KATRIN, LA SUA STORIA
parte cinquantasette
Erano giorni
felici quelli che trascorse prima della partenza. Mancava ancora una settimana,
il suo guardaroba era stato sistemato in due bauli e tutto era pronto per
cominciare.
Robin la
vide seduta sotto un grande salice. Si fermò ad osservarla, era assorta e,
sicura di non essere vista aveva lasciato che il suo viso riflettesse le sue
emozioni. Lui le si sedette accanto e lei lo osservò, seria come non lo era mai
stata.
Qualcosa la preoccupa, lady Katrin? Le chiese gentilmente.
La ragazza
aprì gli occhi e per alcuni istanti osservò il viso di Robin. Era davvero un
bel ragazzo, anzi ormai era un uomo anche se non aveva perso il suo modo spesso
sbarazzino e beffardo di prendersi gioco di lei. Sospirò. Tutto mi preoccupa. Non voglio deludere mio nonno ma credo che lui
nutra più fiducia di me nelle mie capacità. Tutto questo non posso negare che
mi turba. Gli rispose.
Lei sarà una grande lady, io la
conosco bene e so di cosa è capace. Lei sa lottare e conosce la differenza fra
il bene e il male. Ha sofferto, e questo le sarà di aiuto quando toccherà a lei
prendere le redini di quello che l’aspetta. Suo nonno non si sbaglia sul suo
conto, e nemmeno io. Lei è troppo in gamba per lasciarsi sopraffare dai dubbi,
resti se stessa e tutto andrà per il meglio. La rincuorò.
Aveva
bisogno di sentirselo dire. Robin le aveva sempre e solo detto la verità,
sapeva che non avrebbe mai mentito, nemmeno per lei. Le verrà con noi? Farà parte della nostra scorta? Gli chiese.
Mi è stata fatta la proposta, nessuna
richiesta ufficiale, sta a me decidere. Le rispose pensieroso.
Verrà? Gli chiese speranzosa.
Lui
osservava quel viso perfetto che contro ogni etichetta era abbronzato dal sole,
era una ragazza davvero fuori dal comune, avrebbe voluto accompagnarla ma
sapeva che sarebbe stato difficile per lui stare a guardare mentre entrava in
società, conosceva nobili e gentiluomini che le avrebbero fatto la corte,
avrebbe fatto il suo ingresso in un mondo che a lui era precluso, lui era un
soldato. L’affetto che provava per lei si stava trasformando in qualcosa di più
profondo e non poteva permetterlo.
Non le ho mai mentito, lady Katrin e
non lo farò nemmeno ora. Non verrò con voi, ma le prometto che quando tornerà
io sarò ancora qui, l’aspetterò, vada a conoscere il suo nuovo mondo, non ha
più bisogno di me. Le
rispose cercando di mantenere un tono leggero.
Mi
mancherà la sua compagnia, sir Robin, mi mancherà lei. E diede sfogo alle
lacrime.
Robin le
prese la mano fra le sue, sapeva che la ragazza stava dando sfogo a quello che
aveva trattenuto fino a quel momento, e che aveva scelto proprio lui per starle
accanto in quel frangente. Lasciò che si asciugasse le lacrime e che
riprendesse il controllo.
Si goda la sua nuova avventura, lady
Katrin. Le disse
mentre si allontanava.
E giunse
anche il giorno della partenza.
I bauli
erano stati caricati su una carrozza ed erano partiti il giorno prima.
La prima
tappa di nonno e nipote sarebbe stata la residenza di città degli Sheppard.
Mentre i cavalli trainavano la carrozza fuori dal castello, Katrin si sporse
dal finestrino per un ultimo sguardo al posto dove aveva trascorso i più bei
giorni della sua vita. Una freccia le saettò davanti al viso e si conficcò nel
tronco di un albero, Robin le mandava il suo saluto.
Sospirò e si
mise comoda, suo nonno le prese una mano e sorrise soddisfatto. Aveva davanti
un periodo intenso e faticoso ma quanto era felice.
La residenza
di città lasciò Katrin senza fiato. Circondata da un parco meraviglioso che in
quel periodo dell’anno rimandava tutto il suo splendore.
Erano lì da
alcuni giorni e lei li stava trascorrendo da sola, suo nonno era fuori e al suo
ritorno avrebbe conosciuto i piani per i prossimi mesi.
Le mancava
l’allenamento con Alfred e Robin, ma intanto si teneva in allenamento con arco
e frecce. Il pensiero di Robin le fece nascere un certo malessere, lo sconforto
di non averlo al suo seguito, ma la certezza che lo avrebbe rivisto al suo
ritorno. Cercava di non farsi sopraffare dall’ansia per quello che l’aspettava
e le parole che le aveva detto il soldato le riecheggiavano spesso, e ne traeva
il coraggio che le serviva.
Era tutto
nuovo per lei, ma sapeva come comportarsi in ogni situazione. Le lezioni che
aveva sopportato fin da bambina ora le tornavano utili e lei aveva promesso al
nonno che non lo avrebbe deluso.
Finalmente
lord Sheppard fece ritorno. Katrin lo stava aspettando e lo accolse con un
abbraccio. Il vecchio se la strinse al petto e le baciò i capelli. Non sarai mai troppo grande per un
abbraccio. Le sussurrò.
Entrarono
tenendosi per mano. Era ora di conoscere i particolari di quello che doveva
fare, finalmente.
Si
ritirarono nello studio del vecchio signore, presero un tè, aspettarono di
essere lasciati soli.
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