lunedì 16 marzo 2020

KATRIN, LA SUA STORIA


KATRIN, LA SUA STORIA

parte centoventitre






Katrin e Liam rimasero fino a che, cavallo e cavaliere sparirono alla loro vista.
Andiamo a prendere le torte e corriamo a giocare. Disse ai suoi figli cercando di sorridere. Liam non parlava, la fionda era scomparsa e prese per mano i gemelli correndo verso il ruscello.
Passarono una bella giornata, tutti avevano bisogno di un po’ di riposo e di svago e i bambini si erano divertiti.
Katrin non aveva detto a nessuno della visita di Robin, sperava che non tornasse più, anche se non ne era affatto convinta.
Era sera e Peter e Sally, stanchi dei giochi erano già a letto. Seduti al tavolo, Liam e Katrin stavano terminando la cena nel silenzio.
Mi vuoi chiedere qualcosa, Liam? Chiese al ragazzo.
Lui alzò lo sguardo sulla donna che amava come una madre, avrebbe dato la vita per lei e non avrebbe mai voluto che soffrisse, soprattutto che lui potesse farla soffrire. Pensi che tornerà, Kate? Le chiese alzando lo sguardo su di lei.
Ho paura di sì, ora sa dove mi trovo. Gli rispose.
Perché sei scappata da lui? Si decise finalmente a chiederle.
Katrin gli prese la mano. Robin è la persona che più ho avuto vicino in tutta la mia vita. Ero una ragazzina quando è diventato la mia guardia del corpo e il mio maestro d’armi, poi siamo diventati amici, ci siamo confidati, e lui conosceva tutto di me. Ha perfino rischiato la vita per salvarmi quando sono stata imprigionata nella torre. Conosce da sempre la mia storia, quello che porto nel cuore, il desiderio di essere amata, veramente amata e di una famiglia, sa che non ho mai desiderato ricchezze ma solo una vita completa con una famiglia da amare. Liam, io non ho mai avuto una famiglia, io sono sempre stata un oggetto di scambio per tutti quelli che fingevano di tenere a me. Sono stata allontanata da casa per due anni con la scusa dell’istruzione e lui, nel frattempo, in combutta con lord Sheppard preparava i piani, i piani dove ancora una volta io ero solo un oggetto che serviva a loro, ai loro scopi. Lord Sheppard e Robin fanno parte di una cerchia potente e quell’uomo che si dichiarava mio nonno non aveva altri eredi, per questo hanno chiesto a Robin di imparare tutto quello che serviva in quei due anni e poi fare in modo di sposarmi. Puoi immaginare la mia felicità quando mi ha chiesto di diventare sua moglie? Ero la ragazza più felice del mondo. E puoi immaginare il dolore che ho provato quando ho scoperto la verità? Che servivo a loro solo per dare eredi che portassero avanti gli interessi di quei maledetti? In quel preciso momento io sono morta e sono scappata. I loro sguardi non si erano mai staccati, Liam vedeva passare negli occhi di Katrin tutto il dolore che aveva provato, era solo un ragazzo con poca esperienza ma sapeva bene cosa significava essere rifiutato dalla propria famiglia.
A me è sembrato sincero quando ha detto che non ha mai smesso di amarti. Tu provi ancora qualcosa per lui? Le chiese.
Sono sicura che provasse qualcosa per me, non ti so dire se amore o qualcos’altro, sta di fatto che mi ha sposato per obbedire agli ordini e non ha avuto il coraggio di dirmi la verità. Non riesco a perdonarlo. Ho ripudiato lord Semple come padre, ho ripudiato lord Sheppard come nonno, ho ripudiato Robin come marito ma il fatto è che lui rimane mio marito, il padre dei miei figli. Disse quasi fra sé.
Non mi hai risposto, Kate. Insistette Liam.
La mano di Katrin stringeva forte quella di Liam. Ogni volta che poso lo sguardo sui miei figli non posso fare a meno di pensare al loro padre, soprattutto Sally gli somiglia in modo impressionante. Il mio cuore è sempre appartenuto solo a lui come solo quello di una ragazza innamorata può essere, ma è stato trafitto e ancora gronda sangue. Lo amo ancora? Me lo sono chiesta tante volte e, se una parte del mio cuore sa che è così, l’altra parte, quella dell’orgoglio tiene chiusa la porta dell’Amore. Perciò non so rispondere alla tua domanda.
Liam le sorrise. Kate, tu sai che io presto me ne andrò, vorrei partire con gli itineranti la prossima primavera, ma posso rimandare, non voglio lasciarti da sola. Disse.
Tu devi vivere la tua vita, Liam. Ti dico quello che dirò ai miei figli al momento opportuno: sii libero, segui la tua strada e porta con te tutto quello che di buono sei. Dirò loro anche la verità, e loro saranno liberi di scegliere, di andare o di restare e sapranno, così come lo dico a te, che io sarò sempre la loro madre e questa la loro casa. Tu sei il figlio grande di questa famiglia e sei un ragazzo meraviglioso. Gli rispose.
Liam si sciolse dalla stretta e si alzò. Non lo aveva mai fatto in tutto quel tempo. Ti voglio bene, Kate, e te ne vorrò sempre e sono felice di essere il tuo figlio maggiore. L’abbracciò e la strinse a sé per la prima volta. Katrin aveva le guance bagnate di lacrime mentre lo teneva stretto, era alto più di lei ormai. Non ce l’avremmo mai fatta senza di te, Liam e mi mancherai ogni momento ma sarò felice perché tu lo sarai, ed è questo quello che conta. Rimasero abbracciati a lungo.
Andiamo a letto ora, c’è ancora tempo e abbiamo molto da fare, devo darti le prime lezioni di scherma. Sai scrivere, leggere, far di conto, hai una mente sveglia e, soprattutto conosci la differenza fra il bene e il male, hai tutte strade aperte davanti a te, non dovrai fare altro che scegliere quella che ti rende più felice, io la mia l’ho già scelta ed è quella di vivere qui, io qui mi sento finalmente a casa. Gli ricordò.
Le mura di quella casa sembravano respirare nella notte avvolte dall’amore di chi vi dimorava.
Katrin non riusciva a prendere sonno. Ripensava a Robin, a quanto le era costato mantenere la fermezza che aveva dimostrato. Inutile negarlo, lei era cambiata, era maturata ed era diventata madre e anche Robin era diverso. Chissà com’erano stati quegli anni di là dal passo, ma non le interessava affatto, disse a se stessa.
Finalmente chiuse gli occhi e il sonno la rapì.

immagine dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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