KATRIN, LA SUA STORIA
parte sessantuno
I soldati
presenti esitavano non sapendo come comportarsi. Avevano visto quanto fosse
brava ma era una ragazza, per di più un’ospite e non volevano incorrere nelle
ire del loro padrone.
Si fece
avanti il capitano. Le fece un inchino e incrociarono le lame per il consueto
saluto. Era impossibile fare solo finta di duellare, quella ragazza sapeva il
fatto suo e se il capitano non voleva fare una figuraccia davanti ai suoi
sottoposti doveva dare sfogo a tutta la sua abilità.
Nessuno dei
due sembrava volersi arrendere. Sudavano abbondantemente e gli occhi di Katrin
sprizzavano felicità. Chiedo una pausa,
lady Katrin. Disse il capitano. Concessa.
Gli rispose.
Avevano
entrambi l’affanno e bevvero avidamente. Complimenti
lady Katrin, si difende davvero bene. La lodò il capitano. E non mi ha ancora vista con arco e frecce!
Mi piacerebbe fare una gara con i suoi uomini prima della partenza, la può
organizzare? Gli chiese. Il capitano era titubante, era una situazione
nuova per lui.
Metto in palio una borsa di monete,
capitano. Scelga i soldati migliori e mi farà felice. Gli disse mentre si asciugava il viso
arrossato. Io rimango ancora per dieci
giorni. Aggiunse.
Alzò lo
sguardo e vide il viso tirato di missis Elisabeth. Devo proprio andare ora, o la
mia assistente mi finirà con un’occhiataccia! Salutò i soldati e uscì
finalmente rinvigorita. Le sue guardie del corpo erano sorprese dalla sua
bravura, nessuno li aveva avvertiti dell’abilità di lady Katrin. La ragazza
raggiunse la sua stanza e si sottopose al bagno alla vestizione e tutto quello
che serviva con il sorriso sul viso.
Nel
frattempo al castello di lord Sheppard c’era qualcosa nell’aria.
Alfred, da
buon soldato e osservatore quale era aveva notato un certo movimento di
carrozze senza stemmi, anonime (cosa inusuale) e uomini che arrivavano con
borse e valigie per rimanere alcuni giorni e poi ripartire. Sapeva che non
erano affari suoi, questi ospiti alloggiavano nel settore privato del lord e fu
per caso che venne assegnato alla sorveglianza di quell’ala del castello.
Stava
perlustrando il corridoio quando si aprì la porta di un grande studio, ne uscì
un uomo serio con in mano una cartella di documenti e per pochi secondi la
porta rimase aperta. Seduto a capotavola c’era Robin e leggeva attentamente dei
fogli. La porta si richiuse e Alfred riprese il suo lavoro. Da tempo Robin era
assente nel reparto designato ai soldati. Probabilmente stava studiando dei
documenti su una missione che doveva compiere per il lord. Cercò di non
pensarci. Era quasi la fine dell’anno e presto, a fine marzo terminava la sua
ferma e non l’avrebbe rinnovata. Avrebbe sposato Sara e sarebbe tornato alla
fattoria, i suoi genitori erano ormai troppo vecchi per il lavoro e lui
desiderava una nuova vita accanto alla donna che amava.
Aveva chiesto
udienza al lord e aspettava di essere convocato.
Fu chiamato
da lord Sheppard l’ultimo giorno dell’anno. Entrò nel suo studio privato. Buon giorno Alfred, voleva vedermi? Gli
chiese.
Proprio così, lord Sheppard. Posso
chiedere come sta lady Katrin? Gli chiese per prima cosa. Il vecchio sorrise. So quanto le è affezionato e quanto ha fatto
per lei, non l’ho mai ringraziata abbastanza. Mia nipote sta bene e prosegue la
sua istruzione. Gli rispose.
Sara ed io le abbiamo scritto una
lettera, e le saremmo grati se potesse fargliela avere quando è possibile. Disse appoggiando la missiva sul
tavolo.
Lo farò certamente, e con piacere.
C’è altro? Chiese di
nuovo.
Alla fine del prossimo mese di marzo
termina la mia ferma e sono venuto a dirle che torno a casa, i miei genitori
hanno bisogno di me. Sposerò Sara e inizierò una nuova vita. Comunicò al vecchio lord.
Sono felice per lei, Alfred. Gli rispose.
La ringrazio, lord Sheppard. E’ stato
un onore essere al suo servizio e, se mai lady Katrin avesse bisogno di me
basterà chiederlo. Gli
disse convinto.
Glielo comunicherò. Anch’io sono
stato soddisfatto del suo lavoro per noi. Si salutarono e ognuno tornò ai propri compiti.
Sara e lui
erano dispiaciuti di andarsene senza rivedere Katrin ma non potevano fare
diversamente. Speravano che la lettera che le avevano scritto le arrivasse in
fretta e che le facesse piacere.
Fra feste e
divertimenti vari passò anche l’ultimo giorno dell’anno e i festeggiamenti per
il nuovo anno, al castello di lord Shapiro continuarono per altri tre giorni.
Katrin era
esausta. Molti giovanotti le facevano una corte serrata e con alcuni era dovuta
ricorrere al suo pugnale per mantenere le distanze. Non voleva nessun
coinvolgimento, presto sarebbe ripartita e, a tal proposito aveva chiesto a sir
Jacob di raggiungerla nella sua stanza.
Era il primo
giorno di calma, molti ospiti se n’erano andati e tutto stava tornando alla
normalità. La neve cadeva da ore e il paesaggio era incantevole.
Era davanti
alla finestra, nella tipica posizione che teneva suo padre quando sentì bussare
e sir Jacob e missis Elisabeth entrarono.
Quando vide
la sua assistente si adombrò. Ho
richiesto la presenza di sir Jacob, non la sua. Disse rivolta alla donna.
I due si
scambiarono uno sguardo, imbarazzati. Sono
la sua assistente personale, devo essere al suo fianco per ogni incombenza. Le
rispose trattenendo a stento la rabbia.
Non ho bisogno di lei, missis Elisabeth,
può andare. Ribadì
in tono perentorio.
immagine dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti
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