KATRIN, LA SUA STORIA
parte cinquanta
La carrozza
si era già allontanata ma lord Semple era ancora incollato alla sua poltrona
con lo sguardo fisso sui fogli. Non li aveva ancora toccati, cercava di
assorbire quello che aveva appena saputo mantenendo una parvenza di calma.
Prese i
fogli e cominciò a leggere. Cifre astronomiche perse al gioco, debiti
addirittura con bordelli, con negozi di vario genere femminile, davvero non
sapeva come reperire tutto quel denaro. Prese uno degli ultimi fogli e divenne
paonazzo. Se aveva un piccolo dubbio che sua moglie potesse essere all’oscuro
dei debiti di suo figlio, quell’ultimo conto da pagare gli toglieva ogni
dubbio: il cavallo che aveva regalato al figlio era stato acquistato lasciando
il debito da pagare. Un’ira tremenda lo pervase, in tutta la sua vita non si
era mai sentito così: imbrogliato, umiliato da quella donna e da quel suo
figlio bastardo che sosteneva fosse sangue del suo sangue. Era sicuro di essere
diventato lo zimbello di tutto il circondario. Aveva passato la sua intera vita
quasi nell’ombra per costruirsi un patrimonio che gli era costato, ma ora quel
sacrificio era niente davanti a tutto questo.
Si alzò e
andò alla finestra, cercando di calmare l’ira che lo permeava in ogni più
piccola cellula del corpo. Suonò il campanelle e chiese al suo cameriere di
accompagnare sua moglie e sir Cristofer da lui.
Arrivò per
prima sua moglie, con un gran sorriso. Volevi
vedermi, caro? Gli disse sfiorandole la guancia con un bacio. Lui non si
mosse. Siediti! Le disse soltanto, e
il sorriso le sparì dal viso. I passi di Cristofer annunciarono il suo arrivo.
Osservò i due e capì che non c’era niente di buono nell’aria.
Siediti anche tu, vicino alla tua
degna madre! Gli
ordinò prendendo lui stesso posto sulla sua poltrona.
Li osservava
e quelli erano inquieti, dopo l’avventura notturna di Cristofer non sapevano
cosa aspettarsi, non ne avevano fatto parola col lord e lui ne era allo scuro.
Prese i
fogli ben ordinati e li passò a sua moglie senza dire una parola. Mentre
leggeva il colore spariva dal suo viso e sgranò gli occhi in faccia a suo
figlio, anche lei non conosceva tutti i debito che aveva accumulato Cristofer.
Con mani tremanti passò i fogli al figlio.
Lord Semple
tamburellava con le dita sul ripiano della scrivania, in attesa che quelli
parlassero.
Cristofer
lesse in silenzio e restituì il tutto. E’
roba vecchia. Ebbe l’ardire di dire.
Ti giuro, caro, io non ne sapevo
niente! Bofonchiò
miss Susan.
Ne sei sicura, cara? Hai letto il
penultimo figlio? Le
rispose sarcastico mettendole sotto gli occhi il conto non pagato del cavallo
che aveva regalato a suo figlio.
Ma eravamo d’accordo, mio caro. Avevo
il tuo permesso! Gli
rispose piccata.
Trattenendo
a stento la rabbia il lord le rispose. Avevi
il permesso di prendere uno dei miei cavalli, ce ne sono parecchi nelle
scuderie, ma tu hai voluto strafare, e come dimostrano questi debiti devi
essere abituata a farlo. La voce gli tremava e i due capirono che erano in
pericolo.
Lady Susan
si alzò e andò vicino a suo marito, cercando di blandirlo come faceva di
solito. Gli pose la mano sulla spalla. Mio
caro, il cavallo è un regalo per tuo figlio, nostro figlio. Gli disse.
Un ceffone
la raggiunse in pieno viso tanto forte da mandarla a sbattere contro la
libreria. Cristofer fece per alzarsi. Se
ti azzardi a muoverti ti giuro che ti passo da parte a parte. E quello si
rimise a sedere. Riprendi il tuo posto! Disse
il lord a sua moglie.
Il silenzio
si protraeva mentre i cuori di madre e figlio galoppavano.
Ho due settimane di tempo per saldare
questi conti, dove credete che possa prendere questa cifra? Io non la posseggo!
Tuonò. Da questo momento ci sono nuove regole che
vi riguardano. Tu, disse puntando il dito verso sua moglie, ti trasferirai nell’appartamento con tuo
figlio e non avrai più nessuna autorità in questa casa, se vorrai mangiare
dovrai guadagnartelo. Tu, disse rivolto a Cristofer, lavorerai con i contadini e se il responsabile mi dirà che non hai reso
a sufficienza salterai i pasti. Il cavallo ti viene requisito e non verrai più
alla mia presenza se non sarò io stesso a chiamarti. Riprese fiato.
La sua voce
tremava quando continuò. Mi avete
imbrogliato, reso ridicolo davanti alla mia gente e ai miei simili. Ora capisco
che era tutto programmato ma finisce qui.
Lady Susan
trovò il coraggio di ribattere. Ma io
sono tua moglie e lui è tuo figlio.
Lord Semple
si alzò di scatto col viso alterato dall’ira, tanto che i due si presero per
mano tremando come foglie al vento.
Io non ho più una moglie e non ho mai
avuto un figlio con te. Sei ripudiata e mi darò da fare per farvi allontanare
da casa mia. Non sono uno sprovveduto come voi pensate, io sono un lord con gli
agganci giusti e, se volessi vi farei sparire senza lasciare traccia, e non è
certo che non lo faccia. Ora toglietevi dalla mia vista prima che ci ripensi e
vi butti in strada come straccioni. Disse loro con una voce e uno sguardo che diceva che non
stava scherzando.
Susan prese
la mano di suo figlio, lo scosse violentemente per costringerlo a uscire. Prima
di chiudersi la porta alle spalle il giovane si voltò. Cercò di dire qualcosa
ma sua madre lo strattonò via. Aveva visto una furia omicida negli occhi di suo
marito ed era consapevole che poteva fare ogni cosa che aveva detto.
Accompagnami a prendere le mie cose. Gli disse soltanto.
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