martedì 10 marzo 2020

KATRIN, LA SUA STORIA


KATRIN, LA SUA STORIA

parte centodiciassette






Erano tutti presenti alla partenza della carovana. Cinque mesi lontani dalle famiglie erano lunghi ma era la loro vita.
Katrin con Marta e Liam erano presenti e Marion abbracciò stretto Katrin. Abbi cura di te e dei miei figliocci, bambina, mi mancherete da morire. E se ne andò prima che le sue lacrime tradissero l’affetto e l’amore che provava per quella giovane donna coraggiosa.
La vita riprese e tutti erano indaffarati. Katrin non avrebbe mai creduto di quanto lavoro fossero capaci quelle persone e nessuno si tirava indietro.
I bambini crescevano sani e la vita in casa procedeva senza problemi. Liam si rivelava ogni giorno più prezioso, Marta era anziana e Katrin era molto occupata con i gemelli e lui si faceva carico di tante incombenze con una felicità che era palpabile, si sentiva utile e accettato.
Maggio arrivò con un cielo splendido e un sole così limpido che lasciava Katrin stupita. Vedeva intorno a sé che tutti davano il proprio contributo e lei ancora non aveva un compito. Decise da sola cosa fare.
C’era un bel prato con erba tagliata e margherite colorate. Si fece aiutare da Liam e costruirono un bersaglio per frecce. Fece circolare la voce che poteva badare ai bambini delle donne che lavoravano con l’aiuto di qualche ragazzino e non ci volle molto perché ne arrivassero.
Marta stava invecchiando e faticava a fare anche poco ma era felice e aiutava per quello che poteva.
Liam aveva assunto il compito di fratello maggiore con molta responsabilità e amava ogni giorno di più quei due frugoletti e soprattutto amava Katrin.
Parecchi bambini erano seduti sull’erba e alcuni ragazzini più grandicelli li tenevano d’occhio, anche Marta era seduta su una seggiola, curiosa di vedere quello che sarebbe successo.
Katrin tolse l’involucro che proteggeva la sua spada, l’arco e le frecce, il pugnale non lo abbandonava mai.
Impugnò la spada e cominciò uno scontro con un avversario immaginario. I bambini si divertivano e lei allenava i muscoli delle braccia e delle gambe che si erano troppo rilassati. I piccoli battevano le mani mentre lei spiegava le mosse, e a loro favore faceva anche ridicole piroette.
Poi prese l’arco e chiese aiuto a Liam per posizionare la sagoma sulla quale avevano dipinto vari cerchi colorati.
Tutt’intorno si fece silenzio mentre lei tendeva l’arco e prendeva la mira. La freccia quasi arrivò al centro e tutti batterono le mani. Era fuori allenamento e doveva riprendere la lucidità e la forza necessarie, sapeva dentro di lei che prima o poi le sarebbero servite.
I giorni successivi anche i bambini combattevano con piccoli bastoni di legno e Katrin aveva preparato una cesta di sassi da lanciare contro la sagoma, così tanto per farli divertire.
Era uno spasso per tutti.
I bambini si mettevano in fila, prendevano un sasso e lo lanciavano mentre gli altri urlavano incitamenti. Katrin si sorprese quando Liam prese posto, non aveva mai voluto partecipare e lei non lo forzava. Quando fu il suo turno prese la sua fionda, mise un sasso e lo lanciò. Fu un lancio talmente forte e perfetto che la sagoma cadde a terra e tutti saltarono in piedi ad applaudire.
Passarono così tutta l’estate. Giocando e imparando, mentre Peter e Sally crescevano.
In quei mesi i muscoli di Katrin ripresero forza ma le mancava non avere un vero combattente di fronte.
Il mese di settembre era iniziato con parecchie nuvole, presto i lavoratori itineranti avrebbero fatto ritorno e le loro famiglie non stavano nella pelle dalla voglia di rivedere i propri cari.
Da alcuni giorni Liam era più silenzioso del solito e Marta e Katrin se ne erano accorte. Erano sedute a tavola, per la cena ma il ragazzino non aveva toccato cibo, era evidente che qualcosa lo tormentava.
Non hai fame, Liam? Gli chiese dolcemente Katrin. Lui sospirò come a prendere coraggio e alzò lo sguardo sulla donna che aveva imparato ad amare così tanto.
Vorrei, vorrei…non si decideva a parlare. Vorrei poter rimanere per sempre con voi. Ecco, lo aveva finalmente detto.
Anche noi ne saremmo felici, ma tocca a tuo padre decidere, se lui sarà d’accordo per noi va bene. Gli rispose Katrin mentre Marta assentiva.Tornerà presto e noi glielo chiederemo, e faremo in modo che Marcus e Marion ci diano una mano. Ora mangia, non dobbiamo sprecare del buon cibo. Gli disse ancora.
E giunse, finalmente, il giorno del ritorno. Al villaggio tutto era in ordine, tutti i lavori erano stati eseguiti, le dispense erano piene e si pregustava il periodo più tranquillo, quello del grande freddo.
Un fischio del ragazzino che avevano messo a guardia avvisò che la carovana stava arrivando.
In pochi minuti tutti erano lì ad accogliere i loro cari, a sistemare le provviste, a ridere e piangere dalla felicità.
Liam era al fianco di Katrin, cercava di trattenere l’impazienza.
Marion saltò letteralmente giù dal carro e salutò tutti ma i suoi occhi cercavano Katrin e i gemelli. Marcus abbracciava tutti cercando di nascondere la grande stanchezza, era stata una stagione dura, anzi la più dura e faticosa che avessero mai avuto.
Liam cercava suo padre ma, ormai tutti erano scesi e lui non c’era.
Aspettò che Marion li raggiungesse e che si salutassero.


immagine dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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