venerdì 13 dicembre 2019

KATRIN, LA SUA STORIA


KATRIN, LA SUA STORIA

parte cinquantasei






I giorni passavano e lei si sentiva protetta, amata e finalmente libera e felice. In futuro avrebbe ricordato questi giorni, quelli prima del suo sedicesime compleanno, perché non ne avrebbe più avuti di simili, la vita le avrebbe riservato ancora troppe sorprese.
Alternava lezioni agli allenamenti, non era fatta per stare troppo seduta. Le mancava Robin, in quelle settimane si era resa conto che quel soldato le mancava in modo incredibile, il suo sorriso, il suo modo di fare, la sua serietà ma anche la sua ironia e, soprattutto si era resa conto di quanto la capisse e di come gli era affezionata. Desiderava ardentemente che tornasse e si chiese se davvero non le mancasse anche per qualcos’altro.
Arrivò anche il giorno del suo sedicesimo compleanno. Da parecchi giorni la servitù era impegnata coi preparativi e lei non vedeva l’ora di spezzare quella splendida prigionia.
Il ventiquattro giugno era una giornata di sole, l’aria profumava dei tanti fiori sparsi sulla lunga tavola preparata nel cortile, tutti erano stati invitati, anche le sguattere e i soldati, suo nonno l’avrebbe presentata per quello che era: lady Katrin Semple Sheppard.
L’allegria e la musica rallegravano la giornata. Katrin indossava uno splendido abito che le lasciava le spalle scoperte, era incantevole. Tante persone le lasciavano un regalo, un pensiero e lei sorrideva a tutti.
Alfred e Sara si lanciavano sguardi complici. Toccava a loro offrire il loro regalo. Katrin li abbracciò e si commosse, li considerava i suoi veri amici, gli unici che l’avevano sempre amata e difesa. Alfred le regalò uno splendido arco e frecce, intarsiato e fatto apposta per lei. Sara le regalò la cosa più preziosa che possedeva, un piccolo anello che le aveva lasciato sua madre. Sancivano, se ancora ce ne fosse stato bisogno il loro legame, il loro affetto.
Sentirono arrivare un cavallo al galoppo. Robin arrivò e lasciò il cavallo, corse da Katrin. Mia signora, buon compleanno. Le disse consegnandole un involucro. Katrin l’aprì e gli occhi le si inumidirono. Nel pacchetto c’era una delle sbarre che avevano tolto alla sua prigione nella torre. Perché questo le ricordi, lady Katrin che nessuna prigione è per sempre, e che la libertà non ha valore. Le disse con fare serio come non aveva mai fatto. E poi, continuò il soldato, ci sono io, il regalo più bello di tutta la festa. Aggiunse col suo solito fare ironico e beffardo. Si goda la sua festa, lady Katrin, perché io sono tornato e voglio vedere come se l’è cavata con Alfred. Le fece un delizioso inchino e si allontanò, lasciandola ai suoi festeggiamenti.
I festeggiamenti continuarono fino al calar del sole. Le torce erano state accese e sulle tavole non mancava niente.
La luna rischiarava la sera e lord Sheppard si alzò in piedi e chiese silenzio. Ringrazio tutti voi per l’affetto che avete dimostrato a mia nipote, lady Katrin Semple Sheppard. Da oggi rientra a tutti gli effetti nella famiglia Sheppard e avrà l’onere e l’onore di far prosperare il mio nome. La sua adorata madre, mia figlia, sono certo che veglierà su di lei, e sono altrettanto certo che lady Katrin non deluderà le mie aspettative, e le vostre. Da lei dipenderà la prosperità e la continuità della dinastia Sheppard. Brindiamo a lei e al suo radioso futuro.
Tutti i presenti alzarono i calici e brindarono a Katrin.
La festa continuò per tutta la notte. La ragazza ballò con chiunque glielo chiedesse anche se la stanchezza si faceva sentire.
Vuole concedermi un ballo, lady Katrin? Le chiese Robin. Iniziarono a ballare fino a che, il soldato le baciò la mano e la lasciò al tavolo di suo nonno.
Sei felice, mia cara? Le chiese il vecchio signore.
Felice e spaventata. Gli rispose.
Le giornate ripresero il loro ritmo. L’estate era arrivata e i lavori si susseguivano senza tregue. Katrin e Robin avevano ricominciato a duellare e allenarsi.
Era la fine di luglio e il caldo era davvero insopportabile. Katrin e Sara si erano ritirate nella stanza della ragazza con della limonata fresca. Bussarono e lord Sheppard entrò sorridendo. Tutti potevano vedere come fosse ringiovanito da quando sua nipote era venuta a stare da lui.
Puoi lasciarci soli, Sara?  Chiese gentilmente l’uomo.
I due rimasero in silenzio per qualche istante. Ti devo parlare, mia cara. Le disse.
Lo so, nonno, ti aspettavo. Gli rispose.
Rimasero a lungo a parlare. Il vecchio signore le spiegò quello che l’aspettava per i prossimi due anni almeno. Sarebbero partiti e avrebbe preso conoscenza delle proprietà Sheppard, lei sarebbe stata presentata in società, avrebbe preso lezioni dai più grandi banchieri e finanzieri, avrebbe imparato tutto quello che serviva per prendere possesso del timone di ogni cosa.
Nonno, tu nutri per me una grande considerazione, io cercherò di non deluderti e ti prometto che farò del mio meglio per riuscirci, ma voglio che tu sappia che lo faccio solo per te, per il grande amore che nutro nei tuoi confronti. Le disse.
Io sono sicuro che riuscirai in ogni ambito, ti ho osservata, ti conosco e sarai una grande lady Sheppard. Le rispose prendendole la mano nelle sue. Preparati, partiremo all’inizio di settembre e vivrai una nuova avventura. Aggiunse fiero di quella ragazza.

immagine dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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