KATRIN, LA SUA STORIA
parte centoventiquattro
Le giornate
ripresero il solito ritmo. Katrin dava lezioni ai ragazzi e si meravigliava di
quanto fossero svegli e intelligenti.
Anche le
lezioni di scherma con Liam erano uno spasso per tutti; tutto sembrava
procedere nel solco della loro semplice vita.
A Liam non
era sfuggito che l’arco, le frecce e la spada non erano state rimesse via,
erano lì, vicino alla porta, pronte all’uso in ogni momento, così come non gli
era sfuggito lo sguardo fisso verso il sentiero che portava al passo che più
volte al giorno Katrin lanciava in quella direzione.
Passò
giugno, luglio e anche agosto. Era stata una stagione proficua, i raccolti
erano stati abbondanti, tutto era stato messo nel grande magazzino, e ogni
singolo abitante aspettava con ansia il ritorno della carovana di Marcus e
Marion.
Anche il
ventiduesimo compleanno di Katrin era passato. Lei era felice coi suoi bambini
e con Liam che non era più tornato sull’argomento “Robin” ma lei si era accorta
che si era fatto più premuroso coi gemelli e con lei.
Il fatto che
nessuno fosse arrivato al villaggio dopo la visita di Robin avrebbe dovuto
tranquillizzarla, ma così non era, sapeva che lui non avrebbe lasciato perdere
ed era meravigliata che se ne fosse andato così facilmente, senza nemmeno voler
conoscere i nomi dei suoi figli, questo la rendeva ogni giorno più nervosa. Il
suo bel viso si era assottigliato e il suo sguardo, quando non era posato sui
suoi figli cambiava e diventava triste, quasi spaventato. Liam sapeva che
Katrin stava pensando al peggio, e non sapeva come aiutarla.
Mancavano
pochi giorni al ritorno degli itineranti, il fresco già si faceva sentire e
tutti dicevano che si preannunciava un inverno molto rigido.
La casa era
silenziosa e il camino era già acceso, fuori il buio era sceso e il vento
faceva vibrare gli alberi che avevano ormai perso tutte le foglie. Liam
osservava Katrin che, dopo aver messo a letto i gemelli stava sistemando un
ciocco sul fuoco e le si avvicinò. Le posò una mano sulla spalla e la costrinse
a guardarlo. Lei si asciugò le lacrime e diede colpa al fumo che si era
sprigionato.
Tu te ne vuoi andare, vero Kate? Le chiese. Ci hai pensato in tutti questi mesi, io l’ho capito, vuoi fuggire
ancora ma, stavolta non sai proprio dove andare. Aggiunse.
Qui non sono più al sicuro, Liam, e non
voglio mettere in pericolo nessuno di voi. Devo andarmene per forza, devo
farlo. Gli rispose
dando libero sfogo alle lacrime.
Liam
l’abbracciò e la tenne stretta. Io verrò
con voi, ovunque andiate io verrò con voi. Le sussurrò fra i capelli.
Non dire niente a nessuno, Liam. Gli rispose soltanto.
E finalmente
il giorno del ritorno degli itineranti arrivò fra canti e felicità per tutti.
Il carro di Marion e Marcus apriva la colonna e raggiunse per primo la piazza.
Marion salutò tutti e corse da Katrin e dai gemelli. Non le sfuggì lo sguardo
triste e il viso smunto della donna ma non disse niente. Prese in braccio Peter
e Sally e li ricoprì di baci, dando ad ognuno di loro un giocattolo che aveva
portato.
Ora vado, Kate, la mia gente mi
aspetta, ma domani mattina sarò da voi a colazione. Le disse senza aggiungere altro.
Marion si è accorta che qualcosa non
va. Disse Liam. Cosa le dirai domani mattina?
La verità, solo la verità, almeno in
parte. Gli rispose
tornando verso casa.
Il sole era
spuntato da poco quando i passi di Marion si sentirono prima che lei bussasse.
I gemelli le corsero incontro e lei li coccolò mentre Katrin e Liam preparavano
la colazione per tutti.
Mangiarono e
i bambini tennero tutti allegri, ma lo sguardo di Marion non lasciava il viso
di Katrin. I piccoli si sedettero coi loro giochi e i tre rimasero seduti al
tavolo.
Come suo
solito, Marion andò dritta al punto. Cosa
è successo, Kate? Chiese soltanto.
Mio marito mi ha trovata. Le rispose.
E’ stato qui? E come è potuto
succedere? Le chiese
esterrefatta.
La mise al
corrente senza tralasciare niente, anche se c’era poco da dire.
Tu qui sei al sicuro, ti cambieremo
posto e ti assegneremo una casa nascosta fra tante altre, qui sei troppo
isolata… stava
continuando quando Katrin la bloccò.
Potresti anche nasconderci nei sacchi
di farina ma non servirebbe, quello è un uomo potente e potrebbe farvi del male
pur di ottenere il suo scopo, ed io questo non lo posso permettere. Le rispose.
Non può essere così cattivo l’uomo
che hai amato, sei sua moglie e loro i suoi figli, perché vorrebbe farvi del
male? Le chiese
incredula.
Per raggiungere lo scopo per il quale
mi ha sposata: portarmi via i miei figli. Le rispose guardandola dritta in faccia.
Marion
rimase pensierosa, in silenzio a lungo, proprio non si capacitava che il padre
dei gemelli, il marito di quella splendida donna potesse fare loro del male.
E che intenzioni hai? Le chiese spaventata.
Un giorno ti sveglierai e noi saremo
spariti, un’altra volta dovrò sparire. Non posso rimanere qui, per il vostro
bene. Le disse con
tutta la convinzione che riusciva a provare.
Tu non farai niente di simile!
Nessuno piò fermarmi, Marion,
nessuno.
Lo sguardo
di Marion passò al viso di Liam ma lui non abbassò il suo, e lei capì che
qualcosa già bolliva in pentola.
Lasciami parlare con Marcus, lascia
che proviamo ad aiutarti. Le disse con le lacrime agli occhi, ma già sapeva che aveva perso, Katrin
aveva già deciso.
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