KATRIN, LA SUA STORIA
parte centodiciassette
Erano tutti
presenti alla partenza della carovana. Cinque mesi lontani dalle famiglie erano
lunghi ma era la loro vita.
Katrin con
Marta e Liam erano presenti e Marion abbracciò stretto Katrin. Abbi cura di te e dei miei figliocci,
bambina, mi mancherete da morire. E se ne andò prima che le sue lacrime
tradissero l’affetto e l’amore che provava per quella giovane donna coraggiosa.
La vita
riprese e tutti erano indaffarati. Katrin non avrebbe mai creduto di quanto
lavoro fossero capaci quelle persone e nessuno si tirava indietro.
I bambini
crescevano sani e la vita in casa procedeva senza problemi. Liam si rivelava
ogni giorno più prezioso, Marta era anziana e Katrin era molto occupata con i
gemelli e lui si faceva carico di tante incombenze con una felicità che era
palpabile, si sentiva utile e accettato.
Maggio
arrivò con un cielo splendido e un sole così limpido che lasciava Katrin
stupita. Vedeva intorno a sé che tutti davano il proprio contributo e lei
ancora non aveva un compito. Decise da sola cosa fare.
C’era un bel
prato con erba tagliata e margherite colorate. Si fece aiutare da Liam e
costruirono un bersaglio per frecce. Fece circolare la voce che poteva badare
ai bambini delle donne che lavoravano con l’aiuto di qualche ragazzino e non ci
volle molto perché ne arrivassero.
Marta stava
invecchiando e faticava a fare anche poco ma era felice e aiutava per quello
che poteva.
Liam aveva
assunto il compito di fratello maggiore con molta responsabilità e amava ogni
giorno di più quei due frugoletti e soprattutto amava Katrin.
Parecchi
bambini erano seduti sull’erba e alcuni ragazzini più grandicelli li tenevano
d’occhio, anche Marta era seduta su una seggiola, curiosa di vedere quello che
sarebbe successo.
Katrin tolse
l’involucro che proteggeva la sua spada, l’arco e le frecce, il pugnale non lo
abbandonava mai.
Impugnò la
spada e cominciò uno scontro con un avversario immaginario. I bambini si
divertivano e lei allenava i muscoli delle braccia e delle gambe che si erano
troppo rilassati. I piccoli battevano le mani mentre lei spiegava le mosse, e a
loro favore faceva anche ridicole piroette.
Poi prese
l’arco e chiese aiuto a Liam per posizionare la sagoma sulla quale avevano
dipinto vari cerchi colorati.
Tutt’intorno
si fece silenzio mentre lei tendeva l’arco e prendeva la mira. La freccia quasi
arrivò al centro e tutti batterono le mani. Era fuori allenamento e doveva
riprendere la lucidità e la forza necessarie, sapeva dentro di lei che prima o
poi le sarebbero servite.
I giorni
successivi anche i bambini combattevano con piccoli bastoni di legno e Katrin
aveva preparato una cesta di sassi da lanciare contro la sagoma, così tanto per
farli divertire.
Era uno
spasso per tutti.
I bambini si
mettevano in fila, prendevano un sasso e lo lanciavano mentre gli altri
urlavano incitamenti. Katrin si sorprese quando Liam prese posto, non aveva mai
voluto partecipare e lei non lo forzava. Quando fu il suo turno prese la sua
fionda, mise un sasso e lo lanciò. Fu un lancio talmente forte e perfetto che
la sagoma cadde a terra e tutti saltarono in piedi ad applaudire.
Passarono
così tutta l’estate. Giocando e imparando, mentre Peter e Sally crescevano.
In quei mesi
i muscoli di Katrin ripresero forza ma le mancava non avere un vero combattente
di fronte.
Il mese di
settembre era iniziato con parecchie nuvole, presto i lavoratori itineranti
avrebbero fatto ritorno e le loro famiglie non stavano nella pelle dalla voglia
di rivedere i propri cari.
Da alcuni
giorni Liam era più silenzioso del solito e Marta e Katrin se ne erano accorte.
Erano sedute a tavola, per la cena ma il ragazzino non aveva toccato cibo, era
evidente che qualcosa lo tormentava.
Non hai fame, Liam? Gli chiese dolcemente Katrin. Lui
sospirò come a prendere coraggio e alzò lo sguardo sulla donna che aveva
imparato ad amare così tanto.
Vorrei, vorrei…non si decideva a parlare. Vorrei poter rimanere per sempre con voi. Ecco,
lo aveva finalmente detto.
Anche noi ne saremmo felici, ma tocca
a tuo padre decidere, se lui sarà d’accordo per noi va bene. Gli rispose Katrin mentre Marta
assentiva.Tornerà presto e noi glielo
chiederemo, e faremo in modo che Marcus e Marion ci diano una mano. Ora mangia,
non dobbiamo sprecare del buon cibo. Gli disse ancora.
E giunse,
finalmente, il giorno del ritorno. Al villaggio tutto era in ordine, tutti i
lavori erano stati eseguiti, le dispense erano piene e si pregustava il periodo
più tranquillo, quello del grande freddo.
Un fischio
del ragazzino che avevano messo a guardia avvisò che la carovana stava
arrivando.
In pochi
minuti tutti erano lì ad accogliere i loro cari, a sistemare le provviste, a
ridere e piangere dalla felicità.
Liam era al
fianco di Katrin, cercava di trattenere l’impazienza.
Marion saltò
letteralmente giù dal carro e salutò tutti ma i suoi occhi cercavano Katrin e i
gemelli. Marcus abbracciava tutti cercando di nascondere la grande stanchezza,
era stata una stagione dura, anzi la più dura e faticosa che avessero mai
avuto.
Liam cercava
suo padre ma, ormai tutti erano scesi e lui non c’era.
Aspettò che
Marion li raggiungesse e che si salutassero.
Nessun commento:
Posta un commento