KATRIN, LA SUA STORIA
parte centoquattordici
I giorni
successivi Katrin cominciò a conoscere il clima di quel posto. Sprazzi di
sereno gelido si alternavano a scrosci violenti di pioggia che spesso si
tramutava in neve. Marta la osservava ma non la forzava mai a parlare. Da
quando le aveva chiesto del bambino, Katrin si era chiusa in se stessa. Parlava
poco, aiutava e svolgeva tutti i compiti che le venivano dati, ma si vedeva che
qualcosa la tormentava.
Era la fine
di ottobre, un inizio di pomeriggio freddo più del solito. Marion bussò e Marta
la fece accomodare al tavolo, aggiunse una tazza e versò il tè anche per lei,
aggiungendo una dose di liquore.
Marion non
usava giri di parole, non era nel suo stile. Ho saputo che aspetti un figlio, bambina, e noi ne siamo assolutamente
felici. Da noi ogni nascita è una gioia ed io più di altri lo so, ho avuto tre
aborti spontanei e non posso avere figli, per questo ogni nuovo arrivato è come
se fosse anche il mio. Aveva voluto essere sincera. C’è un padre che bisogna avvisare? Chiese ancora.
Katrin
sollevò il viso e guardò le sue amiche. E’
proprio da lui che mi sto nascondendo, se solo sapesse che aspetto un figlio
potrebbe portarmelo via senza indugio. Disse loro stringendo i pugni come a
trattenere la paura.
Bambina, qui nessuno ti porterà via
il tuo bambino. Aggiunse
Marta.
Non vuoi raccontarci la tua storia?
Vedo che è un fardello pesante che ti porti appresso. Le chiese Marion.
Marta
aggiunse altro tè nelle tazze e aggiunse del miele in quello di Katrin. Nella
stanza solo lo scoppiettare del fuoco rompeva un silenzio che si faceva sempre
più lungo.
Katrin bevve
un sorso di tè e cominciò a raccontare. Iniziò dal momento in cui i suoi veri
genitori la vendettero a lord Semple, alla felicità dei primi anni di vita con
sua madre, al dolore della sua perdita. Alla vita solitaria che suo “padre” le
imponeva e dei suoi soli amici che aveva mai avuto: Sara e Alfred. Di quando fu
imprigionata nella torre e della sua ribellione che veniva sempre punita. Fino
a quando suo “nonno” l’accolse e l’accettò come nipote nonostante conoscesse la
verità sulla sua nascita. Ancora non
sapevo che anche lui aveva un progetto da portare avanti e gli servivo per
questo.
I due anni
passati lontana con Jacob al suo fianco e la gioia di quando scoprì che Robin
ricambiava i suoi sentimenti, il suo matrimonio, la sua felicità così vera e
così breve. Non tralasciò niente.
Marta aveva
acceso la candela e aggiunto altro tè. Katrin non riusciva ad andare avanti col
racconto e loro avevano il cuore a pezzi ascoltando la sua storia, cosa altro
era successo?
Ma il momento peggiore fu quando
scoprii che Robin mi aveva sposata per obbedire agli ordini di mio nonno e
della Cerchia Ristretta, avevano bisogno di un erede che portasse avanti i loro
affari. Io ero solo utile per i loro scopi: nessuno mi ha mai amato veramente,
mai in tutta la mia vita. Disse singhiozzando senza ritegno. Tutto il dolore, tutta la sua vita le
era passata davanti mentre la raccontava. Anche le due donne piangevano col
cuore spezzato dal dolore ascoltando la sua storia.
Passarono in
silenzio alcuni minuti.
Bambina, se tu lo vuoi questa sarà la
tua casa, qui potrai crescere il tuo bambino ma ho paura che con i mezzi che
posseggono lord Sheppard e tuo marito sarà solo questione di tempo prima che ti
ritrovino. Noi faremo di tutto per tenerti al sicuro, su questo hai la mia
parola. Parlerò solo a Marcus e nessun altro verrà a conoscenza delle
confidenze che oggi ci hai fatto.Le disse Marion.
Fuori si era
fatto buio. Ora devo andare, abbi cura di
lei, Marta. Disse prima di uscire.
Come sei riuscita a sopravvivere
durante la tua fuga? Le
chiese Marta mentre preparava la cena.
Ci sono riuscita perché mi ero fatta
un giuramento, o libera o morta. Rispose soltanto.
Fuori si era
alzato il vento. Il fuoco si stava spegnendo e decisero di andare a letto.
Katrin era stanca, svuotata, era davvero un grande peso quello che si era
tolta, ora sapeva che non era più sola davvero, e si sarebbe accontentata di
trovare affetto e famiglia, per lei e il suo bambino. Ringraziò mentalmente Jacob, senza di lui non
sarebbe sopravvissuta ed ora non sarebbe lì con quella gente che stava
imparando a conoscere e apprezzare. Si addormentò con le mani appoggiate al suo
ventre che, stava crescendo. Sorrise al suo bambino. Tu sarai sempre libero, piccolo mio e ti racconterò solo e sempre la
verità.
Novembre
arrivò con bufere di neve che Katrin non aveva mai visto. Era praticamente
impossibile uscire di casa, lo facevano soltanto per accudire gli animali e
prendere provviste, per questo furono sorprese quando sentirono bussare.
Marta aprì e
fece accomodare tre donne. Tazze di tè bollente apparirono come per magia e
nessuna di loro fece complimenti.
E’ un piacere avervi qui, ma che ci
fate fuori con questo tempaccio? Chiese Marta.
La più
giovane, Ashley guardò Katrin e si fece coraggio.
Siamo venute a chiedere a Kate se ci
insegna a leggere e scrivere. Chiese timidamente.
Dovrete portarvi il necessario, basta
poco, e lo farò volentieri. Cacceremo la noia di questo inverno. Disse loro soddisfatta.
Presero
accordi e si sarebbero riviste tre pomeriggi a settimana.
Marta vide
finalmente uno sguardo diverso sul viso di Katrin. Insegnerai anche a me, Kate? Le chiese ridendo.
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