KATRIN, LA SUA STORIA
parte centoquindici
Iniziarono
con entusiasmo le lezioni pomeridiane. Era un piacere per Katrin e le tre donne
imparavano velocemente, avevano tutte dei figli e avrebbero insegnato loro a
leggere e scrivere, gli scaffali con i libri nel grande magazzino non dovevano più
rimanere pieni di polvere.
Katrin non
aveva mai visto un freddo come quello.Passò il mese di novembre e la sua pancia
cresceva a dismisura, era come se in poche settimane fosse quasi raddoppiata.
Faticava a stare in piedi a lungo, mangiava poco ma non si lamentava mai. Marta
chiamò la loro guaritrice, Fiona molto esperta anche nel far nascere i bambini.
Fiona arrivò
che era ora di pranzo e si sedette a tavola con loro. Osservava Katrin e, dopo
aver pranzato la fece distendere sul letto.
Come ti senti, bambina? Le chiese quella strana vecchia.
Sono solo un po’ stanca e mi manca
l’appetito, per il resto mi sento solo incinta. Le rispose.
Fiona
cominciò a muovere con destrezza le mani sul ventre di Katrin, auscultò con
l’orecchio appoggiato all’ombelico e rimase lì, ferma a lungo, troppo a lungo.
Il cuore di Katrin cominciò a battere veloce dall’ansia che provava e la
guaritrice se ne accorse. Tranquilla,
bambina, va tutto bene. Le disse accarezzandole la mano.
Marta le
osservava dalla porta e aspettava di sentire il responso.
Entra Marta, siediti con noi. La invitò Fiona.
Bambina, dentro di te battono due
cuori, per questo la tua pancia è così cresciuta e tu sei così stanca, devi
mangiare di più, e Marta si prenderà cura di te. Le disse sorridendo.
Due gemelli? Chiese Katrin spalancando gli occhi.
Le due donne
le sorridevano. Dovrai solo riposare di
più ma secondo i miei calcoli i tuoi bambini nasceranno prima della primavera,
forse molto prima, essendo due non si è mai sicuri con la data. Sta tranquilla,
bambina, ci sarò io con te e alcune delle donne più esperte del villaggio,
andrà tutto bene. La tranquillizzò.
Si sedettero
di nuovo al tavolo. Marta servì il tè col miele. Lo sguardo di Katrin era perso
in pensieri solo suoi e le due donne la osservavano sorridendo.
Non ti devi preoccupare di nulla,
bambina, presto scoprirai quello che succede nel nostro villaggio quando una
donna aspetta un figlio, figurarsi addirittura due, evento molto raro nella
nostra popolazione. La
informò Fiona.
Il giorno
dopo, Ashley e le altre due donne si presentarono ognuna con una sacca:
indumenti per lei e per i nascituri, tutti puliti e ben tenuti che avrebbe
restituito una volta finito di usarli. Ripresero le lezioni e Katrin era
evidentemente emozionata da quel gesto.
Novembre
passò con bufere di neve e donne che venivano a portare tutto quello che poteva
servirle. Perfino una culla costruita apposta per gemelli, usata solo in rarissime
occasioni, completa di tutto. Marcus e Marion vennero ad aiutare a metterla
nella sua cameretta e lei si commuoveva come ogni volta che arrivava qualcuno a
portare doni.
Stai facendo un grande lavoro,
bambina. Due bambini sono un grande dono e sono felice per te, per Marta e
anche per me, che sarò ancora qui quando nasceranno e ti terrò la mano fino a
quando non li avrai attaccati al seno. Le disse Marion con gli occhi lucidi.
Dicembre e
gennaio passarono fra lezioni e riposi forzati. In febbraio sospese le lezioni,
era talmente ingombrante e sempre stanca che passava molto tempo a letto. Marta
si prendeva amorevolmente cura di lei e la costringeva a nutrirsi, perfino lei
sembrava ringiovanita da quando Katrin era arrivata, e ancora di più ora che
nella sua casa sarebbero arrivati due bambini.
Non so ancora per quanto la mia
pancia potrà resistere. Diceva a Marta ogni mattina. Marta le prendeva la mano. Tranquilla bambina, è tutto nella natura. Le
rispondeva.
Febbraio
aveva ricoperto di ghiaccio tutti i sentieri e la neve ancora non smetteva di
cadere. Fiona passava ogni giorno a farle visita, c’erano altre donne che
dovevano partorire nello stesso periodo, ma Katrin aveva un parto gemellare e,
anche se non lo dava a vedere era preoccupata, non era semplice gestire un
parto di quel genere, soprattutto essendo il primo per Katrin.
A fine
febbraio Katrin non si alzava più dal letto. Marta provvedeva a lavarle il
viso, a massaggiarle i piedi gonfi, a nutrirla. Le massaggiava il ventre con un
unguento fatto apposta per aiutare la pelle e il parto, così diceva, ma ancora
sembrava che i due pargoli non si decidessero a nascere.
Era una
notte buia e tempestosa, come tutte quelle dell’inverno al villaggio. Marzo era
appena iniziato e Marta sentì Katrin lamentarsi. La raggiunse immediatamente,
ormai da alcune notti non dormiva tranquilla, si aspettava l’evento da un
momento all’altro.
Che succede, bambina? Le chiese, ma era evidente che le
doglie erano iniziate e le acque avevano bagnato il letto.
Vado a chiamare Fiona, faccio in un
attimo. Le disse
mettendosi il mantello e uscendo di corsa.
Sembrava
passare un’eternità ma le doglie si erano attenuate. Il sudore colava dalla
fronte di Katrin quando sentì aprirsi la porta.
Fiona le fu
subito accanto, la spogliò e la visitò, mentre altre tre donne oltre a Marta
erano arrivate per dare una mano.
Sei fortunata, bambina, non ci vorrà
molto. Le disse
mentre Katrin mandava un grido.
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