e i gemelli avevano voluto seguirlo. Quando furono vicini
alla madre Sally le corse incontro. Mamy,
un fiore per te. E Peter la raggiunse. Mamy
un sassolino colorato per te.
Il viso di
Robin era sbiancato, aveva gli occhi spalancati mentre si rendeva conto di chi
fossero quei bambini: i suoi figli.
Decise di
scendere da cavallo.
Ti ho detto di non scendere o giuro
che non te ne andrai vivo da qui. Gli disse con voce ferma.
Liam aveva
la mano sull’elsa del pugnale e nell’altra era comparsa la sua fionda, tutto
questo non sfuggì a Robin che si rimise a sedere.
Quelli sono i miei figli! Si lasciò sfuggire.
Questi sono i miei figli. Gli rispose Katrin.
Lo sai vero che potrei venire con le
autorità e portarteli via? Loro sono sangue del mio sangue. Le ricordò.
Sì, ma prima dovresti passare sul mio
cadavere. Gli
rispose convinta.
Sai bene che non sei mai riuscita a
battermi e potrei farlo anche da solo. Le ricordò.
Forse non ho mai avuto una
motivazione forte come questa, come quella di una madre che combatte per i suoi
figli. Se ho sbaragliato sette malviventi come puoi credere che un solo uomo
possa battermi? Certo, tu non conosci tutta la storia, io ne ho uccisi sette ma
l’ottavo mi stava strangolando e non avevo più forze, è stato Liam che è venuto
in mio aiuto e gli ha tagliato la gola. Pensa un ragazzino che salva una donna
che per lui è quasi una sconosciuta mentre il marito la stava usando per i propri
scopi personali. Vattene Robin, o avrai tutto il villaggio contro. Gli disse.
Lui non
riusciva a staccare gli occhi dai suoi figli. Un nodo in gola gli impediva di
parlare. Dio quanto avrebbe voluto abbracciarli, conoscerli, amarli come ogni
padre deve fare, ma aveva capito che Katrin non avrebbe mollato. Non aveva mai
smesso di amare sua moglie e dio sapeva quanto gli era costato dare retta a
lord Sheppard.
Katrin
capiva i sentimenti di Robin verso i suoi figli ma non gli avrebbe permesso
nemmeno di sfiorarli, non aveva nessun diritto su di loro così come non ne
aveva su di lei.
Robin non
riuscì a trattenere le lacrime mentre girava il cavallo e riprendeva la via del
ritorno.
Si fermò
solo un attimo e fissò sua moglie per un lungo momento, per imprimersi il suo
viso nel cuore. Ti amo Katrin, ti ho
sempre amata e tu sei sempre mia moglie. Le ricordò prima di andarsene.
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