giovedì 12 dicembre 2019

KATRIN, LA SUA STORIA


KATRIN, LA SUA STORIA

parte cinquantacinque






Fecero colazione e Katrin indossò un semplice abito. Il colorito del suo viso era ancora troppo pallido ma si sarebbe ripresa presto.
Suo nonno l’aspettava fuori dallo studio, era troppo impaziente di rivederla per aspettarla all’interno.
La ragazza gli corse fra le braccia. Sono felice di essere qui, nonno. Gli disse mentre lo stringeva. L’uomo sentiva il corpo sottile di sua nipote e la strinse a sua volta. Entrarono nello studio e si sedettero vicini. Passarono pochi istanti prima che Katrin facesse le sue domande. Cos’è successo a mio padre, nonno? Sembrava impazzito e non gli interessava della mia vita. Io non capisco!
A tuo padre, a lord Semple non è mai interessato niente né di te né di tua madre, la mia adorata figlia. Lui è sempre stato interessato solamente al vostro patrimonio, o non avrebbe mai osato fare quello che ha fatto comprandoti. Le rispose tenendole la mano. Aspettò un momento, poi continuò. Tu sei molto ricca, mia cara, e al compimento del tuo sedicesimo anno il tutore dei tuoi beni non sarà più lord Semple, ma tuo zio Donald. Soltanto il matrimonio avrebbe modificato questo accordo, per questo voleva che tu sposassi sir Cristofer.
Katrin assimilava le informazioni. Nonno, tu sai che non mi è mai interessato il tuo patrimonio, a me non serve. Gli rispose.
Ci sono regole e doveri, mia cara che non si possono delegare, e tu hai sulle tue giovani spalle un grande fardello: gestire tutto il patrimonio Sheppard. Io ti metterò a fianco persone che ti aiuteranno, persone fidate ma sarai tu che porterai avanti la mia dinastia. Le spiegò.
Ma non tocca a Paul questo compito? E’ il figlio di tuo fratello! Gli chiese.
Presto scoprirai il motivo per cui non può essere lui. Mio fratello, tuo zio Donald è d’accordo con me che tocca a te il dovere di far prosperare il nostro patrimonio e portare sempre alto il nostro nome. Avrai tempo per imparare, mia cara, io ho assoluta fiducia in te, non mi hai mai deluso e sono sicuro che prenderai il tuo compito nel giusto modo. Continuò a spiegarle.
Katrin non riusciva a capacitarsi di quello che le cadeva sulle spalle, non ci aveva proprio mai pensato. Avrebbe fatto di tutto per non deludere suo nonno, ma sarebbe stata dura, lei non sapeva niente di affari o di come si gestisce un patrimonio simile.
Lord Sheppard le leggeva bene in viso tutti i dubbi che aveva, le sorrise stringendole la mano. Non dubitare mai di te, avrai accanto uomini e donne che lavoreranno per te e con te, e magari troverai un marito che riuscirà ad alleviare il tuo fardello, ma non c’è fretta. Aggiunse.
Cosa devo fare nonno? Gli chiese fiduciosa.
Per ora resterai qui sotto stretta sorveglianza fino a che non compirai i sedici anni, dopo nessuno potrà fare più niente. Le rispose.
E mio padre? Lord Semple? Gli chiese ancora.
Lui ha un patrimonio suo e lo gestisce con oculatezza. Erediterai anche il suo patrimonio un giorno, a meno che non riconosca Cristofer come suo figlio naturale. Ma sono cose che non ci riguardano. Ora voglio solo che tu ti rimetta bene in sesto, e al tuo prossimo compleanno faremo una grande festa, dopo di che inizierai a prendere le lezioni che ti servono. Sei una ragazza intelligente, te la caverai senza problemi. Le disse.
Sono felice, nonno, di non tornare più a casa. Gli disse con un gran sorriso.
Qui sei a casa tua, mia cara. Ora riposati e guarisci quelle brutte ferite alle mani, poi potrai riprendere gli allenamenti che ti piacciono tanto. Le disse orgoglioso.
Verrà Robin? Volle sapere.
Tornerà, mia cara, solo un po’ di pazienza e lo rivedrai. Le rispose sorridendo.
Katrin era davvero felice, felice come non le capitava da tempo, da quando aveva perso sua madre. Finalmente era da suo nonno e avrebbe potuto essere libera. Doveva solo aspettare ancora un paio di mesi, aspettare il suo sedicesimo compleanno e poi ricominciare una nuova vita.
Era con questi gioiosi pensieri che attraversava il lungo corridoio per raggiungere le sue stanze. Non lo avrebbe ammesso con nessuno ma si sentiva davvero debole e stanca, i giorni nella torre avevano lasciato il segno, ma era felice, lo era davvero.
Ci vollero due settimane perché le mani guarissero. Era iniziato maggio e Alfred l’aspettava nel cortile degli allenamenti.
Fu una bella sorpresa trovare la sua spada e il suo arco, le mancava il pugnale, quello era rimasto sotto il cuscino quando era stata rapita ma ne avrebbe ordinato un altro simile al fabbro del castello.
Iniziò il riscaldamento sotto gli occhi amorevoli di Alfred, poi iniziarono a incrociare le lame. Alfred era entusiasta del miglioramento della sua allieva, Robin aveva fatto proprio un bel lavoro. Rimasero parecchio a duellare sotto gli occhi attenti del capitano delle guardie e di suo nonno che era venuto per guardare sua nipote e per rendersi conto delle sue capacità.
La ragazza lo vide e gli sorrise ma non staccò gli occhi dal suo avversario. Il sole stava tramontando quando rinfoderarono le spade. Erano entrambi sudati e il capitano si avvicinò. Le faccio i miei complimenti, lady Katrin. Lei gli sorrise orgogliosa. Grazie capitano, Alfred e Robin hanno fatto un ottimo lavoro. Un soldato si avvicinò a loro e il capitano prese dalle sue mani uno splendido pugnale. Questo è per lei, lady Katrin, da parte di tutti noi, siamo felici che sia qui. Non aggiunse altro, era un uomo d’azione, non di parole.
Ne farò buon uso. Gli rispose soltanto.


immagine dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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