lunedì 2 marzo 2020

KATRIN, LA SUA STORIA


KATRIN, LA SUA STORIA

parte centoundici






La carovana viaggiava spedita per quanto fosse possibile. I primi tre giorni furono allietati dal bel tempo, ma poi cominciò a piovere. Sul carro Katrin stava scomoda ma non si era mai lamentata. Ormai tutti erano a conoscenza della sua presenza ma nessuno aveva fatto né domande né obiezioni, se il loro capo aveva preso quella decisone, al momento opportuno sapevano che li avrebbe messi tutti al corrente.
La pioggia batteva sul telone con un rumore che Katrin non aveva mai sentito, sembrava una musica che invogliava a dormire, accompagnava i suoi pensieri che non erano volti al passato ma al suo futuro.
Cinque giorni erano trascorsi e la carovana si accingeva a lasciare le terre di lord Sheppard. La pioggia non aveva smesso di cadere, a volte leggera a volte quasi tempestosa. Il carro di Marcus era il quinto della fila e si accorse del rallentamento.
Uno degli uomini sui carri davanti lo raggiunse. Capo, c’è un assembramento di soldati e perquisiscono tutti. E’ meglio se vieni là. Disse ritornando veloce alla sua postazione.
Marion, prendi le redini e non ti muovere finchè non torno. Disse alla moglie e, con un balzo scese da cassetta per raggiungere il carro che guidava la carovana.
La pioggia crebbe di intensità e tutti erano piuttosto nervosi. Sui primi tre carri c’erano solo sacchi di farina e granaglie e i soldati pretendevano di infilzarli per cercare imboscati.
Fermi! Tuonò Marcus. Quello è il cibo che sfamerà la mia gente per l’inverno, cibo che ci siamo ampiamente guadagnati. Se avete un briciolo di cervello salite pure a controllare e vi renderete conto che nessuno può nascondersi sotto quintali di roba, ma se solo rovinate un sacco di prezioso cibo io vi infilzerò, quanto è vero iddio! Li sfidò sfoderando la sua spada e mettendosi davanti a tutta la sua gente.
Quello che comandava accettò di ispezionare i carri e si rese conto della verità che aveva detto Marcus.
Pioveva talmente forte che i soldati, nonostante avessero copricapi e mantelli pesanti non riuscivano a tenere aperti gli occhi e i cavalli davano segni di impazienza, ma avevano ordini tassativi: nessun carro, nessuna persona poteva lasciare la terra di lord Sheppard senza essere controllato.
Fate pure il vostro dovere, io torno al mio carro. Disse loro Marcus.
I soldati ripreso la loro ispezione e presto sarebbero giunti anche al carro di Marcus.
Marion si distese sotto pesanti coperta e coprì col suo corpo quello di Katrin che si sentiva soffocare. Il fagotto delle armi era stato messo nello scompartimento sotto il carro insieme agli attrezzi da lavoro.
Tre soldati raggiunsero Marcus che fece loro cenno di entrare e controllare. I tre, alla vista della donna distesa ebbero un momento di incertezza. E’ mia moglie, da alcuni giorni non sta bene, aspetta un bambino e preferirei che non la faceste alzare, controllate pure dove volete. Disse con estrema sicurezza.
I tre soldati non entrarono ma osservarono attentamente in ogni angolo non trovando niente di insolito, avevano ancora vari carri da controllare e non vedevano l’ora di arrivare al cambio di turno.
Ci misero solo pochi minuti, poi salutarono e passarono ai carri che lentamente avanzavano sotto una pioggia scrosciante.
Marcus incitò i due cavalli e il carro riprese la marcia raggiungendo gli altri che aspettavano di ricongiungersi con tutti e riprendere la strada che era ancora lunga.
Ci vollero due ore prima che potessero essere fuori dal territorio pericoloso e, finalmente Katrin potè rialzarsi e respirare con maggior leggerezza.
Per quanti giorni ancora dovremo viaggiare prima di arrivare a destinazione?  Chiese Katrin.
Se tutto va bene ci arriveremo entro il venti di settembre, tutto dipende dal tempo e se il passo non è sommerso dalla troppa pioggia, allora saremmo rallentati ma solo di qualche giorno. Ci siamo abituati, bambina. Le rispose Marion.
Ogni giorno era un estenuante viaggio fatto di sobbalzi, di caldo, di freddo di cibo scadente e di notti insonni, ma nessuno si lamentava e men che meno Katrin.
Finalmente giunsero in vista del passo della grande montagna che, fortunatamente era libero. Si fermarono e si riposarono prima di iniziare la salita, sapevano che sarebbe stata dura e difficoltosa me che poi avrebbero raggiunto il loro villaggio e i loro cari, erano euforici, il viaggio e i mesi di duro lavoro e di lontananza erano giunti al termine.
Faceva freddo ed erano tutti intorno al fuoco, consumavano il loro pasto bevendo vino caldo.
Marcus aspettò che tutti finissero, poi prese per mano Katrin e si alzò.
Vi presento Kate, la nostra ospite che ha bisogno della nostra protezione. Starà con noi fino a quando vorrà e noi la tratteremo come una di noi. Garantisco io personalmente per lei e mi aspetto che sia trattata con ogni riguardo. Non era di molte parole, aveva detto quello che serviva e sapeva che non c’era bisogno di aggiungere altro.
Marion raggiunse il marito e prese la mano di Katrin. Kate ha bisogno che nessuno sappia dove sta, confido che ognuno di voi tenga la bocca chiusa. Marion non era molto diplomatica ma era rispettata in quanto era la moglie del capo e persona generosa che non si tirava mai indietro quando c’era qualcuno da aiutare, prodiga di consigli e amava davvero la sua gente.
Grazie. Non vi farò pentire di avermi aiutata. Aggiunse Katrin.

immagine dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

Nessun commento:

Posta un commento