giovedì 5 marzo 2020

KATRIN, LA SUA STORIA


KATRIN, LA SUA STORIA

parte centoquattordici






I giorni successivi Katrin cominciò a conoscere il clima di quel posto. Sprazzi di sereno gelido si alternavano a scrosci violenti di pioggia che spesso si tramutava in neve. Marta la osservava ma non la forzava mai a parlare. Da quando le aveva chiesto del bambino, Katrin si era chiusa in se stessa. Parlava poco, aiutava e svolgeva tutti i compiti che le venivano dati, ma si vedeva che qualcosa la tormentava.
Era la fine di ottobre, un inizio di pomeriggio freddo più del solito. Marion bussò e Marta la fece accomodare al tavolo, aggiunse una tazza e versò il tè anche per lei, aggiungendo una dose di liquore.
Marion non usava giri di parole, non era nel suo stile. Ho saputo che aspetti un figlio, bambina, e noi ne siamo assolutamente felici. Da noi ogni nascita è una gioia ed io più di altri lo so, ho avuto tre aborti spontanei e non posso avere figli, per questo ogni nuovo arrivato è come se fosse anche il mio. Aveva voluto essere sincera. C’è un padre che bisogna avvisare? Chiese ancora.
Katrin sollevò il viso e guardò le sue amiche. E’ proprio da lui che mi sto nascondendo, se solo sapesse che aspetto un figlio potrebbe portarmelo via senza indugio. Disse loro stringendo i pugni come a trattenere la paura.
Bambina, qui nessuno ti porterà via il tuo bambino. Aggiunse Marta.
Non vuoi raccontarci la tua storia? Vedo che è un fardello pesante che ti porti appresso. Le chiese Marion.
Marta aggiunse altro tè nelle tazze e aggiunse del miele in quello di Katrin. Nella stanza solo lo scoppiettare del fuoco rompeva un silenzio che si faceva sempre più lungo.
Katrin bevve un sorso di tè e cominciò a raccontare. Iniziò dal momento in cui i suoi veri genitori la vendettero a lord Semple, alla felicità dei primi anni di vita con sua madre, al dolore della sua perdita. Alla vita solitaria che suo “padre” le imponeva e dei suoi soli amici che aveva mai avuto: Sara e Alfred. Di quando fu imprigionata nella torre e della sua ribellione che veniva sempre punita. Fino a quando suo “nonno” l’accolse e l’accettò come nipote nonostante conoscesse la verità sulla sua nascita. Ancora non sapevo che anche lui aveva un progetto da portare avanti e gli servivo per questo.
I due anni passati lontana con Jacob al suo fianco e la gioia di quando scoprì che Robin ricambiava i suoi sentimenti, il suo matrimonio, la sua felicità così vera e così breve. Non tralasciò niente.
Marta aveva acceso la candela e aggiunto altro tè. Katrin non riusciva ad andare avanti col racconto e loro avevano il cuore a pezzi ascoltando la sua storia, cosa altro era successo?
Ma il momento peggiore fu quando scoprii che Robin mi aveva sposata per obbedire agli ordini di mio nonno e della Cerchia Ristretta, avevano bisogno di un erede che portasse avanti i loro affari. Io ero solo utile per i loro scopi: nessuno mi ha mai amato veramente, mai in tutta la mia vita. Disse singhiozzando senza ritegno. Tutto il dolore, tutta la sua vita le era passata davanti mentre la raccontava. Anche le due donne piangevano col cuore spezzato dal dolore ascoltando la sua storia.
Passarono in silenzio alcuni minuti.
Bambina, se tu lo vuoi questa sarà la tua casa, qui potrai crescere il tuo bambino ma ho paura che con i mezzi che posseggono lord Sheppard e tuo marito sarà solo questione di tempo prima che ti ritrovino. Noi faremo di tutto per tenerti al sicuro, su questo hai la mia parola. Parlerò solo a Marcus e nessun altro verrà a conoscenza delle confidenze che oggi ci hai fatto.Le disse Marion.
Fuori si era fatto buio. Ora devo andare, abbi cura di lei, Marta. Disse prima di uscire.
Come sei riuscita a sopravvivere durante la tua fuga? Le chiese Marta mentre preparava la cena.
Ci sono riuscita perché mi ero fatta un giuramento, o libera o morta. Rispose soltanto.
Fuori si era alzato il vento. Il fuoco si stava spegnendo e decisero di andare a letto. Katrin era stanca, svuotata, era davvero un grande peso quello che si era tolta, ora sapeva che non era più sola davvero, e si sarebbe accontentata di trovare affetto e famiglia, per lei e il suo bambino.  Ringraziò mentalmente Jacob, senza di lui non sarebbe sopravvissuta ed ora non sarebbe lì con quella gente che stava imparando a conoscere e apprezzare. Si addormentò con le mani appoggiate al suo ventre che, stava crescendo. Sorrise al suo bambino. Tu sarai sempre libero, piccolo mio e ti racconterò solo e sempre la verità.
Novembre arrivò con bufere di neve che Katrin non aveva mai visto. Era praticamente impossibile uscire di casa, lo facevano soltanto per accudire gli animali e prendere provviste, per questo furono sorprese quando sentirono bussare.
Marta aprì e fece accomodare tre donne. Tazze di tè bollente apparirono come per magia e nessuna di loro fece complimenti.
E’ un piacere avervi qui, ma che ci fate fuori con questo tempaccio? Chiese Marta.
La più giovane, Ashley guardò Katrin e si fece coraggio.
Siamo venute a chiedere a Kate se ci insegna a leggere e scrivere. Chiese timidamente.
Dovrete portarvi il necessario, basta poco, e lo farò volentieri. Cacceremo la noia di questo inverno. Disse loro soddisfatta.
Presero accordi e si sarebbero riviste tre pomeriggi a settimana.
Marta vide finalmente uno sguardo diverso sul viso di Katrin. Insegnerai anche a me, Kate? Le chiese ridendo.


immagine dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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