lunedì 30 dicembre 2019

KATRIN, LA SUA STORIA


KATRIN, LA SUA STORIA

parte sessantasei






Era incanta ad osservare il rollio mentre il sole spuntava finalmente libero dalle nuvole. Non si accorse di essere osservata.
Se sta cercando un veliero che la porti lontano da questo posto triste e grigio dovrà ripassare fra due settimane. Disse una voce che arrivava dall’alto.
Lei alzò il viso e sorrise a quell’uomo. Vuole salire a bordo, signorina? Le chiese.
Un ponticello malsicuro fu messo a sua disposizione. Lei era timorosa, ma dopotutto era su una sua proprietà. Con la mano fermamente attorno all’elsa del pugnale salì a bordo di un’imbarcazione per la prima volta nella sua vita.
Benvenuta a casa mia, sono il capitano Lorence. Si presentò facendole un inchino.
La ragazza rispose all’inchino. Grazie capitano, è anche casa mia, sono lady Katrin Semple Sheppard.
L’uomo spalancò gli occhi. Quella lady Katrin?
Lei sorrise. Proprio quella, capitano.
Felice di averla a bordo. Le mostro il mio veliero, ne vado molto fiero. Le disse.
Mentre le mostrava e le spiegava come funzionava un veliero, parecchi uomini iniziarono il loro lavoro. Avevano merce da scaricare, e altra da caricare prima di ripartire, erano tutti indaffarati ma non lesinavo occhiate alla ragazza.
Vuole farmi compagnia a colazione? La invitò.
Entrarono nella piccola cabina che il tavolo era già apparecchiato. Katrin si guardava intorno e si chiedeva come fosse possibile vivere in un ambiente così stretto e così spartano.
Galantemente il capitano le sistemò la sedia e le servì la colazione. Era un bel giovanotto con lunghi capelli trattenuti da un nastro, occhi neri che sembravano ali di un corvo, e un sorriso che conquistava. Katrin lo osservava e si rendeva conto di quanto fosse bello e affascinante. Mangiarono scambiandosi poche parole.
Lo sguardo di Katrin era attratto dalle numerose spade appese alle pareti. Finito di mangiare si alzò ad osservarle. Ce n’erano di foggia che lei non aveva mai visto. Passò la mano sull’elsa di una spada veramente meravigliosa. Era decorata con pietre preziose di vari colori, ma non fu quello che la attrasse di più, era la lama luccicante e affilata.
Le piace, lady Katrin? Le chiese il capitano.
E’ bellissima, mi piacerebbe davvero provarla. Si lasciò sfuggire.
Il capitano alzò un sopracciglio. Sa tirare di scherma, lady Katrin?
Lei si girò. Non sa quanto! Gli rispose.
Il capitano la tolse dal muro e gliela consegnò. Vuole provarla?
Salirono sul ponte. Lei si tolse il mantello e cominciò a prendere confidenza con la spada. Aveva gli occhi che le brillavano.
Io sono pronta, capitano.
Tutt’intorno si era fatto silenzio e gli uomini avevano smesso di lavorare.
I due duellanti fecero le presentazioni e iniziarono la contesa.
Mano a mano che il duello progrediva il capitano si rendeva conto di avere di fronte una provetta spadaccina e cominciò ad impegnarsi di più. Non era facile farla desistere, gli uomini cominciarono a tifare per lei e aspettavano di vedere come sarebbe finita.
Il capitano inciampò in un pezzo di legno e cadde in ginocchio. Katrin gli puntò la lama alla gola mentre cercava di rallentare il battito veloce del suo cuore.
Mi arrendo, lady Katrin. Disse il capitano facendo cadere a terra la propria spada.
Gli uomini battevano le mani e si scambiavano fiasche di rum.
Il capitano accompagnò Katrin nella sua cabina e le offrì da bere. La spada ora le appartiene. Le disse consegnandole anche un bellissimo fodero luccicante con altre pietre colorate. Un solo altro pegno. Così dicendo l’abbracciò e la baciò appassionatamente sulla bocca.
Katrin fu presa alla sprovvista ma non si sottrasse. Fu un bacio di quelli che lasciano il segno, che non potranno essere dimenticati. Il capitano staccò le labbra da quelle della ragazza e, tenendole leggermente appoggiate le disse felice di averle rubato il suo primo bacio, lady Katrin. Lei rimase in silenzio, assaporando l’emozione di quello che le era successo.
Fuori si sentì un certo trambusto e le due guardie del corpo irruppero nella cabina con la spada sguainata.
Va tutto bene, lady Katrin? Chiese il capo.
E’ tutto a posto. Rispose. Si legò la spada ai fianchi. Grazie capitano, per tutto, spero di rivederla prima della sua partenza, potrei darle la possibilità di vincere, forse. Gli disse ridendo mentre seguiva i suoi uomini.
Le sue guardie avrebbero voluto dirle del pericolo che aveva corso, ma sapevano bene che sarebbero state parole inutili. Era colpa loro se era riuscita a scappare dalla tenuta e non sarebbe più successo.
La banchina aveva ripreso il solito trambusto e lei era davvero felice.
Aspetterò sir Jacob negli uffici. E tornò al noioso lavoro che l’aspettava più sollevata.

immagine dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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