martedì 17 marzo 2020

KATRIN, LA SUA STORIA


KATRIN, LA SUA STORIA

parte centoventiquattro






Le giornate ripresero il solito ritmo. Katrin dava lezioni ai ragazzi e si meravigliava di quanto fossero svegli e intelligenti.
Anche le lezioni di scherma con Liam erano uno spasso per tutti; tutto sembrava procedere nel solco della loro semplice vita.
A Liam non era sfuggito che l’arco, le frecce e la spada non erano state rimesse via, erano lì, vicino alla porta, pronte all’uso in ogni momento, così come non gli era sfuggito lo sguardo fisso verso il sentiero che portava al passo che più volte al giorno Katrin lanciava in quella direzione.
Passò giugno, luglio e anche agosto. Era stata una stagione proficua, i raccolti erano stati abbondanti, tutto era stato messo nel grande magazzino, e ogni singolo abitante aspettava con ansia il ritorno della carovana di Marcus e Marion.
Anche il ventiduesimo compleanno di Katrin era passato. Lei era felice coi suoi bambini e con Liam che non era più tornato sull’argomento “Robin” ma lei si era accorta che si era fatto più premuroso coi gemelli e con lei.
Il fatto che nessuno fosse arrivato al villaggio dopo la visita di Robin avrebbe dovuto tranquillizzarla, ma così non era, sapeva che lui non avrebbe lasciato perdere ed era meravigliata che se ne fosse andato così facilmente, senza nemmeno voler conoscere i nomi dei suoi figli, questo la rendeva ogni giorno più nervosa. Il suo bel viso si era assottigliato e il suo sguardo, quando non era posato sui suoi figli cambiava e diventava triste, quasi spaventato. Liam sapeva che Katrin stava pensando al peggio, e non sapeva come aiutarla.
Mancavano pochi giorni al ritorno degli itineranti, il fresco già si faceva sentire e tutti dicevano che si preannunciava un inverno molto rigido.
La casa era silenziosa e il camino era già acceso, fuori il buio era sceso e il vento faceva vibrare gli alberi che avevano ormai perso tutte le foglie. Liam osservava Katrin che, dopo aver messo a letto i gemelli stava sistemando un ciocco sul fuoco e le si avvicinò. Le posò una mano sulla spalla e la costrinse a guardarlo. Lei si asciugò le lacrime e diede colpa al fumo che si era sprigionato.
Tu te ne vuoi andare, vero Kate? Le chiese. Ci hai pensato in tutti questi mesi, io l’ho capito, vuoi fuggire ancora ma, stavolta non sai proprio dove andare. Aggiunse.
Qui non sono più al sicuro, Liam, e non voglio mettere in pericolo nessuno di voi. Devo andarmene per forza, devo farlo. Gli rispose dando libero sfogo alle lacrime.
Liam l’abbracciò e la tenne stretta. Io verrò con voi, ovunque andiate io verrò con voi. Le sussurrò fra i capelli.
Non dire niente a nessuno, Liam. Gli rispose soltanto.
E finalmente il giorno del ritorno degli itineranti arrivò fra canti e felicità per tutti. Il carro di Marion e Marcus apriva la colonna e raggiunse per primo la piazza. Marion salutò tutti e corse da Katrin e dai gemelli. Non le sfuggì lo sguardo triste e il viso smunto della donna ma non disse niente. Prese in braccio Peter e Sally e li ricoprì di baci, dando ad ognuno di loro un giocattolo che aveva portato.
Ora vado, Kate, la mia gente mi aspetta, ma domani mattina sarò da voi a colazione. Le disse senza aggiungere altro.
Marion si è accorta che qualcosa non va. Disse Liam. Cosa le dirai domani mattina?
La verità, solo la verità, almeno in parte. Gli rispose tornando verso casa.
Il sole era spuntato da poco quando i passi di Marion si sentirono prima che lei bussasse. I gemelli le corsero incontro e lei li coccolò mentre Katrin e Liam preparavano la colazione per tutti.
Mangiarono e i bambini tennero tutti allegri, ma lo sguardo di Marion non lasciava il viso di Katrin. I piccoli si sedettero coi loro giochi e i tre rimasero seduti al tavolo.
Come suo solito, Marion andò dritta al punto. Cosa è successo, Kate? Chiese soltanto.
Mio marito mi ha trovata. Le rispose.
E’ stato qui? E come è potuto succedere? Le chiese esterrefatta.
La mise al corrente senza tralasciare niente, anche se c’era poco da dire.
Tu qui sei al sicuro, ti cambieremo posto e ti assegneremo una casa nascosta fra tante altre, qui sei troppo isolata… stava continuando quando Katrin la bloccò.
Potresti anche nasconderci nei sacchi di farina ma non servirebbe, quello è un uomo potente e potrebbe farvi del male pur di ottenere il suo scopo, ed io questo non lo posso permettere. Le rispose.
Non può essere così cattivo l’uomo che hai amato, sei sua moglie e loro i suoi figli, perché vorrebbe farvi del male? Le chiese incredula.
Per raggiungere lo scopo per il quale mi ha sposata: portarmi via i miei figli. Le rispose guardandola dritta in faccia.
Marion rimase pensierosa, in silenzio a lungo, proprio non si capacitava che il padre dei gemelli, il marito di quella splendida donna potesse fare loro del male.
E che intenzioni hai? Le chiese spaventata.
Un giorno ti sveglierai e noi saremo spariti, un’altra volta dovrò sparire. Non posso rimanere qui, per il vostro bene. Le disse con tutta la convinzione che riusciva a provare.
Tu non farai niente di simile!
Nessuno piò fermarmi, Marion, nessuno.
Lo sguardo di Marion passò al viso di Liam ma lui non abbassò il suo, e lei capì che qualcosa già bolliva in pentola.
Lasciami parlare con Marcus, lascia che proviamo ad aiutarti. Le disse con le lacrime agli occhi, ma già sapeva che aveva perso, Katrin aveva già deciso.


immagine dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

Nessun commento:

Posta un commento