venerdì 13 marzo 2020

KATRIN, LA SUA STORIA


KATRIN, LA SUA STORIA

parte centoventidue






Tutti i ragazzi erano al fiume. Genitori e bambini si erano presi una giornata di riposo e stavano tutti sulla riva del ruscello a giocare. Liam si era incamminato coi gemelli e lei li avrebbe raggiunti appena l’ultima torta fosse uscita dal forno. Stava preparando il cesto quando sentì il rumore di zoccoli.
Il sangue le si gelò nelle vene. Acuì l’udito e capì che si trattava di un solo cavallo. Con calma prese il fagotto delle armi e lo aprì. Posò l’arco e le frecce vicino alla porta d’entrata, estrasse la spada e, tenendola ben stretta, fece un grosso sospiro e si decise a uscire.
Da tempo si era preparata a quell’incontro ma le fu comunque difficile rimanere calma. Era sotto il piccolo portico, a gambe leggermente divaricate e aveva la spada con la punta a terra, in mezzo ai suoi piedi e con entrambe le mani stringeva l’elsa talmente forte che aveva le nocche sbiadite.
Si riconobbero all’istante ma lei rimaneva in silenzio. Niente nel suo sguardo e nel suo atteggiamento rivelava l’ansia che la pervadeva, nemmeno il suo sguardo, fisso e fiero la tradiva.
Ciao Katrin. Disse il nuovo venuto.
Che ci fai qui, Robin? Gli rispose senza muoversi.
Il cavaliere tolse il piede dalla staffa per scendere da cavallo.
Ti consiglio di non smontare dalla sella, qui non sei il benvenuto. Gli rimarcò.
Lui rimase solo un attimo incerto, poi riprese la posizione.
Sei cambiata, Katrin, ma sei sempre bellissima, e mi sei mancata ogni giorno. Le confessò.
Tu non mi sei mancato affatto, e ti chiedo di andartene. Le rispose stringendo forte l’elsa della spada.
Ti ho cercata così a lungo ma non ho mai disperato di trovarti, pensavi che avrei desistito? Le chiese.
Pensavo saresti arrivato prima. Le rispose soltanto.
Sei stata brava a nascondere le tue tracce e non è stato facile arrivare fino a qui. Se non fosse stato per quello che qualcuno raccontava, di una ragazza che da sola aveva sbaragliato una banda di otto malviventi non ti avrei trovata, ho capito subito che non potevi essere che tu. E convincere qualcuno a rivelarmi la strada per arrivare qui mi è costato parecchio. Le disse cercando di tenere fermo il cavallo.
Non devi credere a tutto quello che dicono. Gli rispose.
Katrin, tuo padre è morto…
Quello non era mio padre.
Tuo nonno ha ancora poco da vivere…
Quello non è mio nonno.
Ma io sono tuo marito, questo non può cambiare. Le disse.
Tu sei solo un falso e un bugiardo, io non ti devo niente e voglio che te ne vada. Ribadì di nuovo.
Robin alzò lo sguardo e vide un ragazzo che teneva per mano due bambini che arrivava a passo spedito.
Liam era venuto per aiutarla e i gemelli avevano voluto seguirlo. Quando furono vicini alla madre Sally le corse incontro. Mamy, un fiore per te. E Peter la raggiunse. Mamy un sassolino colorato per te.
Il viso di Robin era sbiancato, aveva gli occhi spalancati mentre si rendeva conto di chi fossero quei bambini: i suoi figli.
Decise di scendere da cavallo.
Ti ho detto di non scendere o giuro che non te ne andrai vivo da qui. Gli disse con voce ferma.
Liam aveva la mano sull’elsa del pugnale e nell’altra era comparsa la sua fionda, tutto questo non sfuggì a Robin che si rimise a sedere.
Quelli sono i miei figli! Si lasciò sfuggire.
Questi sono i miei figli. Gli rispose Katrin.
Lo sai vero che potrei venire con le autorità e portarteli via? Loro sono sangue del mio sangue. Le ricordò.
Sì, ma prima dovresti passare sul mio cadavere. Gli rispose convinta.
Sai bene che non sei mai riuscita a battermi e potrei farlo anche da solo. Le ricordò.
Forse non ho mai avuto una motivazione forte come questa, come quella di una madre che combatte per i suoi figli. Se ho sbaragliato sette malviventi come puoi credere che un solo uomo possa battermi? Certo, tu non conosci tutta la storia, io ne ho uccisi sette ma l’ottavo mi stava strangolando e non avevo più forze, è stato Liam che è venuto in mio aiuto e gli ha tagliato la gola. Pensa un ragazzino che salva una donna che per lui è quasi una sconosciuta mentre il marito la stava usando per i propri scopi personali. Vattene Robin, o avrai tutto il villaggio contro. Gli disse.
Lui non riusciva a staccare gli occhi dai suoi figli. Un nodo in gola gli impediva di parlare. Dio quanto avrebbe voluto abbracciarli, conoscerli, amarli come ogni padre deve fare, ma aveva capito che Katrin non avrebbe mollato. Non aveva mai smesso di amare sua moglie e dio sapeva quanto gli era costato dare retta a lord Sheppard.
Katrin capiva i sentimenti di Robin verso i suoi figli ma non gli avrebbe permesso nemmeno di sfiorarli, non aveva nessun diritto su di loro così come non ne aveva su di lei.
Robin non riuscì a trattenere le lacrime mentre girava il cavallo e riprendeva la via del ritorno.
Si fermò solo un attimo e fissò sua moglie per un lungo momento, per imprimersi il suo viso nel cuore. Ti amo Katrin, ti ho sempre amata e tu sei sempre mia moglie. Le ricordò prima di andarsene.

immagine dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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