KATRIN, LA SUA STORIA
parte sessantadue
Sir Jacob
era in evidente imbarazzo e la giovane non faceva niente per metterlo a proprio
agio. Era ora di mettere in chiaro che lei non era una marionetta.
Si sedette
al suo piccolo tavolo e fece cenno al suo ospite di fare altrettanto. Voglio sapere quali sono i programmi per i
prossimi mesi. Gli chiese. L’uomo fece un sospiro di sollievo. Prendo la valigia e la metto al corrente,
lady Katrin.
Ci vollero
solo pochi minuti perché tornasse. Prese la chiave che portava al collo e aprì
la valigia. Ben ordinati c’erano documenti, fogli, cartelle varie e alcune
borse di denaro.
Lei rimaneva
in silenzio e in attesa che quello finisse di leggere e si decidesse a parlare.
Come le ho già comunicato, lady
Katrin, fra una settimana partiremo. Andremo a visitare le tre compagnie di
navigazione e consocerà i responsabili dei vari settori. L’uomo alzò lo sguardo sulla ragazza
che non aveva cambiato espressione. Continui.
Gli ordinò. Ci vorranno tre mesi. Poi
in aprile faremo sosta nella grande metropoli e lì sarà ospite di vari lord
della città, e… stava continuando a illustrare il programma quando Katrin
lo interruppe.
Per quanto riguarda le compagnie di
navigazione mi servirà un solo mese, non intendo diventare contabile di
commercio marittimo, poi andremo nella capitale e non sarò ospite di nessun
lord, provvederà a prendere in affitto un appartamento idoneo alle mie
necessità. Mi metterà in contatto con i banchieri e i notai che seguono gli
interessi di mio nonno e ci rimarrò fino all’estate. Ora può continuare. Gli disse aspettando di sentire il
seguito.
Sir Jacob
inghiottì e prese nota di quello che gli era stato richiesto. Suo nonno vuole che lei partecipi a tutte le
manifestazioni mondane della capitale, fino alla fine dell’anno. Aggiunse.
In pratica dovrò restare nella
capitale per tutto l’anno. Ho capito bene? Volle sapere.
Sì, lady Katrin. Ha capito bene. Le rispose.
E nei mesi che mi separano dal
ritorno, per il mio compleanno, cosa è previsto? Gli domandò.
E’ previsto un viaggio oltremare.
Viaggerà per un paio di mesi e si farà una formazione sulle usanze straniere.
In aprile tornerà in patria, ripasserà dalla capitale a verificare le sue
conoscenze e poi potrà tornare a casa. Le disse tutto d’un fiato.
Katrin rimase assorta a valutare quello che
aveva appena saputo. Non le piaceva per niente il programma che avrebbe dovuto
seguire. Non amava la mondanità e tutto quello che ne conseguiva ma aveva fatto
una promessa a suo nonno.
Anche il
viaggio oltre mare non la intrigava per niente. A cosa le serviva? Quello che
aveva capito era che suo nonno aveva dato più importanza alla mondanità che al
resto.
Passare un anno nella capitale e seguire tutti
gli avvenimenti mondani era più faticoso che imparare regole bancarie e leggi
notarili. Fece un sorriso a Jacob.
Può prendere nota, per favore sir
Jacob? Gli chiese
con estrema gentilezza.
L’uomo era
pronto a scrivere quello che la lady desiderava.
Quando saremo nella capitale mi farà
visitare cinque proprietà dalle quali scegliere dove mi sistemerò per tutto
l’anno. Voglio un cavallo per me, un cortile abbastanza grande e un salone dove
possa allenarmi, voglio essere messa al corrente in anticipo di ogni impegno e
voglio essere io a decidere quello che farò. Lei osservava la mano tramante che prendeva nota di
tutto. Nel frattempo non voglio essere
ospite di nessuno, trovi in fretta quello che le ho chiesto.
L’uomo alzò
lo sguardo, inghiottì di nuovo prima di parlare. Lei sa, lady Katrin che dovrò informare suo nonno dei cambiamenti che
mi ha richiesto, vero?
Certamente, sir Jacob. Quando
comunicherà le mie richieste a lord Sheppard dica che non sono negoziabili, lui
capirà. Adesso mi serve una borsa di monete. Gli disse allungando lo sguardo nella valigia.
Il
sovrintendente prese una borsa dalla valigia e la posò sul tavolo. Di nuovo
inghiottì prima di chiederle a cosa le
serve, lady Katrin? Io devo dare conto a lord Sheppard. Era davvero in
imbarazzo.
Scriva semplicemente che gliel’ho
chiesto io. Gli
rispose.
Ora può andare e chiedere a missis
Elisabeth di venire da me. Se Jacob avesse conosciuto il padre di Katrin avrebbe detto che era la
sua copia perfetta. Raccolse le sue carte, chiuse la valigia, fece un inchino e
uscì ben sapendo che le cose sarebbero state più difficoltose da quel momento
in poi. Quella ragazza non era manovrabile come gli era stato prospettato, non
ci aveva messo molto a far valere il suo rango e la sua volontà. Trovò
Elisabeth poco distante e riferì il messaggio.
Katrin era
ancora seduta quando la sua assistente personale entrò. Ha bisogno di me, lady Katrin? Chiese con un certo disappunto.
Voglio parlarle proprio di questo,
missis Elisabeth. Io non le piaccio e lei non piace a me, quando saremo nella
capitale lei sarà libera di tornare al castello o dove vuole, mi troverò
un’altra assistente personale, non mi serve un cane da guardia, per questo ci
sono già le mie guardie del corpo. Il viso della donna si sbiancava mano a mano che assimilava
quello che le veniva detto.
Io sono stata scelta da lord
Sheppard, solo lui può togliermi l’incarico. Le rispose altezzosa.
La richiesta a mio nonno è già
partita, riceverà sue notizie molto presto e, spero che con la risposta possa
arrivare un’altra assistente che sia più gradevole di lei. Nel frattempo è
libera da ogni incombenza. Le rispose.
Missis
Elisabeth uscì impettita.
Katrin
sospirò, finalmente si sentiva più leggera e, anche se non del tutto, più
padrona della sua vita.
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