KATRIN, LA SUA STORIA
parte sessantasei
Era incanta
ad osservare il rollio mentre il sole spuntava finalmente libero dalle nuvole.
Non si accorse di essere osservata.
Se sta cercando un veliero che la
porti lontano da questo posto triste e grigio dovrà ripassare fra due
settimane. Disse una
voce che arrivava dall’alto.
Lei alzò il
viso e sorrise a quell’uomo. Vuole salire
a bordo, signorina? Le chiese.
Un
ponticello malsicuro fu messo a sua disposizione. Lei era timorosa, ma
dopotutto era su una sua proprietà. Con la mano fermamente attorno all’elsa del
pugnale salì a bordo di un’imbarcazione per la prima volta nella sua vita.
Benvenuta a casa mia, sono il
capitano Lorence. Si
presentò facendole un inchino.
La ragazza
rispose all’inchino. Grazie capitano, è
anche casa mia, sono lady Katrin Semple Sheppard.
L’uomo
spalancò gli occhi. Quella lady Katrin?
Lei sorrise.
Proprio quella, capitano.
Felice di averla a bordo. Le mostro
il mio veliero, ne vado molto fiero. Le disse.
Mentre le
mostrava e le spiegava come funzionava un veliero, parecchi uomini iniziarono
il loro lavoro. Avevano merce da scaricare, e altra da caricare prima di
ripartire, erano tutti indaffarati ma non lesinavo occhiate alla ragazza.
Vuole farmi compagnia a colazione? La invitò.
Entrarono
nella piccola cabina che il tavolo era già apparecchiato. Katrin si guardava
intorno e si chiedeva come fosse possibile vivere in un ambiente così stretto e
così spartano.
Galantemente
il capitano le sistemò la sedia e le servì la colazione. Era un bel giovanotto
con lunghi capelli trattenuti da un nastro, occhi neri che sembravano ali di un
corvo, e un sorriso che conquistava. Katrin lo osservava e si rendeva conto di
quanto fosse bello e affascinante. Mangiarono scambiandosi poche parole.
Lo sguardo
di Katrin era attratto dalle numerose spade appese alle pareti. Finito di
mangiare si alzò ad osservarle. Ce n’erano di foggia che lei non aveva mai
visto. Passò la mano sull’elsa di una spada veramente meravigliosa. Era
decorata con pietre preziose di vari colori, ma non fu quello che la attrasse
di più, era la lama luccicante e affilata.
Le piace, lady Katrin? Le chiese il capitano.
E’ bellissima, mi piacerebbe davvero
provarla. Si lasciò
sfuggire.
Il capitano
alzò un sopracciglio. Sa tirare di
scherma, lady Katrin?
Lei si girò.
Non sa quanto! Gli rispose.
Il capitano
la tolse dal muro e gliela consegnò. Vuole
provarla?
Salirono sul
ponte. Lei si tolse il mantello e cominciò a prendere confidenza con la spada.
Aveva gli occhi che le brillavano.
Io sono pronta, capitano.
Tutt’intorno
si era fatto silenzio e gli uomini avevano smesso di lavorare.
I due
duellanti fecero le presentazioni e iniziarono la contesa.
Mano a mano
che il duello progrediva il capitano si rendeva conto di avere di fronte una
provetta spadaccina e cominciò ad impegnarsi di più. Non era facile farla
desistere, gli uomini cominciarono a tifare per lei e aspettavano di vedere
come sarebbe finita.
Il capitano
inciampò in un pezzo di legno e cadde in ginocchio. Katrin gli puntò la lama
alla gola mentre cercava di rallentare il battito veloce del suo cuore.
Mi arrendo, lady Katrin. Disse il capitano facendo cadere a
terra la propria spada.
Gli uomini
battevano le mani e si scambiavano fiasche di rum.
Il capitano
accompagnò Katrin nella sua cabina e le offrì da bere. La spada ora le appartiene. Le disse consegnandole anche un
bellissimo fodero luccicante con altre pietre colorate. Un solo altro pegno. Così dicendo l’abbracciò e la baciò
appassionatamente sulla bocca.
Katrin fu
presa alla sprovvista ma non si sottrasse. Fu un bacio di quelli che lasciano
il segno, che non potranno essere dimenticati. Il capitano staccò le labbra da
quelle della ragazza e, tenendole leggermente appoggiate le disse felice di averle rubato il suo primo bacio,
lady Katrin. Lei rimase in silenzio, assaporando l’emozione di quello che
le era successo.
Fuori si
sentì un certo trambusto e le due guardie del corpo irruppero nella cabina con
la spada sguainata.
Va tutto bene, lady Katrin? Chiese il capo.
E’ tutto a posto. Rispose. Si legò la spada ai fianchi.
Grazie capitano, per tutto, spero di
rivederla prima della sua partenza, potrei darle la possibilità di vincere,
forse. Gli disse ridendo mentre seguiva i suoi uomini.
Le sue
guardie avrebbero voluto dirle del pericolo che aveva corso, ma sapevano bene
che sarebbero state parole inutili. Era colpa loro se era riuscita a scappare
dalla tenuta e non sarebbe più successo.
La banchina
aveva ripreso il solito trambusto e lei era davvero felice.
Aspetterò sir Jacob negli uffici. E tornò al noioso lavoro che
l’aspettava più sollevata.
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