KATRIN, LA SUA STORIA
parte cinquantacinque
Fecero
colazione e Katrin indossò un semplice abito. Il colorito del suo viso era
ancora troppo pallido ma si sarebbe ripresa presto.
Suo nonno
l’aspettava fuori dallo studio, era troppo impaziente di rivederla per
aspettarla all’interno.
La ragazza
gli corse fra le braccia. Sono felice di
essere qui, nonno. Gli disse mentre lo stringeva. L’uomo sentiva il corpo
sottile di sua nipote e la strinse a sua volta. Entrarono nello studio e si
sedettero vicini. Passarono pochi istanti prima che Katrin facesse le sue
domande. Cos’è successo a mio padre,
nonno? Sembrava impazzito e non gli interessava della mia vita. Io non capisco!
A tuo padre, a lord Semple non è mai
interessato niente né di te né di tua madre, la mia adorata figlia. Lui è
sempre stato interessato solamente al vostro patrimonio, o non avrebbe mai
osato fare quello che ha fatto comprandoti. Le rispose tenendole la mano. Aspettò un momento, poi
continuò. Tu sei molto ricca, mia cara, e
al compimento del tuo sedicesimo anno il tutore dei tuoi beni non sarà più lord
Semple, ma tuo zio Donald. Soltanto il matrimonio avrebbe modificato questo
accordo, per questo voleva che tu sposassi sir Cristofer.
Katrin
assimilava le informazioni. Nonno, tu sai
che non mi è mai interessato il tuo patrimonio, a me non serve. Gli
rispose.
Ci sono regole e doveri, mia cara che
non si possono delegare, e tu hai sulle tue giovani spalle un grande fardello:
gestire tutto il patrimonio Sheppard. Io ti metterò a fianco persone che ti
aiuteranno, persone fidate ma sarai tu che porterai avanti la mia dinastia. Le spiegò.
Ma non tocca a Paul questo compito?
E’ il figlio di tuo fratello! Gli chiese.
Presto scoprirai il motivo per cui
non può essere lui. Mio fratello, tuo zio Donald è d’accordo con me che tocca a
te il dovere di far prosperare il nostro patrimonio e portare sempre alto il
nostro nome. Avrai tempo per imparare, mia cara, io ho assoluta fiducia in te,
non mi hai mai deluso e sono sicuro che prenderai il tuo compito nel giusto
modo. Continuò a
spiegarle.
Katrin non
riusciva a capacitarsi di quello che le cadeva sulle spalle, non ci aveva
proprio mai pensato. Avrebbe fatto di tutto per non deludere suo nonno, ma
sarebbe stata dura, lei non sapeva niente di affari o di come si gestisce un
patrimonio simile.
Lord
Sheppard le leggeva bene in viso tutti i dubbi che aveva, le sorrise
stringendole la mano. Non dubitare mai di
te, avrai accanto uomini e donne che lavoreranno per te e con te, e magari
troverai un marito che riuscirà ad alleviare il tuo fardello, ma non c’è
fretta. Aggiunse.
Cosa devo fare nonno? Gli chiese fiduciosa.
Per ora resterai qui sotto stretta
sorveglianza fino a che non compirai i sedici anni, dopo nessuno potrà fare più
niente. Le rispose.
E mio padre? Lord Semple? Gli chiese ancora.
Lui ha un patrimonio suo e lo
gestisce con oculatezza. Erediterai anche il suo patrimonio un giorno, a meno
che non riconosca Cristofer come suo figlio naturale. Ma sono cose che non ci
riguardano. Ora voglio solo che tu ti rimetta bene in sesto, e al tuo prossimo
compleanno faremo una grande festa, dopo di che inizierai a prendere le lezioni
che ti servono. Sei una ragazza intelligente, te la caverai senza problemi. Le disse.
Sono felice, nonno, di non tornare
più a casa. Gli
disse con un gran sorriso.
Qui sei a casa tua, mia cara. Ora
riposati e guarisci quelle brutte ferite alle mani, poi potrai riprendere gli
allenamenti che ti piacciono tanto. Le disse orgoglioso.
Verrà Robin? Volle sapere.
Tornerà, mia cara, solo un po’ di
pazienza e lo rivedrai. Le rispose sorridendo.
Katrin era
davvero felice, felice come non le capitava da tempo, da quando aveva perso sua
madre. Finalmente era da suo nonno e avrebbe potuto essere libera. Doveva solo
aspettare ancora un paio di mesi, aspettare il suo sedicesimo compleanno e poi
ricominciare una nuova vita.
Era con
questi gioiosi pensieri che attraversava il lungo corridoio per raggiungere le
sue stanze. Non lo avrebbe ammesso con nessuno ma si sentiva davvero debole e
stanca, i giorni nella torre avevano lasciato il segno, ma era felice, lo era
davvero.
Ci vollero
due settimane perché le mani guarissero. Era iniziato maggio e Alfred
l’aspettava nel cortile degli allenamenti.
Fu una bella
sorpresa trovare la sua spada e il suo arco, le mancava il pugnale, quello era
rimasto sotto il cuscino quando era stata rapita ma ne avrebbe ordinato un
altro simile al fabbro del castello.
Iniziò il
riscaldamento sotto gli occhi amorevoli di Alfred, poi iniziarono a incrociare
le lame. Alfred era entusiasta del miglioramento della sua allieva, Robin aveva
fatto proprio un bel lavoro. Rimasero parecchio a duellare sotto gli occhi
attenti del capitano delle guardie e di suo nonno che era venuto per guardare
sua nipote e per rendersi conto delle sue capacità.
La ragazza
lo vide e gli sorrise ma non staccò gli occhi dal suo avversario. Il sole stava
tramontando quando rinfoderarono le spade. Erano entrambi sudati e il capitano
si avvicinò. Le faccio i miei
complimenti, lady Katrin. Lei gli sorrise orgogliosa. Grazie capitano, Alfred e Robin hanno fatto un ottimo lavoro. Un
soldato si avvicinò a loro e il capitano prese dalle sue mani uno splendido
pugnale. Questo è per lei, lady Katrin,
da parte di tutti noi, siamo felici che sia qui. Non aggiunse altro, era un
uomo d’azione, non di parole.
Ne farò buon uso. Gli rispose soltanto.
immagine dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti
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